Friday, July 27, 2007

Tuesday, July 24, 2007

Live

Dopo l'esibizione di Domenica 22 Luglio, la band accede alla finale di Giovedì 26 p.v. del festival per band emergenti "Valle dell'Ofanto".
A chiudere la serata, che si terrà nuovamente presso l'Anfiteatro Giuseppe Piazzolla di Margherita di Savoia, Anna Tatangelo(!?).
Aggiunte le sezioni Recensioni relative all'ep 2004 e la sezione Interviste.

Video

Orient Express live 3/7/2009, Barletta
Thanks to Nives




First Dawn@El Royo Pub(Le) 18.10.2008 (elettro/acoustic sessions)


Thanks to Dario Rivera Magos
Madness@Fossato del Castello di Barletta guests Rezophonic 03.08.2008


Thanks to Myros81
Illusion Live@Taverna Vecchia del Maltese 09.2.2008


Thanks to Myros81
Euphoria Live@Bucanieri 24.1.2008


Teatro Curci "Ciao Man 2007" - Barletta, 26/11
Thanks to Dario Rivera Magos


Spazio O.F.F. - Trani, 6/10/2007
Thanks to Antonio Priore


Caffè con Vista, Barletta - 02/09/2007
Thanks to Dario Rivera Magos




Valle dell'Ofanto Festival 22/07/2007
Thanks to Dario Rivera Magos


Live at Arè Rock Festival 15/02/2007
Thanks to Antonio Priore


Palermo, Rock Tv Tour 2004
Thanks to RockTv


Milano, I-Tim Tour 2003
Thanks to RockTv

Interviews

da Barlettalife.it

Gli Orient Express e il loro rock che scavalca i confini. Intervista sul Magazine BarlettaLife.it

Il Trovatore
IL TROVATORE
MUSICA E DINTORNI, L'ARMONIA DI BARLETTA

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TOMMASO FRANCAVILLA
Giovedì 17 Giugno 2010

Il progetto Orient Express (Rock/Psichedelia) prende forma nel 2002. La pubblicazione del primo demo autoprodotto rende possibile la presenza in alcune iniziative targate Rock TV (in finale all' I-Tim Tour '03, su Database e al RockTv tour 2004). Dal 2004 ad oggi la band ha aperto una serie di concerti al fianco di nomi importanti della scena italiana quali Tiromancino, Marlene Kuntz, Marta sui Tubi, Rezophonic, Vibrazioni, Moltheni. Nel Settembre 2007 la band esce con il primo album ufficiale "Illusion", edito dall'indipendente MyKingdom Music, accolto in maniera positiva dalla stampa specializzata sia italiana che straniera (soprattutto in Germania, Francia e Spagna). E' del 2009 il primo video ufficiale "Ten Drops" diretto da Beppe Massara. Lo stesso brano è presente sulla prima compilation digitale curata dalla rivista Rolling Stone Italia e nel TEN DROPS EP (con le due versioni del brano, il video e l'inedita "Faith") uscito nell'estate del 2009.

Line Up: Vito Digiovanni (voce, basso), Gigi Doronzo (chitarra e voce), Paolo Ormas (batteria), Pasquale Giannini (synth) Guest : Giuseppe Seccia, piano, cori
Web: www.officialorientexpress.it
Gli Orient - Express sono presenti sui maggiori social network

Abbiamo incontrato Paolo Ormas.

Di cosa parlano i testi delle vostre canzoni?
I testi delle nostre canzoni parlano della vita quotidiana, di esperienze di vita, anche negative.

Qual è il processo creativo delle vostre canzoni?
In linea di massima, nasce prima la musica. A seguito alla melodia, scriviamo i testi.

Il rock italiano gode di buona salute?
A livello creativo il rock italiano gode di buona salute, ma il vero problema è che mancano gli spazi dove esibirsi per ottenere visibilità. Nel nostro caso, pur cantando in inglese, non possiamo accedere ad un vasto pubblico. Ti faccio un esempio: noi abbiamo inciso il nostro primo disco per un'etichetta discografica ( My kingdom music) di Salerno, ma questa etichetta promuove i propri artisti all'estero. In Italia ci sono tanti artisti validi ( es: Moltheni, Marta sui Tubi, the Niro ) , ma difficilmente ci sono artisti che riescono a campare suonando.

Cosa non fareste per promuovere un vostro disco?
A questo punto devo dirti che non ci poniamo limiti per la promozione di un nostro disco! Anche prestare una nostra canzone per uno spot pubblicitario!

Più importante di suonare è?
Lavorare e star bene con sé stessi. Personalmente, dedico il 50% del mio tempo alla musica e il 50% al lavoro.

Progetti futuri?
Stiamo preparando il nuovo disco. Le nuove canzoni proseguono e ampliano il discorso iniziato nel disco precedente.

Cosa ami e cosa odi?
Ovviamente amo la musica, invece odio la scarsa collaborazione tra le varie band, che impedisce di esplorare nuovi orizzonti creativi. Ma soprattutto odio la burocrazia, che blocca qualunque iniziativa e progetto, come ad esempio la creazione di festival che favorirebbero la circolazione di idee, ma che darebbero anche posti di lavoro.


tratto da
Musicalnews

Rock allucinato in una tenda da campeggio barese: ecco l'intervista ai quattro Orient Express



di Francisco De Mazzei Paradisi


Forti del successo del cd Illusion, si apprestano a suonare di spalla a Moltheni e Max Gazze', ma con i Motorpsycho e Nick Cave nel cuore.


L'incontro avviene su una astronave... i 4 Orient Express li becchiamo a bordo di un treno che porta ... grazie alle moderne tecnologie, ci illudiamo di incontrare de visu gli Orient Express..Nostri ospiti quest'oggi gli Orient Express. Vogliamo presentarci, descrivendo il vostro ruolo all'interno della band?
Paolo= Percuotente ma anche proponente in fatto di testi. Mi occupo di tutto ciò che riguarda la promozione, l’ufficio stampa e quant’altro sia necessario per la causa….
Vito= La voce, il basso e le melodie oltre che il tecnico della band.
Gigi= Gg, chitarra.
Paky= Suono le tastiere e i sintetizzatori nella band… mi occupo anche di curare l’aspetto finanziario..


Da quanto tempo siete con gli Orient Express e come descrivere il particolare sound che riuscite a creare?
Gigi= Sin dagli esordi il sound che proponiamo è una fusione tra melodia ed arcobaleni in bianco e nero…
Paolo= …e viaggi mentali.
Vito= Dalla creazione di questa motrice del rock and roll cerchiamo di ottenere la sintesi dei nostri pensieri. Questo il motivo che ci ha spinti a suonare insieme, ormai da 7 anni.
Paky= Suono negli Orient da quasi tre anni. Descrivere il nostro sound? Direi psichedelico e profondamente ispirato al nostro vivere quotidiano.


Per il vostro cd Illusion si e' parlato di un mix allucinato di psycho roll: e' una definizione che vi soddisfa? Qual'e' e' la stata la recensione che vi ha piu' colpito?
Paky= La definizione mi e’ piaciuta tanto ma la migliore recensione è stata quella della rivista Rock Hard del Novembre 2007. Un onore per noi.
Paolo= ..ne andiamo particolarmente fieri: …… già alla prima occasione la band dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana... Ce ne sono stata tante di positive soprattutto all’estero.Ce n’è abbastanza per essere soddisfatti.
Vito= Giudicare la musica e' come giudicare un quadro e ritengo che in giro critici ce ne siano ben pochi…. in ogni caso la definizione sarà più giusta per il secondo lavoro che ascolterete presto..
Gigi= Ognuno percepisce dalla musica ciò che vuole, se è stato percepito un mix allucinato di psycho roll, per me va bene. C'è l'ascoltatore più attento e quello disattento, c'è chi non capisce niente e si maschera da giornalista. Le recensioni le leggo e le dimentico abbastanza velocemente. Quelle che mi sono più piaciute sono in lingua straniera.


Parliamo dei gusti personali: quali artisti avete amato da giovani e quali quelli che invece seguite di piu' ultimamente?
Paolo= ciò che mi ha rapito in adolescenza è tutt’ora quello che ogni giorno ringrazio di poter ascoltare: Jimi Hendrix. L’inizio e la fine in materia Rock
Paky= ..ancora oggi il mio gruppo preferito continuano ad essere gli Ac/Dc. Negli ultimi anni ho un po’ cambiato filone orientandomi su gruppi europei come Motorpsycho, Porcupine Tree, Sophia, Mogwai, Amplifier, non disprezzando gruppi storici della scena americana come Built to Spill e Sonic Youth…
Vito= Figlio della dipartita dei Guns avvenuta per mano del grunge e successivamente fruitore d quest'ultima droga per il mio corpo e la mia anima ecco cosa ero cosa sono e cosa saro'. Non avete capito niente vero? Meglio cosi'..
Gigi= Lucinda Williams, Espers, Nick Cave....

Avete macinato diversi concerti in questi ultimi 18 mesi: di quali avete dei ricordi particolari e perche'?
Paolo= Quello che ricordo in particolare è della scorsa estate di spalla ai Rezophonic.. avendolo organizzato in prima persona, con tutto quello che ne consegue, sono salito sul palco allo stremo delle forze, ma è stato emozionante poter condividere il palco con persone così vere e con una grande persona come Mario Riso.
Vito= Il concerto lo vivo ogni giorno, ogni giorno nella mia mente facciamo un concerto e quello piu' bello sara' l'ultimo tra 50 anni.
Gigi= L'ultimo concerto è sempre il migliore, anche perché è l’unico che ricordo.
Paky= Ce ne sono tanti che mi sono piaciuti… sarebbe personalmente un problema ricordarne uno in particolare....

Non credo viviate facendo musica: come tirate avanti?
Paky= … bella domanda!! Tutti noi avremmo voluto fare i musicisti, purtroppo personalmente mi ritrovo a fare l’impiegatuccio di banca… che frustrazione … veramente una cosa ridicola per il mio modo di essere… ci tocca per poter campare….
Paolo= Dall’insegnamento all’organizzazione di eventi fino a varie mansioni in ambito turistico, tutte con il denominatore comune dell’instabilità economica e lavorativa.
Vito= Grazie alla tv ai provini e alle sfide in questa Italia schiava della megalomania, non ci sara' mai spazio per le band che la musica la creano con l'idea di emozionarsi e non con quella di colpire. Il mio lavoro attualmente e' quello di tecnico audio....
Gigi= Vivo di musica.

Cosa c'e' che non funziona nella discografia italiana? Da dove cominciare a cambiare?
Vito= La discografia italiana non esiste o per lo meno esiste per tutto cio' che si vende e si puo' vendere negli ipermercati, gli standard sono infelici anche se ricchi.
Paolo= … il vero cambiamento è essere sé stessi, insegui ciò che sei e non farti influenzare da nessuno.
Gigi= Funziona molto poco nella discografia in Italia. Finchè rimarranno ai vertici delle grandi etichette i soliti nomi cambierà pochissimo, anzi niente. Bisogna aspettare che si estinguino come i dinosauri e sperare che i giovani puntino sulle nuove proposte che hanno qualcosa in più da dire rispetto a bands che hanno rotto con le loro canzonette riciclate.
Paky= diciamo che non saprei proprio da dove cominciare….

Il nostro diretur Giancarlo Passarella parla bene di voi da tempi non sospetti, arrivando a dire che in Illusion vi e' ..un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose....
Paolo= Con Giancarlo ci si conosce da tempo e nella fattispecie ha centrato perfettamente. Soprattutto gli aggettivi circolare ed accerchiante mi fanno pensare a diversi nostri brani con queste caratteristiche… quasi un marchio di fabbrica.
Vito= La mia risposta e' un No comment piacevole....
Gigi= Grazie.
Paky= Direi che e’ una bella affermazione la sua…. quasi azzeccata!!

Quali sono i vostri hobby? Qual'e' l'ultimo concerto live che avete visto che vi ha soddisfatto parecchio?
Paolo= Twin Peaks, collezionare topi morti da imbalsamare e utilizzare come bacchette e i Motorpsycho (dal vivo non hanno rivali!)
Gigi= Amo la cucina e la pesca. Nick Cave.
Paky= La maggior parte del nostro tempo lo trascorriamo nella nostra casetta a provare… lavoro ed altri impegni permettendo. Sono un amante della musica in generale, mi piace girare ovunque per guardare ed osservare band diverse. L’ultimo concerto che ho visto è stato quello dei Mogwai qualche giorno fa a Bologna… fantastici!!
Vito= Lo vedro' tra qualche giorno, il mio.

Se ci incontriamo domani, fra un mese, fra un anno o fra dieci, quale vi augurate sia la situazione che gli Orient Express stanno vivendo?
Paolo= Che le nostre facoltà fisiche e mentali non ci abbandonino anche se sarà molto difficile!
Vito= Orient express vincitori di X Factor !!!!!!!!!!
Gigi= Spero che continuino a creare la loro musica come hanno saputo sempre dimostrare in questi anni.
Paky= la migliore possibile… quella che ci faccia veramente star bene, rendendoci orgogliosi di noi stessi in primis..

Logico chiedervi in chiusura a cosa state lavorando nell'immediato e dove vi potremo ammirare dal vivo...
Vito= Stiamo lavorando al nuovo album cercando di sporcarci un pochino e ricreare un suono distante e rotatorio quasi come un leslie impazzito.
Paolo= Ci sono un bel po’ di concerti in giro, due appuntamenti di rilievo sono le opening act per Max Gazzè (il 4 Aprile al Paladisfida di Barletta) e del nostro idolo Moltheni allo Spazio Off di Trani. Il resto delle date le trovate sul nostro sito ufficiale
Gigi= Sto pensando di comprare una nuova tenda da campeggio. Non so quanti concerti abbiamo.
Paky= il nuovo album…sicuramente piu’ diretto e rock’n’roll ma nello stile ovviamente ORIENT EXPRESS..



da Saltinaria.it

Orient Express: abbasso la superficialità

Gli Orient Express sono una band di Barletta (Bari). Nel 2007 esce il loro disco d’esordio “Illusion” fedele ad una linea sonora indie con riferimenti e spunti psichedelici anni ’70 e grunge. Ci racconta tutto di loro Pablo, batterista del gruppo.

Pablo mi racconti qualcosa degli Orient Express?
Orient Express è un progetto di vita oltre che musicale, condivisione di sensazioni, umori, gioie e dolori… sentimenti forti. Come già detto in altre sedi, la nostra musica è una terapia per noi stessi in primis, e per chi dovesse comprenderla a fondo. Non ci piace essere superficiali, dobbiamo entrare nell’animo di chi ci ascolta.

Com’è nato il vostro nome?
Il nome è solo un nome, è importante ma non ha necessariamente un significato riconducibile a qualcosa in particolare, ci piace a volte tanto, altre un po’ meno ma ci caratterizza da tempo ormai. Non ricordiamo il perché l’abbiamo scelto anzi di volta in volta ci inventiamo una storia. Ad esempio potremmo dirti che abbiamo viaggiato realmente sull’Orient Express e ci ha affascinato l’idea che attraversasse due continenti toccando culture molto differenti tra loro influenzando fortemente la nostra musica..questa potrebbe essere un ottima motivazione.

“Illusion” è uscito nel 2007 e ancora vi dà grosse soddisfazioni…
Sì lo sfrutteremo fino al midollo così abbiamo il tempo di registrare il prossimo disco nel frattempo, e se non dovessimo finire le nostre copie le cominceremo a regalare. A volte, quando l’alcool ha il sopravvento su di noi durante i concerti lo regaliamo a chi indovina dei semplici quesiti… che lavoro fa il tastierista o roba del genere. Le recensioni sono state molto positive, la cosa divertente sono i paragoni a volte assurdi di certi recensori o la citazioni di band a cui mai ci saremmo sognati di essere accostati. A breve uscirà il primo video ufficiale “Ten Drops”, in una versione leggermente diversa da quella presente sul disco, sarà qualcosa di molto “desertico”. Prossimamente su questi e altri schermi.

Avete un’intensa attività live, che vi ha portato a suonare con grandi nomi… mi racconti qualcosa?
Ogni esperienza è diversa, è bello poter “sfruttare” determinati palchi anche se è sempre molto difficile conquistare un pubblico che non è lì per te(a parte gli amici irriducibili). I grandi nomi quando riesci a scambiarci due chiacchiere sono in genere sempre indaffarati con il proprio ego, a volte diplomatici, a volte stronzi… ma per loro, finché non sei nessuno, sei solo una delle tante band conosciute nelle tappe di un tour di cui non ricorderanno assolutamente il nome il giorno seguente. Hanno tutta la nostra comprensione, non è facile essere star del music business.

Le illusioni aiutano a vivere meglio?
“Marzullianamente“ parlando?

Si, sembro proprio Marzullo…
…“Marzullianamente“ parlando le illusioni sono frutto di noi stessi e solitamente precedono le delusioni quindi non credo che aiutino a vivere meglio, a qualcuno forse aiuteranno ma sinceramente preferiamo avere i piedi ben piantati in questa terra, anche se è maledettamente paludosa. L’illusione è come la fede in qualcosa o in un essere superiore, aiuta la gente a non pensare alle cose reali e a crearsi degli alibi.

Quali sono i vostri artisti di riferimento?
God Machine, God Machine e ancora God Machine. Il più grande gruppo mai esistito. Cercate i loro dischi, ma non li troverete. Sono fuori catalogo da millenni.

La scena emergente pugliese è in continuo e ottimo fermento. Cosa ne pesi? Mi fai qualche nome di artisti/band pugliesi che ammirate?
Ce ne sono tante di band valide in Puglia, dallo stoner al pop, al folk d’autore. E’ una terra dove la contaminazione musicale è di casa. Le band ci sono, mancano solo gli spazi… ad esempio Gardenya e U’Papun, due ottime band con cui abbiamo condiviso il palco con i Rezophonic lo scorso tre agosto, andatevele ad ascoltare se avete tempo. Sono lontane da noi ma hanno le idee molto chiare su quello che vogliono. Apprezziamo molto anche Domenico Modugno ma mi sa che non è un artista emergente.

Concordo con i Gardenya! Ma… state già pensando ad un nuovo disco?
Si, ci venderemo alle classifiche componendo il singolo perfetto per gli adolescenti, faremo un sacco di soldi. A parte gli scherzi… il nuovo disco arriverà molto presto con grosse novità ma con un sound perfettamente riconoscibile, abbiamo iniziato un percorso che non sappiamo ancora dove ci porterà ma confidiamo in noi stessi e nella riuscita dei nostri intenti.

Vuoi aggiungere qualcosa?
Sì, visitate www.officialorientexpress.it. Grazie a te Ilario per lo spazio concessoci e per la recensione che abbiamo apprezzato tantissimo. Auguriamo alla redazione un buon lavoro con SaltinAria.it e a tutti gli altri… non siate mai superficiali!!!


da Disintegration.it

Salve ORIENT EXPRESS! Il vostro nuovo album “Illusion” è da qualche tempo nei negozi, potete presentarcelo? Ci sono aneddoti particolari da raccontare riguardo la registrazione del disco?

Nonostante sia il nostro primo album, “Illusion” presenta molte idee nate quasi durante le registrazioni, questo perché in principio i brani erano molto più “free” e suonati senza troppi condizionamenti. Con il prosieguo dei lavori ci siamo accorti di avere in mano anche delle “canzoni” e non solo dei viaggi sonori molto liberi che per anni abbiamo proposto dal vivo. In questo senso la prima esperienza in studio è stata molto educativa per il nostro modo di comporre e credo ce ne renderemo conto ancora di più in seguito.

In questi tempi di file sharing e download (legale e non), come distribuite e come fate pubblicità al vostro lavoro perché il pubblico lo conosca e lo acquisti? Internet (penso in particolare al fenomeno MySpace) vi è di aiuto o ritenete che rappresenti anche, in qualche modo, un impedimento alle vendite oltre che un aiuto per far conoscere la vostra musica?

Per le band emergenti come noi internet è fondamentale, ma è un’arma a doppio taglio perché è usata spesso in maniera errata. E’ molto più rilevante avere un ottimo ufficio stampa che sappia proporre la band nei canali giusti. Myspace è ottimo come primo approccio alla musica ma crediamo molto più nei blog site dove chi è realmente interessato alla band può trovare tutto quello che serve per conoscerla a fondo.

È passato abbastanza tempo dalla pubblicazione di “Illusion” perché possiate dirci come il disco sia stato accolto dalla stampa e dagli ascoltatori…

Molto bene direi, opinioni in linea di massima molto positive sia in Italia che all’estero, il mercato tedesco e quello francese si sono rivelati molto ricettivi al nostro sound. Ci sono state anche critiche, bene accette quando sono motivate, un po’ meno quando sono gratuite, ma è perfettamente normale quando ci si accinge ad ascoltare un gruppo e un prodotto nuovo che salta fuori da chissà dove.

Come e quando avete formato la band? A cosa dobbiamo la scelta del nome?

La band è nata nel 2002, con un identità molto da trio degli anni ‘70. Soprattutto agli inizi c’era un’energia sul palco quasi incontenibile, siamo stati anche fortunati perché quasi subito abbiamo avuto un riscontro, infatti con il primo demo siamo arrivati in finale all i-Tim tour del 2003 e poi al Rock Tv tour nel 2004. Dopodiché tanti concerti e l’ampliamento della formazione a quattro con la registrazione del disco. Il nome è nato quasi casualmente e senza un motivo in particolare, visto il “successo” immediato non abbiamo mai pensato di cambiarlo.

Mi interesserebbe conoscere qualcosa sulla genesi dei vostri brani. Come nascono e come scrivete i testi? C’è una partecipazione attiva dell’intera band o una leadership individuabile?

Lavoriamo come una band. Ognuno dà il suo apporto alla costruzione dei brani che nascono in sala prove, spesso da un giro di chitarra o di basso o da un particolare tempo di batteria. In un secondo momento si lavora sui testi e sulle parti di sintetizzatore. Non vi è una vera e propria leadership, ci si alterna nelle proposte e fortunatamente riusciamo sempre ad ottenere un nostro sound riconoscibile.

Com’è la situazione della scena musicale nella vostra zona? Esistono locali adatti? Qual è la risposta del pubblico?

Locali adatti non ce ne sono, capita spesso che ci si adatti a suonare in situazioni non proprio ideali, è un problema soprattutto per chi fa rock. Fortunatamente il nostro tipo di rock è molto duttile e non abbiamo problemi ad esibirci anche in situazioni acustiche o con arrangiamenti più sobri. Il pubblico c’è e vuole musica, vuole concerti ed è sempre disposto a seguirci e a seguire la scena emergente locale.

Quanto è importante la dimensione live per gli ORIENT EXPRESS? Come si comporta dal vivo la band? È facile per voi suonare dal vivo oppure affrontate il palcoscenico meno di quanto vorreste?

Se potessimo vivremmo sul palco, la musica va vissuta, sudata e lottata. Come dicevo, non abbiamo particolari problemi ad esibirci ma spesso non ci sono le condizioni tecniche affinché ci si esibisca al meglio perché mancano le strutture adatte. Se non ci fossero i concerti la band non avrebbe motivo di esistere.

Quali sono i progetti futuri della band? Siete ancora legati alla My Kingdom Music? Avete qualcosa di grosso in cantiere?

A breve sarà in giro il nostro primo video ufficiale che speriamo venga trasmesso il più possibile. Contiamo di registrare fra qualche mese la nostra seconda fatica discografica che, lo preannunciamo, sarà molto differente dalla prima ma il gruppo sarà perfettamente riconoscibile. Non sappiamo ancora con quale etichetta uscirà, la MyKingdom ha un’opzione sul secondo disco e saremmo contentissimi di poter continuare questa collaborazione a meno che non venga a bussare alla porta qualche major.

Nel panorama nazionale ed internazionale, c’è una band che riconoscete quale vostra principale fonte di ispirazione? E limitatamente alla scena italiana, c’è qualche formazione che stimate in modo particolare? Se sì, perché?

In tutte le interviste ci piace indicare nei GOD MACHINE la band fondamentale per la nostra crescita, abbiamo una devozione completa per la band di Robin Proper-Sheppard così come per i Motorpsycho. In Italia abbiamo apprezzato molto band come Karma, Ritmo Tribale e Massimo Volume. Della nuova scena ci piacciono molto i Marta sui Tubi e gli Yuppi Flu ma la lista potrebbe continuare all’infinito poiché nell’underground italiano ci sono band veramente validissime.

La fine dell’intervista spetta naturalmente a voi… grazie per il vostro tempo e in bocca al lupo!

Ringraziamo la redazione di Disintegration augurandole sempre buoni ascolti! Per quanto riguarda noi, cercateci sul web(http://www.officialorientexpress.it/) e in giro su qualche palco..ma ricordate una cosa sola: NON SIATE MAI SUPERFICIALI!

(Mario Bove – Renato de Filippis)

da HeavyHardes.de

Die Reisenden im Orient-Schnellzug sehen in Deutschland das beste Pflaster für ihren Sound. Und verstehen die Politik in ihrer Heimat Italien auch nicht. Das tröstet uns.

HH: Hallo Jungs, danke dass ihr euch ein wenig Zeit nehmt.

Orient Express: Danke auch, das ist das erste Interview für Deutschland. Wir sind gern bei euch!

HH: Was hat es denn mit dem Namen auf sich, hat der eine besondere Bedeutung?

Orient Express: Am Anfang hatte das keine Bedeutung, wir hätten uns auch "Gemüse" nennen können [HH: aha, wie die bekannte Death Thrash-Band aus Dotzeheim], aber nach einiger Zeit waren wir der Meinung, Orient Express ist der richtige Name für uns - für uns ist die Reise, eine lange Straße und alles, was dazwischen liegt, die richtige Weise, unsere Atmosphäre zu verstehen.

HH: Seid ihr zufrieden mit den Reaktionen auf euer Debutwerk Illusion?

Orient Express: Unterschiedlich! Es gab teilweise sehr gute Reaktionen in Deutschland, Frankreich und Holland, wo unsere Art von Musik offenbar besser ankommt. In Italien ist die Sache komplizierter, weil wir in einem Land voller kommerzieller Musik leben - oder wo es nur "traditionelle" Metalbands gibt. Für Psychedelic Rock scheint es keinen Platz zu geben, aber wir sind sicher, dass diese Szene künftig stärker wird.

HH: Ihr beschreibt eure Musik gerne mit einem Zitat von Milan Kundera, "Die Leute werden taub, weil die Musik immer lauter wird, und weil sie taub werden, muss die Musik immer lauter werden." Wieso passt dieses Zitat auf eure Musik?

Orient Express: Wir sprechen hier nicht von der Lautstärke. Wir sprechen davon, wie man den Zuhörer "umarmt". In unseren Shows bringen wir die Leute in die beste Stimmung, um sich selbst zu entdecken. Stell dir einfach einen Kreis vor, eine Sphäre, in die die eingeschlossen bist, ohne einen Weg heraus.

HH: Ihr sagt auch, dass eure Musik nicht durch einen einzigen Stil beschrieben warden kann. Wie würdet ihr euch selbst charakterisieren?

Orient Express: Unsere Musik ist eine Kreuzung aus vielen unterschiedlichen Stilrichtungen. Sicherlich Psychedelic Rock, 70er Rock, Shoegaze und akustische Musik, damit wir das Konzept "Song" nicht vergessen.

HH: Wo liegen eure Haupteinflüsse, sowohl musikalisch als auch textlich?

Orient Express: Musik: God Machine, Motorpsycho, Swervedriver und Sophia.
Texte: Leben, Zeit, Träume, Tod und Liebe.

HH: Im Mai 2006 habt ihr eine Version der europäischen Nationalhymne eingespielt und dafür einen Preis gewonnen. Wie kam das zustande?

Orient Express: Das began alles als Witz, dann waren wir betrunken und elektrisiert und gewannen den Preis. Um ehrlich zu sein, können wir uns daran nicht mehr so richtig erinnern...

HH: Von außen betrachtet wirkt die italienische Metalszene dominiert von gesichtslosen Power Metal-Kombos. Wie seht ihr die italienische Rockszene?

Orient Express: Wie schon gesagt, interessieren uns die Metalbands nicht sonderlich, aber es gibt eine sehr gute Rockszene, die im Untergrund brennt, und wir sind sehr stolz, ein Teil davon zu sein.

HH: Nochmal von außen betrachtet, wirkt die italienische Politik gelinde gesagt ein wenig seltsam. Wollt ihr ins Guinness Buch als Land mit den meisten Regierungen in der kürzesten Zeit?

Orient Express: Hierzulande ist es scheinbar unmöglich, eine gute Regierung zu haben. Die Leute haben die Nase voll, und wir wissen selbst nicht mehr, was wir zu diesem Zirkus sagen sollen. Da geht es nicht mehr und rechts und links oder Kommunismus oder irgend etwas anderes.

HH: 2006 habt ihr einen Beitrag zu einem Dimebag Darrell-Tribute geleistet - welcher Song war das, und warum habt ihr bei dieser Kompilation mitmischen wollen?

Orient Express: Wir hatten das Angebot, bei diesem Projekt dabei zu sein. Die beste Art, einen großen Musiker und Gitrarristen zu ehren, war für uns, ein Cover von einem Cover zu spielen, das Pantera selbst gemacht hatten. So war "Planet Caravan" von Black Sabbaths Paranoid für uns genau das richtige. Ein Song aus den 70ern: perfekt für unseren Sound und unseren Hintergrund.

HH: Was sind eure Hauptziele für die nächsten 12 Monate?

Orient Express: So viel zu spielen als möglich, vor allem außerhalb von Italien. Wir denken, dass Deutschland das beste Land sein könnte, um unsere Live-Sets zu präsentieren!

HH: Danke!

Orient Express: Danke auch, alles Gute!

Holgi


da Eutk.net
Presentatevi ai lettori di EUTK.
(Pablo): “Orient Express nasce nel 2002, inizialmente e testardamente devoti alla formula del power trio ‘70ies con la cui formula riusciamo ad esibirci in kermesse come l’i-Tim Tour del 2003 (dove arriviamo in finale), al Rock Tv tour del ’04, alle finali per lo Sziget Festival del 2006 e in diverse altre interessanti situazioni. Nel 2006 entriamo in studio e, contestualmente alle registrazioni, decidiamo di implementare il nostro suono con l’ausilio del synth diventando di fatto un quartetto. Completate le registrazioni entriamo in contatto con la My Kingdom Music che permette l’uscita nello scorso settembre del nostro debut album “Illusion”. Dal vivo lo stiamo portando in giro come quintetto con il sottoscritto alla batteria, Gg alla chitarra, Wito al basso e voce, Blondy ai synth e Able alla seconda chitarra.”
Il nome Orient Express rimanda al mitico treno. Come mai questa scelta?
(Gg): “Non ha un motivo ben preciso la scelta del nome. Fondamentalmente è un nome che subito ci ha colpiti e che da subito abbiamo fatto nostro: a posteriori ci sono delle motivazioni ben precise. Parlo di viaggio, di viaggio lungo e dannato, parlo di un occhio orientale, parlo di situazioni, odori e sentimenti affiancabili a questo nome. Lo troviamo molto affascinante.” “Illusion” è il vostro debut, ti andrebbe di parlarcene? In genere il debut è il disco più importante per una band.
(Wito): “Illusion e’ un infuso di passione e vita vissuta, un viaggio etilico nei sentimenti più nascosti dell’uomo, uno sfogo, una quercia secolare colma di segreti, un modo per esprimere la nostra felice infelicità, un sogno atteso da tanto, "Illusion” e’ il nostro primo disco.”
Il vostro sound è molto legato alla psichedelia dei ’70, al tempo stesso vi sentite di appartenere al grunge. Ti andrebbe di sviscerare il vostro suono, cercando di farci comprendere la sua genesi?
(Gg): "Io personalmente sono un grande estimatore della scena prog e psych degli anni ’70 e posso dire che il nostro suono è strettamente legato a quelle sonorità. Oltremodo, nel disco è palese che le sonorità non sono esclusivamente ‘70ies, ci sono varie sfaccettature: c’è del grunge, come dici tu, ma credo solo a livello d’intenzioni, c’è un po’ di shoegaze e ne possiamo trovare infinite di soluzioni… Insomma, credo che abbiamo un sound abbastanza personale, non ci rifacciamo a nessuno stilema o cliché predefinito, è un’evoluzione naturale e durante ogni canzone ci si può aspettare di tutto.”
Ho definito il vostro disco notturno e onirico. Cosa pensi a riguardo?
(Wito): “Sono particolarmente felice di questa tua definizione, hai centrato perfettamente le intenzioni di questo nostro debutto. Gli Orient amano il buio e ci vivono a loro agio, si nutrono di questa mancanza di luce, ma non hanno intenzione di spaventare nessuno. Vogliamo solo che il nostro ascoltatore si spogli all’ascolto di questo disco e non abbia timore a mostrare le sue insicurezze le sue paure anche piangendo, nulla di preconfezionato, nulla di precostituito, i nostri sentimenti, i nostri viaggi mentali, le nostre vite colme di ansia, tutto questo possiamo “donarlo” con questo album.”
Citate anche Milan Kundera, è una citazione casuale o è in sintonia con il vostro mood?
(Gg): “La citazione di M. Kundera ci sembrava perfettamente azzeccata per far capire le intenzioni del gruppo (in sintesi: la gente sta diventando sorda, ecco perché la musica deve essere suonata ancora più forte). Si può subito pensare ad un gruppo metal, ma non esisterebbe cosa più sbagliata di questa. Gli Orient Express non sono un gruppo metal, anzi, come dici tu abbiamo composto un album di musiche notturne e oniriche, ma ti posso assicurare che uno show degli Orient Express ne equivale a 3-4 di gruppi metal che urlano nei microfoni.”
Avete già progettato il prossimo disco? Anticipazioni?
(Wito): “ Abbiamo dei nuovi brani che stiamo cercando di sviluppare ma non c’è ancora una direzione ben precisa, anticipazioni di carattere prettamente tecnico non posso darne, non per presunzione, ma l’esperienza del primo disco ci ha fatto capire come tutto possa cambiare anche in dieci minuti se c’è l’ispirazione. Senza dubbio sarà un disco lontano dalle leggi discografiche e vicino a ciò che non può essere compreso quando si è presi maniacalmente dalla fretta e dall’arrivismo. Amiamo le nudità dei nostri sentimenti e viaggiamo su binari paralleli ad altri ma solo nostri. Lasciatevi baciare dal freddo.”
Fra poco si vota per le elezioni politiche, considerazioni?
(Pablo): “Non ci sono particolari considerazioni al riguardo, siamo troppo occupati con altre faccende per poter sprecare troppo tempo con questi argomenti. L’unico rammarico è che nessuno nella band ha parenti o amici in politica così da poter usufruire anche noi di una fetta della torta così com’è negli usi e costumi di questo paese… proviamo tristezza infinita per il paese in cui viviamo così colmo di possibilità ma così banale e a dir poco ridicolo nelle scelte politiche. Fortunatamente la nostra esistenza non dipende da questo altrimenti avremmo il cappio al collo già da tempo.”
Chiudete pure come volete.
(Pablo): “Grazie a te Luigi e a tutta la redazione di Eutk. Vi esprimiamo i nostri più sinceri complimenti per l’ottimo lavoro che svolgete distinguendovi in maniera positiva nel caos del web. Per tutti i lettori e ascoltatori…NON SIATE MAI SUPERFICIALI.”

Intervista sulla 'zine Raw & Wild
di g.f.cassatella
Direi di iniziare presentando la band ai nostri lettori…
(Pablo) Il progetto Orient Express nasce nel 2002 come trio (composto da Vito al basso e alla voce solista, Gg alla chitarra ed il sottoscritto alla batteria) particolarmente devoto alle sonorità degli anni ’70. Con questo assetto (e con alle spalle un semplice demo registrato in soli due giorni) abbiamo avuto la possibilità di girare i palchi di mezza Italia tra contest come l’i-Tim-Tour 2003, il Rock Tv Tour a Palermo, il Capodanno 2004 a Bari con i Tiromancino, di spalla ai Marlene Kuntz, le finali dello Sziget Festival con Marta sui tubi ed esperienze atipiche come il festival della Canzone d’autore “Rino Gaetano” dove abbiamo proposto per la prima volta un brano in italiano. Dopo apparizioni in alcune compilation di band emergenti, abbiamo deciso di realizzare il nostro primo album e, dopo aver passato l’estate 2006 in studio, abbiamo trovato nella My Kingdom Music un’ottima etichetta disposta a pubblicare il nostro primo lavoro intitolato “Illusion”, uscito lo scorso settembre. Nel frattempo la band si è allargata prima con l’ingresso (durante le registrazioni) di Paki “Blondy” ai synth e recentemente con l’aggiunta di Beppe “Able” degli Ablepsya alla seconda chitarra. Tutto ciò ha portato ad un cambiamento, se non radicale nel nostro sound (gli anni ’70 sono nel nostro DNA), quantomeno nella personalizzazione, sia nell’attitudine che nelle intenzioni, della nostra proposta musicale.
Quali sono le vostre influenze?
(Gg) Amore, Tristezza, Mancanza, Necessità. Credo che queste siano le nostre influenze. Nessuno di noi si è posto una band da cui partire. Poi, d’altronde, i nostri ascolti sono così molteplici e diversificati che donano solo un velo impercettibile alle nostre composizioni.
Come è stato accolto “Illusion” da pubblico e stampa specializzata?
(Pablo) Il disco è stato accolto innanzitutto. La cosa che più ci ha meravigliato sono state le opinioni diversificate quasi all’inverosimile, da “capolavoro” al “noioso”, a paragoni improponibili fino a disamine quasi filosofiche del nostro lavoro. Ciò significa che in un certo senso abbiamo comunque lasciato il segno anche a chi non ha apprezzato il disco. Il mercato tedesco soprattutto ci è sembrato molto ricettivo nei nostri confronti, ragion per cui stiamo cercando di organizzare un tour da quelle parti. C’è da dire che la nostra proposta non ha un pubblico ben preciso, o meglio si pone a metà tra la sperimentazione ed il rock classico senza dimenticare la cosa più importante: le canzoni. Certo non tutta la stampa “metal” può apprezzare quello che facciamo ma andiamo particolarmente fieri della recensione di Rock Hard di Novembre scorso che chiudeva con la frase “…… già alla prima occasione la band dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che…potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana..” Ce n’è abbastanza per essere soddisfatti.
In sede di recensione ho paragonato il vostro primo lavoro ad un viaggio. Voi come lo descrivereste?
(Gg) Il viaggio rende molto bene l’idea di ciò che volevamo esprimere con il nostro primo album. Ma è un viaggio molto doloroso, è uno scavare all’interno delle nostre debolezze e all’interno dei nostri dolori. La mancanza, appunto, di cui stavo parlando prima. E’ un viaggio che neanche noi sapevamo dove ci avrebbe portati, e posso anche dirti che non so ancora dove ci porterà. È un lavoro molto duro di sentimenti e sensazioni e, per quanto imprimerle su disco ce ne abbia liberato, ascoltarle fa ancora uno strano effetto.
Perché un titolo come “Illusion”?
(Pablo) Ci piaceva l’idea di intitolare l’album con un’unica parola e “Illusion” era quella che più di altre rappresentava il concept dell’album. C’è un filo conduttore lungo tutti i brani sia nei testi che nelle musiche: l’illusione di vivere costantemente nell’attesa di un evento, una persona o un gesto che possa cambiare la nostra vita radicalmente, l’attesa, lo spazio che ci separa dal sogno irrealizzabile o che si realizza rivelandosi in tutta la sua pochezza. Sintomatico è il chorus del brano omonimo “all this faith, illusion…feed my needs, confusion”, basterebbe solo quello per definire ciò che volevamo dire con questo disco.
Come nasce un vostro brano?
(Gg) Non c’è un iter che seguiamo nella composizione dei nostri brani. Credo che nessuno nel mondo musicale segua un clichè, o perlomeno mi piace pensare questo. Per quanto ci riguarda, un brano può cominciare da un testo o da un semplice accordo di chitarra su cui articolare una melodia vocale. Non so esattamente cosa risponderti perché un brano è come accarezzare la chioma della donna che ami, un brano è un gesto fatto con naturalezza e purezza d’intenti. Tutto qui.
Chi cura i testi e di cosa parlano?
(Pablo) Per questo primo disco i testi sono quasi totalmente nati da mie idee condivise da tutti, come se fossi portavoce del sentire emozionale della band, e d’altronde sono suggeriti dalla musica che nella maggior parte dei casi nasce per prima. Non ci sono mai stati dubbi nel fatto che i testi dovessero parlare di vicende personali, quotidiane ed attuali. Non ci sentiamo a nostro agio nel parlare di altri, di politica o di vicende che non vengono vissute in prima persona, questo perché siamo troppo presi da noi stessi in questa forma di egocentrismo “terapeutico”. Curiamo il nostro malessere con le nostre canzoni.
“Illusion” è uscito per la My Kingdom Music, siete soddisfatti?
(Gg) Da parte dell’ etichetta è stato fatto un ottimo lavoro. Abbiamo avuto molta visibilità sia su stampa cartacea che telematica, ci è stata vicina durante tutto il periodo precedente l’uscita dell’album. È un’etichetta che lavora bene all’estero ed è su questo aspetto che vogliamo spingere molto, anche perché in Italia c’è sempre stata questa propensione verso un certo tipo di metal che credo abbia leggermente riempito le scatole: io personalmente sono molto stufo di gente abbigliata da mastino napoletano che nasconde gli abiti in ascensore.
Come sta andando l'attività live?
(Pablo) Si suona sempre e comunque in tutti i buchi possibili! Siamo in trattative con alcune agenzie soprattutto tedesche e con una statunitense, staremo a vedere. L’annosa questione del live credo sia il problema principale delle band che come noi sono “indipendenti”. Suonare in giro è sempre più difficile: finchè giochi in casa sei a posto, i gestori dei locali ti conoscono, i problemi nascono dal momento in cui si esce fuori dai propri confini regionali..inserirsi nelle programmazione, rompere le scatole a tutti per poter organizzare piccoli tour quasi solo a copertura delle spese. Sono i problemi quotidiani di chi come noi ha scelto di fare questa dannata attività, che ci piace ancora tantissimo comunque.
Se non erro dal vivo vi avvarrete di un quinto componente…
(Pablo) Come ho già detto abbiamo un secondo chitarrista con noi, Beppe, già dalla scorsa estate..è il nostro jolly, importante per l’economia del suono della band..anche perché sul disco ci sono diverse chitarre e l’impatto dal vivo sarebbe stato minore senza di lui che, all’occorrenza, è anche un ottimo bassista.
Con quali band vi piacerebbe dividere il palco?
(Gg) Una su tutti: Sophia.
A voi il compito di chiudere l'intervista...
(Gg) Grazie per lo spazio concessoci, è molto piacevole ricevere attenzione dalla stampa. A tutti i lettori consiglio di dare un ascolto al nostro album e di farlo con serenità: vi lascerà sicuramente qualcosa. Non siate mai superficiali.

Intervista sulla webzine Stereo Invaders
a cura di Machinegun

In occasione dell’uscita del loro “Illusion”, già recensito su Stereo Invaders, siamo andati a scovare i segreti che si celano dietro questo gruppo, che a nostro avviso è tra le migliori rivelazioni dell’ultimo anno … psichedelica, emozioni, introspezione: parliamone con Gigi, chitarrista degli Orient Express ...!

- Prima di tutto benvenuti su Stereo Invaders!! Complimenti per il disco che mi ha colpito molto: cambiereste qualcosa ora a lavoro finito?

- Ciao e grazie innanzitutto. Premetto che il disco ha colpito molto anche noi (eheh…) e a lavoro compiuto non credo che cambieremmo qualcosa: è stato un processo di composizione molto naturale, come imprimere le proprie emozioni appunto, ed essendo queste molto vere e sentite non possiamo far nient’altro che accettarle così come sono nella loro semplicità e sincerità. Più che cambiare, si sente già la necessità e la curiosità di capire che direzione prenderanno le nostre future composizioni.

- Vedo e sento che vi ispirate ai Motorpshyco…un gruppo incredibile, quali sono gli altri gruppi che condizionano la vostra musica??

- I nostri ascolti sono chiaramente molteplici e ognuno di noi ha degli ascolti, a loro volta, completamente diversi da quelli di un altro componente della band. Più che di ispirazione, io parlerei di influenze che la musica di alcune bands ha esercitato sul nostro modo di vivere e quindi di comporre: God Machine, Nick Cave, Swervedriver, The Cure e la scena psichedelica in genere, ma come puoi notare sono nomi che danno un’impronta alla nostra musica, ma, in essa, non troverai mai niente di veramente simile a quello che sono i nostri “gruppi di riferimento”.

- Girando per internet mi aspettavo che il vostro CD fosse accolto con più entusiasmo: cavolo, è un ottimo lavoro!! Sono io che ho visto le recensioni sbagliate, solo un caso, o siete vittime della malattia più grave dei recensori: la metallarite!!

- Concordo pienamente con te. Non voglio far trasparire alcun “sentore” di presunzione, ma credo che, in generale, ci sia una predisposizione verso l’heavy-metal e affini. Questi sono chiaramente generi molto lontani da noi. In seconda analisi, il nostro è un prodotto molto “americano” lontano dagli stilemi british tanto in voga, e lontano dai suoni gonfi e pompati dell’heavy-metal, quindi credo sia naturale provare un “senso di smarrimento” a primo ascolto. Inoltre credo che le recensioni siano discretamente positive, non si può urlare al miracolo perché nessuno ha voluto creare in studio un capolavoro, ma inevitabilmente il nostro è un lavoro emozionale e credo che chiunque sia “dotato” di un minimo di sensibilità possa avvertirle nella loro pienezza, se poi questa non fa parte di coloro che hanno l’infezione dalla “metallarite” (come la chiami te), vuol dire che tale lavoro emozionale non è semplicemente diretto a loro.

- Quanto vi sentite legati agli anni ’70 ed alla attitudine artistica di quei tempi?

- Mbè, gli anni ’70. Anche se non hai mai ascoltato nulla di quel periodo ci sarà sempre qualcosa che richiamerà quella scena. Personalmente ne sono un grande estimatore e in noi c’è inevitabilmente qualcosa di quella. I nostri show dal vivo spesso lasciano ampio spazio all’improvvisazione e ad atmosfere molto dilatate, caratteristiche, queste, proprie degli anni ’70. Ma in fondo credo che il nostro album sia molto più “moderno” di quello che si possa credere.

- Fate un track by track molto libero descrivendo ogni canzone:

- Non è affatto semplice…la prima traccia (“Eternal Child”) è la nostra scommessa: abbiamo scelto come brano d’apertura la canzone che più ci rappresenta. Usando le parole di Antonella (che credo siano le più giuste riguardanti “Eternal Child”): Un luogo sospeso in cui dolore e piacere convivono, amarezza e dolcezza, speranza e disperazione. È la sintesi del viaggio che non vuole, o forse non sa, trovare la fine.
“Madness” è uno sputo rock, uno sfogo, la definirei come una masturbazione violenta in cui allontani un seme malato.
“Illusion” è quando perdi anche la speranza, quando credi che tutta la fede che hai provato sia, appunto, soltanto un’illusione: è la ricerca di questa fede in cui, inevitabilmente, troverai soltanto prove di tale illusione.
“Prison Head” è una canzone d’amore, di un amore malsano, schiavista, che ti rende tutto tranne che libero, un amore che pone l’uomo come vittima: egli sa che quest’amore si ritorce su di sé ma cerca ancora di sperare.
“Rats Know” è la sensazione di individualità che ognuno di noi prova: quando poni te stesso e il mondo su due piani distinti e paralleli durante un momento di alta negatività.
“Ten Drops” è una passeggiata meditativa, come prendere un po’ di tempo per sé e lasciare per un attimo tutto alle spalle.
“First Dawn” è il senso di riscatto e rivalsa: “Pietra su pietra affinché raggiungerò la mia prima alba” (…).
“Hidden Man”… non voglio descriverla, è troppo difficile, sarebbe un viaggio nel dolore troppo intenso. Vedi il testo.
“Today” è quando credi di aver capito cosa finalmente puoi fare a partire da “un’oggi”, dopo che hai dovuto digerire gioie e dolori.
“Euphoria” è pieno teatro: come una sensazione che affievolisce la mente e ti stampa sul volto un sorriso inebetito mentre gli occhi piangono lacrime di vuotezza e tutto ciò che vorresti è soltanto un piccolo sorriso di comprensione. A volte è dura risalire.

- La musica…tanti soldi che se ne vanno e pochi che rientrano, secondo voi quale è la ricetta giusta per far ritornare l’industria musicale in alto? In Italia, ma non solo, i negozi di CD falliscono uno dietro l’altro, le etichette hanno molte difficoltà e chi suona si trova spesso ad essere l’ultimo dei sognatori. Si finirà come i Radiohead a distribuire il disco sul sito ad offerta libera?

- Non trovo via alternativa se non rispondere, anche se vorrei tanto ignorare la domanda (eheh…). Affinché l’industria musicale torni in alto c’è bisogno che la musica stessa diventi un fattore culturale ancora più importante: spesso c’è una distinzione assurda, c’è musica che viene considerata di élite e quindi intoccabile, poi c’è chi ascolta la musica cosiddetta underground e tende a considerare anch’essa intoccabile, e poi nel mezzo abbiamo un mare di Laure Pausine e Fabri Fibre. Nessuno sente il bisogno di cambiare l’industria musicale perché c’è chi ci sguazza dentro come un porco nel suo recinto di fanghiglia. È una questione “politicamente culturale”, e credo che questo succeda ancora più evidentemente in Italia. I Radiohead possono farlo, mi auguro abbiano trovato un’alternativa valida, anche se è insostituibile la ritualità e il piacere in essa intrinseco che si prova nell’acquisto di un CD.

- Vi saluto con rispetto ragazzi….continuate cosi , il vostro disco è stupendo: ci venite a Roma prima o poi??

- Grazie per l’apprezzamento Dario. È una cosa che mi riempie davvero di gioia. In questo periodo stiamo pianificando le date per una promozione piena del nostro lavoro discografico su territorio nazionale e Roma compare inevitabilmente nel programma, per cui credo che prima o poi siamo destinati ad incontrarci (eheh…). Un saluto a te e alla redazione e a chi legge e ascolta: non siate mai superficiali.


Leggi l'intervista su Silentscreamzine

Intervista a cura di Dario Adile - Pablo risponde:

Con il tuo permesso partirei subito dal vostro nome, Orient Express, che trovo molto adatto e facilmente memorizzabile. Perchè l'avete scelto? Ha qualche significato particolare per voi?

Il nome è sempre un problema, non ricordiamo bene da dove e da chi sia venuto fuori, probabilmente è nato dalla voglia di evocare il tema del viaggio inteso sia in senso musicale che in senso stretto, difatti agli inizi utilizzavamo come logo una locomotiva (anche se ci è parsa sempre un po’ banale)…tante volte abbiamo pensato di cambiarlo proprio perchè è un nome molto abusato, in realtà siamo molto legati ad esso e se dici che è facilmente memorizzabile (e ricollegabile a noi) allora lo teniamo!

- So che avete voluto fare vostra una massima di Milan Kundera che grosso modo recita così: “La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”. Eppure la vostra non è certo una proposta che punta sul volume o sull'impatto! Puoi dirci quindi in che cosa trovi che questa citazione si adatti a quanto suonato dagli Orient Express?

Può sembrare vagamente filosofico ma, a nostro modo di vedere, la forza e la potenza di una musica non sempre è direttamente proporzionale al volume o all'impatto in termini di decibel. Laddove si prediligono il volume e l'attacco diretto noi preferiamo costruire delle atmosfere che crescono e si sviluppano in un certo modo anche se non rinunciamo a priori ad un certo tipo di impatto "voluminoso".

Si capisce immediatamente che la scena degli anni '70 deve esservi particolarmente cara, in particolare quella del rock psichedelico. Puoi farci il nome di qualche band o di qualche disco cui dovete qualcosa in termini creativi?

E' vero amiamo molto l'approccio musicale degli anni '70 ma è in definitiva il concetto stesso di rock che nasce in quel momento, citare delle band non è mai semplice anche perchè cambiano i gusti e cambiamo noi continuamente. Siamo tutti devoti ai Led Zeppelin in primis, questo è sicuro, ma la band che ci ha cambiato la vita e che ci sconquassa il cuore ogniqualvolta l'ascoltiamo sono i God Machine, ed in particolare il loro primo album "Scenes From The Second Storey"…primi anni '90, quindi. Abbiamo anche una certa predilezione per gli Alice in Chains e, ultimamente, Cure. Nulla di solare dunque.


- Se dovessimo dare un'idea di cosa suonate in "Illusion" anche a chi non l'ha ascoltato, come definiresti la vostra musica? Quali sensazioni credi che riesca a trasmettere?

Difficilissimo rispondere...solitamente ci definiamo una band psych-rock, suona bene ma a volte è limitante...non rende l'idea forse di tutto quello che c'è in "Illusion". E' un piccolo viaggio attraverso le sensazioni, è una sorta di concept sulle emozioni e i tormenti "quotidiani" e personali, costruito in maniera tale che l'alternanza tra i momenti più riflessivi e intimisti e quelli più di "reazione" (e quindi più duri) sia perfettamente bilanciata, anche e spesso all'interno di uno stesso brano. Sembra un po’ contorto ma è molto più semplice di quello che sembra quando lo si ascolta.

C'è qualche canzone cui ti senti particolarmente legato? Ovviamente, se ce n'è qualcuna, dicci anche per quali ragioni!

Beh, ognuno di noi ha le sue preferenze ma il brano che tutti indistintamente crediamo ci rappresenti al meglio é "Eternal Child", riassume in sei minuti tutte le caratteristiche e sfaccettature del nostro suono, anzi del suono di questo disco, ed anche le liriche ci sembrano particolarmente riuscite…quindi ci sembrava il minimo aprire il nostro primo album con questo pezzo.

Quanto è importante per una band come la vostra riuscire ad esibirsi su un palco? Riuscite a farlo con sufficiente regolarità?

E' fondamentale, è il motivo principale per cui siamo qui a parlar di musica, puoi fare tutti i dischi che vuoi ma se dal vivo non rendi tutto il lavoro in studio diventa inutile. Abbiamo sempre dato un peso enorme alle esibizioni live anche perchè le viviamo in maniera molto viscerale, è come un conflitto tra noi sul palco: ci scontriamo e incontriamo continuamente…ecco...viviamo i nostri pezzi sul palco! Per quanto riguarda la regolarità dei concerti, riusciamo a suonare abbastanza in giro ma mai come dovremmo e vorremmo. Adesso ci siamo reinventati anche in versione elettro-acustica (ri-arrangiando completamente l'album in questa versione) quindi potenzialmente siamo in grado di suonare ovunque, dalle bettole agli stadi…ahah!

Quali sono le ambizioni che vi guidano ed i risultati che vorreste raggiungere nella vostra carriera musicale?

Le ambizioni, inutile negarlo, sono infinite...ad ogni piccolo gradino superato cresce l'aspettativa in maniera ancora maggiore ed è molto più facile perdere tutto in un batter d'occhio, potrei dirti "per noi è già un traguardo quello di aver pubblicato un album" ma non è così...l'ambizione maggiore è quella di suonare in giro dovunque, accumulare esperienze, crescere ancora senza limiti con la musica e con questa band, sperando che ci sia sempre qualcuno interessato ad ascoltarla in giro.

Ascoltando "Illusion" adesso che è uscito, quali sono gli elementi che ti rendono più soddisfatto o dove invece pensi che potete ancora migliorare?

E' la prima esperienza sulla lunga distanza, nel complesso ne siamo abbastanza soddisfatti…sia per quanto riguarda la produzione che i singoli brani ed i testi: rispecchia molto quello che eravamo quando l'abbiamo composto e inciso. E' comunque necessario migliorare e superarsi, ampliare la gamma di influenze (e di strumenti utilizzati!). Ci piacerebbe anche riuscire a scrivere qualcosa di più solare ma al momento è troppo complicato!

Grazie mille per l'intervista, c' è qualcosa che vuoi aggiungere in conclusione?

Ringraziamo te Dario per l'intervista e tutto lo staff di Silentscream, il grande Francesco della nostra etichetta My Kingdom Music e tutti i lettori della 'zine...non siate superficiali!


da Musicalnews

Paolo Ormas, dalla batteria degli Orient Express al festival / cd Sintonie Rumorose


I vari Bonham, Keith Moon e Stewart Copeland sono ancor oggi quelli che gli danno più emozioni e ispirazione. Il 2 Luglio a Barletta il festival di Sintonie Rumorose con Marlene Kuntz.

Bentrovato a Paolo Ormas, il deus ex machina del cd "Sintonie Rumorose". Come è nata l'idea di realizzare questa compilation?

L'idea girava nella mia testa da molto tempo avendo partecipato in prima persona ad altre iniziative del genere, così mi son detto "perchè non provare"? Ho stilato un Bando di Concorso e, con l'aiuto di due fidi compari come Vito Digiovanni e Roberto Pellegrini, abbiam cominciato a diffondere la cosa in lungo e in largo... certo senza internet difficilmente tutto questo sarebbe stato così semplice.

Gli artisti che contiene sono davvero di medio/alto lignaggio nel panorama underground italiano: sei soddisfatto anche tu di questa qualità?

La qualità nell'underground c'è, bisogna saperla cogliere. Ci sono tante band che lavorano in maniera professionale e non hanno nulla da invidiare a chicchessia, ci vuole un pò di coraggio, tanta fortuna e vagonate di umiltà. Nel mio caso poi sono stato molto fortunato perchè tante ottime band hanno chiesto di partecipare alla mia iniziativa.

Le recensioni che stanno uscendo ti sta soddisfacendo oppure ti aspettavi ed auguravi qualcosa di diverso?

Nel complesso le recensioni sono soddisfacenti, il problema delle compilation in genere è che non tutti gli addetti ai lavori sono disposti ad ascoltarle interamente o in maniera approfondita. Nel nostro caso essendo la prima esperienza, abbiamo cercato di toccare più generi possibile, per le prossime prevedo di compilare qualcosa che abbia un tema di fondo.L'importante in questo caso era creare un'attitudine comune, una sintonia.

E' vero che è stato Giancarlo Passarella a leggere del tuo appello, telefonandoti perchè interessato a far uscire il cd con la U.d.U. Records?

Avevo praticamente chiuso la compilation quando un bel giorno mi chiama Giancarlo e mi dice: "Bellissima iniziativa ma non puoi far tutto da solo, ti serve una mano?". Conoscevo Giancarlo di fama ma non mi sarei mai aspettato di attirare il suo interesse. Si è rivelato un personaggio incredibile, un mare un piena con la giusta dose di follia ed è forse per questo che ci siamo trovati subito sulla stessa lunghezza d'onda. Con le sue idee ha sempre anticipato i tempi, ad esempio è stato uno dei primi a capire la potenzialità che offriva il web.

Come state promuovendo dal vivo le band incluse nella compilation?

La mia idea era quella di fare delle serate itineranti, organizzare più date per ogni città che avesse una band coinvolta nella compilation. Ma si sa non è sempre facile rapportarsi con i gestori dei locali, soprattutto per me che dalla Puglia dovevo propormi telefonicamente a gente che non mi conosceva. In Puglia abbiamo fatto diversi concerti con le band del posto ma qui è tutto più semplice, il contatto con i musicisti è diretto, quotidiano.

Avete fatto delle serate live?

Sono riuscito a organizzare una serata di presentazione lo scorso Maggio a Roma nel famoso "Il Locale" di Via del Fico dove si sono esibiti i romani Joseph K e gli Ablepsya da Barletta. Ma la vera scommessa da vincere sarà il prossimo 2 Luglio, con molta fatica siamo riusciti ad organizzare la prima edizione del "Sintonie Rumorose Festival", ci saranno Posdam, Orient Express, Ablepsya e in chiusura il concerto dei Marlene Kuntz, un simbolo del rock italiano.Una grossa soddisfazione per me e Vito, abbiamo quasi perso il sonno per quanti problemi ci si è trovati ad affrontare. Ci sarebbe piaciuto portare tante altre band emergenti ma come prima edizione va bene così, sarebbe stato troppo dispendioso per noi e per loro.

Come si vive a Barletta? Musicalmente la tua città di che cosa avrebbe bisogno?

Barletta è un ottimo posto in cui vivere. Abbiamo il mare sotto casa, il turismo è in crescita ma si può e si deve fare di più anche in virtù del fatto che adesso siamo la sesta provincia pugliese. usicalmente qualche piccolo spazio c'è ma non è mai abbastanza, con Sintonie Rumorose stiamo cercando ci crearne altri rapportandoci anche con le realtà limitrofe.Riguardo al festival siamo stati fortunati, l'amministrazione comunale non ci ha creato particolari intoppi... magari con un piccolo aiuto economico avremmo avuto meno problemi, in altre città anche non lontane da qui (come Foggia con Spazio Giovani) è il comune stesso ad organizzare (ed ad investire) nelle manifestazioni fatte da e per i giovani.

La classica bacchetta magica a tua disposizione: che cosa cambi che non va nel mondo e che cosa aggiusti in campo musicale italiano?

Probabilmente è un po' hippye come soluzione ma se avessi una bacchetta magica vieterei un uso così spregiudicato del denaro, fondamentalmente è la conquista di esso alla base di ogni male e la voglia di ottenerlo porta a fare qualsiasi cosa. Il campo musicale italiano è tutto da rifare... se negli anni '60 c'era comunque una garanzia che la musica di qualità avesse un suo rilievo, oggi ciò che conta è il profitto e la creazione di mostri da laboratorio con caratteristiche studiate ad hoc per catturare il pubblico di massa. La soluzione in questo caso è rimboccarsi le maniche e fare da soli, se il talento c'è ci sarà sempre qualcuno che vorrà rischiare ed investire su una nuova proposta musicale.

Parliamo ora del tuo progetto musicale personale: gli Orient Express sono un trio che......

....che dal 2002 ad oggi mi ha regalato tante soddisfazioni, da una finale del TimTour a Milano fino ad esperienze al Rocktv tour, di spalla ai Tiromancino e tante altre situazioni. La sintonia con Vito (basso e voce) e Gigi(chitarra) ci porta a suonare qualsiasi cosa senza mai snaturarci e sempre alla ricerca di un sound riconoscibile che a noi piace definire Psycho-Rock. Adesso stiamo lavorando al nostro primo album ufficiale che uscirà credo per Ottobre-Novembre con la Udu Records. Nell'attesa appariremo con la cover "Planet Caravan" dei Black Sabbath sulla compilation tributo al chitarrista dei Pantera messa su dal sito Noizeitalia.com

Come nasce la passione musicale in Paolo Ormas?

Nasce abbastanza tardi, nonostante sia classe '76 mi ritengo un figlio degli anni '90, l'ondata grunge e tutto il fermento indipendente dell'epoca. Penso sia stata l'ultima rivoluzione attitudinale del rock, si respirava un'aria diversa ed una voglia di fare incredibile che è andata man mano scemando dopo l'8 aprile del '94(ritrovamento del corpo di Kurt Cobain). Parallelamente a questo nasceva e si sviluppava il mio amore per la batteria con cui ancor oggi conservo un approccio abbastanza istintivo, per intederci i vari Bonham, Keith Moon e Stewart Copeland sono ancor oggi quelli che mi danno più emozioni e ispirazione.

Se ci incontriamo fra 10 anni, tu sarai forse a...

Da sognatore di direi sicuramente in giro per il mondo, ma più probabilmente come oggi a parlare, scrivere e fare musica.... e se invece torniamo indietro con la macchina del tempo, dove ti troviamo ed a fare che cosa?Tra i libri di legge alle prese con l'inizio della mia carriera universitaria, anche se quel titolo fino a questo momento non è che sia servito poi a molto.

Reviews Archive

Orient Express - Ten Drops EP, 2009

da Perkele.it
ORIENT EXPRESS - "Ten Drops EP"

Dopo il convincente debutto “Illusion”, tornano a farsi vivi gli Orient Express. Il gruppo pugliese ci propone questo ep composto da tre brani ed un video. La clip è quella di “Ten Drops”, girata bene e dai colori solari e desertici, proprio come la canzone. Una vibrante composizione dalle atmosfere afose e ‘stagnanti’, tra la psichedelia romantica ed il southern rock. Ottima e convincente è anche la versione acustica del brano, sognante ed eterea. “Faith” è invece un pezzo dal piglio sorprendente: avvio dilatato, tra una vena cantautorale e divagazioni shoegaze; parte centrale psichedelica e conclusione rabbiosa, con poderose ritmiche heavy, deliziosi incroci vocali e un ottimo assolo di chitarra.
Gustoso antipasto per il prossimo lavoro degli Orient Express questo “Ten Drops”. Restiamo in attesa.

Alessandro Zoppo


da Rumore n°212 di Settembre 2009 - pag. 93

A cura di Stefano Cerati

Questo mese dò largo spazio allo stoner ed alla psichedelia italiana.
Per cominciare è davvero molto interessante l'ep di tre tracce audio più una video degli Orient Express. La copertina mostra un sole infuocato che davvero si adatta alla perfezione a questa estate infuocata. Ten Drops è un disco suonato con molta grazia, quasi in punta di piedi. Spesso il tessuto è fragile e scarno. La versione acustica della titletrack è accompagnata da soffi cosmici ed effetti space, ma il pezzo più avvincente è la conclusiva jam desertica Faith. Qui una voce sussurrata si staglia su un'atmosfera raccolta e desolata che poi si apre in un crescendo elettrico.
Lo spirito rilassato ed anche un pò narcolettico portano alla memoria alcuni spunti dei Natas, ma gli Orient Express si stanno costruendo comunque una loro solida personalità senza prendere troppo a prestito da modelli conosciuti.(7,5)


Orient Express - Illusion, 2007

link RoughEdge.com
"Illusion" (My Kingdom; 2007)

Reviewed by R. Scott Bolton

I don't know what I expected from Orient Express's "Illusion," but it sure wasn't this.

First off, let's be clear that this is not a hard rock or heavy metal album. "Illusion" is definitely rock, but it's more in the vein of atmospheric and ambient.. The songs flow calmly and smoothly, with guitars that buzz and simmer, while the vocalist lulls you into his world with an edgy but hypnotic voice. The pace never really picks up, yet the album is never dull. It's a very different listen and that alone makes it interesting.

If you're looking for headbanging material, you're better off looking elsewhere, but "Illusion" is definitely worth a listen if you're in the mood for something atmospheric and introspective.

Orient Express: Wito - bass, lead vocals; Gg - guitar; Pablo - drums; Blondy - synth.

For more information, check out http://www.officialorientexpress.it.


da IlMucchio.it


Illusion
My Kingodom Music

L’Orient Express corre su binari sicuri; nel nostro caso, una rock band con stazione di partenza pugliese, Barletta per l’esattezza, anno 2002. Poi il viaggio ha sedimentato strategie stilistiche, portando lontano, verso lidi anglo-psichedelici. Un trip dunque, come si suol dire, sancito adeguatamente dal debutto ufficiale “Illusion” pubblicato dall’eccellente avant-metal (e non solo) label romana My Kingdom Music, impregnato di un mirabile magnetismo elettrico. Impressionano positivamente le ipnotiche, tese slow-song come l’iniziale “Eternal Child”, “Illusion”, “Prison Head” e “Rats Know”, fluttuanti in un mare di arpeggi ed atmosfere malinconiche, anche quando fanno posto ai solidi riff di “Madness”. La voce di Wito (anche bassista) traccia linee melodiche ed interpretative rassicuranti, efficaci tra le pieghe più introspettive, ma anche nel seguire l’intensificarsi delle tensioni chitarristiche (pregevole anche il lavoro alle sei corde del fantomatico GG). Un indubbio, importante punto a favore, epicentro espressivo in un collaudato impianto rock. Crepuscolari movenze psichedeliche che sfociano i deflagrazioni controllate, ovvero la connotazione più evidente nonché formula vincente del quartetto barese, che pare aver raccolto anche dei riscontri positivi oltre confine. Forse un’ennesima trita storia di italici tentativi di sprovincializzazione, laddove il titolo del disco pare fotografare un ovvio frustrante pedaggio. Ma la partenza discografica è buona davvero, matura e consapevole dei propri mezzi, e spontanei vengono gli auguri per tante nuove soddisfacenti stazioni.

Loris Furlan


da IThinkMagazine.it

GRUPPO DEL MESE: ORIENT EXPRESS
Recensione di “ILLUSION”(My Kingdom Music – 2007)

La nostalgica “Eternal Child” ha l'onore di aprire le danze e lo fa con tutti i crismi, mostrando subito, diretta e sensuale, qual è la linea poetica degli Orient Express. I suoi sei minuti e mezzo di pura psichedelia introspettiva si stendono come un tappeto rosso verso “Madness”, ritmicamente più sostenuta, quasi grunge, adatta ad incendiare letteralmente i palchi, attraverso la potenza dei riff di chitarra di Gg che sono il fuoco sotto i piedi di Wito (cantante e bassista) mentre intona il verso “Fire walks with me”.

Dopo questo tripudio di demoni in lotta, torna l'estraniamento mentale con la title-track “Illusion” che, “illude” l'ascoltatore, facendogli credere di trovarsi di fronte ad un pezzo pacato e suadente e invece inizia a sviscerarsi verso un crescendo struggente.

La disillusa “Prison Head”, splendida nell'ossessivo “Tell me now, tell me why we can't hope tonight” ha l'onore di porgerci la successiva “Rats Know”, una delle mie preferite all'interno dell'album. L'intro spettrale inizia a sciogliersi con la chitarra acustica e di lì, pian piano, prendono vita le splendide melodie che, ancora una volta, costruiscono un crescendo tanto sonoro quanto di emozioni.

La successiva, “Ten Drops” è un'altra delle canzoni più rappresentative degli Orient Express, che recentemente ne hanno fatto anche una “video version” modificata rispetto a quella presente nell'album, in cui, appunto, le note dei quattro rocker nostrani si intrecciano con le immagini del video di Beppe Massara.

Belli i caratteristici controtempi che sostengono “First Dawn” proiettandosi verso la lenta, sostenuta e introspettiva “Hidden Man”.

Profonda e intrisa di speranza invece è la successiva “Today” che parte dall'amarezza nei confronti di una realtà che non ci appartiene per aprirsi alla ricerca di un segno, un qualcosa o qualcuno cui valga la pena dedicare la propria vita.

Questo primo lp degli Orient Express si conclude con “Euphoria” ma aspettatevi di tutto tranne che sonorità “euforiche”! I suoi otto minuti e mezzo sono un lungo viaggio claustrofobicamente ovattato da idee, fumo, alcool, parole, pensieri, ricordi, giri di basso che danzano sul pianoforte onnipotente che governa inconsapevolmente l'atmosfera esplosiva del brano e, infatti, in conclusione, la chitarra prende il controllo e infiamma tutto.

Un disco davvero ben fatto, curato nei minimi particolari, dalla splendida grafica della copertina fino agli arrangiamenti che enfatizzano esattamente ciò che la band vuol comunicare.

Suona come un'ideale jam tra Motorpsycho, Pink Floyd e Porcupine Tree.

DORIANA TOZZI

da Doom-metal.com
Orient Express
comes from Italy and this is their debut release. They are obviously influenced by the '70s psychedelic and prog rock scenes.

Usually when I review an album I do it track by track, as this way is much easier to explain what I liked or disliked about the album. Sometimes though, an album ends up in my hands that doesn't work for me in that way. These kinds of albums won't allow you to break them down and they force you to listen to them from the first note until the last with no breaks or distractions. So I put on my headphones, turned off the lights and started my voyage into Orient Express' musical world. Soft melodies from another time and place create an entirely different reality and a surprise comes from an often ignored element, the lyrics. Lyrics like these are almost pure poetry. Just listen to 'Rats Know' and you'll understand what I'm saying.

I think I've found the perfect soundtrack for the rainy days of winter or the hottest days of the summer. It seems that the Italian scene is in a very productive period and Orient Express is the latest talent to come from that scene.

da Rockerilla
Imbevuti fino alle ossa di rock psichedelico, i baresi Orient Express arrivano al debutto per l'etichetta indipendente My Kingdom Music. Dieci brani per oltre cinquanta minuti di note ed atmosfere in cui prevale una visione musicale imperniata su dilatazioni spazio-temporali scheletriche(nel segno di arrangiamenti minimali) dalle tinte plumbee. Nel mezzo non mancano tuttavia episodi più incisivi come "Madness", tutta schitarrate che fanno molto anni Settanta, oppure frangenti in cui vengono a galla delle impennate emotive come "Eternal Child". Nel complesso un album che mostra buone potenzialità di crescita future ma che pecca ancora di una certa monotonia di fondo.
Alessandro Bonetti 6/10

da Benzoworld
Il progetto Orient Express nasce nel 2002 e, dopo un demo del 2003, la band comincia a farsi sentire in giro per l’Italia, partecipando anche all’I-Tim tour, e proprio quest’ultima occasione gli consente anche di andare in onda su Rock TV. Dopo altri 3 anni di apparizioni live di supporto ad alcune band italiane e partecipazioni ad alcuni festival stranieri, la band inizia a registrare delle songs per l’album d’esordio, e nel maggio del 2007 sigla il contratto con la label My Kingdom Music, infine a settembre esce 'Illusion', CD che mi appresto a recensire. Già dalla copertina possiamo indovinare lo stile della band e quindi c’è molta coerenza con quanto proposto, ovvero un buon rock psichedelico anni ’70, con qualche tinta hard. Nelle note biografiche, gli Orient Express dicono di avere affinità musicali con i Motorpsycho e God Machine e per quanto riguarda le liriche, si ritrovano spesso nel pessimismo caro al movimento grunge. In tutto il CD permane uno stato di calma e tranquillità, il suono ha volte sembra rarefatto, ma quasi sempre la melodia risulta ispirata. Degna di nota anche la produzione che infatti aiuta il gruppo, regalando un suono cristallino. I pezzi sono dieci ed in ognuno il suono delle tastiere arricchisce ed enfatizza le atmosfere psichedeliche. Sicuramente un buon debutto; da tenere d’occhio.

da Rumore n°200
Davvero interessante l'esordio di questa band italiana che coniuga sensibilità anni '70, una forte vena psichedelica e molto pathos emotivo. Le canzoni appaiono all'inizio quasi tremolanti, specchiandosi in una luce diafana e in molte chitarre acustiche. L'iniziale Eternal Child porta alla mente il senso di struggimento interiore dei Verdena, ad esempio. Spesso la struttura è come un moto ondoso che passa dal placido ed etereo oblio fino alle chitarre più guizzanti(Madness, Illusion). Anche se la pronuncia inglese non è perfetta, la voce riesce ad esprimere un forte senso malinconico, una sensazione di abbandono a volte carica di enfasi(Ten Drops). In Rats Know l'atmosfera sonnolenta ed ammaliante al tempo stesso recupera certe sensazioni oppiacee del trip hop, dando ancora più profondità e calore. Le canzoni hanno tutte un gran gusto. Peccato che la produzione, diciamo un pò vintage, non esalti le qualità espressive del gruppo che vive in un passato ottimamente riattualizzato, non dimenticando le proprie origini italiane, nonostante il nome.

da Saltinaria.it
Gli Orient Express sono una band di Barletta (Bari) nata nel 2002. Nel 2007 esce il loro disco d’esordio “Illusion” fedele ad una linea sonora indie con riferimenti e spunti psichedelici anni ’70 e grunge, con testi che scavano nella difficoltà del vivere. Illusione, confusione.Dieci brani intensi e concentrici, grumosi e rarefatti allo stesso tempo, che creano un intreccio agrodolce, un male di miele, un mare di emozioni, un’illusione che dura nel tempo, che allontana dalla realtà crudele che ci circonda.I giri concentrici della batteria aprono “Eternal Child”: tracce di memoria si affacciano su un oceano di suoni psichedelici. Il ricordo di tempi migliori cura le ferite, in maniera parziale. Ferite che bruciano sottopelle.Dal sapore più acido è “Madness” (tanto per rimanere in tema di parole e aggettivi negativi) che apre alla title-track “Illusion”: “Did you see, my skin is brame/ Ride on me, consume my flame/ Come and flow, It’s fast and strong”.Lamenti disidratati si sperdono in “Rats Know”, contando le gocce di sudore e le dieci lacrime che bagnano “Ten Drops”. Dieci lacrime che sono come un fiume in piena.“Today”, uno dei brani più significativi di “Illusion” cede il passo alla conclusiva “Euphoria”: toccami, ingannami, guardami.“Illusion” è un’ottima prova d’esordio che ci fa comprendere il potenziale compositivo di questi quattro ragazzi pugliesi, forse un po’ troppo agganciati a sonorità “sicure”. Un po’ di sano coraggio in più non guasterebbe. Aiuterebbe a tener lontano quelle illusioni, quelle percezioni distorte e tutto quello che il nostro occhio pensa di vedere e le nostre orecchie pensano di sentire.

Genere: Rock/Psichedelica/Grunge/
IndieVoto: 7.3/10
Ascolta anche: Afterhours

da Perkele.it
Debutto convincente ‘Illusion’, opera prima dei pugliesi Orient Express giunta dopo un lavoro di gestazione durato qualche anno. Esordio che ci consegna una band brava dal punto di visto tecnico compositivo, ancora acerba sul piano della personalità. Perché Vito (basso, voce), GG (chitarre), Pabro (batteria) e Blondy (synth) puntano forte sulla fusione di stili: psichedelia, hard rock, grunge, sapori seventies, alternative. Purtroppo perdendo spesso di vista l’obiettivo, l’incisività e la cifra originale dei brani.Detto questo, i dieci pezzi dell’album scorrono via piacevoli. Si passa dal rock dilatato, dimesso, notturno e sognante della title track, dell’iniziale “Eternal Child” e di “Prison Head” al mood stile Radiohead di “Rats Know”. I riff si affilano e si arricchiscono di groove quando partono le note rabbiose di “Madness”, paludose atmosfere acustiche dal taglio southern vengono ricreate da “Ten Drops”, portate a placida calma dalla fluida “First Dawn”. “Hidden Man” è una viva testimonianza degli anni 90, quando Motorpsycho e God Machine erano massime autorità nel campo del rock psichedelico. Chiudono il cd la melodica, affascinante “Today” e “Euphoria”, malinconica evocazione di passioni e amori svaniti.Un disco sinuoso ‘Illusion’, ottima base di partenza per un progetto interessante come questo edificato dai promettenti Orient Express.

da Imothep.no
Beginning in early 2002, the quartet Orient Express continually clawed their way up the Italian scene due to a tireless live schedule, winning support from the fans and media alike. They’ve contributed songs to four diverse compilation albums, including one as a tribute to Pantera. Which would make you believe Orient Express play an aggressive, groove laden form of metal- but how wrong would you be as their reference points move more towards 70’s psychedelic rock and slight grunge affinities. Bassist Wito also holds the microphone duties, and his voice captivates with a Tool meets Jane’s Addiction and King’s X vibe. Drummer Pablo bashes his kit with an early Pearl Jam tendency, throwing down some odd fill beats amidst the thunderous rhythmic undercurrent. The oddball texture of synth player Blondy gives "Illusion" more of a trance-like appearance, as he’s unafraid to throw down some feedback laden loops in tracks like "Madness" or "Prison Head".There are times where I believe the repetitive refrains and choruses can drive a person to madness – so I hope that in the future Orient Express try to cut the arrangements down to bare bones necessity and leave the jamming to the stage presentation. Otherwise, "Illusion" carries with it the goods to promise an album equally steeped in power trio ethics as well as Seattle laden bar scene wonderment. Pick clicks include the sparsely eerie "Rats Know" and the bass propelling eight minute plus epic closer "Euphoria". If MTV still had a buzz bin video artist to watch for, Orient Express would surely be riding that train thanks to this effort.

da Gryphonmetal.ch
Mkm (New Dawn series) presents us another new band that began to play in 2002 and, after a demo and some appearances in compilations, comes out with its full-length.The band plays psychedelic dark-rock and, all in all, this album is sufficient considering that this is the first great opportunity for the band!In my opinion, even if some compositions are mediocre and if I don’t appreciate the sound of distorted guitar and some choices concerning arrangements, the band gives the best of itself in the slow moments and is great to listen to the first track “Eternal Child” that is a very hypnotic, full of uneasiness in which the band is able to give emotions…Orient Express combine dark rock with psychedelic rock. Though this lets me remind of many bands, I find a certain kind of originality that is an element to appreciate, even if there’s much to work concerning compositive approach and sound.The compositions are the result of the union of the elements above mentioned but listening to all the albums it’s impossible not to feel a certain sense of unfinished work for many reasons:A negative note goes to the not good vocal recording lines that are often wrapped up by the music …and also the vocal lines in themselves should be improved, the singer is not always able to give emphasis to the songs even if he gets a good voice for this kind of music. The prolix compositions not always result up to the task, and sometimes the band doesn’t find a good groove.Otherwise, a good note goes to the use of electronic elements that in my opinion are the add value for the songs…just few valid electronics adds…listen to the good “Illusions” to understand what I say.Good song is the track n°10 "Euphoria" that still gets elements from dark-rock and it’s able to give emotions thanks to the good decaying melody. In this case the singer results to find a very good mood in the vocal line. The production is good. In conclusion …The road is still long , but I hope to listen to a better next release.

da Metal-observer.com
Italy’s ORIENT EXPRESS got its start in 2002. In 2003, they released a demo and then went on tour with various festivals and in support of various bands, mostly Punk. At some point their membership grew from three to five. In 2006 they recorded their full-length debut, dubbed “Illusion” and released on the independent Italian label My Kingdom Music.Almost immediately I’m reminded of modern ANATHEMA. There’s the same sort of dark Alternative just barely heavy enough to maybe be of interest to the Metal crowd perhaps. Like SEROTONAL, they’re a bit more electric, eliciting an image of a muggy summer day in sweltering urban decay. Still, that’s only about half the sound that we’ll get on the album. At the 3:45 mark the guitar turns discordant, the drumming turns up, and by “Madness” we’re in a world that marries the discordant meanderings and chaotic over-drumming of Post-Hardcore or Post-Metal with the somehow-introspective nonsense of Pscyhedelia. It’s an interesting sound, I’ll give them that.And thusly the album progesses—the softer, cleanly picked Alternative parts interspersed with Post-Psychedelia. If you’ve listened to the first two songs, you’ve practically heard the entire album; ORIENT EXPRESS has found a sound, but they haven’t done anything with it. It’s temporarily interesting, but since the songs have no individual personality, the album as a whole goes nowhere fast. Fifty-four minutes slow to a crawl as the listener keeps swearing that he’s already heard this part.I don’t foresee this album being of much interest to the Metal community. Give it instead to the Art and Indy Rockers who want a soundtrack to a bad day.

da Ondalternativa.it
E' passato talmente veloce l'Espresso che noi di Ondalternativa lo abbiamo perso di vista senza neanche rendercene conto. Sembra assurdo, ma anche ai migliori possono capitare delle imbarazzanti sviste ed è per questo che parliamo dell'album in questione dopo mesi e mesi. Qualcun altro avrebbe lasciato perdere, noi invece facciamo ammenda e veniamo a parlarvi di questa band pugliese perchè c'è molta carne al fuoco e sarebbe un peccato far finta di nulla. La band stessa definisce le sue coordinate stilistiche tra il rock e la psichedelia anni 70 e ascoltando "Illusion" non possiamo dar loro torto, anche se ascolto dopo ascolto emergono più fattori: dal dark al progressive, senza per questo esagerare con l'uno e con l'altro, mischiando sapientemente e con giudizio vari elementi musicali rendendo così la proposta varia. Varia ma difficile da assimilare: il sound degli Orient Express infatti è pesante, plumbeo, angoscioso, a tratti straziante, va preso dunque a piccole dosi. I ragazzi ci sanno fare, ma i brani qui presenti non hanno dalla loro parte l'imemdiatezza. Da un certo punto di vista ben venga questo ermetismo musicale, ben vengano le trame intricate della musica degli Orient Express... l'importante è non farsi catturare troppo dal loro labirinto: non potreste più uscirne vivi!

da Concreteweb.be
The ORIENT EXPRESS project begins in the early 2002 with Wito (bass guitar and voice), Pablo (drums), Gg (guitar) and later with Blondy (synth). After 3 long years spent on live stages in the summer of 2006 the Italian band started recording their debut album at Beppe Massara's Gel studio in Trani and, in May 2007, they signed with the independent Italian label My Kingdom Music for the first release; Illusion.At the first notes the underrated Autopilot immediately sprung to mind but moments of Riverside, The Gathering, Green Carnation, The God Machine and Motorpsycho also weave in and out of the album.Orient Express' brand of alternative rock is rich in texture, vibrant in its multitude of tones, and infused with atmospherically ambient elements. Musically, Illusion flows easily with numerous changes and moods to get and keep the listener's interest. Although crunchy guitars smash through at times, it just might be too mellow for those of us who prefer the harder, angry sound of rock/metal. All in all Illusion is a satisfying first record.80/100

da Musicaroma.com
Il treno circolareL'abusata metafora del viaggio apre un tunnel tra le canzoni degli Orient Express, e le traghetta insieme verso un album - "concetto" esistenziale ed espressivo. Il gruppo di Barletta nato nel 2003 si è già affacciato sulle torbide sponde del mainstream, irrompendo, con la propria filosofia dell'"alto volume", in alcuni dei maggiori festival italiani e non (c'è anche una presenza dello scorso anno allo Sziget Festival di Budapest) e partecipando a eventi televisivi come Database con il precedente album "Master Of Mind". Sulla copertina del nuovo capitolo, edito dalla salernitana My Kingdom Music, giganteggia un Edward mani di forbice dai tratti fumettosi e romanzeschi insieme, una sorta di pre-sentire la materia del nuovo "Illusion": un viaggio di media lunghezza, vorticoso, dai pochi colori incisivi e destinati ad estinguersi. Si combinano lo spleen pervasivo, l'iniziale corposità di chitarre e compresenze strumentali che evolve in code discendenti di tesa rarefazione, e infine l'accellerare sulla strada già tracciata nella citazione di Milan Kundera: secondo lo scrittore ungherese infatti la commistione sempre più forte tra musica e rumore del presente imporrebbe l'esigenza di un suono astringente, un tonfo profondo fin dentro le viscere e le tempie. "Astringono" anche i testi di "First Dawn" e "Madness", traverso l'esplorazione fantastica dei sensi e l'incontro impervio con le creature concepite in essa, ma a volte ci si rifugia in melanconie routinarie alla Today. Risuona minaccioso, ossessivo, un altro "fire walk with me", mentre il disco si sbilancia nell'attribuzione umana al regno dei topi ("Rats Know"), si sfilaccia e si riscatta nell'"Euphoria" finale. Complessa e spontanea, l'ultima traccia fa perdere quella vertigine d'incertezza che attraversa il disco e i musicisti, penalizzati da un'ansia costante per il suono e la buona costruzione dei brani. E si libera, dal "louder and louder", anche la voce.
Chiara Federico

da Totentanz-magazine.de
Die vier Italiener des Orient Expresses sind musikalisch nicht ganz einfach einzuordnen. Das mir vorliegende Album versprüht jedenfalls eine sehr dunkle bis melancholische Atmosphäre die im 70er Jahre Rock der Zeit von Flower-Power, Rausch und Frieden seine Wurzeln hat. Also, rein gar nichts mit Bands wie z. B. Him zu tun hat oder sonstigen Bands aus dem Gothic Genre zu vergleichen ist, da jegliche Form harter Gitarrenarbeit fehlt. Vielmehr grast die Band auf psychedelischen Hanffeldern. Dort entsteht ein langsam dahintreibender, emotionaler Sound der ihren Seelenschmerz Ausdruck verleiht, welcher den Hörer zwar hypnotisiert, aber gesangstechnisch teilweise gefahrläuft den selbigen einzulullen. Die Band selber gibt als Einfluss Motorpsycho und God Machine Mood an. Fazit, diese Band polarisiert. Wer meint sich auf solch eine psychedelische Reise einlassen zu können sollte einen Lauscher riskieren, wer jedoch hart Rocken will ist hier fehl am Platz.
(Patrick)Zurück zur Auswahl


da Powermetal.de
Bei Gedanken an den Orient treten bei den meisten Begriffe wie "geheimnisvoll" und "sinnlich" in den Vordergrund, und Legenden wie die des "Orient Express" verstärken diese Bilder zusätzlich. So orientiert sich auch die italienische Band mit dem Namen ORIENT EXPRESS nicht so an den kulturellen Merkmalen des Orients als eben an den Vorstellugen der Europäer. Daher wundert es auch nicht, dass man auf dem Album "Illusion", das nach sieben selbstveröffentlichten Demos das erste reguläre Album ist, keine Multi-Kulti-Musik, sondern statt dessen Psychedelic Dark Rock geboten bekommt.Die insgesamt zehn Stücke auf "Illusion" machen dem Albumtitel alle Ehre, sind sie doch durch die Bank zart, verführerisch und schwer zu begreifen. Das Quartett macht keinen Hehl daraus, dass es seine Haupteinflüsse aus der Musik der 70er Jahre bezieht, vermischt diese aber mit dunkleren Elementen, die vor allem in der Gestalt von Synth-Klängen erscheinen und Erinnerungen an die Anfänge von PINK FLOYD aufleben lassen. Bereits das gelungene Cover-Artwork setzt diese Verbindung visuell um, Stücke wie 'Ten Drops', der Titeltrack 'Illusion' oder das brilliante 'Rats Know' tun dies auf musikalische Weise. Doch auch wenn die Songs selbst zerbrechlich wirken, so hat man dennoch keinerlei Schwierigkeiten, die Rock-Einflüsse von ORIENT EXPRESS herauszuhören. Zwar findet man hier keine fulminanten Gitarrensoli, doch eine gewisse Härte ist in den Songs immer präsent - wenn auch oft nur unterschwellig. Einige Male (wie zum Beispiel bei 'Prison Head') treten Elektro-Sounds in den Vordergrund, die gezielt eingesetzt werden, um die ohnehin schon schwer zugänglichen Songs noch verwirrender und femdartiger zu gestalten. Doch nach einigen Rotationen im CD-Spieler erschließen sich auch alle zehn Kompositionen und entführen den Hörer auf eine entspannende und originelle Reise. Lediglich der Gesang kann teilweise als störend empfunden wäre, eine tiefere Stimme hätte zu den meisten Stücken wahrscheinlich besser gepasst."Illusion" ist definitiv kein Album, das man sofort beim ersten Hören komplett versteht und ins Herz schließt. Doch wer sich von den fremdartigen Tracks nicht abschrecken lässt und offen an die Sache herangeht, der wird unter Umständen reich belohnt werden. Vielen werden die Italiener zu abgehoben daherkommen, doch wer zerbrechliche Lieder mag, kann sich mit der Musik von ORIENT EXPRESS seine eigene Interprestation zusammenpuzzlen. Ein Erlebnis ist "Illusion" allemal, das kann keiner bestreiten.
Anspieltipps: Rats Know, Prison Head, Illusion
Ricarda Schwoebel [12.3.2008]

da Kronic
Proibito rinunciare al talentoCultori delle sonorità seventies i pugliesi Orient Express mostrano una predisposizione per il rock psichedelico. Devoti al verbo di Motorpsycho e God Machine (questo ci dice l’immancabile info sheet), Blondy, Gg, Wito e Pablo imbadiscono un suono abbastanza maturo e ben curato in cui non mancano evidenti richiami all’era grunge di Alice In Chains (“Illusion”) ed a quella scena capeggiata da Porcupine Tree, Anathema e Katatonia (“Today”). “Illusion” è un disco animato da immobile malinconia ove intensi attacchi emozionali cercano di spezzare una infima monotonia legata ad un approccio eccessivamente onirico. In questo modo, un disco potenzialmente “enorme”, lascia intravedere - solamente in alcuni frangenti- indiscutibili lampi di genio. Per il resto, un’eccessiva pesantezza d’ascolto e linee vocali non sempre convincenti (“Madness”) accrescono la convinzione che gli Orient Express debbano lasciarsi andare maggiormente, liberando in toto la loro creatività assecondando un talento che ha bisogno solamente di conferme.

da Rocklab
Loro dicono secco: psych-rock, noi aggiungiamo sfumature dark-rock e sonorità rock primi anni 90. Ad ogni modo non risulta niente male l’incipit di questi pugliesi, palesemente amanti delle atmosfere settantiane, attivi dal 2002 e già avvezzi a partecipazioni live accanto a nomi più che noti della scena italiana.L’andatura dell’intero 'Illusion' scivola in un clima di spleen latente e aggressività repressa, in una psichedelia che spesso resta tenue e rivolta a tonalità cupe e claustrofobiche e talvolta esplode in refrain più densi e impetuosi.Come regola vuole ci si abbandona di buon grado nei prolungati assoli lisergici di Gc, ma un po’ meno nel timbro del vocalist, al quale alle volte succede di perdere in estensione, limitando l’energia in alcune songs che richiederebbero al contrario una prestanza pari alla robustezza del tessuto musicale.L’ascolto di questo esordio dunque lascia presagire un ottimo background stilistico, ma non ancora però sufficientemente sfruttato, perché troppo teso verso scelte sonore ridondanti che affaticano l’utenza, ma lascia ben sperare in soluzioni future meno cavillose e più gradevolmente fruibili.Autore: Benedetta Urbano

da Nocturnalhall
Der Bandname führt unweigerlich auf eine falsche Fährte. Mit ORIENT hat die Musik nichts zu tun, und der EXPRESS wird auch selten bemüht. Das Tempo der Songs bewegt sich meist in moderaten Bahnen, es gibt Verweise auf Früh-Siebziger Psychedelic – ab und an mit leichten Blues-Anleihen, von Ferne grüßen die Doors -, sowie alternativen Singer-Songwriter Rock der Neunziger. Witos Stimme und Gestus erinnern ungemein an Gavin Friday, den ehemaligen Sänger der Virgin Prunes, dessen chansoneske Solowerke der Musik des ORIENT EXPRESSes recht ähnlich sind. Manchmal zieht das Tempo in Stücken wie Madness oder Prison Head an, fügt sich aber nahtlos in die düstere Ausrichtung des gesamten Albums ein, eine Düsternis, die dem verregneten Seattle des Grunge näher steht, als elegischen Metal-Spielarten. ORIENT EXPRESS geben ihren Songs Zeit sich zu entwickeln, ohne endlos zu zerfasern, sie nutzen die Laufzeiten von vier bis achteinhalb Minuten für wohltemperierte emotionale Stimmungs- und Wechselbäder. Neben Witos Gesang ist auch die instrumentale Begleitung wohl geraten; Wito selbst ist ein mehr als passabler Bassist und Gg beherrscht sowohl zurückhaltendes Saitenanreißen wie angriffswütige Attacken, Drums und atmosphärische Keyboards passen sich ökonomisch ins Klangbild ein. Die Synthies flirten schon mal mit ambienten Soundscapes und Pablo an den Drums beherrscht vor allem eine leicht verschleppt- polterig klingende Spielweise, die lässig wirkt, aber präzise umgesetzt wird und bei schnelleren Passagen ordentlich Dampf machen kann. Sehr empfehlenswertes Album - man sollte nur nicht, aufgrund des Bandnamens und der Covergestaltung Spacerock in der Nähe der Ozric Tentacles erwarten. Dafür ist die Illusion bei allen trippigen Momenten zu erdverbunden.PS.: Die Reduzierung der Bandmitglieder auf Vornamen im Booklet und Infomaterial, die Labels wie My Kingdom Music oder Trustkill anscheinend gerne betreiben oder zumindest zulassen, ist etwas nervig, vermittelt sie doch das Gefühl Berichterstatter für ein Boygroup-Fanzine zu sein.Punkte: 8.5/10

da Crossover-agm
Die Italiener überraschen einen immer wieder. Zum Beispiel mit der hier vorliegenden Debütscheibe einer Psychedelic-Band, die sich einen auf den Blick völlig unpassenden Namen gegeben hat. Und diese Verwirrung bleibt, wenn die ersten Töne aus den Boxen kommen, verstärkt sich im Laufe der ersten Tracks und wird mit dem letzten Ton zur völligen Gewissheit. Es gibt sie also wirklich noch, die Tracks mit der Überlänge, die zwar druckvoll gitarrenlastig grundiert sind, auf denen aber jede Menge Platz für Experimente stimmlicher, instrumentaler oder geräuschlicher Natur vorhanden sind. Orient Express nutzen diesen Platz in einer stimmungsvollen Weise dergestalt aus, dass ein tendenzielles Hineinziehen des Zuhörers in den Titel nicht unwahrscheinlich erscheint. Und in der Tat muss man einige der Songs mehrfach hören, um ihren Zauber angemessen würdigen zu können. Als zwischen fordernd und werbend sind die Charakteristika der Tracks beschreibbar, einiges scheint man in anderer Form schon mal bei Combos wie Motorpsycho oder in den langsameren Titeln von The Atomic Rooster gehört zu haben. Dennoch gelingt es den Freunden der italienischen Psychedelicszene, einen eigenen Sound zu fabrizieren, der gut geplante unkontrollierte musikalische Ausbrüche in den Klangteppich der Titel gut integriert. Die Vokalschiene ist zwar dem Genre nicht gänzlich angemessen und tendiert mehr ins Prog-Lager, aber das ist nicht wirklich schlimm, sondern unterstreicht eher noch die Eigenständigkeit der Band. Ein Erwerb der Scheibe lohnt sich ...

da Rockit
Se i pugliesi Orient Express sviluppassero maggiormente il loro lato psichedelico e tralasciassero - almeno in parte - il versante cantautoriale avremmo tra le mani - e nelle orecchie - una realtà pienamente positiva nell'ambito dell'alternative rock tricolore. Per ora siamo convinti solo a metà. Ma in quest'ultima si riscontrano doti interessanti di composizione ed una buona attitudine verso le atmosfere, il tutto condito da un'ottima produzione che valorizza il lavoro fatto dai quattro. L'incedere di alcuni brani è ancora strutturalmente incerta e spesso lo sviluppo perde pathos col passare dei minuti, ma in episodi come "Rats know" o la successiva "Ten drops" è facilmente riscontrabile una qualità che ricorda gli ultimi Anathema o i Porcupine tree più eterei. Consigliato un ripassino dei '60, ripartendo da lì i risultanti potrebbero essere al di là di ogni più rosea aspettativa. (10-04-2008)

da Friedhof-magazine.com
Orient Express (Italy)"Illusion" - CD (2007)Sello: My Kingdom MusicGénero: Progressive Rock / Psychedelic Rock8.00 / 10
Extraordinario álbum debut del cuarteto de Barletta. Rotundamente excepcional, de comienzo a fin, y por ello he de empezar de forma concluyente esta reseña. Y es que sin saber nada absolutamente de esta banda se comenzó una catártica escucha de los diez temas que componen su “Illusion”. La única referencia, el artwork que acompaña a los sones que se destilarían desde aluminio. Un artwork cuidado en extremo. El blanco, negro y azul, que se conforman en aristas remarcadas para mostrarnos una mujer sin ojos, o de profundos y negros ojos, todo ello en clara influencia por los cartelistas americanos de los años 60-70’s, muy en al onda de los grupos Stoner. Pero la referencia Stoner se diluye nada más escuchar las primeras notas de “Eternal Child” y me proyectan hacia el ámbito de los “Nuevos Progresivos” (Porcupine Tree, Riverside, Blackfield…), proyección que se convierte en ineludible certeza según avanza el láser por el metal plastificado. Así llega “Mandes” y el contenido toma contundencia, pero aún acrecienta más la certeza del elemento progresivo, del elemento Porcupine Tree. Temas enmarcados entre el medio tiempo y el down-tempo, con bajos hipnóticos de líneas sencillas pero con la virtud de la repetitiva precisión y perfecta conjunción con el bombo de la batería, y la suma de la guitarra que gusta del dealy, flanger y reverb y qué otorga a las composiciones ese aire etéreo, ese carácter huidizo al que ayuda de forma meticulosa el sintetizador. Todo perfectamente empastado, pero aún queda un instrumento, el más complejo, el más definitorio, la voz, extraordinariamente personal e increíblemente bella, de lo mejor escuchado en los últimos tiempos, en ocasiones me recuerda a Wayne Hussey (The Mision), y la forma melódica es imposible desligarla de la de Steven Wilson (P.T.), aún así me parece incluso mejor que la de este último, y recordarme a Hussey, en mi opinión, es un enorme halago, pues la considero una de las mejores voces de todos los tiempos. Un todo desnudo que hacen de estas diez compasiones diez relatos de pausadas sonoridades que se dejan nacer y fluir sin miedo y sin complejos, sin prisa por llegar, anunciando cada cambio justo como tu razón lo dispone. Drama o espíritu épico, lo mismo pueden desarrollar, insinuar alegría jamás. Nada sobra, nada falta, y la producción cristalina y desnuda enfatiza ésta aseveración. Destacar temas es complejo, es obra integral, de escucha completa; “Eternal child”, ”Illusion”, “Ten Drops” o las heroicas “Mandes” y “Hidden Man”.En definitiva Orient Express son el resultado de un trabajo arduo desde que se formaran allá por el 2003, y que nos da perfecta cuenta de que este “Illusion” no es fruto del azar, sino de la constancia y de la fe, de un ritual que ha de conducirles lejos, si fueran ingleses ya estarían dando mucho que hablar, pero nunca el mediterráneo fue mar que regara a la oscuridad y la profundidad. Encarecidamente recomendado para aquellos que sigan los viajes de Wilson y cía.

da Transitmag.ch
Du rock psychédélique, des mélodies typiques du panorama musical italien et une importante activité en concert pour ce groupe venu d'Italie sont la recette du succès qui leur est prédestiné. Plus proches de la musique psychédélique à la Motorpsycho ou God Machine qu’à celle de Pink Floyd période ‘A Saucerful Of Secrets’, les cinq musiciens publient leur premier véritable CD après une aventure démarrée il y a quatre ans déjà. Le timbre est seventies, mais il reste moderne et ne donne pas un sentiment de déjà-vu. La voix de Wito forme une bulle à l’intérieur de laquelle tout le jeu se développe avec une superbe cohésion. La preuve est dans les morceaux ‘Madness’, ‘Illusion’ et ‘Ten Drops’. Les autres titres se valent, avec en primeur la guitare habitée ou hallucinée, c’est selon, et le synth, vraiment digne d’un Moog façon Van Der Graaf Generator première édition. Bref, vraiment une excellente première sortie pour Orient Express, avec de petites fautes peut-être au niveau du songwriting mais elles sont plus que pardonnées ! Cet album est vraiment très bon, prenez donc le temps de vous en approcher et de l’appréhender jusque dans ses multiples coins sombres.

da Vswebzine.com
« Illusion » propose 10 titres de musique très planante avec un chant calme, caressant voire cotonneux. Les tempos sont plutôt lents, les guitares cristallines et aériennes avec de temps à autres un peu de mordant. Les synthés sont très psychédéliques. Bien que très éloigné de ce que j'ai l'habitude d'écouter, je trouve l'écoute de ce disque d'ORIENT EXPRESS assez agréable, même si je trouve difficile d'en retenir quelque chose, c'est comme faire un voyage (et je suppose que c'était l'intention du groupe) quelques ambiance orientales viennent d'ailleurs se greffer à la musique. Mon seul étonnement viendra de l'adjectif dark, car je ne trouve pas leur musique particulièrement sombre.Les amateurs de musiques psychédéliques donc fortement teintées 70's, des vieux PINK FLYOD, de stoner planant devraient y trouver leur compte. Moi, je ne suis pas prêt à l'écouter à longueur de temps mais l'écoute est spéciale, plaisante, reposante. Pas de note, c'est bien éloigné des préoccupations des amateurs de décibels mais c'est une musique qu'on sent vraie et absolument pas commerciale malgré la douceur qui s'en dégage. Notons aussi une pochette très seventies qui fait mouche et sied à cet album.

da Gothtronic.com
Orient Express is an Italian band who play psychedelic rock with a strong melancholic feel. The synthesizer plays a major part in the dreamy and dark sound of this band that shows they master the guitar skills in a very versatile way. Illusion is the debut album of this band with the Italian label My Kingdom Music and this is a recording that sounds quite pleasurable yet doesn’t leave a lasting impression. The progressive psychedelic rock music slowly progresses in it’s own way with some heavy eruptions at set times, yet the songs itself do not stick. The music of Orient Express is definitely not bad, but on Illusion it misses the necessary focus and power. Hopefully this will be corrected on a next release.

da Heavyhardes.de
Ha! Agatha Christie! Mord im Orient-Express! Basierend auf dem Roman der Rote Kimono. Und sie sinds am Schluss alle gewesen. Das kennen wir, klar, wenigestens den Film haben wir gesehen. Und hier? Das kommt auch literarisch daher, die Band beschreibt ihren Sound mit einem Zitat von Milan Kundera, dem bekannten Schreiberling von Die unverträgliche Seichtigkeit des Scheins: "Die Leute werden taub, weil die Musik immer lauter wird, aber weil sie taub werden, muss die Musik immer lauter werden." Tja, da scheint es kein Entrinnen zu geben. Dachten sich zumindest die vier Recken aus Italien und formierten 2002 diese Kombo, die sich auf die psychedelischen, finsteren Pfade solcher Helden wie Motorpsycho, God Machine und anderen begibt.Nach zahlreichen Demos und reger Live-Aktivität schwurbelten die Herren nun ihre Debüt-Scheibe ein, und was vielleicht auf dem Beipackzettel etwas seltsam anmutet - "eine emotionale Reise voller Anspielungen" ah so alles klar -, funktioniert dann doch überraschend gut. Ohne in die leider allzu häufige Psychedelic-Dudel-Langeweile zu verfallen, kreieren Orient Express einen wirklich suggestiven Soundteppich, auf dem man gar wunderbar davonschweben kann. Schöne Melodien stehen da neben harten Riffs, angereichert mit teilweise proggigen Synthesizer-Klängen.Auf den einzelnen Song kommt es da weniger an, vielmehr auf die Gesamtatmosphäre, und die ist dunkel, atmosphärisch und spacig. Wer auf berauschende wabernde Dämpfe und Co. steht, der mag versucht sein selbige anheizen, für uns andere reicht die Stimmung auch so allemal. Feine Sache.

da Helldriver-magazine.de
Auf dem kleinen Label My Kingdom Music kam bereits im September 2007 dieses Album heraus und bei der dem Bandinfo entnommenen Kategorisierung Psychedelic Dark Rock hatte ich ja schon schwülstige Gothic-Belanglosgkeiten befürchtet - und wurde angenehm überrascht! Die zehn Songs in fast 55 Minuten sind nie schwülstig und haben mit Gothic soviel am Hut wie der Papst mit Black Metal. Die Italiener schwelgen in Melancholischen Kompositionen, die oft auch an Grunge denken lassen. Die Band nennt im Info selbst Bands wie Motorpsycho und The God Machine, große Namen, deren Genie hier zwar nicht erreicht wird, die aber schon zu Recht angeführt werden. Gestartet wurde die Band wohl bereits 2002, ist viel rumgekommen (u.a. sind sie beim Budapester Sziget-Festival aufgetreten), hat aber erst 2006 dann mit den Aufnahmen zum Debut "Illusion" begonnen. Der Sound ist wunderbar direkt, klingt kaum künstlich und die Synthies sind sehr smart und als Bereicherung eingesetzt, so klingen manche Songs stellenweise fast ein wenig nach TripHop. Auch Sänger/Basser Wito agiert souverän, unterm Strich fehlen eigentlich nur ein paar herausragende Songs, die sich im Gehörgang festsetzen. In der Diskographie der Combo findet sich ein etwas seltsamer Compilation-Beitrag, nämlich für "This Love / A Tribute To Dimebag Darrell" - beim Covern von Pantera kann ich mir die Band nun gar nicht vorstellen.

da Disintegration.it
Sono poche le cose che agli appassionati di musica piacciono più dell’abbandonarsi alle sensazioni amplificate da certe sonorità. Che sia rabbia, odio, dolore, sogno… La materia che scaturisce da alcuni dischi è come carburante per l’anima dell’ascoltatore. Nel caso degli Orient Express, si viene lentamente avvolti da un vortice blu, placido, fumoso, morbido. L’approccio ai brani più diffuso per questa formazione pugliese è rilassato, “viaggioso”, sinuoso. Splendida è l’opener “Eternal Child”, intessuta di arpeggi e fluidità sonore che un po’ rimandano agli ultimi Anathema o agli intrecci di atmosfere dei Porcupine Tree, così come la title track “Illusion”, “Hidden Man”, la indieggiante “Rats Know” o “Prison Head”. Queste canzoni si sviluppano lungo un crescendo di volumi, che vede tutti gli strumenti e la voce aumentare la loro intensità man mano che ci si avvia verso il finale. Ma c’è anche posto per composizioni che dal principio “ridestano” dal piacevole stadio semionirico in cui induce l’illusione, come “Madness” o “Fiast Dawn”. Qui risalta da subito la ruvidezza, anche se questo non è l’aspetto preferibile per il gruppo. Gli OE sembrano riuscire meglio lì dove fanno maturare con gradualità l’esplosione del suono. Il lavoro sui suoni è accurato, la produzione supporta in maniera perfetta le scelte stilistiche delle canzoni. Dopo una lunga serie di partecipazioni a compilation e due demo, davvero un ottimo esordio.(Mario Bove) voto: 8/10

da Eutk.net

I pugliesi Orient Express giungono al debutto dopo una lunga gavetta, fatta di apparizioni su svariate compilation ed un paio di demo, ma anche di importanti apparizioni, in sede live, al fianco di molte bands conosciute, quali Punkreas e Marlene Kuntz.Il rock della band è molto liquido, dilatato, ricco di influenze psichedeliche che vengono direttamente dagli anni ’70, con tastiere rarefatte ed un sound che via via si fa sempre più essenziale ed in certi punti minimale.Canzoni come “First Dawn” ed “Euphoria” sono perfette per un sottofondo rilassante, capaci di condurti in uno stato di dormiveglia, quasi all’oblio, grazie alle loro atmosfere soffuse e languide.Notevole è la dose di oscurità di questo disco, anche se questa non si fa mai minacciosa, e forse sarebbe più opportuno definire questo “Illusion” come un disco notturno, dai tratti marcatamente onirici.La voce del singer Wito spesso sembra sussurrare, più che pronunciare, le parole.Nel complesso ci troviamo di fronte ad un disco particolare, mai sopra le righe, introspettivo e intimo, sicuramente non apprezzabile da chiunque.voto 7/10

da Metalteamuk.net

Orient Express are from Italy and exhort us to “have a great trip” with their self-proclaimed Psychedelic Rock, adding that their style could be rock, hard rock or pop. I’m not sure what is quite meant anyway by the word psychedelic in respect of music. Colourful and drugs-inspired, perhaps? “Illusion” certainly isn’t like Hawkwind or Alchemist who have both had the psychedelic tag attached to them. Tiamat, maybe. This album is mood music, a bit too dark to be described as colourful. Mellow is a word I would definitely associate with it, hypnotic and dreamy too, and there’s a strong hint of Pink Floyd about it.The album gets underway with a slow and contemplative number called “Eternal Child”. Whispered vocals accompany the calming rhythm. It has a Prog feel. The pleasant and relaxing riff brings to mind music for midnight, music to relax to in a quiet bar or lounge. The track does pick up in tempo, and it is skilfully done too. Perhaps it is the Italian connection or the album’s ability to conjure up dreams of faraway lands but I was starting to think at this stage of Orient Express as a mellow and acoustic version of Novembre. The second track “Madness” was on the face of it more straightforward, having a rock beat with Prog vocals the rhythm is hypnotic and the keys add flavour in the background. The track “Illusion” features more slow to medium paced twangy technical guitar, not a million miles from Sieges Even but with a more emotional and melancholic edge. Extra terrestrial sounds run through “Prison Head”. It has an insistent acoustic background. The vocalist pumps out emotion, before the track builds up majestically and Opeth-like which is where it ends. By the time we are at “Ten Drops”, the sixth track, the calming, Eastern-style sound is akin to a Robert Plant solo number, the vocals somewhere between Chris Rea and David Bowie. “First Dawn” has the emotional strains of Pain of Salvation. “Hidden Man” sums up the Orient Express style – a simple sounding, catchy rhythm, which is then re-worked dreamily. I detected shades of Katatonia in the riff. The highlight of “Illusion” for me though was the 8 minute last track “Euphoria”. I could listen to this track all day. Familiarly soothing, the rhythm serves to hypnotise, developing into an Isis-like build up and featuring some touching guitar work. It’s quiet but powerfully majestic at the same time. Simply sit back, relax and enjoy.Although this is Orient Express’s 1st full album, the band has been around since 2002 and it is clear that they have spent the time developing a rich song structure. The result is what they claim: a dreamy, magic trip. It took me a few listens to get into “Illusion” but it was well worth the effort. I suggest you try it yourself.

da Ionohosting

From Wikipedia:” The Orient Express is the name of a long-distance passenger train originally operated by the Compagnie Internationale des Wagons-Lits. Its route has changed many times, and several routes have in the past concurrently used the name (or slight variants thereof). Although the original Orient Express was simply a normal international railway service, the name has become synonymous with intrigue and luxury travel. The two city names most intimately associated with The Orient Express are Paris and Istanbul, the original endpoints of the service. The current Orient Express does not serve Paris or Istanbul, Its immediate predecessor, a through overnight service from Paris to Vienna ran for the very last time from Paris on Friday, 8 June 2007. Since then, the route, still called 'The Orient Express', has been shortened to start from Strasbourg instead [1], occasioned by the inauguration of the LGV Est which affords much faster travel times from Paris to Strasbourg. The new curtailed service leaves Strasbourg at 22.20 daily, shortly after the arrival of a TGV from Paris, and is attached at Karlsruhe to the overnight sleeper service from Dortmund to Vienna.” Right, and apparently a rock band from Italy thought this would be a cool name for their band, but apparently they are not the only ones as there are several other bands using the name. Weirdness eh?In any case this Italian band is described as dark psychedelic rock. I’ve always felt that the whole psychedelic rock genre wasn’t a very well defined genre though. I mean it just seems like most bands from the late 60’s get lumped into the genre simply because they all took hits of acid and smoked grass, but yet most of these bands don’t really sound trippy or dreamy to me. Some, yes, but most, no. As I understand it this genre attempts to replicate the mind-altering experiences of hallucinogenic drugs. My only experience with such is marijuana years, and years ago. All I remember doing is laughing nonstop, going to a restaurant, ordering five orders of pancakes, and then coming home and vomiting all over my parents bathroom floor. Bad experience man.To me this Italian band just sounds kinda dark and slow. They aren’t really bad, but then there not really good either. The music slowly plods along with calm clean vocals, some odd synths and even some interesting guitar work here and there. As I keep listening I keep waiting for something more dramatic to catch my attention or to enter into a dreamy haze and feel like I’m floating on a cloud, but only kinda get it here and there. So who knows maybe these guys are dark psychedelic rock, but as it stands this isn’t an immediate attention grabber, but more of just a background album that’s okay to play now and then. But hey you know what your into so give ‘em a try if it sounds fetching.

da Musik.terrorverlag.de

„Psychedelic Dark Rock“ aus Italien. Das hört sich doch vielversprechend an! 2002 gründeten die Herren Wito, Pablo und Gg ihre Combo, die warmen 70ies Sound mit düsteren Einflüssen zu kreuzen sucht. Später stieß noch Keyboarder Blondy (guess why!) hinzu, der den Bandkosmos um synthetische Geräusche erweiterte. Nach einem selbst-produzierten Demo sammelte man ausgiebigst Live-Erfahrungen und auch ein paar Preise. So wurde man für die beste Version der „Europäischen Hymne“ ausgezeichnet, offensichtlich handelt es sich hier um eingefleischte EU-Fans. Ein Beitrag zu einem Dimebag Tribute Sampler markiert das andere Ende der Fahnenstange, wobei man musikalisch mit PANTERA so gut wie nichts zu tun hat.Man beruft sich auf GOD MACHINE und MOTORPSYCHO, rechnen wir noch Kollegen wie CANAAN oder die genialen GOBLIN aus dem eigenen Lande hinzu, schon erhält man in etwa eine Vorstellung vom Klang der 10 Kompositionen. Eine erdige Produktion, viele Dynamik Wechsel, psychedelische/ akustische Parts, Keyboard Unterfütterung, melancholische Riffs. Witos kehliger Gesang verbirgt seine südeuropäische Herkunft recht ordentlich, ist aber auch etwas entfernt davon, wirklich Maßstäbe zu setzen. Ebensolches lässt sich auch über die Musik sagen. Sehr gefällig für einen Abend im sagen wir mal Rauchhaus, doch die über alles erhabenen Emotionen fehlen noch. Als Kernstück würde ich „Rats know“ ansehen, das nach einer langen Einführungsphase richtig nachlegt. Artwork und Gestus stimmen hier, wenn man nun noch die Arrangements besser ausarbeitet, die Kontraste stärker akzentuiert und etwas mehr Leidenschaft einbringt, könnte man schon bald zu den (bereits vorhandenen) starken Düsterexporten aus Italia aufschließen. Das New Dawn Sublabel von My Kingdom wird ihnen Zeit zur Reife geben. Noch ist das eine Illusion...

da Babylomagazine.net

Le svariate esibizioni di spalla a nomi celebri del panorama alternativo italiano degli ultimi dieci anni quali Tiromancino, Punkreas e Marlene Kuntz ce li avevano fatti conoscere, e oggi registrano il loro primo full lenght per la My Kingdom Music: sono i pugliesi Orient Express e il loro disco si intitola "Illusion". Il genere proposto dai quattro deve abbastanza al post-rock e qualcosetta al noise, ma sembra essere la la psichedelia settantiana il loro principale punto di riferimento, anche per quanto riguarda tematiche e artwork, entrambi piuttosto lisergici; in "Rats Know" si calcano addirittura sentieri synthpop: esperimento un po' estraneo al contesto ma non stona (almeno non troppo). I pezzi sono strutturati in modo da creare un amalgama che, grazie a distorsioni mai esasperate, assenza di passaggi violenti e una certa lascivia di melodie, sa trasmettere serenità nell'ascoltatore, nonostante alcuni passaggi dal carattere maggiormente 'dark' (Disciplinatha?). Ciò però a scapito delle emozioni, che risultano disgraziatamente un po' troppo dilatate, facendo dimenticare all'ascoltatore il punto di partenza di certi fraseggi psichedelici dal sapore tutto italiano che, velocizzati e potenziati, risulterebbero più intriganti e coinvolgenti. Importante il lavoro di basso di Wito, che nelle sue parti sembra intessere una ragnatela i cui fili collegano parti del discorso che altrimenti risulterebbero un po' troppo separate tra loro. In definitiva un dischetto abbastanza riuscito e gradevole all'ascolto, ma un po' diluito e sfortunatamente limitato da una certa prolissità che purtroppo ha prevalso in sede di songwriting, nonostante la molteplicità delle influenze che lo hanno plasmato. Destinato unicamente ai fan dell'indie italiano.

da Sensorium.it
Piacevole scoperta gli Orient Express, giunti, neanche da troppo lontano (sono italiani), alla guida della locomotiva del loro treno delle vaghe illusioni. Attivi da poco più di cinque anni, con un demo e un promo CD all'attivo, nel maggio di quest'anno arriva la firma dell'ambito contratto discografico. Grazie ad una intensa attività live, la band è giunta all'esordio rodata, senza la necessità di dover spendere prezioso tempo in studio per perfezionare l'affiatamento tra i quattro membri."Illusion" è un album intenso, sognante, pregno di richiami alla psichedelia che negli anni settanta riempì d'inchiostro numerose pagine del grande libro che narra la storia musicale. Il caledoscopio di cui è composto l'universo musicale degli Orient Express richiama il lato meno 'sporco' dei Motorpsycho e i God Machine. Incantevole "Euphoria", la traccia posta in chiusura. Dopo una intro sognante, arricchita da rintocchi al pianoforte, la chitarra elettrica spezza la tensione emozionale e apre il brano più atmosferico e dilatato di tutto il lavoro.Senz'altro in tema l'artwork, dalla grafica che richiama a sua volta gli anni settanta e il vinile. Chiudiamo con la citazione di Milan Kundera con la quale la band ama presentare il proprio stile: "Le persone stanno diventando sorde a causa della musica suonata a volumi sempre più elevati, ma, proprio perchè stanno diventando sorde, la musica deve essere suonata a volumi sempre più elevati".
Stefano Serati

da Dagheisha.com
Gli Orient Express propongono il loro primo full lenght dopo anni di gavetta, ben cinque, materializzatisi in svariati demo e apparizioni in compilation. La prima impressione che mi colpisce è quella di un lavoro frutto di grande impegno e serietà; ciò si conferma per tutta la durata dell’album, risultando quasi impossibile scovare cadute di stile, momenti riempitivi. A prescindere dai gusti musicali ciò rende un merito notevole al quartetto di Barletta. La loro miscela onirica di hard rock, ricca di suggestioni, momenti di assoluto oblio, graffi chitarristi dolorosi, è assolutamente in grado di coinvolgere l’ascoltatore; il fascino delle composizioni riesce a vincere sul pericolo monotonia-noia dovuto al motivo di trovarsi di fronte a contenuti molto omogenei nello stile, a canzoni dalla durata superiore alla media radiofonica dei soliti 3:30 (la media oscilla sui 5’ abbondanti). Forti sono i richiami agli anni ’70, ma non c’è la sublimazione di stilemi triti e ritriti. Forse l’unica critica che mi sento di muovere ai ragazzi è la difficoltà di penetrare il territorio “consumer”, la proposta risulta comunque di nicchia e comporta uno sforzo per l’ascoltatore che mal sopporta canzoni lunghe o che comunque non è appassionato di rock lisergico. D’altro canto, ritengo che 'Illusion' farà esultare gli appassionati del genere per i succitati motivi. Rimane quindi un ottimo lavoro, da ascoltare in assoluta solitudine, silenzio con l’ unica compagnia di un lieve spiraglio di luce.

da Shapelesszine.com
Devo ammettere in tutta sincerità che la recensione del debutto dei pugliesi Orient Express è stata una delle più problematiche che mi siano mai capitate. Mi arriva questo pacchetto della My Kingdom Music, un'etichetta che apprezzo da sempre per la qualità altissima dei lavori prodotti; mi ritrovo tra le mani questo strano promo, con una copertina che sembra mischiare la psichedelia degli anni '60 con i pupazzi di "Nightmare Before Christmas"; inizio a leggere e mi trovo davanti un gruppo che viene definito come psychedelic dark rock e che cita tra le maggiori influenze band come i Motorpsycho, i God Machine e la scena psichedelica degli anni '70... Ho pensato, 'ehi, questa è proprio roba per me!'. Vado avanti a leggere e scopro che la band è nata nel 2002 ed è composta da Wito (basso e voce), Pablo (batteria), Gg (chitarra) e Blondy (sintetizzatore). Dopo alcuni anni di gavetta, in cui la band ha potuto suonare assieme ad altre realtà italiane come Marlene Kuntz, Eugenio Finardi, Radiodervish, Yo Yo Mundi ecc, arriva nel 2007 il contratto con la My Kingdom Music, che si concretizza nella pubblicazione di questo "Illusion". A questo punto piazzo il CD nel lettore e inizio a farmi avvolgere dalle trame create da questi ragazzi e l'impressione è subito buona: "Eternal Child" è un brano lento, malinconico ma non freddo; le chitarre si intrecciano in una pioggia di note, mentre la batteria alterna carezze a momenti più vigorosi. La voce di Wito convince per stile e interpretazione e, in generale, la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un gruppo già maturo. Si passa poi a "Madness" e quella che viene fuori è la seconda anima del gruppo: le chitarre si fanno più graffianti, fanno capolino i citati God Machine e si intravede un po' di attitudine grunge. La parte strumentale mi è piaciuta molto, ma devo dire che le linee vocali mi sono sembrate più curate nel primo pezzo. Vado avanti così, ascoltando e riascoltando canzone dopo canzone il lavoro degli Orient Express e vedo la band mischiare abilmente le carte; la title track e "Prison Head" sembrano fondere le due facce del gruppo, trovando il giusto equilibrio tra le parti; "Rats Know" è una bella parentesi con atmosfere lisergiche e orientaleggianti; "Today" mi culla con il languore di quelle canzoni che ti parlano di malinconica speranza; fino ad arrivare a "Euphoria" che, con i suoi otto minuti di durata, va citato tra i momenti migliori dell'intero disco. Insomma, i minuti scorrono, tutto (o quasi) funziona, questi ragazzi sono davvero bravi... eppure c'è qualcosa che non mi quadra. E qui arriva il problema. Io non sono ancora riuscito a isolare, razionalmente, la causa di questa sensazione: posso effettivamente dire che i momenti più veloci ed energici, a mio parere, sono meno riusciti di quelli più calmi e suadenti, ma questo non è sufficiente. Il fatto è che gli Orient Express non sono riusciti ad entrarmi dentro come invece mi succede per numerosa altre proposte dell'etichetta nostrana. È come se la loro musica, per me, si fermasse alla superficie, senza arrivare a toccare quelle corde emotive che permetterebbero una vera comprensione di tutto "Illusion". Questo, essendo un problema totalmente soggettivo, potrebbe risolversi con una scrollata di spalle da parte di voi lettori e della band: insomma, chissenefrega. Vero, però non potevo neanche ignorare questo fatto. La musica degli Orient Express non può essere giudicata solo con criteri razionali, sarebbe assurdo: l'emozione, il sentimento, l'impulso irrazionale sono tutte componenti essenziali in una proposta come la loro. Insomma, per quanto mi riguarda, gli Orient Express hanno realizzato un lavoro interessante, personale e ricco di sfaccettature che, però, non riesce completamente a centrare l'obbiettivo. Detto questo, però, il mio consiglio è dare loro una chance e di provare ad ascoltare qualche loro canzone: sono sicuro che molti di voi potrebbero rimanere rapiti dalla loro proposta.
(Danny Boodman - Novembre 2007) Voto: 7.5

da Metalloitaliano.it
Una proposta quasi intima quella dei nostrani Orient Express, autori di un dark rock dalle forti tinte psichedeliche e tipicamente ‘70s. I loro disco di debutto, questo “Illusion”, si caratterizza infatti per un’alternanza quasi complementare tra strutture musicali tipicamente rock ed una serie di aperture al mondo dark e psichedelico che catapultano gli Orient Express in un limbo sonoro molto personale e curioso. Le due facce della medaglia, le iniziali e diverse “Eternal Child” e “Madness”, descrivono meglio di mille recensioni i due aspetti fondamentali di questa compagine, assolutamente atmosferica ed avvolgente la prima, vigorosa e scorbutica la seconda. Tutto il disco, dunque, si muove su queste coordinate stilistiche, sfruttando con ridondanza semplici arrangiamenti di chitarra per le parti più soft e “teatrali” ed utilizzando, in maniera intelligente, i sintetizzatori ed il pianoforte. Spesso, gli Orient Express costruiscono i propri brani in maniera che il refrain venga quasi esploso in faccia all’ascoltatore, in un crescendo di atmosfere rarefatte ed introspettive. Ottimi brani come la magnetica titletrack e la vibrante “Rats Know” si alternano, però, a composizioni meno ispirate e ridondanti, in cui gran parte del pathos creato dalla band si disperde inesorabilmente e con un certo rammarico di fondo. Un vero peccato, perché oltre a questo particolare appunto e ad una produzione troppo freddamente “analogica”, il primo disco di casa Orient Express mette in mostra delle doti di un certo rilievo che, molto probabilmente, potranno essere sviluppate e potenziate nell’immediato futuro. Le qualità per fare bene ci sono ed il passaggio fondamentale del primo disco è stato superato dalla band del roster My Kingdom Music con una certa disinvoltura. Vediamo cosa combinano già dal prossimo disco...
Maurizio Gabelli

da Heavy-Metal.it
Gli Orient Express sono una giovane band che debutta con "Illusion". Come mostra chiaramente la copertina l'intenzione di questi ragazzi è quella di miscelare psichedelia ed atmosfere settantiane con atmosfere un po' cupe e vagamente gotiche, il risultato non è tuttavia a mio avviso ancora del tutto maturo. Innanzitutto la componente settantiano/psichedelica è decisamente preponderante rispetto al lato darkeggiante, inoltre al limite a modernizzare la proposta più che la cupezza c'è un certo feeling rock... insomma, le dieci tracce che compongono "Illusion" puntano tutto sulle atmosfere ricreate, incentrandosi soprattutto sulla liquidità e sulla languidezza del sound. Purtroppo non tutto funziona come dovrebbe e alla fine l'ascolto mi è risultato un po' ottundente e ho faticato più di una volta ad arrivare alla fine del cd, non aiutato dalla omogeneità delle canzoni che tendono un po' a confondersi l'una con l'altra (motivo per cui non ne ho citata nessuna in particolare)."Illusion" è comunque un cd che si merita tranquillamente la sufficienza e gli Orient Express dimostrano anche di avere delle idee interessanti, tuttavia ho l'impressione che ci sia bisogno di focalizzare meglio la proposta musicale per avvincere veramente gli ascoltatori.

da Auxportesdumetal.com
Attention voici venir un futur grand ! Un futur grand ? Oui. Je me mouille, je prends le risque : Orient Express deviendra culte. C'est aussi obligé que le soleil se lèvera demain matin. Pourquoi ça me direz vous ? C'est tout simple : vous connaissez beaucoups de groupes capables de combiner voyage atmosphérique à la Anathema avec des mélodies pop toujours touchantes, et le grand trip des années 70 ? Voilà, vous commencez à comprendre.Rajoutez à cela que cette recette est préparée avec une classe digne d'un Paradise Lost et là, plus de doutes. Il ne manque que quelques années d'expérience à Orient Express et une paire d'albums pour devenir un groupe référence. Passionnant de bout en bout, jamais ennuyeux, plein de beaux moments, ce disque fleure bon l'inspiration. Les acoustiques font très Opeth (excusez du peu) et contribuent à nous immerger totalement dans cette merveille de premier disque.De "Eternal Child" à "Euphoria", vous aurez beau passer par "Rats Know", "First Dawn" et le burné mais toujours léger "Madness", impossible de décrocher de cette bête de disque, il vous rentre en entier dans la tête et plus moyen d'en réchapper. Bordel, il y a même du U2 de ci delà !Entre progressif, atmosphérique et beauté pure et simple, voici une autre manière de voir la musique légère. Un délice, vraiment !

da Ancientspirit.de
Bereits 2002 gegründet, schaffen es ORIENT EXPRESS erst jetzt, mit ihrem Debüt auf den Plan zu treten. Eigentlich verwunderlich, denn mit ihrer Mischung aus psychdelischem, teils gar hypnotischem und emotionalem Rock, melancholischer Atmosphäre, ein paar progressiven und funkigen Elementen, sowie Indie-, Trip-, Art-Rock-, Soul/Blues-, Alternative- und Pop-Anleihen. Mal erinnert dies etwas an ruhigere ENGINE, dann wiederum an Acts wie GOD MACHINE, SEIGMEN oder gar BLACKFIELD, oder auch hier und da an Acts wie ALICE IN CHAINS, STONE TEMPLE PILOTS oder THE CULT. Jedoch vermögen es die Italiener, trotz gegen Ende leider etwas nachlassendem Niveau, durchweg recht eigenständig zu agieren und direkt eine gehörige Duftmarke in der Szene zu hinterlassen. Anspieltipps: Die überragenden ersten drei Songs und dabei vor allem den Titeltrack!!!Danke My Kingdom Music, daß ihr immer wieder solch coole, emotionale Bands ausbuddelt und veröffentlicht, obwohl ganz offensichtlich kommerziell hier nicht wirklich viel zu holen ist. RESPEKT!
Hage, 9 Punkte

da Metalglory.de
Illusion soll vom Genre her in die Richtung „Psychedelic Dark Rock“ gehen. Das ist aus meiner Sicht schon die Illusion bei der Scheibe!Sie ist eher rockig abgestimmt mit fordernden Bassdrives („Illusion“) und einer Hardrock- Gitarre die bei „Ten Drops“ sogar mit einem leichten Blues ausläuft. Unverkennbar sind Ansätze in Richtung in die dunklere Seite von Pink Floyd, doch leider in der Umsetzung nur streckenweise und auch nur mit dem Synth- Klavier angedeutet („First Dawn“).Der Gesang passt überhaupt nicht zu dem psychedelischen Anspruch der CD, er kommt zu hell und sanft herüber und bildet zeitweise zu der sauber abgestimmten und klanglich sehr guten Musik einen Anachronismus.Fazit: Ruhiger (Hard-) Rock, der leider gesanglich nicht überzeugt!

da Stormbringer.at
ORIENT EXPRESS aus Italien haben in ihrer Heimat in kürzester Zeit seit der Bandgründung schon mal zahlreiche Lorbeeren eingeheimst. Mit dem Debutalbum „Illusion“ im Gepäck schicken sich die vier Burschen jetzt an, auch den Rest Europas zu überzeugen, was mit den zehn psychedelischen Dark Rock Songs der Platte auch durchaus gelingen dürfte.Während der Albumopener „Eternal Child“ anfangs noch etwas schleppend daherkommt, kristallisiert sich bald ein durchaus angenehmes Hörerlebnis heraus. Zwar sind die Songs auf „Illusion“ durchwegs sperrig und vertrackt, aber echte Conoisseure schreckt das ja nicht ab – eher im Gegenteil. Die sanft angezerrten Gitarren von Gg, die sphärischen Vocals von Basser Wito, dazu der abgespacte Synth von Blondy und die präzisen Drums von Pablo schaffen eine äußerst faszinierende, fast schon hypnotische und zuweilen grungige Stimmung, die vor allem auf „Madness“ oder „Today“ gut rüber kommt.Leider krankt das Album, wie so viele Erstlingswerke so vieler Bands, etwas an der Produktion. Zwar wird der Sound nie wirklich störend, aber man hat ständig den Eindruck, dass die ganze Scheibe wesentlich besser hätte klingen können, zumal auch der Mix stellenweise die falschen Instrumente in den Vordergrund stellt. Dass nicht alle Songs gleichermaßen überzeugen, ist ebenso natürlich und insofern verzeihlich, als der Gesamteindruck der Platte ein durchwegs positiver ist.Mit einem Wort: ORIENT EXPRESS haben mit „Illusion“ eine bemerkenswerte Debutplatte hingelegt, die ihnen in vieler Hinsicht den Weg öffnen wird. Ein absolut hörenswertes Stück Musik, das sowohl Gothic-, Progressive als auch Grunde- und Rock-Fans überzeugen dürfte. Reinhören empfohlen!
Wertung: 3.5 von 5.0

Da Rock Hard di Novembre '07
L'ascolto del primo lavoro ufficiale dei nostrani Orient Express è un'esperienza straniante, un viaggio onirico in territori lontani e inesplorati: ogni brano di "Illusion"(titolo particolarmente azzeccato) proietta l'ascoltatore al cospetto di un panorama sempre nuovo e multiforme, dai contorni a volte moribidi e sfumati e altri estremamente spigolosi e definiti. Psichedelia, rock e studiata sperimentazione si combinano a creare un raffinato e sfuggente gioco di contrasti, che ha il pregio di incuriosire, coinvolgere ed attrarre inesorabilmente verso inconsuete dimensioni musicali. Rabbia e dolcezza, aggressività e melodia, disicanto e sognante svagatezza: gli Orient Express passano con spiazzante disinvoltura da un estremo all'altro, guidandoci per mano lungo un percorso ipnotico privo di punti di riferimento o di certezze di sorta. E' la ricerca di una qualche forma di evoluzione, continua e instancabile, la stella polare che guida l'operato del gruppo, il quale già alla prima occasione dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che, se sviluppate coerentemente d'ora in avanti, potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana.

Michele Martini

Da Metal hammer di Novembre '07
Nati nel 2002, gli Orient Express si presentano in maniera abbastanza originale, come una band che fonde suggestioni diverse. Il gruppo si è formato attraverso svariate esperienze live, aprendo per realtà musicali diverse per approdare oggi al proprio debutto. "Illusion"è un disco soffuso, delicato, fatto di arpeggi malinconici e ritmiche lente, dondolanti, un insieme che culla l'ascoltatore assieme ad un cantato pulito e mai aggressivo. Lo stile del gruppo pesca da un vasto bagaglio di influenze, per esempio dal progressive settantiano un incedere sghembo e barcollante, dalla new wave degli anni '80 una maliconia di fondo che permea tutti i brani e dall'indie anni '90(tanto dai Motorpsycho quanto dalla scena italiana dell'epoca) un"'indolenza" cronica. L'essere un crogioulo di stili rende sicuramente "Illusion" un disco dalle potenzialità interessanti, ma costituisce anche un suo limite, non riuscendo a dare una verà identità al suono di questo gruppo. Di per sè "Illusion" scorre bene, si rende gradevole fin dall'inizio anche a chi è avvezzo a cose ben più dure, ma da metà in poi sfuma in una sorta di sottofondo indistinto. Un buon accompagnamento per un viaggio in auto, ma un pò di mordente in più non guasterebbe.

Michele Marinei

da Artistsandbands.org
Non c'è dubbio che il coraggio e la voglia di capovolgere gli schemi sia il concetto di base della nostrana MyKingdom Music, anni dopo anni la piccola, ma esperta etichetta, si butta a capofitto su produzioni che risultano essere sempre delle vere piccole scommesse supportando e credendo sino in fondo a queste, ciò purtroppo non accade con le major che spesso non sono sinonimo di qualità e trasparenza, ma ahimè anche con le micro-indie che si concentrano troppo spesso su un genere 'vendibile' seppur di nicchia o a produrre solo gruppi clone nella speranza di guadagnare avidamente qualche briciola di mercato rimasta.Lo dimostra ad esempio questo disco degli italianissimi Orient Express dalla Puglia, "Illusion" di fatto è un chiaro monito a chi crede che tutti facciano musica per soldi, fama e facile successo.Questo lavoro è tutto tranne un prodotto preconfezionato, è un lavoro in cui campeggiano atmosfere pacate, composizioni che scaturiscono dal cuore e da sensazioni autentiche, pathos e background si confondono con l'aura di oscura oppressione e malinconica destabilizzazione. Potremmo definire questo "Illusion" come un caldo accoccolarsi di rock psichedelico seventies e pop-hard-rock novantiano specie americano ed inglese assemblato con gusto e raffinatezza.Un viaggio nelle sensazioni più recondite e nella musica vera, fatta con passione ed esperienze più o meno 'traumatiche', il passaggio di un treno, appunto, che non corre veloce, ma che scruta e mantiene il tenero e paranoico ricordo degli affascinanti paesaggi intravisti dal finestrino e dei luoghi fissati nella mente che sono poi gli 'scali' della vita.Un incedere minimale si dipana in percorsi ed intrecci alternativi con una accorta variazione di pressione sugli strumenti per quindi meglio supportare i momenti acidi, quelli di rabbia emotiva, ad ampio respiro e mesta auto distruzione incastonata su morbide atmosfere acustiche e orpelli sintetici che tuttavia danno sempre un senso di umana passione piuttosto che ad un plastico gioco di artifizi.L'arrangiamento dei brani è pressoché perfetto e si esprime al meglio sopra la base ritmica in cui il batterista si concede poco in tecnicismi ma con piglio ed estro che fanno della normalità una costante di meravigliosa espressività, in alcuni frangenti abbiamo basi quasi al limite con il trip-hop ed acidi arpeggi di chitarra o seminali assoli tanto evocativi quanto legati ad un senso metafisico si comporre ed eseguire (cosa che si può ritrovare solo nei vecchi dischi a cavallo tra i '60 e '70).Sono presenti in tutto ben 10 brani e non me la sento di dire quale sia quello che più mi ha colpito poiché seppure nella loro lineare sinuosità riescono a colpire e coinvolgere l'ascoltatore più sensibile e capace di carpire messaggio e lidi di destinazione degli Orient Express.Un loro trade mark lo hanno di certo, ovvero la capacità di creare brani semplici e sempre con la stessa impronta, una tensione che si spinge ansiosa per tutta la durata senza quasi mai spezzarsi, al massimo arricchendosi di un ingrossamento del sound morbido e sensuale con aperture che dall'intimistico risorgono nelle accelerazioni, nelle melodie più imponenti e schegge rock, senza mai scomporsi più di tanto, conservando un senso di eleganza e nichilista egoismo.Prospetto per il futuro una ulteriore evoluzione ma credo che la band sia davvero sulla buona strada e molto più coraggiosa di quanto possa sembrare ad un superficiale e sbadato primo ascolto.Gruppo ed etichetta da supportare, rigorosamente made in Italy.Brani suggeriti: Tutti.

da Darkroom-Magazine.it
Rating : 7.5
La My Kingdom è da poco tornata a farci visita con una delle sue release professionali ed artisticamente elaborate. Stavolta, però, niente metal nelle nostre casse: gli autori di "Illusion", all'anagrafe Orient Express, sono quattro musicisti pugliesi con diversi demo ed un'importante attività live alle spalle, dediti ad una materia musicale notturna e sfumata, una rivisitazione in chiave proto-dark del movimento psichedelico degli anni '70, talvolta congiunta a richiami grunge (soprattutto per quanto riguarda le liriche, incentrate sul mal di vivere della società contemporanea) e perfino new age (provate ad ascoltare "Ten Drops"). Sciorinando dodici episodi sospesi tra avvolgente delicatezza ("Rats Know") e leonina acidità ("Madness"), tra i quali rimbalzano moderni ed iridescenti echi di Radiohead e Muse ("Prison Head"), i Nostri enfatizzano il già vistoso lato viscerale-emotivo di un sound stilisticamente a cavallo tra passato e presente, forse ancora un po' troppo sofisticato per potere essere apprezzato da un pubblico di vasta scala, ma, per chi scrive, adattissimo ad ascolti impegnati e prolungati nel tempo. Più che importante si rivela, nell'economia della band, la presenza del synth di Blondie, pennello tinto di blu che agisce romantico sulle nostalgiche ed effettate partiture di Gg (chitarra), sui sapienti rintocchi di Pablo (batteria) e sulle liquide onde di Wito, virtuoso bassista, ma anche vocalist veramente dotato dal punto di vista interpretativo. Suggestive note di piano cadono come soffici gocce di pioggia sui motivi dell'opener "Eternal Child" e della conclusiva, bellissima "Euphoria", mentre una minimale ed ovattata elettronica fa da cornice alla spettacolare "Rats Know", rendendola ancor più godibile e sofisticata. Anche se nella seconda parte assistiamo ad un piccolo calo di ispirazione, non ci sono eccessive pecche in questo debutto suonato con classe e passionalità, personale e scevro da qualsiasi compromesso. Se volete correre il rischio, ascoltatelo possibilmente di notte: senza ombra di dubbio, l'illusione degli Orient Express vi rapirà con il suo irresistibile fascino ipnotico. Non lamentatevi, però, se non riuscirete a liberarvi dall'incantesimo: noi vi avevamo avvertito!

da MeanMusik.de
Es gibt Bands, die entwickeln sich weiter, und es gibt Bands, die sich eher zurück entwickeln.Orient Express gehört definitiv zu ersterem. Seit sie 2003 das erste Demo veröffentlicht haben, haben Orient Express einen interessanten und erfolgreichen Werdegang hingelegt.Mit Illusion präsentieren Orient Express ein sehr abwechslungsreiches Werk. Es wirkt sehr ruhig und verspielt, vielleicht auch etwas chaotisch. Allerdings bietet es dadurch Hörgenuss pur.Zehn schön aufeinander abgestimmte Tracks, die, jeder für sich, in einem stimmigen Klangbild verpackt sind. Es ist keine Musik für ne Party, aber für nette Runden mit Freunden sollte man die Band auf jeden Fall im Player haben.Alles in allem ein wirklich gelungens Werk, das es sich zuzulegen lohnt Bewertungsbox
Sound: 9 von 10Booklet: 5 von 10Laufzeit: 9 von 10Specials: 5 von 10--------------------------------------------------------------------------------Gesamt: Bewertung: 7 von 10

da MetalWave.it
Gli Orient Express suonano insieme dal 2002 e ora escono con questo primo full-length "Illusion", registrato al Gel Studio e pubblicato dalla italiana My Kingdom Music. Non so dirvi molto di questi quattro ragazzi, ad esempio da che parte d'Italia provengano, ma comunque questo cd è un discreto lavoro di rock dalle tinte psichedeliche che mostra numerose aperture melodiche, grazie all'abbondante utilizzo del synth. Nella bio si cita come forte influenza la scena rock psichedelico anni '70, ma penso che questo album sia eccessivamente prodotto e anche troppo ben curato per poter avere il vero feeling e l'emotività un po' grezza e naif che era tipica dei dischi di quegli anni. A tratti si sentono anche influenze hard rock, e a pezzi ispirati come la traccia d'apertura "Eternal Child" se ne alternano altri che non lasciano molto il segno. I nostri suonano anche piuttosto affiatati tra loro, e a dimostrazione di ciò c'è un discreto gusto per gli arrangiamenti, però l'intero disco sfiora quasi la durata di un'ora e la cosa alla fine risulta un po' noiosa.In conclusione un lavoro abbastanza emozionante e ricco di momenti di atmosfera, e ben suonato; forse ci si poteva aspettare qualcosina di più a livello di songwriting, ma considerando che è solo il primo full-length non c'è male!

da BurnYourEars.de
Stil (Spielzeit): Progressive Rock (54:37)
Label/Vertrieb (VÖ): My Kingdom Music (5.9.2007)
Bewertung: Hörenswert. [8/10]
Na das kann sich doch rein optisch sehen lassen! Im Gegensatz zu den meisten hässlichen T-Shirts, die in den europäischen Fußgängerzonen bei H&M derzeit in den Schaufenstern hängen, sieht dieses Cover wirklich nach Drogenexzess, Psychotrip, freier Liebe, Schlammschlacht und Friedensbewegung aus. Natürlich ist das nicht unbeabsichtigt der Fall, in ihrem Pressetext weisen sie überflüssigerweise auf ihren ohnehin hörbaren Bezug zur Psychedelic Rock aus den 70ern hin. Verschlafen, entspannt und weltfremd kommen die Italiener auf ihrem ersten regulären Album, der seit 2003 aber insgesamt siebten Veröffentlichung, daher. Jedenfalls ist das der erste Eindruck, den ich von den zehn unscheinbaren Stücken bekomme. Wirklich großartige Fingerverrenkungen oder Rhythmusüberfälle lassen sich beim ORIENT EXPRESS nicht finden. Doch kaum will man die Schublade für Unscheinbares und Belangloses schließen fällt einem die Schönheit dieses Albums ins Ohr. Unbeschwert, zerbrechlich und zart wechseln sich die Instrumente und die wohlklingende Stimme mit moderaten Rock-Passagen ab. Stücke wie "Rats Know" und "Illusion" wirken zerbrechlicher als das Meiste was ich je in den unendlichen Weiten des Rocks gehört habe. "Prison Head" wirkt dank wirrer Elektronikspielchen die sich zwischen dem funkigen Bass schlängeln wahnsinnig fremd. "Ten Drops" führt auf eine staubige, endlose Landstraße und lässt den Hörer förmlich den Staub schmecken.Was bleibt ist ein schlüssiges und stimmiges Album, was überzeugt aber die Reize nicht aus dem Fenster hängen lässt. Und der zunächst etwas bezugslos scheinende Bandname ergibt letzten Endes doch Sinn. Zwar ist das Album keine zigtausend Kilometer lang, aber sicher eine Erfahrung wert, vielseitig und ein kleines Abenteuer.

da Metal-norge.com
Orient Express "Illusion", Album (My Kingdom Music 2007)
70-tallsinspirert prog-rock Spilletid: 6.5/10 70-tallets psykedeliske progrock har inspirert mangt et moderne band, og er utvilsomt noe av det viktigste som skjedde innen rocken i forrige århundre. Allikevel er det sjelden jeg ser band som er direkte inspirert av denne typen musikk, og prøver å gjøre det samme. Italienske Orient Express prøver, og lykkes faktisk ganske greit. Dessverre ødelegger dårlig engelskuttale og en forutsigbar låtoppbygning mye av helhetsinntrykket. Styrken til progressiv rock ligger i intelligensen, muligheten til hele tiden å gjøre noe nytt, og ikke minst å overraske. Orient Express spiller riktignok progressivt, men det er allikevel en ganske forutsigbar progressivitet. Låt etter låt begynner med et rolig parti med stort sett akustisk gitar og vokal, og bygger seg opp mot å ta av med tyngre gitarer og suggerende partier mot slutten. Jeg savner litt spenning og overraskelsesmomenter. Allikevel ser jeg at dette er et band med drøssevis med potensiale. Det er tydelig at vi har med flinke musikere å gjøre, og musikken har på mange måter et voksent, seriøst preg over seg. Bandet selv noterer seg Motorpsycho som sterkeste inspirasjonskilde. Selv ser jeg kanskje litt mer Porcupine Tree her. Som sagt, starter alle låtene (med unntak av ”Madness” og ”First Dawn”) med akkustiske parter. Det synes jeg i grunn er fryktelig synd, for akustikken er ikke Orient Express’ største styrke. Det blir fort litt kjedelig og langtekkelig, de klarer liksom ikke få frem det gode gitarspillet som kreves for gode akustiske partier. Det er først når italienerne kjører på med tyngre partier at vi ser den virkelige styrken i dette bandet. Det er herlig å høre på lyden disse gutta klarer å få til når de rocker, man formelig hører hvordan instrumentene koser seg i all tyngden. Til og med noen gode gitarsoloer klarer de å presse inn når det tar av som verst. Faktisk kan jeg trekke linjer til Katatonia på enkelte partier. Bare hør på trøkken i lydbildet på ”Hidden Man”. Vokalen kommer også mye bedre til sin rett når vokalist Wito må gaule til litt sterkere på tunge partier. Nydelig! Vokalen hans blir fort litt for pusete når det skal være akustisk og skjørt, det ligner ofte litt på stemmen til han fyren som synger i Dream Theater på de trøtteste balladene deres. Dessverre er det mange flere rolige, trøttende partier enn de gode tunge partiene. Orient Express påstår også at de skal være psykedeliske. Det finnes psykedeliske elementer i musikken, men ærlig talt ikke nok de at de kan kalle musikken psykedelisk rock. Dette er heller rett fram progressiv, melankolsk rock. Og det er det heller ikke noe galt med. Det er ingen tvil om at det er psykedelisk rock Orient Express prøver å uttrykke reint visuelt. Designet og logoen er akkurat slik det skal være innen stilarten. Bookleten er stilig og gjennomført, med et pent design. Lyden er noe av det bedre jeg har hørt innen stilarten. En fantastisk produksjon slår mot deg når førstelåta ”Eternal Child” starter. Alle instrumentene kommer klokkeklart frem, vokalen er akkurat der den skal være i lydbildet. I det hele tatt er miksen perfekt for den stilen Orient Express kjører på. Wito står for mye av låtskrivinga, synger og spiller bass. Bassen hans dominerer veldig ofte mye av lydbildet, spesielt i de akkustiske partiene, men også når det blir noe hardere. Basslyden er nydelig, og kler virkelig bandet. Et kjempeminus ved Orient Express, er at de er fra Italia og prøver seg på verdensmarkedet. Da skal man tydeligvis synge på engelsk, samma hva. Witos uttale er ikke den aller verste jeg har hørt, men det er forferdelig trist og ødeleggende for det voksne bildet jeg har av musikken når han plutselig kommer med noen tydelige grove engelskfeil. Dette høres best på mange av de rolige partiene. Tekstene inne i bookleten er også fulle av fæle skrivefeil. Dessuten er det en slags amerikansk hip-hop-slang over språket. De skriver bestandig ord som ”dreamin’”, ”nothin’”, passin’”, ”lickin’” og ”fallin’”. Har visst ikke hørt om ”ng”-ending disse italienerne. Dessuten er ikke tekstene spesielt bra, det går mye i tristesser om hvor meningsløst livet er nå, hvor bra det var før og hvor jævlig fremtida ser ut. Enkelte setninger er faktisk så dårlig at jeg har problemer med å forstå hva de egentlig mener. Tenk hvilket særpreg Orient Express ville hatt dersom de faktisk hadde sunget på italiensk! Hør bare på hvor bra for eksempel spansk høres ut i The Mars Volta’s rock. Jeg er sikker på at gutta hadde kunnet utfolde seg mye mer lyrisk om de hadde valgt morsmålet også. Men neida, man skal da selge plater... Til tross for en del langtekkelige akustiske partier og dårlig engelsk, kan jeg ikke annet enn å se massevis av potensiale i Orient Express. Dette er tross alt debuten deres, og det er en sterk debut!

da Lordsofmetal.nl
Orient Express - Illusion My Kingdom Musicfile under Alternative/popBidi: Hmm, well the Italian band Orient Express might be unknown to most of the LOM readers. Probably there are not too many visitors of this website who are interested in alternative, atmospheric pop music, are there? However if you are interested in bands like Radiohead, (the soft elements of ) Porcupine Tree or The Gathering, then you might like this album. The Italians themselves refer even to the legendary indie band The Godmachine, but they definitely sound a bit too smooth for that. Nevertheless, the songs ripple on in a nice way and there is a lot of attention for small details in the production, like many ambient and trip hop bleeps. The only real disadvantage is that vocalist Wito does not possess the necessary vocal range to be a driving force of the band. Because of this disadvantage they will face a lot of difficulties to get noticed in a genre where the level of the vocalist needs to be outstanding. Maybe Orient Express has to look for a better singer in the near future. The end result is okay, nothing more nothing less.

da Adnoctum.de
Orient Express - Illusion10 Songs - 54:43My Kingdom MusicSehr ruhig geht es bei Orient Express auf dem neuen Release "Illusion" zur Sache. Geboten wird psychedelischer, etwas düster angehauchter Rock, bei dem man mal die Seele baumeln lassen kann. Manche Passagen wirken etwas hypnotisierend, andere zeichnen sich durch ihre Geradlinigkeit aus. Das ganze musikalische Gebräu ist stark an die 70er Jahre Rock Szene angelegt und lebt auch durch den guten Einsatz von Synthesizern. "Illusion" bietet also gefühlsbetonten, atmosphärischen Rock und kommt mit einem klaren Sound daher. Mir persönlich ist die Chose auf Dauer zu langweilig, aber ich muss einräumen, dass die Scheibe auch irgendwo ihren Reiz hat. Hört Euch die Italiener bei Interesse mal an, aber erwatet nichts Spektakuläres.

da Raw & Wild
Suoni ovattati, luce e ombra che si alternano attraverso il vetro, paesaggi che passano. Questo è un viaggio in treno. Questa è la musica degli Orient Express. Un viaggio in dieci fermate. Quando partono le prime note di Eternal Child hai giusto il tempo di sistemare le valige e chiudere gli occhi. Il vero viaggio non è quello fisico, ma quello dei sensi. La voce di Wito e la chitarra di GG ti avvolgono con discrezione e delicatezza, quasi con pudore. I suoni sono soffusi ed estranianti. La seconda tappa, Madness, è quella dell’accelerazione. Quella che ti fa capire che il viaggio è iniziato veramente. Curve e salite sono roba che richiede cavalli, e la potenza è quella che gli Orient danno in quello che il loro pezzo più tirato. Illusion è l’attraversamento della campagna. Osservi fuori dal finestrino le distese di grano e quasi ti sembra di poterne sentire l’odore delicato. L’attacco dei sinth in Prison Head ti fa capire che è giunta la notte e con essa i sogni. Le atmosfere soffuse continuano in Rats Know,Ten Drops, First Dawn, Hidden Man e Today. L’ultima fermata è la lunga Euphoria. Come in ogni viaggio la gioia dell’essere arrivati è scalfita dalla tristezza dell’essere giunti a destinazione. La voglia di ripartire è tanta. In definitiva un disco per gli amanti dei Motorpsycho (in alcuni punti mi hanno ricordato i Led Zeppelin, quelli acustici) e per tutti gli amanti delle buona musica.

da Metalbeta.it
Illusione come speranza, illusione come luce accecante o semplicemente, illusione come fine di un sogno. La ricerca di una speranza, di una luce e di un sogno sono al centro di questo "Illusion", primo genito degli italianissimi Orient Express, ultima scoperta dalla sempre lungimirante My Kingdom Music.Parlare di questo lavoro senza dover ricorrere alle emozioni è impresa vana, perchè quì tutto è emozione allo stato puro. Sensazioni di livida dolcezza lasciano spazio a fredde divagazioni mentali,momenti in cui la musica ti spinge verso territori in cui normalmente il coraggio si piega alla paura.Un viaggio ancestrale dunque, con atmosfere diluite allo spasimo, in cui il saggio uso del synth ben si accosta alla stupenda armoniosità delle sei corde affidate al tocco vellutato di Gigi. Pezzi come Eternal Child, Illusion, Prison Head ed Euphoria (senza dubbio la mia preferita) rispecchiano il vero animo di questa band, un animo sofferente, in cui la maestria di Pablo dietro le pelli e la voce calda e coinvolgente di Wito, cantante e bassista, si sposano in un connubio imprescindibile. Per tutti coloro i quali proprio non sanno vivere senza un paragone, posso affermare che i loro padri putativi siano i God Machine ma fra i solchi di quest' album c'è tanta personalità ed ispirazione.Ottimo inizio dunque per i nostri Orient Express, autori di un album altamente consigliato.
Voto: 8/10da

da ZeroAssoluto.biz
Provate ad ascoltare questo disco mettendo da parte pregiudizi e stupidi campanilismi e dopo vi chiederete perchè? la risposta è che la band è di Barletta (ORIENT EXPRESS) e che finalmente il 5 settembre è uscito il loro frutto è risultato di anni di prove e registrazioni.Tentando di classificare il genere e lo stile degli ORIENT EXPRESS diventa difficile trovare la giusta definizione perchè ha influenze musicali diverse che partono da note puramente punk rock tipico dei 30 SECOND TO MARS(traccia n#2 MADNESS)mischiate a dolci ballate(ETERNAL CHILD) e sonorità che ricordano i TANGERINE DREAM e, voglio esagerare, i KING CRIMSON(ILUSION). Loro si definiscono rock band vicina ai MOTORPSYCHO e GOD MACHINE e sono: Vito(voce e basso), GiGi(chitarra), Paolo(batteria) e Pasquale(sintetizzatore). Il disco è prodotto dall'etichetta indipendente MY KINGDOM MUSIC e registrato presso il GEL STUDIO di Trani(complimenti per la registrazione!). Cari lettori di ZERO ASSOLUTO comprate e divulgate questo disco perchè merita posizioni di rilievo nelle file del circuiti alternativi del rock e non solo. Dimenticavo di elogiare la copertina che mi ricorda molto i dischi dei SIOUXSIE and BANSCHES. Ciao e buon ascolto.

da Musicalnews di Giancarlo Passarella
Il synth e la chitarra distorta li porta su terreni lisergici tipici della fine degli anni'70: partiti dal classico line-up a tre di rock pesante, gli Orient Express produco un buon cd, perfetto pero' nei brani piu' tirati.
Non vi e' contraddizione o riflessioni pseudo ossimere, ma questo esordio discografico degli Orient Express ci convince di piu' quando ritorna verso il rock dei loro primordi, piuttosto che nei brani in cui la psichedelia languida la fa da padrone: vedo infatti una netta divisione tra i brani soft e quelli piu' rock, vallo che forse piu' essere la forza dell'intero album o forse ne rappresenta il livello, magari dovuto dall'inesperienza in studio di registrazione o in fase di preparazione dei singoli brani. Proprio citando quello che negli anni'70 era norma, mi sarebbe piaciuto se Illusion fosse stato piu' concept e piu' rock: quest'ultima affermazione e' una convinzione, forgiata dal fatto che frequento la band da parecchio tempo e ne conosco ogni stilla di forza aggregativa nei momenti live e piu' rock. Impressiona ed emoziona la chitarra di GG quando diventa fenderianamente allucinata, conforta l'ottimo lavoro svolto dalla base ritmica di Wito e Pablo quando le cavalcate diventano imperiose, mentre il synth di Blondy e' una sorpresa soprattutto nei momenti in cui diventa quasi un moog martoriato, stile Keith Emerson dei momenti migliori. Tutto il lavoro risulta invece non all'altezza della situazione in canzoni come Ten Drops, quasi una ballad tratta da un film sulla ricerca della terra promessa americana, dove la chitarra tratteggia liriche stantie.

Fin qui la ricerca del classico pelo nell'uovo: non e' mia abitudine dare delle lodi agli esordi discografici e quindi devo fare il ruolo pedante del critico, ma Illusion e' un signor cd che sfiora la perfezione. La sfiora soltanto, nei momenti in cui diventa originale, allontanandosi dagli ambienti musicali cantati da band storiche come i Motorpsycho o gli stessi Nirvana: infatti un po' di grunge ogni tanto sembra fare capolino, giocando a rimpiattino con la psichedelia seventies: verissimo e' che l'intero cd punta su un .. un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose.... Giusta riflessione, perche' nella concezione circadiano dell'album sta anche la voglia di diventare concept a cui accennavo prima: se fosse successa, avremmo parlato di perfezione e per un esordio discografico, anche se la pronuncia inglese puo' essere solo che migliorata.
In questo si sarebbe valorizzate anche quelle ... architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...ed i buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici ....

Un elogio finale alla My Kingdom Music per aver puntato coraggiosamente su una band cosi' ed un plauso a chi ha realizzato il booklet del cd: tranne che nella ottava pagina finale, il resto e' psychedelicamente ottimo.Un bel biglietto da visita, quasi perfetto...

da Metallus.it
Primo lavoro ufficiale per gli Orient Express, usciti nel mercato musicale con la My Kingdom Music, etichetta italiana come anche i componenti del gruppo. Illusion è un lavoro che vuole apparire maturo ma nasconde in sé molte pecche. Le idee alla base ci sono, così come anche le influenze che , a volte con troppa chiarezza, trapelano dalle singole tracce. Nella scheda di presentazione , il gruppo si definisce “psychedelic dark rock” ed in effetti la psichedelica in certi passaggi non manca, grazie anche all’apporto del sinth. La parte rock è ben sviluppata per un prodotto votato alla commercialità: in “madness” , ad esempio, colpisce un’intro pesante che però risente troppo di un crossover ormai stantio. Segue “Illusion”, traccia che dà il nome all’album, in cui il sound riporta ai Muse suonati però “all’italiana”. Le radici dei quattro,infatti, si sentono molto, sebbene cerchino di emulare i miti stranieri, nella composizione dei pezzi, nella scelta dei suoni e forse anche nell’atteggiamento troppo perfetto e senza sbavature, rendendo il tutto un po’ troppo sterile. Afterhours, Marlene kuntz, e per non citare gruppi esplicitamente pop italiani, sono molto presenti: si ascoltino a tal proposito “Rats Now”, oppure “First down”. Naturalmente tale scelta di stile procura al gruppo un’ampia gamma di possibilità per il lancio di un singolo che possa “conquistare le radio”, e quindi essere ben apprezzato in un mercato molto commerciale della musica. Il lavoro, comunque, nasconde in sé degli aspetti interessanti soprattutto in tracce come: “Ten Drops”, che riporta alla mente le tracce più psichedeliche dei Kyuss di “Welcome to the sky valley”, oppure in “Today” dove si riassaporano suoni vicini a quelli dei lavori solisti di Trent Reznor. Nota di demerito all’aspetto “dark”, citato ma non presente all’appello: forse meglio così, perché avrebbe reso troppo ibrido questo lavoro. Invece in questo modo possiamo dire che è ben pronto ad affrontare una scena musicale standardizzata ma proficua.

da StereoInvaders
Il progetto Orient Express nasce nel 2002 e, dopo un demo del 2003, la band comincia a farsi sentire in giro per l’Italia, partecipando anche all’I-Tim tour, e proprio quest’ultima occasione gli consente anche di andare in onda su Rock TV. Dopo altri 3 anni di apparizioni live di supporto ad alcune band italiane e partecipazioni ad alcuni festival stranieri, la band inizia a registrare delle songs per l’album d’esordio, e nel maggio del 2007 sigla il contratto con la label My Kingdom Music, infine a settembre esce “Illusion”, CD che mi appresto a recensire. Già dalla copertina possiamo indovinare lo stile della band e quindi c’è molta coerenza con quanto proposto, ovvero un buon rock psichedelico anni ’70, con qualche tinta hard. Nelle note biografiche, gli Orient Express dicono di avere affinità musicali con i Motorpsycho e God Machine e per quanto riguarda le liriche, si ritrovano spesso nel pessimismo caro al movimento grunge. In tutto il CD permane uno stato di calma e tranquillità, il suono ha volte sembra rarefatto, ma quasi sempre la melodia risulta ispirata. Degna di nota anche la produzione che infatti aiuta il gruppo, regalando un suono cristallino. I pezzi sono dieci ed in ognuno il suono delle tastiere arricchisce ed enfatizza le atmosfere psichedeliche. Sicuramente un buon debutto; da tenere d’occhio.

da SilentscreamZine
“La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”: questa massima di Milan Kundera è stata adottata come motto dagli Orient Express, ma per il vero non sembra attagliarsi troppo alla musica da loro suonata. Non è sul volume delle amplificazioni né sull’attacco frontale che punta la band italiana, bensì su un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose. D’altronde gli Orient Express sono rei confessi, sbandierando fin dalla adattissima copertina il loro amore per gli anni ’70 e la scena psichedelica, senza trascurare un altrettanto sincero rimando al grunge, in particolar modo per ciò che concerne le tematiche. Sebbene la perfezione assoluta non sia ancora raggiunta a livello estetico/formale, nondimeno il rockeggiante quartetto riesce a rappresentare molto bene su disco la propria visione musicale, con dieci brani che si dipanano senza apparente fatica e che, in maniera sovente discreta e subliminale, si conquistano l’attenzione dell’ascoltatore. “Illusion” è un disco figlio di una scena ben precisa che però potrebbe piacere anche a coloro che se ne considerano estranei. Risultato mica da poco.

da Rockline
Una sfrenata passione per il Rock psichedelico degli anni Settanta e un’ampia attività live in supporto di celebri acts dell’Indie e del Punk italiano come Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Tiromancino, Moravagine, Pornoriviste e Punkreas sono i due requisiti fondamentali dei baresi Orient Express, che debuttano nel 2007 con il platter Illusion. Il mix di Psichedelia e Dark Rock presentato assume toni simili al sound delle “nuove leve” Motorpsycho e God Machine, a cui il quartetto pugliese si ispira maggiormente, ma svariati sono anche gli elementi innovativi introdotti dagli Orient Express nella loro opera.Nei dieci brani composti per Illusion si susseguono architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth del tastierista Blondy: i ritmi sono quasi costantemente calmi e rilassati, perché gli Orient Express puntano a far emergere la componente distesa del loro stile, realizzando buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici.Eternal Child apre l’album con il suo alone dimesso e cupo, tutto incentrato sui ripetitivi ed ipnotici arpeggi della chitarra clean: la voce di Wito riecheggia tranquilla ed espressiva sopra il tappeto che definisce l’andamento di uno dei brani più oscuri ideati dal four-piece italiano.Più incline a ripercorrere i meandri dei Settanta è la seconda Madness, capace di stregare nei suoi caotici riff di chitarra elettrica, mentre la quarta Prison Head conserva un approccio malato che sarà apprezzato da chi cerca sperimentazioni contemporanee in campo psichedelico.Tracce ricercate si alternano ad altre monotone e meno riuscite, ma da tutte si evince la particolare cura che gli Orient Express impiegano nella produzione del loro album d’esordio: quando non interviene il synth si ha l’impressione che le sezioni siano leggermente vuote e scarne e questo ambito poteva essere migliorato a livello di song-writing.Tuttavia ciò che traspare da Illusion è una buona versatilità stilistica e una discreta sicurezza, che nel tempo ha potuto rafforzarsi anche grazie alle prove live in famosi e significativi eventi internazionali, come lo Sziget Festival di Budapest. Si consiglia l’ascolto di Illusion agli irriducibili della psichedelia settantiana, che potranno godersi un lavoro trasudante oscurità per tutta la sua lunghezza; si auspica comunque che gli Orient Express riescano a maturare ulteriormente per superare la qualità di un debutto sì valido ma ancora privo di tratti che facciano risaltare la band per la propria originalità.

da Debaser
Agli Orient Express, per voce del batterista Pablo, piace auto-definirsi una band "psycho-rock".La piena comprensione di tale definizione, non può essere di certo colta se non dopo un accurato ascolto della loro prima uscita discografica ILLUSION (per l'etichetta indipendente MY KINGDOM MUSIC, distribuito da Audioglobe). Filo conduttore che attraversa l'intero album, è la forte matrice psichedelica, elemento dominante in quasi tutte le tracce, che s'intreccia con l'hard-rock e lo spirito grunge, il tutto con fortissime influenze anni settanta.Eternal Child, pezzo d'apertura, indica la strada: una prima parte dal lento incedere (che nel caso specifico sembra citare gli AFTERHOURS di Quello Che Non C'è e Dentro Marilyn), che va in progressione e porta gli Orient ad esprimere tutta la loro potenza sonora. Proprio tale potenza viene ribadita in modo estremamente convincente in Madness, un pezzo abbastanza anacronistico rispetto al resto dell'album, ma di grande impatto e dalle forti tinte seventeen's, con un bellissimo riff portante, asciutto ed incisivo.La title-track esprime in maniera incontrovertibile quelle che sono le peculiarità della band, sia nella musica che nei testi. L'incedere iniziale ossessivo e il cantato quasi sussurrato, che si dipanano in una splendida ragnatela psichedelica, nella quale l'amalgama degli strumenti trova la massima espressione e l'intensità vocale di Wito, si sovrappongono con grande maestria. Certamente più orecchiabile e immediata risulta Prison Head, una traccia fresca, davvero ben costruita, nella quale specie nella fase finale, riecheggiano le chitarre dei RADIOHEAD che furono.Di notevole spessore emotivo Rats Know, interessantissima anche nelle alchimie elettroniche elaborate da Blondie, che la rendono ancora più struggente ed intensa, come di grande profondità è, anche stavolta, l'interpretazione di Wito, che si plasma perfettamente ai cambi di registro del brano. Ten Drops promette molto bene, con un bell'intro elettro-acustico, ma finisce per avvolgersi su se stessa troppo insistentemente senza mai decollare e risulta alla fine un pò monotona, nonostante arrangiamenti e armonie chitarristiche vibranti e molto curate. Tale compiutezza la raggiunge invece First Dawn, condotta da una sezione ritmica sincopata e da una chitarra decisamente heavy nella fase iniziale.In Hidden Man si percepisce la presenza nel background del gruppo, di una decisa impronta grunge, con notevoli influenze ricevute, nelle sezioni più dure, dalla potenza devastante dei GOD MACHINE e dei QUEENS OF THE STONE AGE, idem per Today; ma, a parte l'accuratterzza dei suoni, i due brani scivolano via lasciando un pò di amaro in bocca. La chiusura dell'album spetta a Euphoria, che coglie a piene mani dai MOTORPSYCHO più acidi e dilatati. Il brano è decisamente ben costruito ed eseguito alla perfezione dagli Orient, che sembrano indossare il loro abito migliore quando si trovano a percorrere la strada delle digressioni psichedeliche.Visione pessimistica e angosciata della vita nei loro testi, quel "mal de vivre" tipico del grunge, che a tratti pare volersi abbandonare alla rassegnazione nel subire il destino ineluttabile e in altri momenti cela una voglia di reazione che divampa dal fuoco che cammina dentro di noi.I difetti sono identificabili nella scaletta e nella ripetitività della struttura dei brani. Una offre il meglio di sè nella prima metà per spegnersi nella seconda, l'altra quasi sempre uguale a sè stessa, ha intro lenti e minimalisti per poi deflagrare in digressioni potenti e vorticose e alla lunga rischia di diventare monotona per l'ascoltatore.Un esordio, quello della band pugliese, indubbiamente degno di nota, nel quale emergono una notevole capacità di creare melodie ispirate e fantasiose e una minuziosa accortezza e competenza nell'esecuzione e nell'arrangiamento dei brani, sempre con un retrogusto seventeen's, che spicca in particolare nelle scorribande chitarristiche di GG, plettro di gran talento e fantasia e nel sapiente drumming di Pablo, preciso e misurato talora, potente e aggressivo in altre circostanze e incredibilmente abile nell'uso dei piatti, ma senza mai concedere nulla al mero esercizio stilistico e agli esercizi di maniera fini a sè stessi.

da Metallized
Ed ecco un altro prodotto MKM, che già a partire dal primo sguardo distratto alla cover ed al moniker della band, può tranquillamente essere assegnato all’area della psichedelia di antica memoria.Gli Orient Express possono vantare già un discreto curriculum fatto di demo, promo, partecipazioni a compilations e una intensa attività live che li ha visti dividere il palco con realtà importanti quali Eugenio Finardi, Radiodervish, Punkreas, Marlene Kuntz, Yo Yo Mundi e numerose altre, oltre a partecipare a manifestazioni importanti come lo Sziget ed a passare anche su Rock Tv.Forti di quanto sopra i Pugliesi arrivano adesso a questo “Illusion”, un lavoro rarefatto, misurato, composto da suoni effettati, liquidi, sempre, per così dire, un passo indietro, puntando quindi sull’insieme delle soluzioni sonore e sull’effetto ipnotico dei loops della chitarra di cose come l’opener “Eternal Child”, salvo poi piazzare alcune accelerazioni più tipicamente 70’s orienteds rock come nella successiva “Madness”; a legare il tutto il lavoro delle Keys di Blondy .Non mancano momenti più oscuri , ma in generale è sempre la sensazione di suono “liquido” a connotare maggiormente queste tracce, che anzi, con una chitarra talvolta ancora più effettata, avrebbe dato un impatto ancora maggiore in questo senso. Alla fine dell’ascolto la sensazione è quella di avere a che fare con un gruppo di ragazzi innamorati di un certo periodo storico ed in grado di riproporre e rielaborare abbastanza validamente certi schemi, ma “Illusion” manca di quei due o tre pezzi che rendono meno monotono l’ascolto che, giunto ai tre quarti dell’album, comincia a farsi un po’ tedioso.In sintesi una certa dose di personalità inserita in maniera anch’essa misurata, potrebbe dare più visibilità a questi ragazzi.Non male, ma “si può dare di più”.


Orient Express - Ep 2004

da Perkele
Anche se con leggero ritardo ci giunge ora il secondo demo dei pugliesi Orient Express, band in giro dal 2001 e molto presente in varie manifestazioni a livello nazionale come l'I-Tim Tour. Questo demo è in realtà un ep di quattro pezzi più una traccia video che è proprio la performance dei tre alla tappa milanese del festival itinerante organizzato da RockTv.
Un buon trampolino di lancio dunque, favorito dalla qualità dei quattro brani presenti sul dischetto. La passione per il rock degli anni '70 risulta evidente dall'ascolto, ma Vito (basso e voce), Paolo (batteria) e Gigi (chitarra) non si pongono alcun limite. Ciò che viene fuori è frutto della loro personalità, un eclettismo che rende le composizioni varie e mai banali. Piuttosto sono alcuni vizi di forma (la registrazione da migliorare per far uscir fuori il loro reale talento) a comprometterne la perfetta riuscita.
In ogni caso si tratta di un prodotto di pregevole fattura, molto promettente per una band motivata e compatta. Gli Orient Express sono infatti capaci di emozionare e scuotere. "And if" e "Waiting" sono bombe di hard rock tosto e calibrato, un misto di sonorità che impianta le proprie radici nei classici degli '70 (Led Zeppelin e The Who su tutti) e si spinge sino al sound graffiante dei Guns'n'Roses (specie nelle vocals e in certi guitar solos). "On a perfect line" e "Master of mind" cercano invece una via più intimista e psichedelica ai canonici tracciati hard & heavy, ammantando di sensazioni languide una corposa struttura rock. Mentre la traccia video, "Faith", è una ballata notturna dai tratti cupi e romantici che non disdegna toni jazzati e inflessioni improvvisate che lasciano spazio al fluire libero delle note.
Buona band gli Orient Express, li aspettiamo fiduciosi al prossimo lavoro. Siamo sicuri che non ci deluderanno.

da Gufetto
Curati e precisi. Questi sono gli Orient Express: difficile banalizzare il loro lavoro con ulteriori definizioni. Sono solo quattro i brani contenuti nel cd autoprodotto dal titolo “Orient Express”, pochi senza dubbio, ma talmente ben fatti che la qualità riesce a compensare ampiamente la quantità . Fedeli ai propri gusti musicali, non cedono però alla pura e semplice imitazione di modelli e stereotipi, riversando creatività e talento in un lavoro indubbiamente professionale. Le capacità vocali di Vito Digiovanni, che canta tutti i brani, rigorosamente in inglese, con pronuncia invidiabile, sono evidenti soprattutto nella traccia video, che riprende la performance live (con il brano “Master of mind”) della tappa milanese del Tim Tour 2003. Molto bravo anche il batterista, Paolo Ormas, che, soprattutto nella prima traccia, “And if”, dimostra di possedere una straordinaria e coinvolgente energia. Molto particolare anche se un po’ ripetitivo “On a perfect line”, innovativo invece “Waiting”, con le sue dissonanze e gli effetti di chitarra, suonata da Gigi Doronzo.
Il gruppo pugliese (Barletta) per ora ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, come la vittoria del “rock duel” organizzato dalla Camion Records presso “Il Locale” di Roma e l’apparizione nei vari programmi dell’emittente Rock TV, che sicuramente, con un simile inizio, non saranno gli unici.



da Eutk.net
Solamente quattro gli anni di vita del progetto “Orient Express”, ma già un percorso artistico abbastanza significativo che vede la pubblicazione di un cd-autoprodotto nel 2002, la presenza in alcune iniziative targate Rock Tv (la partecipazione nel 2003 all’edizione dell’I-Tim Tour nella sezione curata dall’emittente musicale satellitare e la relativa vittoria, con il brano “Master of mind”, nella tappa pugliese di Brindisi, che consente alla band di accedere, in questo modo, alla finale in Piazza Duomo a Milano, nonché l’apparizione in vari programmi quali Database, On the road e Sala prove e l’esibizione durante il RockTv tour nella tappa di Palermo) ed alcuni altri piuttosto apprezzati live shows al fianco di nomi importanti della scena italica (Tiromancino, Eugenio Finardi, Sud Sound System, Negramaro, Caparezza), nelle varie occasioni avute a loro disposizione. A completare la discografia del gruppo pugliese anche la partecipazione alle antologie “Livida Rock Compilation” (2004, Sottosuono Produzioni) e a “Sintonie Rumorose vol. 1”, in uscita per l’Udu Records/Sintonie Rumorose, oltre, ovviamente, all’Ep oggetto di questa recensione.La formazione si propone con un interessante hard-rock ad ampio spettro, attraversato da suggestioni psichedeliche, sicuramente d’ispirazione anni ’70, per coordinate musicali e attitudine interpretativa, ma senza che quest’approccio risulti troppo celebrativo o semplice atto di devozione impersonale a quel tipo di suono.Discrete, quindi, sia le nozioni espresse in fase di composizione, sia la dose di personalità evidenziata nelle stesse, in brani che privilegiano le atmosfere più introspettive (“On a perfect line”, “Waiting”, “Master of mind”, “Faith”) sulle quali s’innestano le evoluzioni chitarristiche di Gigi Doronzo, bravo dal punto di vista tecnico ma soprattutto abile nel conferire ai suoi interventi il giusto “sentimento” e le progressioni vocali del cantante (e bassista) Vito Digiovanni, abbastanza duttile e dotato di una buon’estensione e timbrica, che avrebbe bisogno solo di una piccola “regolatina” sui toni alti, per poter essere ancora più efficace. Manca all’appello il drummer Paolo Ormas, anch’egli tecnicamente alquanto preparato, ma non condivido del tutto la scelta di dare così tanta enfasi ai piatti della sua batteria, opzione che personalmente ho trovato un pochino fastidiosa (soprattutto nella vivace opener “And if”, ma si tratta di una sensazione generale), complice sicuramente una registrazione abbastanza amatoriale, non del tutto carente, ma un po’ troppo “impastata” e squilibrata, per rendere completamente giustizia al sound degli Orient Express.Le costruzioni armoniche e gli arrangiamenti sono sempre parecchio piacevoli e raggiungono il loro apice qualitativo nella bella “On a perfect line”, nella sentita esposizione di “Waiting” o ancora in “Master of mind”, che non a caso ha garantito discrete soddisfazioni ai nostri, in virtù di capacità di coinvolgimento molto elevate, nell’escalation che da ambientazione riflessiva conduce gradualmente al break aggressivo e all’ottimo guitar solo, nel rispetto degli schemi strutturali di tante rock songs settantiane: in assoluto un po’ il trademark del modo di fare musica dei ragazzi pugliesi, ma in questo caso il tutto appare effettivamente orchestrato in modo decisamente adeguato ed accurato.Anche dal vivo, per quanto si può ascoltare in “Faith” (una sorta di “jam” registrata al teatro Curci di Barletta) e finanche vedere (nella traccia video che si riferisce alla data del già citato I-Tim tour di Milano), gli Orient Express sanno il fatto loro e dimostrano di essere in grado di “tenere” il palco senza timore, con atteggiamenti “classici”, senza istrionismi “sopra le righe" ed evitando, al tempo stesso, d’essere troppo statici.L’Ep è, quindi, un prodotto di valore ben sopra la sufficienza, anche se sono convinto che una resa sonora più incisiva e nitida avrebbe giovato molto alle canzoni degli Orient Express, una band dal buon potenziale, che dovrebbe, a mio parere, cercare di diversificare un po’ di più il proprio songwriting, abbandonando quella minima “standardizzazione” e ripetitività che oggi lo contraddistingue e allontanando quel senso di troppa omogeneità che può affiorare allo stato attuale.Le capacità per poter crescere in questo senso credo che non Vi manchino e l’album ufficiale (in fase di preparazione), ci potrà dire se, su di una distanza superiore e soprattutto con una registrazione che mi auguro possa essere più bilanciata e dinamica, le premesse di questo dischetto saranno confermate, nella speranza che si realizzi anche l’auspicata maturazione nella scrittura, in mancanza della quale il rischio di “stancare” l’ascoltatore potrebbe essere ancora più concreto.

da SonicBands
“Retrò”: così potrei definire, se volessi cavarmela con una sola parola, l’atmosfera squisitamente seventies che aleggia sulle cinque canzoni (più una traccia video ripresa durante la data milanese dell’I-TimTour del 2004) contenute all’interno di quest’omonimo Ep.Per stessa ammissione degli Orient Express, attivi fin dal 2001, il punto di partenza della loro esperienza musicale è rintracciabile nel “sound dei ‘70”, ma le ambizioni del trio non si limitano ovviamente ad una mera riproposizione di sonorità già sentite. La scelta di esprimersi in inglese, abbinata ad una scarsa originalità nella strutturazione dei brani, tarpa tuttavia le ali ai sogni degli autori. Non mancano una buona padronanza degli strumenti ed un’altrettanta valida presenza vocale, dimostrate in brani come Master Of Mind e Waiting, sorretti da ottimi fraseggi di chitarra e da una voce calda al punto giusto; ma tutto ciò da solo, purtroppo, non basta.