Tuesday, July 24, 2007

Interviews

da Barlettalife.it

Gli Orient Express e il loro rock che scavalca i confini. Intervista sul Magazine BarlettaLife.it

Il Trovatore
IL TROVATORE
MUSICA E DINTORNI, L'ARMONIA DI BARLETTA

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TOMMASO FRANCAVILLA
Giovedì 17 Giugno 2010

Il progetto Orient Express (Rock/Psichedelia) prende forma nel 2002. La pubblicazione del primo demo autoprodotto rende possibile la presenza in alcune iniziative targate Rock TV (in finale all' I-Tim Tour '03, su Database e al RockTv tour 2004). Dal 2004 ad oggi la band ha aperto una serie di concerti al fianco di nomi importanti della scena italiana quali Tiromancino, Marlene Kuntz, Marta sui Tubi, Rezophonic, Vibrazioni, Moltheni. Nel Settembre 2007 la band esce con il primo album ufficiale "Illusion", edito dall'indipendente MyKingdom Music, accolto in maniera positiva dalla stampa specializzata sia italiana che straniera (soprattutto in Germania, Francia e Spagna). E' del 2009 il primo video ufficiale "Ten Drops" diretto da Beppe Massara. Lo stesso brano è presente sulla prima compilation digitale curata dalla rivista Rolling Stone Italia e nel TEN DROPS EP (con le due versioni del brano, il video e l'inedita "Faith") uscito nell'estate del 2009.

Line Up: Vito Digiovanni (voce, basso), Gigi Doronzo (chitarra e voce), Paolo Ormas (batteria), Pasquale Giannini (synth) Guest : Giuseppe Seccia, piano, cori
Web: www.officialorientexpress.it
Gli Orient - Express sono presenti sui maggiori social network

Abbiamo incontrato Paolo Ormas.

Di cosa parlano i testi delle vostre canzoni?
I testi delle nostre canzoni parlano della vita quotidiana, di esperienze di vita, anche negative.

Qual è il processo creativo delle vostre canzoni?
In linea di massima, nasce prima la musica. A seguito alla melodia, scriviamo i testi.

Il rock italiano gode di buona salute?
A livello creativo il rock italiano gode di buona salute, ma il vero problema è che mancano gli spazi dove esibirsi per ottenere visibilità. Nel nostro caso, pur cantando in inglese, non possiamo accedere ad un vasto pubblico. Ti faccio un esempio: noi abbiamo inciso il nostro primo disco per un'etichetta discografica ( My kingdom music) di Salerno, ma questa etichetta promuove i propri artisti all'estero. In Italia ci sono tanti artisti validi ( es: Moltheni, Marta sui Tubi, the Niro ) , ma difficilmente ci sono artisti che riescono a campare suonando.

Cosa non fareste per promuovere un vostro disco?
A questo punto devo dirti che non ci poniamo limiti per la promozione di un nostro disco! Anche prestare una nostra canzone per uno spot pubblicitario!

Più importante di suonare è?
Lavorare e star bene con sé stessi. Personalmente, dedico il 50% del mio tempo alla musica e il 50% al lavoro.

Progetti futuri?
Stiamo preparando il nuovo disco. Le nuove canzoni proseguono e ampliano il discorso iniziato nel disco precedente.

Cosa ami e cosa odi?
Ovviamente amo la musica, invece odio la scarsa collaborazione tra le varie band, che impedisce di esplorare nuovi orizzonti creativi. Ma soprattutto odio la burocrazia, che blocca qualunque iniziativa e progetto, come ad esempio la creazione di festival che favorirebbero la circolazione di idee, ma che darebbero anche posti di lavoro.


tratto da
Musicalnews

Rock allucinato in una tenda da campeggio barese: ecco l'intervista ai quattro Orient Express



di Francisco De Mazzei Paradisi


Forti del successo del cd Illusion, si apprestano a suonare di spalla a Moltheni e Max Gazze', ma con i Motorpsycho e Nick Cave nel cuore.


L'incontro avviene su una astronave... i 4 Orient Express li becchiamo a bordo di un treno che porta ... grazie alle moderne tecnologie, ci illudiamo di incontrare de visu gli Orient Express..Nostri ospiti quest'oggi gli Orient Express. Vogliamo presentarci, descrivendo il vostro ruolo all'interno della band?
Paolo= Percuotente ma anche proponente in fatto di testi. Mi occupo di tutto ciò che riguarda la promozione, l’ufficio stampa e quant’altro sia necessario per la causa….
Vito= La voce, il basso e le melodie oltre che il tecnico della band.
Gigi= Gg, chitarra.
Paky= Suono le tastiere e i sintetizzatori nella band… mi occupo anche di curare l’aspetto finanziario..


Da quanto tempo siete con gli Orient Express e come descrivere il particolare sound che riuscite a creare?
Gigi= Sin dagli esordi il sound che proponiamo è una fusione tra melodia ed arcobaleni in bianco e nero…
Paolo= …e viaggi mentali.
Vito= Dalla creazione di questa motrice del rock and roll cerchiamo di ottenere la sintesi dei nostri pensieri. Questo il motivo che ci ha spinti a suonare insieme, ormai da 7 anni.
Paky= Suono negli Orient da quasi tre anni. Descrivere il nostro sound? Direi psichedelico e profondamente ispirato al nostro vivere quotidiano.


Per il vostro cd Illusion si e' parlato di un mix allucinato di psycho roll: e' una definizione che vi soddisfa? Qual'e' e' la stata la recensione che vi ha piu' colpito?
Paky= La definizione mi e’ piaciuta tanto ma la migliore recensione è stata quella della rivista Rock Hard del Novembre 2007. Un onore per noi.
Paolo= ..ne andiamo particolarmente fieri: …… già alla prima occasione la band dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana... Ce ne sono stata tante di positive soprattutto all’estero.Ce n’è abbastanza per essere soddisfatti.
Vito= Giudicare la musica e' come giudicare un quadro e ritengo che in giro critici ce ne siano ben pochi…. in ogni caso la definizione sarà più giusta per il secondo lavoro che ascolterete presto..
Gigi= Ognuno percepisce dalla musica ciò che vuole, se è stato percepito un mix allucinato di psycho roll, per me va bene. C'è l'ascoltatore più attento e quello disattento, c'è chi non capisce niente e si maschera da giornalista. Le recensioni le leggo e le dimentico abbastanza velocemente. Quelle che mi sono più piaciute sono in lingua straniera.


Parliamo dei gusti personali: quali artisti avete amato da giovani e quali quelli che invece seguite di piu' ultimamente?
Paolo= ciò che mi ha rapito in adolescenza è tutt’ora quello che ogni giorno ringrazio di poter ascoltare: Jimi Hendrix. L’inizio e la fine in materia Rock
Paky= ..ancora oggi il mio gruppo preferito continuano ad essere gli Ac/Dc. Negli ultimi anni ho un po’ cambiato filone orientandomi su gruppi europei come Motorpsycho, Porcupine Tree, Sophia, Mogwai, Amplifier, non disprezzando gruppi storici della scena americana come Built to Spill e Sonic Youth…
Vito= Figlio della dipartita dei Guns avvenuta per mano del grunge e successivamente fruitore d quest'ultima droga per il mio corpo e la mia anima ecco cosa ero cosa sono e cosa saro'. Non avete capito niente vero? Meglio cosi'..
Gigi= Lucinda Williams, Espers, Nick Cave....

Avete macinato diversi concerti in questi ultimi 18 mesi: di quali avete dei ricordi particolari e perche'?
Paolo= Quello che ricordo in particolare è della scorsa estate di spalla ai Rezophonic.. avendolo organizzato in prima persona, con tutto quello che ne consegue, sono salito sul palco allo stremo delle forze, ma è stato emozionante poter condividere il palco con persone così vere e con una grande persona come Mario Riso.
Vito= Il concerto lo vivo ogni giorno, ogni giorno nella mia mente facciamo un concerto e quello piu' bello sara' l'ultimo tra 50 anni.
Gigi= L'ultimo concerto è sempre il migliore, anche perché è l’unico che ricordo.
Paky= Ce ne sono tanti che mi sono piaciuti… sarebbe personalmente un problema ricordarne uno in particolare....

Non credo viviate facendo musica: come tirate avanti?
Paky= … bella domanda!! Tutti noi avremmo voluto fare i musicisti, purtroppo personalmente mi ritrovo a fare l’impiegatuccio di banca… che frustrazione … veramente una cosa ridicola per il mio modo di essere… ci tocca per poter campare….
Paolo= Dall’insegnamento all’organizzazione di eventi fino a varie mansioni in ambito turistico, tutte con il denominatore comune dell’instabilità economica e lavorativa.
Vito= Grazie alla tv ai provini e alle sfide in questa Italia schiava della megalomania, non ci sara' mai spazio per le band che la musica la creano con l'idea di emozionarsi e non con quella di colpire. Il mio lavoro attualmente e' quello di tecnico audio....
Gigi= Vivo di musica.

Cosa c'e' che non funziona nella discografia italiana? Da dove cominciare a cambiare?
Vito= La discografia italiana non esiste o per lo meno esiste per tutto cio' che si vende e si puo' vendere negli ipermercati, gli standard sono infelici anche se ricchi.
Paolo= … il vero cambiamento è essere sé stessi, insegui ciò che sei e non farti influenzare da nessuno.
Gigi= Funziona molto poco nella discografia in Italia. Finchè rimarranno ai vertici delle grandi etichette i soliti nomi cambierà pochissimo, anzi niente. Bisogna aspettare che si estinguino come i dinosauri e sperare che i giovani puntino sulle nuove proposte che hanno qualcosa in più da dire rispetto a bands che hanno rotto con le loro canzonette riciclate.
Paky= diciamo che non saprei proprio da dove cominciare….

Il nostro diretur Giancarlo Passarella parla bene di voi da tempi non sospetti, arrivando a dire che in Illusion vi e' ..un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose....
Paolo= Con Giancarlo ci si conosce da tempo e nella fattispecie ha centrato perfettamente. Soprattutto gli aggettivi circolare ed accerchiante mi fanno pensare a diversi nostri brani con queste caratteristiche… quasi un marchio di fabbrica.
Vito= La mia risposta e' un No comment piacevole....
Gigi= Grazie.
Paky= Direi che e’ una bella affermazione la sua…. quasi azzeccata!!

Quali sono i vostri hobby? Qual'e' l'ultimo concerto live che avete visto che vi ha soddisfatto parecchio?
Paolo= Twin Peaks, collezionare topi morti da imbalsamare e utilizzare come bacchette e i Motorpsycho (dal vivo non hanno rivali!)
Gigi= Amo la cucina e la pesca. Nick Cave.
Paky= La maggior parte del nostro tempo lo trascorriamo nella nostra casetta a provare… lavoro ed altri impegni permettendo. Sono un amante della musica in generale, mi piace girare ovunque per guardare ed osservare band diverse. L’ultimo concerto che ho visto è stato quello dei Mogwai qualche giorno fa a Bologna… fantastici!!
Vito= Lo vedro' tra qualche giorno, il mio.

Se ci incontriamo domani, fra un mese, fra un anno o fra dieci, quale vi augurate sia la situazione che gli Orient Express stanno vivendo?
Paolo= Che le nostre facoltà fisiche e mentali non ci abbandonino anche se sarà molto difficile!
Vito= Orient express vincitori di X Factor !!!!!!!!!!
Gigi= Spero che continuino a creare la loro musica come hanno saputo sempre dimostrare in questi anni.
Paky= la migliore possibile… quella che ci faccia veramente star bene, rendendoci orgogliosi di noi stessi in primis..

Logico chiedervi in chiusura a cosa state lavorando nell'immediato e dove vi potremo ammirare dal vivo...
Vito= Stiamo lavorando al nuovo album cercando di sporcarci un pochino e ricreare un suono distante e rotatorio quasi come un leslie impazzito.
Paolo= Ci sono un bel po’ di concerti in giro, due appuntamenti di rilievo sono le opening act per Max Gazzè (il 4 Aprile al Paladisfida di Barletta) e del nostro idolo Moltheni allo Spazio Off di Trani. Il resto delle date le trovate sul nostro sito ufficiale
Gigi= Sto pensando di comprare una nuova tenda da campeggio. Non so quanti concerti abbiamo.
Paky= il nuovo album…sicuramente piu’ diretto e rock’n’roll ma nello stile ovviamente ORIENT EXPRESS..



da Saltinaria.it

Orient Express: abbasso la superficialità

Gli Orient Express sono una band di Barletta (Bari). Nel 2007 esce il loro disco d’esordio “Illusion” fedele ad una linea sonora indie con riferimenti e spunti psichedelici anni ’70 e grunge. Ci racconta tutto di loro Pablo, batterista del gruppo.

Pablo mi racconti qualcosa degli Orient Express?
Orient Express è un progetto di vita oltre che musicale, condivisione di sensazioni, umori, gioie e dolori… sentimenti forti. Come già detto in altre sedi, la nostra musica è una terapia per noi stessi in primis, e per chi dovesse comprenderla a fondo. Non ci piace essere superficiali, dobbiamo entrare nell’animo di chi ci ascolta.

Com’è nato il vostro nome?
Il nome è solo un nome, è importante ma non ha necessariamente un significato riconducibile a qualcosa in particolare, ci piace a volte tanto, altre un po’ meno ma ci caratterizza da tempo ormai. Non ricordiamo il perché l’abbiamo scelto anzi di volta in volta ci inventiamo una storia. Ad esempio potremmo dirti che abbiamo viaggiato realmente sull’Orient Express e ci ha affascinato l’idea che attraversasse due continenti toccando culture molto differenti tra loro influenzando fortemente la nostra musica..questa potrebbe essere un ottima motivazione.

“Illusion” è uscito nel 2007 e ancora vi dà grosse soddisfazioni…
Sì lo sfrutteremo fino al midollo così abbiamo il tempo di registrare il prossimo disco nel frattempo, e se non dovessimo finire le nostre copie le cominceremo a regalare. A volte, quando l’alcool ha il sopravvento su di noi durante i concerti lo regaliamo a chi indovina dei semplici quesiti… che lavoro fa il tastierista o roba del genere. Le recensioni sono state molto positive, la cosa divertente sono i paragoni a volte assurdi di certi recensori o la citazioni di band a cui mai ci saremmo sognati di essere accostati. A breve uscirà il primo video ufficiale “Ten Drops”, in una versione leggermente diversa da quella presente sul disco, sarà qualcosa di molto “desertico”. Prossimamente su questi e altri schermi.

Avete un’intensa attività live, che vi ha portato a suonare con grandi nomi… mi racconti qualcosa?
Ogni esperienza è diversa, è bello poter “sfruttare” determinati palchi anche se è sempre molto difficile conquistare un pubblico che non è lì per te(a parte gli amici irriducibili). I grandi nomi quando riesci a scambiarci due chiacchiere sono in genere sempre indaffarati con il proprio ego, a volte diplomatici, a volte stronzi… ma per loro, finché non sei nessuno, sei solo una delle tante band conosciute nelle tappe di un tour di cui non ricorderanno assolutamente il nome il giorno seguente. Hanno tutta la nostra comprensione, non è facile essere star del music business.

Le illusioni aiutano a vivere meglio?
“Marzullianamente“ parlando?

Si, sembro proprio Marzullo…
…“Marzullianamente“ parlando le illusioni sono frutto di noi stessi e solitamente precedono le delusioni quindi non credo che aiutino a vivere meglio, a qualcuno forse aiuteranno ma sinceramente preferiamo avere i piedi ben piantati in questa terra, anche se è maledettamente paludosa. L’illusione è come la fede in qualcosa o in un essere superiore, aiuta la gente a non pensare alle cose reali e a crearsi degli alibi.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?
God Machine, God Machine e ancora God Machine. Il più grande gruppo mai esistito. Cercate i loro dischi, ma non li troverete. Sono fuori catalogo da millenni.

La scena emergente pugliese è in continuo e ottimo fermento. Cosa ne pesi? Mi fai qualche nome di artisti/band pugliesi che ammirate?
Ce ne sono tante di band valide in Puglia, dallo stoner al pop, al folk d’autore. E’ una terra dove la contaminazione musicale è di casa. Le band ci sono, mancano solo gli spazi… ad esempio Gardenya e U’Papun, due ottime band con cui abbiamo condiviso il palco con i Rezophonic lo scorso tre agosto, andatevele ad ascoltare se avete tempo. Sono lontane da noi ma hanno le idee molto chiare su quello che vogliono. Apprezziamo molto anche Domenico Modugno ma mi sa che non è un artista emergente.

Concordo con i Gardenya! Ma… state già pensando ad un nuovo disco?
Si, ci venderemo alle classifiche componendo il singolo perfetto per gli adolescenti, faremo un sacco di soldi. A parte gli scherzi… il nuovo disco arriverà molto presto con grosse novità ma con un sound perfettamente riconoscibile, abbiamo iniziato un percorso che non sappiamo ancora dove ci porterà ma confidiamo in noi stessi e nella riuscita dei nostri intenti.

Vuoi aggiungere qualcosa?
Sì, visitate www.officialorientexpress.it. Grazie a te Ilario per lo spazio concessoci e per la recensione che abbiamo apprezzato tantissimo. Auguriamo alla redazione un buon lavoro con SaltinAria.it e a tutti gli altri… non siate mai superficiali!!!


da Disintegration.it

Salve ORIENT EXPRESS! Il vostro nuovo album “Illusion” è da qualche tempo nei negozi, potete presentarcelo? Ci sono aneddoti particolari da raccontare riguardo la registrazione del disco?

Nonostante sia il nostro primo album, “Illusion” presenta molte idee nate quasi durante le registrazioni, questo perché in principio i brani erano molto più “free” e suonati senza troppi condizionamenti. Con il prosieguo dei lavori ci siamo accorti di avere in mano anche delle “canzoni” e non solo dei viaggi sonori molto liberi che per anni abbiamo proposto dal vivo. In questo senso la prima esperienza in studio è stata molto educativa per il nostro modo di comporre e credo ce ne renderemo conto ancora di più in seguito.

In questi tempi di file sharing e download (legale e non), come distribuite e come fate pubblicità al vostro lavoro perché il pubblico lo conosca e lo acquisti? Internet (penso in particolare al fenomeno MySpace) vi è di aiuto o ritenete che rappresenti anche, in qualche modo, un impedimento alle vendite oltre che un aiuto per far conoscere la vostra musica?

Per le band emergenti come noi internet è fondamentale, ma è un’arma a doppio taglio perché è usata spesso in maniera errata. E’ molto più rilevante avere un ottimo ufficio stampa che sappia proporre la band nei canali giusti. Myspace è ottimo come primo approccio alla musica ma crediamo molto più nei blog site dove chi è realmente interessato alla band può trovare tutto quello che serve per conoscerla a fondo.

È passato abbastanza tempo dalla pubblicazione di “Illusion” perché possiate dirci come il disco sia stato accolto dalla stampa e dagli ascoltatori…

Molto bene direi, opinioni in linea di massima molto positive sia in Italia che all’estero, il mercato tedesco e quello francese si sono rivelati molto ricettivi al nostro sound. Ci sono state anche critiche, bene accette quando sono motivate, un po’ meno quando sono gratuite, ma è perfettamente normale quando ci si accinge ad ascoltare un gruppo e un prodotto nuovo che salta fuori da chissà dove.

Come e quando avete formato la band? A cosa dobbiamo la scelta del nome?

La band è nata nel 2002, con un identità molto da trio degli anni ‘70. Soprattutto agli inizi c’era un’energia sul palco quasi incontenibile, siamo stati anche fortunati perché quasi subito abbiamo avuto un riscontro, infatti con il primo demo siamo arrivati in finale all i-Tim tour del 2003 e poi al Rock Tv tour nel 2004. Dopodiché tanti concerti e l’ampliamento della formazione a quattro con la registrazione del disco. Il nome è nato quasi casualmente e senza un motivo in particolare, visto il “successo” immediato non abbiamo mai pensato di cambiarlo.

Mi interesserebbe conoscere qualcosa sulla genesi dei vostri brani. Come nascono e come scrivete i testi? C’è una partecipazione attiva dell’intera band o una leadership individuabile?

Lavoriamo come una band. Ognuno dà il suo apporto alla costruzione dei brani che nascono in sala prove, spesso da un giro di chitarra o di basso o da un particolare tempo di batteria. In un secondo momento si lavora sui testi e sulle parti di sintetizzatore. Non vi è una vera e propria leadership, ci si alterna nelle proposte e fortunatamente riusciamo sempre ad ottenere un nostro sound riconoscibile.

Com’è la situazione della scena musicale nella vostra zona? Esistono locali adatti? Qual è la risposta del pubblico?

Locali adatti non ce ne sono, capita spesso che ci si adatti a suonare in situazioni non proprio ideali, è un problema soprattutto per chi fa rock. Fortunatamente il nostro tipo di rock è molto duttile e non abbiamo problemi ad esibirci anche in situazioni acustiche o con arrangiamenti più sobri. Il pubblico c’è e vuole musica, vuole concerti ed è sempre disposto a seguirci e a seguire la scena emergente locale.

Quanto è importante la dimensione live per gli ORIENT EXPRESS? Come si comporta dal vivo la band? È facile per voi suonare dal vivo oppure affrontate il palcoscenico meno di quanto vorreste?

Se potessimo vivremmo sul palco, la musica va vissuta, sudata e lottata. Come dicevo, non abbiamo particolari problemi ad esibirci ma spesso non ci sono le condizioni tecniche affinché ci si esibisca al meglio perché mancano le strutture adatte. Se non ci fossero i concerti la band non avrebbe motivo di esistere.

Quali sono i progetti futuri della band? Siete ancora legati alla My Kingdom Music? Avete qualcosa di grosso in cantiere?

A breve sarà in giro il nostro primo video ufficiale che speriamo venga trasmesso il più possibile. Contiamo di registrare fra qualche mese la nostra seconda fatica discografica che, lo preannunciamo, sarà molto differente dalla prima ma il gruppo sarà perfettamente riconoscibile. Non sappiamo ancora con quale etichetta uscirà, la MyKingdom ha un’opzione sul secondo disco e saremmo contentissimi di poter continuare questa collaborazione a meno che non venga a bussare alla porta qualche major.

Nel panorama nazionale ed internazionale, c’è una band che riconoscete quale vostra principale fonte di ispirazione? E limitatamente alla scena italiana, c’è qualche formazione che stimate in modo particolare? Se sì, perché?

In tutte le interviste ci piace indicare nei GOD MACHINE la band fondamentale per la nostra crescita, abbiamo una devozione completa per la band di Robin Proper-Sheppard così come per i Motorpsycho. In Italia abbiamo apprezzato molto band come Karma, Ritmo Tribale e Massimo Volume. Della nuova scena ci piacciono molto i Marta sui Tubi e gli Yuppi Flu ma la lista potrebbe continuare all’infinito poiché nell’underground italiano ci sono band veramente validissime.

La fine dell’intervista spetta naturalmente a voi… grazie per il vostro tempo e in bocca al lupo!

Ringraziamo la redazione di Disintegration augurandole sempre buoni ascolti! Per quanto riguarda noi, cercateci sul web(http://www.officialorientexpress.it/) e in giro su qualche palco..ma ricordate una cosa sola: NON SIATE MAI SUPERFICIALI!

(Mario Bove – Renato de Filippis)

da HeavyHardes.de

Die Reisenden im Orient-Schnellzug sehen in Deutschland das beste Pflaster für ihren Sound. Und verstehen die Politik in ihrer Heimat Italien auch nicht. Das tröstet uns.

HH: Hallo Jungs, danke dass ihr euch ein wenig Zeit nehmt.

Orient Express: Danke auch, das ist das erste Interview für Deutschland. Wir sind gern bei euch!

HH: Was hat es denn mit dem Namen auf sich, hat der eine besondere Bedeutung?

Orient Express: Am Anfang hatte das keine Bedeutung, wir hätten uns auch "Gemüse" nennen können [HH: aha, wie die bekannte Death Thrash-Band aus Dotzeheim], aber nach einiger Zeit waren wir der Meinung, Orient Express ist der richtige Name für uns - für uns ist die Reise, eine lange Straße und alles, was dazwischen liegt, die richtige Weise, unsere Atmosphäre zu verstehen.

HH: Seid ihr zufrieden mit den Reaktionen auf euer Debutwerk Illusion?

Orient Express: Unterschiedlich! Es gab teilweise sehr gute Reaktionen in Deutschland, Frankreich und Holland, wo unsere Art von Musik offenbar besser ankommt. In Italien ist die Sache komplizierter, weil wir in einem Land voller kommerzieller Musik leben - oder wo es nur "traditionelle" Metalbands gibt. Für Psychedelic Rock scheint es keinen Platz zu geben, aber wir sind sicher, dass diese Szene künftig stärker wird.

HH: Ihr beschreibt eure Musik gerne mit einem Zitat von Milan Kundera, "Die Leute werden taub, weil die Musik immer lauter wird, und weil sie taub werden, muss die Musik immer lauter werden." Wieso passt dieses Zitat auf eure Musik?

Orient Express: Wir sprechen hier nicht von der Lautstärke. Wir sprechen davon, wie man den Zuhörer "umarmt". In unseren Shows bringen wir die Leute in die beste Stimmung, um sich selbst zu entdecken. Stell dir einfach einen Kreis vor, eine Sphäre, in die die eingeschlossen bist, ohne einen Weg heraus.

HH: Ihr sagt auch, dass eure Musik nicht durch einen einzigen Stil beschrieben warden kann. Wie würdet ihr euch selbst charakterisieren?

Orient Express: Unsere Musik ist eine Kreuzung aus vielen unterschiedlichen Stilrichtungen. Sicherlich Psychedelic Rock, 70er Rock, Shoegaze und akustische Musik, damit wir das Konzept "Song" nicht vergessen.

HH: Wo liegen eure Haupteinflüsse, sowohl musikalisch als auch textlich?

Orient Express: Musik: God Machine, Motorpsycho, Swervedriver und Sophia.
Texte: Leben, Zeit, Träume, Tod und Liebe.

HH: Im Mai 2006 habt ihr eine Version der europäischen Nationalhymne eingespielt und dafür einen Preis gewonnen. Wie kam das zustande?

Orient Express: Das began alles als Witz, dann waren wir betrunken und elektrisiert und gewannen den Preis. Um ehrlich zu sein, können wir uns daran nicht mehr so richtig erinnern...

HH: Von außen betrachtet wirkt die italienische Metalszene dominiert von gesichtslosen Power Metal-Kombos. Wie seht ihr die italienische Rockszene?

Orient Express: Wie schon gesagt, interessieren uns die Metalbands nicht sonderlich, aber es gibt eine sehr gute Rockszene, die im Untergrund brennt, und wir sind sehr stolz, ein Teil davon zu sein.

HH: Nochmal von außen betrachtet, wirkt die italienische Politik gelinde gesagt ein wenig seltsam. Wollt ihr ins Guinness Buch als Land mit den meisten Regierungen in der kürzesten Zeit?

Orient Express: Hierzulande ist es scheinbar unmöglich, eine gute Regierung zu haben. Die Leute haben die Nase voll, und wir wissen selbst nicht mehr, was wir zu diesem Zirkus sagen sollen. Da geht es nicht mehr und rechts und links oder Kommunismus oder irgend etwas anderes.

HH: 2006 habt ihr einen Beitrag zu einem Dimebag Darrell-Tribute geleistet - welcher Song war das, und warum habt ihr bei dieser Kompilation mitmischen wollen?

Orient Express: Wir hatten das Angebot, bei diesem Projekt dabei zu sein. Die beste Art, einen großen Musiker und Gitrarristen zu ehren, war für uns, ein Cover von einem Cover zu spielen, das Pantera selbst gemacht hatten. So war "Planet Caravan" von Black Sabbaths Paranoid für uns genau das richtige. Ein Song aus den 70ern: perfekt für unseren Sound und unseren Hintergrund.

HH: Was sind eure Hauptziele für die nächsten 12 Monate?

Orient Express: So viel zu spielen als möglich, vor allem außerhalb von Italien. Wir denken, dass Deutschland das beste Land sein könnte, um unsere Live-Sets zu präsentieren!

HH: Danke!

Orient Express: Danke auch, alles Gute!

Holgi


da Eutk.net
Presentatevi ai lettori di EUTK.
(Pablo): “Orient Express nasce nel 2002, inizialmente e testardamente devoti alla formula del power trio ‘70ies con la cui formula riusciamo ad esibirci in kermesse come l’i-Tim Tour del 2003 (dove arriviamo in finale), al Rock Tv tour del ’04, alle finali per lo Sziget Festival del 2006 e in diverse altre interessanti situazioni. Nel 2006 entriamo in studio e, contestualmente alle registrazioni, decidiamo di implementare il nostro suono con l’ausilio del synth diventando di fatto un quartetto. Completate le registrazioni entriamo in contatto con la My Kingdom Music che permette l’uscita nello scorso settembre del nostro debut album “Illusion”. Dal vivo lo stiamo portando in giro come quintetto con il sottoscritto alla batteria, Gg alla chitarra, Wito al basso e voce, Blondy ai synth e Able alla seconda chitarra.”
Il nome Orient Express rimanda al mitico treno. Come mai questa scelta?
(Gg): “Non ha un motivo ben preciso la scelta del nome. Fondamentalmente è un nome che subito ci ha colpiti e che da subito abbiamo fatto nostro: a posteriori ci sono delle motivazioni ben precise. Parlo di viaggio, di viaggio lungo e dannato, parlo di un occhio orientale, parlo di situazioni, odori e sentimenti affiancabili a questo nome. Lo troviamo molto affascinante.” “Illusion” è il vostro debut, ti andrebbe di parlarcene? In genere il debut è il disco più importante per una band.
(Wito): “Illusion e’ un infuso di passione e vita vissuta, un viaggio etilico nei sentimenti più nascosti dell’uomo, uno sfogo, una quercia secolare colma di segreti, un modo per esprimere la nostra felice infelicità, un sogno atteso da tanto, "Illusion” e’ il nostro primo disco.”
Il vostro sound è molto legato alla psichedelia dei ’70, al tempo stesso vi sentite di appartenere al grunge. Ti andrebbe di sviscerare il vostro suono, cercando di farci comprendere la sua genesi?
(Gg): "Io personalmente sono un grande estimatore della scena prog e psych degli anni ’70 e posso dire che il nostro suono è strettamente legato a quelle sonorità. Oltremodo, nel disco è palese che le sonorità non sono esclusivamente ‘70ies, ci sono varie sfaccettature: c’è del grunge, come dici tu, ma credo solo a livello d’intenzioni, c’è un po’ di shoegaze e ne possiamo trovare infinite di soluzioni… Insomma, credo che abbiamo un sound abbastanza personale, non ci rifacciamo a nessuno stilema o cliché predefinito, è un’evoluzione naturale e durante ogni canzone ci si può aspettare di tutto.”
Ho definito il vostro disco notturno e onirico. Cosa pensi a riguardo?
(Wito): “Sono particolarmente felice di questa tua definizione, hai centrato perfettamente le intenzioni di questo nostro debutto. Gli Orient amano il buio e ci vivono a loro agio, si nutrono di questa mancanza di luce, ma non hanno intenzione di spaventare nessuno. Vogliamo solo che il nostro ascoltatore si spogli all’ascolto di questo disco e non abbia timore a mostrare le sue insicurezze le sue paure anche piangendo, nulla di preconfezionato, nulla di precostituito, i nostri sentimenti, i nostri viaggi mentali, le nostre vite colme di ansia, tutto questo possiamo “donarlo” con questo album.”
Citate anche Milan Kundera, è una citazione casuale o è in sintonia con il vostro mood?
(Gg): “La citazione di M. Kundera ci sembrava perfettamente azzeccata per far capire le intenzioni del gruppo (in sintesi: la gente sta diventando sorda, ecco perché la musica deve essere suonata ancora più forte). Si può subito pensare ad un gruppo metal, ma non esisterebbe cosa più sbagliata di questa. Gli Orient Express non sono un gruppo metal, anzi, come dici tu abbiamo composto un album di musiche notturne e oniriche, ma ti posso assicurare che uno show degli Orient Express ne equivale a 3-4 di gruppi metal che urlano nei microfoni.”
Avete già progettato il prossimo disco? Anticipazioni?
(Wito): “ Abbiamo dei nuovi brani che stiamo cercando di sviluppare ma non c’è ancora una direzione ben precisa, anticipazioni di carattere prettamente tecnico non posso darne, non per presunzione, ma l’esperienza del primo disco ci ha fatto capire come tutto possa cambiare anche in dieci minuti se c’è l’ispirazione. Senza dubbio sarà un disco lontano dalle leggi discografiche e vicino a ciò che non può essere compreso quando si è presi maniacalmente dalla fretta e dall’arrivismo. Amiamo le nudità dei nostri sentimenti e viaggiamo su binari paralleli ad altri ma solo nostri. Lasciatevi baciare dal freddo.”
Fra poco si vota per le elezioni politiche, considerazioni?
(Pablo): “Non ci sono particolari considerazioni al riguardo, siamo troppo occupati con altre faccende per poter sprecare troppo tempo con questi argomenti. L’unico rammarico è che nessuno nella band ha parenti o amici in politica così da poter usufruire anche noi di una fetta della torta così com’è negli usi e costumi di questo paese… proviamo tristezza infinita per il paese in cui viviamo così colmo di possibilità ma così banale e a dir poco ridicolo nelle scelte politiche. Fortunatamente la nostra esistenza non dipende da questo altrimenti avremmo il cappio al collo già da tempo.”
Chiudete pure come volete.
(Pablo): “Grazie a te Luigi e a tutta la redazione di Eutk. Vi esprimiamo i nostri più sinceri complimenti per l’ottimo lavoro che svolgete distinguendovi in maniera positiva nel caos del web. Per tutti i lettori e ascoltatori…NON SIATE MAI SUPERFICIALI.”

Intervista sulla 'zine Raw & Wild
di g.f.cassatella
Direi di iniziare presentando la band ai nostri lettori…
(Pablo) Il progetto Orient Express nasce nel 2002 come trio (composto da Vito al basso e alla voce solista, Gg alla chitarra ed il sottoscritto alla batteria) particolarmente devoto alle sonorità degli anni ’70. Con questo assetto (e con alle spalle un semplice demo registrato in soli due giorni) abbiamo avuto la possibilità di girare i palchi di mezza Italia tra contest come l’i-Tim-Tour 2003, il Rock Tv Tour a Palermo, il Capodanno 2004 a Bari con i Tiromancino, di spalla ai Marlene Kuntz, le finali dello Sziget Festival con Marta sui tubi ed esperienze atipiche come il festival della Canzone d’autore “Rino Gaetano” dove abbiamo proposto per la prima volta un brano in italiano. Dopo apparizioni in alcune compilation di band emergenti, abbiamo deciso di realizzare il nostro primo album e, dopo aver passato l’estate 2006 in studio, abbiamo trovato nella My Kingdom Music un’ottima etichetta disposta a pubblicare il nostro primo lavoro intitolato “Illusion”, uscito lo scorso settembre. Nel frattempo la band si è allargata prima con l’ingresso (durante le registrazioni) di Paki “Blondy” ai synth e recentemente con l’aggiunta di Beppe “Able” degli Ablepsya alla seconda chitarra. Tutto ciò ha portato ad un cambiamento, se non radicale nel nostro sound (gli anni ’70 sono nel nostro DNA), quantomeno nella personalizzazione, sia nell’attitudine che nelle intenzioni, della nostra proposta musicale.
Quali sono le vostre influenze?
(Gg) Amore, Tristezza, Mancanza, Necessità. Credo che queste siano le nostre influenze. Nessuno di noi si è posto una band da cui partire. Poi, d’altronde, i nostri ascolti sono così molteplici e diversificati che donano solo un velo impercettibile alle nostre composizioni.
Come è stato accolto “Illusion” da pubblico e stampa specializzata?
(Pablo) Il disco è stato accolto innanzitutto. La cosa che più ci ha meravigliato sono state le opinioni diversificate quasi all’inverosimile, da “capolavoro” al “noioso”, a paragoni improponibili fino a disamine quasi filosofiche del nostro lavoro. Ciò significa che in un certo senso abbiamo comunque lasciato il segno anche a chi non ha apprezzato il disco. Il mercato tedesco soprattutto ci è sembrato molto ricettivo nei nostri confronti, ragion per cui stiamo cercando di organizzare un tour da quelle parti. C’è da dire che la nostra proposta non ha un pubblico ben preciso, o meglio si pone a metà tra la sperimentazione ed il rock classico senza dimenticare la cosa più importante: le canzoni. Certo non tutta la stampa “metal” può apprezzare quello che facciamo ma andiamo particolarmente fieri della recensione di Rock Hard di Novembre scorso che chiudeva con la frase “…… già alla prima occasione la band dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che…potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana..” Ce n’è abbastanza per essere soddisfatti.
In sede di recensione ho paragonato il vostro primo lavoro ad un viaggio. Voi come lo descrivereste?
(Gg) Il viaggio rende molto bene l’idea di ciò che volevamo esprimere con il nostro primo album. Ma è un viaggio molto doloroso, è uno scavare all’interno delle nostre debolezze e all’interno dei nostri dolori. La mancanza, appunto, di cui stavo parlando prima. E’ un viaggio che neanche noi sapevamo dove ci avrebbe portati, e posso anche dirti che non so ancora dove ci porterà. È un lavoro molto duro di sentimenti e sensazioni e, per quanto imprimerle su disco ce ne abbia liberato, ascoltarle fa ancora uno strano effetto.
Perché un titolo come “Illusion”?
(Pablo) Ci piaceva l’idea di intitolare l’album con un’unica parola e “Illusion” era quella che più di altre rappresentava il concept dell’album. C’è un filo conduttore lungo tutti i brani sia nei testi che nelle musiche: l’illusione di vivere costantemente nell’attesa di un evento, una persona o un gesto che possa cambiare la nostra vita radicalmente, l’attesa, lo spazio che ci separa dal sogno irrealizzabile o che si realizza rivelandosi in tutta la sua pochezza. Sintomatico è il chorus del brano omonimo “all this faith, illusion…feed my needs, confusion”, basterebbe solo quello per definire ciò che volevamo dire con questo disco.
Come nasce un vostro brano?
(Gg) Non c’è un iter che seguiamo nella composizione dei nostri brani. Credo che nessuno nel mondo musicale segua un clichè, o perlomeno mi piace pensare questo. Per quanto ci riguarda, un brano può cominciare da un testo o da un semplice accordo di chitarra su cui articolare una melodia vocale. Non so esattamente cosa risponderti perché un brano è come accarezzare la chioma della donna che ami, un brano è un gesto fatto con naturalezza e purezza d’intenti. Tutto qui.
Chi cura i testi e di cosa parlano?
(Pablo) Per questo primo disco i testi sono quasi totalmente nati da mie idee condivise da tutti, come se fossi portavoce del sentire emozionale della band, e d’altronde sono suggeriti dalla musica che nella maggior parte dei casi nasce per prima. Non ci sono mai stati dubbi nel fatto che i testi dovessero parlare di vicende personali, quotidiane ed attuali. Non ci sentiamo a nostro agio nel parlare di altri, di politica o di vicende che non vengono vissute in prima persona, questo perché siamo troppo presi da noi stessi in questa forma di egocentrismo “terapeutico”. Curiamo il nostro malessere con le nostre canzoni.
“Illusion” è uscito per la My Kingdom Music, siete soddisfatti?
(Gg) Da parte dell’ etichetta è stato fatto un ottimo lavoro. Abbiamo avuto molta visibilità sia su stampa cartacea che telematica, ci è stata vicina durante tutto il periodo precedente l’uscita dell’album. È un’etichetta che lavora bene all’estero ed è su questo aspetto che vogliamo spingere molto, anche perché in Italia c’è sempre stata questa propensione verso un certo tipo di metal che credo abbia leggermente riempito le scatole: io personalmente sono molto stufo di gente abbigliata da mastino napoletano che nasconde gli abiti in ascensore.
Come sta andando l'attività live?
(Pablo) Si suona sempre e comunque in tutti i buchi possibili! Siamo in trattative con alcune agenzie soprattutto tedesche e con una statunitense, staremo a vedere. L’annosa questione del live credo sia il problema principale delle band che come noi sono “indipendenti”. Suonare in giro è sempre più difficile: finchè giochi in casa sei a posto, i gestori dei locali ti conoscono, i problemi nascono dal momento in cui si esce fuori dai propri confini regionali..inserirsi nelle programmazione, rompere le scatole a tutti per poter organizzare piccoli tour quasi solo a copertura delle spese. Sono i problemi quotidiani di chi come noi ha scelto di fare questa dannata attività, che ci piace ancora tantissimo comunque.
Se non erro dal vivo vi avvarrete di un quinto componente…
(Pablo) Come ho già detto abbiamo un secondo chitarrista con noi, Beppe, già dalla scorsa estate..è il nostro jolly, importante per l’economia del suono della band..anche perché sul disco ci sono diverse chitarre e l’impatto dal vivo sarebbe stato minore senza di lui che, all’occorrenza, è anche un ottimo bassista.
Con quali band vi piacerebbe dividere il palco?
(Gg) Una su tutti: Sophia.
A voi il compito di chiudere l'intervista...
(Gg) Grazie per lo spazio concessoci, è molto piacevole ricevere attenzione dalla stampa. A tutti i lettori consiglio di dare un ascolto al nostro album e di farlo con serenità: vi lascerà sicuramente qualcosa. Non siate mai superficiali.

Intervista sulla webzine Stereo Invaders
a cura di Machinegun

In occasione dell’uscita del loro “Illusion”, già recensito su Stereo Invaders, siamo andati a scovare i segreti che si celano dietro questo gruppo, che a nostro avviso è tra le migliori rivelazioni dell’ultimo anno … psichedelica, emozioni, introspezione: parliamone con Gigi, chitarrista degli Orient Express ...!

- Prima di tutto benvenuti su Stereo Invaders!! Complimenti per il disco che mi ha colpito molto: cambiereste qualcosa ora a lavoro finito?

- Ciao e grazie innanzitutto. Premetto che il disco ha colpito molto anche noi (eheh…) e a lavoro compiuto non credo che cambieremmo qualcosa: è stato un processo di composizione molto naturale, come imprimere le proprie emozioni appunto, ed essendo queste molto vere e sentite non possiamo far nient’altro che accettarle così come sono nella loro semplicità e sincerità. Più che cambiare, si sente già la necessità e la curiosità di capire che direzione prenderanno le nostre future composizioni.

- Vedo e sento che vi ispirate ai Motorpshyco…un gruppo incredibile, quali sono gli altri gruppi che condizionano la vostra musica??

- I nostri ascolti sono chiaramente molteplici e ognuno di noi ha degli ascolti, a loro volta, completamente diversi da quelli di un altro componente della band. Più che di ispirazione, io parlerei di influenze che la musica di alcune bands ha esercitato sul nostro modo di vivere e quindi di comporre: God Machine, Nick Cave, Swervedriver, The Cure e la scena psichedelica in genere, ma come puoi notare sono nomi che danno un’impronta alla nostra musica, ma, in essa, non troverai mai niente di veramente simile a quello che sono i nostri “gruppi di riferimento”.

- Girando per internet mi aspettavo che il vostro CD fosse accolto con più entusiasmo: cavolo, è un ottimo lavoro!! Sono io che ho visto le recensioni sbagliate, solo un caso, o siete vittime della malattia più grave dei recensori: la metallarite!!

- Concordo pienamente con te. Non voglio far trasparire alcun “sentore” di presunzione, ma credo che, in generale, ci sia una predisposizione verso l’heavy-metal e affini. Questi sono chiaramente generi molto lontani da noi. In seconda analisi, il nostro è un prodotto molto “americano” lontano dagli stilemi british tanto in voga, e lontano dai suoni gonfi e pompati dell’heavy-metal, quindi credo sia naturale provare un “senso di smarrimento” a primo ascolto. Inoltre credo che le recensioni siano discretamente positive, non si può urlare al miracolo perché nessuno ha voluto creare in studio un capolavoro, ma inevitabilmente il nostro è un lavoro emozionale e credo che chiunque sia “dotato” di un minimo di sensibilità possa avvertirle nella loro pienezza, se poi questa non fa parte di coloro che hanno l’infezione dalla “metallarite” (come la chiami te), vuol dire che tale lavoro emozionale non è semplicemente diretto a loro.

- Quanto vi sentite legati agli anni ’70 ed alla attitudine artistica di quei tempi?

- Mbè, gli anni ’70. Anche se non hai mai ascoltato nulla di quel periodo ci sarà sempre qualcosa che richiamerà quella scena. Personalmente ne sono un grande estimatore e in noi c’è inevitabilmente qualcosa di quella. I nostri show dal vivo spesso lasciano ampio spazio all’improvvisazione e ad atmosfere molto dilatate, caratteristiche, queste, proprie degli anni ’70. Ma in fondo credo che il nostro album sia molto più “moderno” di quello che si possa credere.

- Fate un track by track molto libero descrivendo ogni canzone:

- Non è affatto semplice…la prima traccia (“Eternal Child”) è la nostra scommessa: abbiamo scelto come brano d’apertura la canzone che più ci rappresenta. Usando le parole di Antonella (che credo siano le più giuste riguardanti “Eternal Child”): Un luogo sospeso in cui dolore e piacere convivono, amarezza e dolcezza, speranza e disperazione. È la sintesi del viaggio che non vuole, o forse non sa, trovare la fine.
“Madness” è uno sputo rock, uno sfogo, la definirei come una masturbazione violenta in cui allontani un seme malato.
“Illusion” è quando perdi anche la speranza, quando credi che tutta la fede che hai provato sia, appunto, soltanto un’illusione: è la ricerca di questa fede in cui, inevitabilmente, troverai soltanto prove di tale illusione.
“Prison Head” è una canzone d’amore, di un amore malsano, schiavista, che ti rende tutto tranne che libero, un amore che pone l’uomo come vittima: egli sa che quest’amore si ritorce su di sé ma cerca ancora di sperare.
“Rats Know” è la sensazione di individualità che ognuno di noi prova: quando poni te stesso e il mondo su due piani distinti e paralleli durante un momento di alta negatività.
“Ten Drops” è una passeggiata meditativa, come prendere un po’ di tempo per sé e lasciare per un attimo tutto alle spalle.
“First Dawn” è il senso di riscatto e rivalsa: “Pietra su pietra affinché raggiungerò la mia prima alba” (…).
“Hidden Man”… non voglio descriverla, è troppo difficile, sarebbe un viaggio nel dolore troppo intenso. Vedi il testo.
“Today” è quando credi di aver capito cosa finalmente puoi fare a partire da “un’oggi”, dopo che hai dovuto digerire gioie e dolori.
“Euphoria” è pieno teatro: come una sensazione che affievolisce la mente e ti stampa sul volto un sorriso inebetito mentre gli occhi piangono lacrime di vuotezza e tutto ciò che vorresti è soltanto un piccolo sorriso di comprensione. A volte è dura risalire.

- La musica…tanti soldi che se ne vanno e pochi che rientrano, secondo voi quale è la ricetta giusta per far ritornare l’industria musicale in alto? In Italia, ma non solo, i negozi di CD falliscono uno dietro l’altro, le etichette hanno molte difficoltà e chi suona si trova spesso ad essere l’ultimo dei sognatori. Si finirà come i Radiohead a distribuire il disco sul sito ad offerta libera?

- Non trovo via alternativa se non rispondere, anche se vorrei tanto ignorare la domanda (eheh…). Affinché l’industria musicale torni in alto c’è bisogno che la musica stessa diventi un fattore culturale ancora più importante: spesso c’è una distinzione assurda, c’è musica che viene considerata di élite e quindi intoccabile, poi c’è chi ascolta la musica cosiddetta underground e tende a considerare anch’essa intoccabile, e poi nel mezzo abbiamo un mare di Laure Pausine e Fabri Fibre. Nessuno sente il bisogno di cambiare l’industria musicale perché c’è chi ci sguazza dentro come un porco nel suo recinto di fanghiglia. È una questione “politicamente culturale”, e credo che questo succeda ancora più evidentemente in Italia. I Radiohead possono farlo, mi auguro abbiano trovato un’alternativa valida, anche se è insostituibile la ritualità e il piacere in essa intrinseco che si prova nell’acquisto di un CD.

- Vi saluto con rispetto ragazzi….continuate cosi , il vostro disco è stupendo: ci venite a Roma prima o poi??

- Grazie per l’apprezzamento Dario. È una cosa che mi riempie davvero di gioia. In questo periodo stiamo pianificando le date per una promozione piena del nostro lavoro discografico su territorio nazionale e Roma compare inevitabilmente nel programma, per cui credo che prima o poi siamo destinati ad incontrarci (eheh…). Un saluto a te e alla redazione e a chi legge e ascolta: non siate mai superficiali.


Leggi l'intervista su Silentscreamzine

Intervista a cura di Dario Adile - Pablo risponde:

Con il tuo permesso partirei subito dal vostro nome, Orient Express, che trovo molto adatto e facilmente memorizzabile. Perchè l'avete scelto? Ha qualche significato particolare per voi?

Il nome è sempre un problema, non ricordiamo bene da dove e da chi sia venuto fuori, probabilmente è nato dalla voglia di evocare il tema del viaggio inteso sia in senso musicale che in senso stretto, difatti agli inizi utilizzavamo come logo una locomotiva (anche se ci è parsa sempre un po’ banale)…tante volte abbiamo pensato di cambiarlo proprio perchè è un nome molto abusato, in realtà siamo molto legati ad esso e se dici che è facilmente memorizzabile (e ricollegabile a noi) allora lo teniamo!

- So che avete voluto fare vostra una massima di Milan Kundera che grosso modo recita così: “La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”. Eppure la vostra non è certo una proposta che punta sul volume o sull'impatto! Puoi dirci quindi in che cosa trovi che questa citazione si adatti a quanto suonato dagli Orient Express?

Può sembrare vagamente filosofico ma, a nostro modo di vedere, la forza e la potenza di una musica non sempre è direttamente proporzionale al volume o all'impatto in termini di decibel. Laddove si prediligono il volume e l'attacco diretto noi preferiamo costruire delle atmosfere che crescono e si sviluppano in un certo modo anche se non rinunciamo a priori ad un certo tipo di impatto "voluminoso".

Si capisce immediatamente che la scena degli anni '70 deve esservi particolarmente cara, in particolare quella del rock psichedelico. Puoi farci il nome di qualche band o di qualche disco cui dovete qualcosa in termini creativi?

E' vero amiamo molto l'approccio musicale degli anni '70 ma è in definitiva il concetto stesso di rock che nasce in quel momento, citare delle band non è mai semplice anche perchè cambiano i gusti e cambiamo noi continuamente. Siamo tutti devoti ai Led Zeppelin in primis, questo è sicuro, ma la band che ci ha cambiato la vita e che ci sconquassa il cuore ogniqualvolta l'ascoltiamo sono i God Machine, ed in particolare il loro primo album "Scenes From The Second Storey"…primi anni '90, quindi. Abbiamo anche una certa predilezione per gli Alice in Chains e, ultimamente, Cure. Nulla di solare dunque.


- Se dovessimo dare un'idea di cosa suonate in "Illusion" anche a chi non l'ha ascoltato, come definiresti la vostra musica? Quali sensazioni credi che riesca a trasmettere?

Difficilissimo rispondere...solitamente ci definiamo una band psych-rock, suona bene ma a volte è limitante...non rende l'idea forse di tutto quello che c'è in "Illusion". E' un piccolo viaggio attraverso le sensazioni, è una sorta di concept sulle emozioni e i tormenti "quotidiani" e personali, costruito in maniera tale che l'alternanza tra i momenti più riflessivi e intimisti e quelli più di "reazione" (e quindi più duri) sia perfettamente bilanciata, anche e spesso all'interno di uno stesso brano. Sembra un po’ contorto ma è molto più semplice di quello che sembra quando lo si ascolta.

C'è qualche canzone cui ti senti particolarmente legato? Ovviamente, se ce n'è qualcuna, dicci anche per quali ragioni!

Beh, ognuno di noi ha le sue preferenze ma il brano che tutti indistintamente crediamo ci rappresenti al meglio é "Eternal Child", riassume in sei minuti tutte le caratteristiche e sfaccettature del nostro suono, anzi del suono di questo disco, ed anche le liriche ci sembrano particolarmente riuscite…quindi ci sembrava il minimo aprire il nostro primo album con questo pezzo.

Quanto è importante per una band come la vostra riuscire ad esibirsi su un palco? Riuscite a farlo con sufficiente regolarità?

E' fondamentale, è il motivo principale per cui siamo qui a parlar di musica, puoi fare tutti i dischi che vuoi ma se dal vivo non rendi tutto il lavoro in studio diventa inutile. Abbiamo sempre dato un peso enorme alle esibizioni live anche perchè le viviamo in maniera molto viscerale, è come un conflitto tra noi sul palco: ci scontriamo e incontriamo continuamente…ecco...viviamo i nostri pezzi sul palco! Per quanto riguarda la regolarità dei concerti, riusciamo a suonare abbastanza in giro ma mai come dovremmo e vorremmo. Adesso ci siamo reinventati anche in versione elettro-acustica (ri-arrangiando completamente l'album in questa versione) quindi potenzialmente siamo in grado di suonare ovunque, dalle bettole agli stadi…ahah!

Quali sono le ambizioni che vi guidano ed i risultati che vorreste raggiungere nella vostra carriera musicale?

Le ambizioni, inutile negarlo, sono infinite...ad ogni piccolo gradino superato cresce l'aspettativa in maniera ancora maggiore ed è molto più facile perdere tutto in un batter d'occhio, potrei dirti "per noi è già un traguardo quello di aver pubblicato un album" ma non è così...l'ambizione maggiore è quella di suonare in giro dovunque, accumulare esperienze, crescere ancora senza limiti con la musica e con questa band, sperando che ci sia sempre qualcuno interessato ad ascoltarla in giro.

Ascoltando "Illusion" adesso che è uscito, quali sono gli elementi che ti rendono più soddisfatto o dove invece pensi che potete ancora migliorare?

E' la prima esperienza sulla lunga distanza, nel complesso ne siamo abbastanza soddisfatti…sia per quanto riguarda la produzione che i singoli brani ed i testi: rispecchia molto quello che eravamo quando l'abbiamo composto e inciso. E' comunque necessario migliorare e superarsi, ampliare la gamma di influenze (e di strumenti utilizzati!). Ci piacerebbe anche riuscire a scrivere qualcosa di più solare ma al momento è troppo complicato!

Grazie mille per l'intervista, c' è qualcosa che vuoi aggiungere in conclusione?

Ringraziamo te Dario per l'intervista e tutto lo staff di Silentscream, il grande Francesco della nostra etichetta My Kingdom Music e tutti i lettori della 'zine...non siate superficiali!


da Musicalnews

Paolo Ormas, dalla batteria degli Orient Express al festival / cd Sintonie Rumorose


I vari Bonham, Keith Moon e Stewart Copeland sono ancor oggi quelli che gli danno più emozioni e ispirazione. Il 2 Luglio a Barletta il festival di Sintonie Rumorose con Marlene Kuntz.

Bentrovato a Paolo Ormas, il deus ex machina del cd "Sintonie Rumorose". Come è nata l'idea di realizzare questa compilation?

L'idea girava nella mia testa da molto tempo avendo partecipato in prima persona ad altre iniziative del genere, così mi son detto "perchè non provare"? Ho stilato un Bando di Concorso e, con l'aiuto di due fidi compari come Vito Digiovanni e Roberto Pellegrini, abbiam cominciato a diffondere la cosa in lungo e in largo... certo senza internet difficilmente tutto questo sarebbe stato così semplice.

Gli artisti che contiene sono davvero di medio/alto lignaggio nel panorama underground italiano: sei soddisfatto anche tu di questa qualità?

La qualità nell'underground c'è, bisogna saperla cogliere. Ci sono tante band che lavorano in maniera professionale e non hanno nulla da invidiare a chicchessia, ci vuole un pò di coraggio, tanta fortuna e vagonate di umiltà. Nel mio caso poi sono stato molto fortunato perchè tante ottime band hanno chiesto di partecipare alla mia iniziativa.

Le recensioni che stanno uscendo ti sta soddisfacendo oppure ti aspettavi ed auguravi qualcosa di diverso?

Nel complesso le recensioni sono soddisfacenti, il problema delle compilation in genere è che non tutti gli addetti ai lavori sono disposti ad ascoltarle interamente o in maniera approfondita. Nel nostro caso essendo la prima esperienza, abbiamo cercato di toccare più generi possibile, per le prossime prevedo di compilare qualcosa che abbia un tema di fondo.L'importante in questo caso era creare un'attitudine comune, una sintonia.

E' vero che è stato Giancarlo Passarella a leggere del tuo appello, telefonandoti perchè interessato a far uscire il cd con la U.d.U. Records?

Avevo praticamente chiuso la compilation quando un bel giorno mi chiama Giancarlo e mi dice: "Bellissima iniziativa ma non puoi far tutto da solo, ti serve una mano?". Conoscevo Giancarlo di fama ma non mi sarei mai aspettato di attirare il suo interesse. Si è rivelato un personaggio incredibile, un mare un piena con la giusta dose di follia ed è forse per questo che ci siamo trovati subito sulla stessa lunghezza d'onda. Con le sue idee ha sempre anticipato i tempi, ad esempio è stato uno dei primi a capire la potenzialità che offriva il web.

Come state promuovendo dal vivo le band incluse nella compilation?

La mia idea era quella di fare delle serate itineranti, organizzare più date per ogni città che avesse una band coinvolta nella compilation. Ma si sa non è sempre facile rapportarsi con i gestori dei locali, soprattutto per me che dalla Puglia dovevo propormi telefonicamente a gente che non mi conosceva. In Puglia abbiamo fatto diversi concerti con le band del posto ma qui è tutto più semplice, il contatto con i musicisti è diretto, quotidiano.

Avete fatto delle serate live?

Sono riuscito a organizzare una serata di presentazione lo scorso Maggio a Roma nel famoso "Il Locale" di Via del Fico dove si sono esibiti i romani Joseph K e gli Ablepsya da Barletta. Ma la vera scommessa da vincere sarà il prossimo 2 Luglio, con molta fatica siamo riusciti ad organizzare la prima edizione del "Sintonie Rumorose Festival", ci saranno Posdam, Orient Express, Ablepsya e in chiusura il concerto dei Marlene Kuntz, un simbolo del rock italiano.Una grossa soddisfazione per me e Vito, abbiamo quasi perso il sonno per quanti problemi ci si è trovati ad affrontare. Ci sarebbe piaciuto portare tante altre band emergenti ma come prima edizione va bene così, sarebbe stato troppo dispendioso per noi e per loro.

Come si vive a Barletta? Musicalmente la tua città di che cosa avrebbe bisogno?

Barletta è un ottimo posto in cui vivere. Abbiamo il mare sotto casa, il turismo è in crescita ma si può e si deve fare di più anche in virtù del fatto che adesso siamo la sesta provincia pugliese. usicalmente qualche piccolo spazio c'è ma non è mai abbastanza, con Sintonie Rumorose stiamo cercando ci crearne altri rapportandoci anche con le realtà limitrofe.Riguardo al festival siamo stati fortunati, l'amministrazione comunale non ci ha creato particolari intoppi... magari con un piccolo aiuto economico avremmo avuto meno problemi, in altre città anche non lontane da qui (come Foggia con Spazio Giovani) è il comune stesso ad organizzare (ed ad investire) nelle manifestazioni fatte da e per i giovani.

La classica bacchetta magica a tua disposizione: che cosa cambi che non va nel mondo e che cosa aggiusti in campo musicale italiano?

Probabilmente è un po' hippye come soluzione ma se avessi una bacchetta magica vieterei un uso così spregiudicato del denaro, fondamentalmente è la conquista di esso alla base di ogni male e la voglia di ottenerlo porta a fare qualsiasi cosa. Il campo musicale italiano è tutto da rifare... se negli anni '60 c'era comunque una garanzia che la musica di qualità avesse un suo rilievo, oggi ciò che conta è il profitto e la creazione di mostri da laboratorio con caratteristiche studiate ad hoc per catturare il pubblico di massa. La soluzione in questo caso è rimboccarsi le maniche e fare da soli, se il talento c'è ci sarà sempre qualcuno che vorrà rischiare ed investire su una nuova proposta musicale.

Parliamo ora del tuo progetto musicale personale: gli Orient Express sono un trio che......

....che dal 2002 ad oggi mi ha regalato tante soddisfazioni, da una finale del TimTour a Milano fino ad esperienze al Rocktv tour, di spalla ai Tiromancino e tante altre situazioni. La sintonia con Vito (basso e voce) e Gigi(chitarra) ci porta a suonare qualsiasi cosa senza mai snaturarci e sempre alla ricerca di un sound riconoscibile che a noi piace definire Psycho-Rock. Adesso stiamo lavorando al nostro primo album ufficiale che uscirà credo per Ottobre-Novembre con la Udu Records. Nell'attesa appariremo con la cover "Planet Caravan" dei Black Sabbath sulla compilation tributo al chitarrista dei Pantera messa su dal sito Noizeitalia.com

Come nasce la passione musicale in Paolo Ormas?

Nasce abbastanza tardi, nonostante sia classe '76 mi ritengo un figlio degli anni '90, l'ondata grunge e tutto il fermento indipendente dell'epoca. Penso sia stata l'ultima rivoluzione attitudinale del rock, si respirava un'aria diversa ed una voglia di fare incredibile che è andata man mano scemando dopo l'8 aprile del '94(ritrovamento del corpo di Kurt Cobain). Parallelamente a questo nasceva e si sviluppava il mio amore per la batteria con cui ancor oggi conservo un approccio abbastanza istintivo, per intederci i vari Bonham, Keith Moon e Stewart Copeland sono ancor oggi quelli che mi danno più emozioni e ispirazione.

Se ci incontriamo fra 10 anni, tu sarai forse a...

Da sognatore di direi sicuramente in giro per il mondo, ma più probabilmente come oggi a parlare, scrivere e fare musica.... e se invece torniamo indietro con la macchina del tempo, dove ti troviamo ed a fare che cosa?Tra i libri di legge alle prese con l'inizio della mia carriera universitaria, anche se quel titolo fino a questo momento non è che sia servito poi a molto.