




Gli Orient Express e il loro rock che scavalca i confini. Intervista sul Magazine BarlettaLife.it![]() Il progetto Orient Express (Rock/Psichedelia) prende forma nel 2002. La pubblicazione del primo demo autoprodotto rende possibile la presenza in alcune iniziative targate Rock TV (in finale all' I-Tim Tour '03, su Database e al RockTv tour 2004). Dal 2004 ad oggi la band ha aperto una serie di concerti al fianco di nomi importanti della scena italiana quali Tiromancino, Marlene Kuntz, Marta sui Tubi, Rezophonic, Vibrazioni, Moltheni. Nel Settembre 2007 la band esce con il primo album ufficiale "Illusion", edito dall'indipendente MyKingdom Music, accolto in maniera positiva dalla stampa specializzata sia italiana che straniera (soprattutto in Germania, Francia e Spagna). E' del 2009 il primo video ufficiale "Ten Drops" diretto da Beppe Massara. Lo stesso brano è presente sulla prima compilation digitale curata dalla rivista Rolling Stone Italia e nel TEN DROPS EP (con le due versioni del brano, il video e l'inedita "Faith") uscito nell'estate del 2009. Line Up: Vito Digiovanni (voce, basso), Gigi Doronzo (chitarra e voce), Paolo Ormas (batteria), Pasquale Giannini (synth) Guest : Giuseppe Seccia, piano, cori Web: www.officialorientexpress.it Gli Orient - Express sono presenti sui maggiori social network Abbiamo incontrato Paolo Ormas. Di cosa parlano i testi delle vostre canzoni? I testi delle nostre canzoni parlano della vita quotidiana, di esperienze di vita, anche negative. Qual è il processo creativo delle vostre canzoni? In linea di massima, nasce prima la musica. A seguito alla melodia, scriviamo i testi. Il rock italiano gode di buona salute? A livello creativo il rock italiano gode di buona salute, ma il vero problema è che mancano gli spazi dove esibirsi per ottenere visibilità. Nel nostro caso, pur cantando in inglese, non possiamo accedere ad un vasto pubblico. Ti faccio un esempio: noi abbiamo inciso il nostro primo disco per un'etichetta discografica ( My kingdom music) di Salerno, ma questa etichetta promuove i propri artisti all'estero. In Italia ci sono tanti artisti validi ( es: Moltheni, Marta sui Tubi, the Niro ) , ma difficilmente ci sono artisti che riescono a campare suonando. Cosa non fareste per promuovere un vostro disco? A questo punto devo dirti che non ci poniamo limiti per la promozione di un nostro disco! Anche prestare una nostra canzone per uno spot pubblicitario! Più importante di suonare è? Lavorare e star bene con sé stessi. Personalmente, dedico il 50% del mio tempo alla musica e il 50% al lavoro. Progetti futuri? Stiamo preparando il nuovo disco. Le nuove canzoni proseguono e ampliano il discorso iniziato nel disco precedente. Cosa ami e cosa odi? Ovviamente amo la musica, invece odio la scarsa collaborazione tra le varie band, che impedisce di esplorare nuovi orizzonti creativi. Ma soprattutto odio la burocrazia, che blocca qualunque iniziativa e progetto, come ad esempio la creazione di festival che favorirebbero la circolazione di idee, ma che darebbero anche posti di lavoro. tratto da Musicalnews Rock allucinato in una tenda da campeggio barese: ecco l'intervista ai quattro Orient Express![]() di Francisco De Mazzei Paradisi Forti del successo del cd Illusion, si apprestano a suonare di spalla a Moltheni e Max Gazze', ma con i Motorpsycho e Nick Cave nel cuore. L'incontro avviene su una astronave... i 4 Orient Express li becchiamo a bordo di un treno che porta ... grazie alle moderne tecnologie, ci illudiamo di incontrare de visu gli Orient Express..Nostri ospiti quest'oggi gli Orient Express. Vogliamo presentarci, descrivendo il vostro ruolo all'interno della band? Paolo= Percuotente ma anche proponente in fatto di testi. Mi occupo di tutto ciò che riguarda la promozione, l’ufficio stampa e quant’altro sia necessario per la causa…. Vito= La voce, il basso e le melodie oltre che il tecnico della band. Gigi= Gg, chitarra. Paky= Suono le tastiere e i sintetizzatori nella band… mi occupo anche di curare l’aspetto finanziario.. Da quanto tempo siete con gli Orient Express e come descrivere il particolare sound che riuscite a creare? Gigi= Sin dagli esordi il sound che proponiamo è una fusione tra melodia ed arcobaleni in bianco e nero… Paolo= …e viaggi mentali. Vito= Dalla creazione di questa motrice del rock and roll cerchiamo di ottenere la sintesi dei nostri pensieri. Questo il motivo che ci ha spinti a suonare insieme, ormai da 7 anni. Paky= Suono negli Orient da quasi tre anni. Descrivere il nostro sound? Direi psichedelico e profondamente ispirato al nostro vivere quotidiano. Per il vostro cd Illusion si e' parlato di un mix allucinato di psycho roll: e' una definizione che vi soddisfa? Qual'e' e' la stata la recensione che vi ha piu' colpito? Paky= La definizione mi e’ piaciuta tanto ma la migliore recensione è stata quella della rivista Rock Hard del Novembre 2007. Un onore per noi. Paolo= ..ne andiamo particolarmente fieri: …… già alla prima occasione la band dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana... Ce ne sono stata tante di positive soprattutto all’estero.Ce n’è abbastanza per essere soddisfatti. Vito= Giudicare la musica e' come giudicare un quadro e ritengo che in giro critici ce ne siano ben pochi…. in ogni caso la definizione sarà più giusta per il secondo lavoro che ascolterete presto.. Gigi= Ognuno percepisce dalla musica ciò che vuole, se è stato percepito un mix allucinato di psycho roll, per me va bene. C'è l'ascoltatore più attento e quello disattento, c'è chi non capisce niente e si maschera da giornalista. Le recensioni le leggo e le dimentico abbastanza velocemente. Quelle che mi sono più piaciute sono in lingua straniera. Parliamo dei gusti personali: quali artisti avete amato da giovani e quali quelli che invece seguite di piu' ultimamente? Paolo= ciò che mi ha rapito in adolescenza è tutt’ora quello che ogni giorno ringrazio di poter ascoltare: Jimi Hendrix. L’inizio e la fine in materia Rock Paky= ..ancora oggi il mio gruppo preferito continuano ad essere gli Ac/Dc. Negli ultimi anni ho un po’ cambiato filone orientandomi su gruppi europei come Motorpsycho, Porcupine Tree, Sophia, Mogwai, Amplifier, non disprezzando gruppi storici della scena americana come Built to Spill e Sonic Youth… Vito= Figlio della dipartita dei Guns avvenuta per mano del grunge e successivamente fruitore d quest'ultima droga per il mio corpo e la mia anima ecco cosa ero cosa sono e cosa saro'. Non avete capito niente vero? Meglio cosi'.. Gigi= Lucinda Williams, Espers, Nick Cave.... Avete macinato diversi concerti in questi ultimi 18 mesi: di quali avete dei ricordi particolari e perche'? Paolo= Quello che ricordo in particolare è della scorsa estate di spalla ai Rezophonic.. avendolo organizzato in prima persona, con tutto quello che ne consegue, sono salito sul palco allo stremo delle forze, ma è stato emozionante poter condividere il palco con persone così vere e con una grande persona come Mario Riso. Vito= Il concerto lo vivo ogni giorno, ogni giorno nella mia mente facciamo un concerto e quello piu' bello sara' l'ultimo tra 50 anni. Gigi= L'ultimo concerto è sempre il migliore, anche perché è l’unico che ricordo. Paky= Ce ne sono tanti che mi sono piaciuti… sarebbe personalmente un problema ricordarne uno in particolare.... Non credo viviate facendo musica: come tirate avanti? Paky= … bella domanda!! Tutti noi avremmo voluto fare i musicisti, purtroppo personalmente mi ritrovo a fare l’impiegatuccio di banca… che frustrazione … veramente una cosa ridicola per il mio modo di essere… ci tocca per poter campare…. Paolo= Dall’insegnamento all’organizzazione di eventi fino a varie mansioni in ambito turistico, tutte con il denominatore comune dell’instabilità economica e lavorativa. Vito= Grazie alla tv ai provini e alle sfide in questa Italia schiava della megalomania, non ci sara' mai spazio per le band che la musica la creano con l'idea di emozionarsi e non con quella di colpire. Il mio lavoro attualmente e' quello di tecnico audio.... Gigi= Vivo di musica. Cosa c'e' che non funziona nella discografia italiana? Da dove cominciare a cambiare? Vito= La discografia italiana non esiste o per lo meno esiste per tutto cio' che si vende e si puo' vendere negli ipermercati, gli standard sono infelici anche se ricchi. Paolo= … il vero cambiamento è essere sé stessi, insegui ciò che sei e non farti influenzare da nessuno. Gigi= Funziona molto poco nella discografia in Italia. Finchè rimarranno ai vertici delle grandi etichette i soliti nomi cambierà pochissimo, anzi niente. Bisogna aspettare che si estinguino come i dinosauri e sperare che i giovani puntino sulle nuove proposte che hanno qualcosa in più da dire rispetto a bands che hanno rotto con le loro canzonette riciclate. Paky= diciamo che non saprei proprio da dove cominciare…. Il nostro diretur Giancarlo Passarella parla bene di voi da tempi non sospetti, arrivando a dire che in Illusion vi e' ..un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose.... Paolo= Con Giancarlo ci si conosce da tempo e nella fattispecie ha centrato perfettamente. Soprattutto gli aggettivi circolare ed accerchiante mi fanno pensare a diversi nostri brani con queste caratteristiche… quasi un marchio di fabbrica. Vito= La mia risposta e' un No comment piacevole.... Gigi= Grazie. Paky= Direi che e’ una bella affermazione la sua…. quasi azzeccata!! Quali sono i vostri hobby? Qual'e' l'ultimo concerto live che avete visto che vi ha soddisfatto parecchio? Paolo= Twin Peaks, collezionare topi morti da imbalsamare e utilizzare come bacchette e i Motorpsycho (dal vivo non hanno rivali!) Gigi= Amo la cucina e la pesca. Nick Cave. Paky= La maggior parte del nostro tempo lo trascorriamo nella nostra casetta a provare… lavoro ed altri impegni permettendo. Sono un amante della musica in generale, mi piace girare ovunque per guardare ed osservare band diverse. L’ultimo concerto che ho visto è stato quello dei Mogwai qualche giorno fa a Bologna… fantastici!! Vito= Lo vedro' tra qualche giorno, il mio. Se ci incontriamo domani, fra un mese, fra un anno o fra dieci, quale vi augurate sia la situazione che gli Orient Express stanno vivendo? Paolo= Che le nostre facoltà fisiche e mentali non ci abbandonino anche se sarà molto difficile! Vito= Orient express vincitori di X Factor !!!!!!!!!! Gigi= Spero che continuino a creare la loro musica come hanno saputo sempre dimostrare in questi anni. Paky= la migliore possibile… quella che ci faccia veramente star bene, rendendoci orgogliosi di noi stessi in primis.. Logico chiedervi in chiusura a cosa state lavorando nell'immediato e dove vi potremo ammirare dal vivo... Vito= Stiamo lavorando al nuovo album cercando di sporcarci un pochino e ricreare un suono distante e rotatorio quasi come un leslie impazzito. Paolo= Ci sono un bel po’ di concerti in giro, due appuntamenti di rilievo sono le opening act per Max Gazzè (il 4 Aprile al Paladisfida di Barletta) e del nostro idolo Moltheni allo Spazio Off di Trani. Il resto delle date le trovate sul nostro sito ufficiale Gigi= Sto pensando di comprare una nuova tenda da campeggio. Non so quanti concerti abbiamo. Paky= il nuovo album…sicuramente piu’ diretto e rock’n’roll ma nello stile ovviamente ORIENT EXPRESS.. |
Reviewed by R. Scott Bolton
I don't know what I expected from Orient Express's "Illusion," but it sure wasn't this.
First off, let's be clear that this is not a hard rock or heavy metal album. "Illusion" is definitely rock, but it's more in the vein of atmospheric and ambient.. The songs flow calmly and smoothly, with guitars that buzz and simmer, while the vocalist lulls you into his world with an edgy but hypnotic voice. The pace never really picks up, yet the album is never dull. It's a very different listen and that alone makes it interesting.
If you're looking for headbanging material, you're better off looking elsewhere, but "Illusion" is definitely worth a listen if you're in the mood for something atmospheric and introspective.
Orient Express: Wito - bass, lead vocals; Gg - guitar; Pablo - drums; Blondy - synth.
For more information, check out http://www.officialorientexpress.it.
da Eutk.net
I pugliesi Orient Express giungono al debutto dopo una lunga gavetta, fatta di apparizioni su svariate compilation ed un paio di demo, ma anche di importanti apparizioni, in sede live, al fianco di molte bands conosciute, quali Punkreas e Marlene Kuntz.Il rock della band è molto liquido, dilatato, ricco di influenze psichedeliche che vengono direttamente dagli anni ’70, con tastiere rarefatte ed un sound che via via si fa sempre più essenziale ed in certi punti minimale.Canzoni come “First Dawn” ed “Euphoria” sono perfette per un sottofondo rilassante, capaci di condurti in uno stato di dormiveglia, quasi all’oblio, grazie alle loro atmosfere soffuse e languide.Notevole è la dose di oscurità di questo disco, anche se questa non si fa mai minacciosa, e forse sarebbe più opportuno definire questo “Illusion” come un disco notturno, dai tratti marcatamente onirici.La voce del singer Wito spesso sembra sussurrare, più che pronunciare, le parole.Nel complesso ci troviamo di fronte ad un disco particolare, mai sopra le righe, introspettivo e intimo, sicuramente non apprezzabile da chiunque.voto 7/10
Orient Express are from Italy and exhort us to “have a great trip” with their self-proclaimed Psychedelic Rock, adding that their style could be rock, hard rock or pop. I’m not sure what is quite meant anyway by the word psychedelic in respect of music. Colourful and drugs-inspired, perhaps? “Illusion” certainly isn’t like Hawkwind or Alchemist who have both had the psychedelic tag attached to them. Tiamat, maybe. This album is mood music, a bit too dark to be described as colourful. Mellow is a word I would definitely associate with it, hypnotic and dreamy too, and there’s a strong hint of Pink Floyd about it.The album gets underway with a slow and contemplative number called “Eternal Child”. Whispered vocals accompany the calming rhythm. It has a Prog feel. The pleasant and relaxing riff brings to mind music for midnight, music to relax to in a quiet bar or lounge. The track does pick up in tempo, and it is skilfully done too. Perhaps it is the Italian connection or the album’s ability to conjure up dreams of faraway lands but I was starting to think at this stage of Orient Express as a mellow and acoustic version of Novembre. The second track “Madness” was on the face of it more straightforward, having a rock beat with Prog vocals the rhythm is hypnotic and the keys add flavour in the background. The track “Illusion” features more slow to medium paced twangy technical guitar, not a million miles from Sieges Even but with a more emotional and melancholic edge. Extra terrestrial sounds run through “Prison Head”. It has an insistent acoustic background. The vocalist pumps out emotion, before the track builds up majestically and Opeth-like which is where it ends. By the time we are at “Ten Drops”, the sixth track, the calming, Eastern-style sound is akin to a Robert Plant solo number, the vocals somewhere between Chris Rea and David Bowie. “First Dawn” has the emotional strains of Pain of Salvation. “Hidden Man” sums up the Orient Express style – a simple sounding, catchy rhythm, which is then re-worked dreamily. I detected shades of Katatonia in the riff. The highlight of “Illusion” for me though was the 8 minute last track “Euphoria”. I could listen to this track all day. Familiarly soothing, the rhythm serves to hypnotise, developing into an Isis-like build up and featuring some touching guitar work. It’s quiet but powerfully majestic at the same time. Simply sit back, relax and enjoy.Although this is Orient Express’s 1st full album, the band has been around since 2002 and it is clear that they have spent the time developing a rich song structure. The result is what they claim: a dreamy, magic trip. It took me a few listens to get into “Illusion” but it was well worth the effort. I suggest you try it yourself.
da Ionohosting
From Wikipedia:” The Orient Express is the name of a long-distance passenger train originally operated by the Compagnie Internationale des Wagons-Lits. Its route has changed many times, and several routes have in the past concurrently used the name (or slight variants thereof). Although the original Orient Express was simply a normal international railway service, the name has become synonymous with intrigue and luxury travel. The two city names most intimately associated with The Orient Express are Paris and Istanbul, the original endpoints of the service. The current Orient Express does not serve Paris or Istanbul, Its immediate predecessor, a through overnight service from Paris to Vienna ran for the very last time from Paris on Friday, 8 June 2007. Since then, the route, still called 'The Orient Express', has been shortened to start from Strasbourg instead [1], occasioned by the inauguration of the LGV Est which affords much faster travel times from Paris to Strasbourg. The new curtailed service leaves Strasbourg at 22.20 daily, shortly after the arrival of a TGV from Paris, and is attached at Karlsruhe to the overnight sleeper service from Dortmund to Vienna.” Right, and apparently a rock band from Italy thought this would be a cool name for their band, but apparently they are not the only ones as there are several other bands using the name. Weirdness eh?In any case this Italian band is described as dark psychedelic rock. I’ve always felt that the whole psychedelic rock genre wasn’t a very well defined genre though. I mean it just seems like most bands from the late 60’s get lumped into the genre simply because they all took hits of acid and smoked grass, but yet most of these bands don’t really sound trippy or dreamy to me. Some, yes, but most, no. As I understand it this genre attempts to replicate the mind-altering experiences of hallucinogenic drugs. My only experience with such is marijuana years, and years ago. All I remember doing is laughing nonstop, going to a restaurant, ordering five orders of pancakes, and then coming home and vomiting all over my parents bathroom floor. Bad experience man.To me this Italian band just sounds kinda dark and slow. They aren’t really bad, but then there not really good either. The music slowly plods along with calm clean vocals, some odd synths and even some interesting guitar work here and there. As I keep listening I keep waiting for something more dramatic to catch my attention or to enter into a dreamy haze and feel like I’m floating on a cloud, but only kinda get it here and there. So who knows maybe these guys are dark psychedelic rock, but as it stands this isn’t an immediate attention grabber, but more of just a background album that’s okay to play now and then. But hey you know what your into so give ‘em a try if it sounds fetching.
„Psychedelic Dark Rock“ aus Italien. Das hört sich doch vielversprechend an! 2002 gründeten die Herren Wito, Pablo und Gg ihre Combo, die warmen 70ies Sound mit düsteren Einflüssen zu kreuzen sucht. Später stieß noch Keyboarder Blondy (guess why!) hinzu, der den Bandkosmos um synthetische Geräusche erweiterte. Nach einem selbst-produzierten Demo sammelte man ausgiebigst Live-Erfahrungen und auch ein paar Preise. So wurde man für die beste Version der „Europäischen Hymne“ ausgezeichnet, offensichtlich handelt es sich hier um eingefleischte EU-Fans. Ein Beitrag zu einem Dimebag Tribute Sampler markiert das andere Ende der Fahnenstange, wobei man musikalisch mit PANTERA so gut wie nichts zu tun hat.Man beruft sich auf GOD MACHINE und MOTORPSYCHO, rechnen wir noch Kollegen wie CANAAN oder die genialen GOBLIN aus dem eigenen Lande hinzu, schon erhält man in etwa eine Vorstellung vom Klang der 10 Kompositionen. Eine erdige Produktion, viele Dynamik Wechsel, psychedelische/ akustische Parts, Keyboard Unterfütterung, melancholische Riffs. Witos kehliger Gesang verbirgt seine südeuropäische Herkunft recht ordentlich, ist aber auch etwas entfernt davon, wirklich Maßstäbe zu setzen. Ebensolches lässt sich auch über die Musik sagen. Sehr gefällig für einen Abend im sagen wir mal Rauchhaus, doch die über alles erhabenen Emotionen fehlen noch. Als Kernstück würde ich „Rats know“ ansehen, das nach einer langen Einführungsphase richtig nachlegt. Artwork und Gestus stimmen hier, wenn man nun noch die Arrangements besser ausarbeitet, die Kontraste stärker akzentuiert und etwas mehr Leidenschaft einbringt, könnte man schon bald zu den (bereits vorhandenen) starken Düsterexporten aus Italia aufschließen. Das New Dawn Sublabel von My Kingdom wird ihnen Zeit zur Reife geben. Noch ist das eine Illusion...
Le svariate esibizioni di spalla a nomi celebri del panorama alternativo italiano degli ultimi dieci anni quali Tiromancino, Punkreas e Marlene Kuntz ce li avevano fatti conoscere, e oggi registrano il loro primo full lenght per la My Kingdom Music: sono i pugliesi Orient Express e il loro disco si intitola "Illusion". Il genere proposto dai quattro deve abbastanza al post-rock e qualcosetta al noise, ma sembra essere la la psichedelia settantiana il loro principale punto di riferimento, anche per quanto riguarda tematiche e artwork, entrambi piuttosto lisergici; in "Rats Know" si calcano addirittura sentieri synthpop: esperimento un po' estraneo al contesto ma non stona (almeno non troppo). I pezzi sono strutturati in modo da creare un amalgama che, grazie a distorsioni mai esasperate, assenza di passaggi violenti e una certa lascivia di melodie, sa trasmettere serenità nell'ascoltatore, nonostante alcuni passaggi dal carattere maggiormente 'dark' (Disciplinatha?). Ciò però a scapito delle emozioni, che risultano disgraziatamente un po' troppo dilatate, facendo dimenticare all'ascoltatore il punto di partenza di certi fraseggi psichedelici dal sapore tutto italiano che, velocizzati e potenziati, risulterebbero più intriganti e coinvolgenti. Importante il lavoro di basso di Wito, che nelle sue parti sembra intessere una ragnatela i cui fili collegano parti del discorso che altrimenti risulterebbero un po' troppo separate tra loro. In definitiva un dischetto abbastanza riuscito e gradevole all'ascolto, ma un po' diluito e sfortunatamente limitato da una certa prolissità che purtroppo ha prevalso in sede di songwriting, nonostante la molteplicità delle influenze che lo hanno plasmato. Destinato unicamente ai fan dell'indie italiano.
da Sensorium.it
Piacevole scoperta gli Orient Express, giunti, neanche da troppo lontano (sono italiani), alla guida della locomotiva del loro treno delle vaghe illusioni. Attivi da poco più di cinque anni, con un demo e un promo CD all'attivo, nel maggio di quest'anno arriva la firma dell'ambito contratto discografico. Grazie ad una intensa attività live, la band è giunta all'esordio rodata, senza la necessità di dover spendere prezioso tempo in studio per perfezionare l'affiatamento tra i quattro membri."Illusion" è un album intenso, sognante, pregno di richiami alla psichedelia che negli anni settanta riempì d'inchiostro numerose pagine del grande libro che narra la storia musicale. Il caledoscopio di cui è composto l'universo musicale degli Orient Express richiama il lato meno 'sporco' dei Motorpsycho e i God Machine. Incantevole "Euphoria", la traccia posta in chiusura. Dopo una intro sognante, arricchita da rintocchi al pianoforte, la chitarra elettrica spezza la tensione emozionale e apre il brano più atmosferico e dilatato di tutto il lavoro.Senz'altro in tema l'artwork, dalla grafica che richiama a sua volta gli anni settanta e il vinile. Chiudiamo con la citazione di Milan Kundera con la quale la band ama presentare il proprio stile: "Le persone stanno diventando sorde a causa della musica suonata a volumi sempre più elevati, ma, proprio perchè stanno diventando sorde, la musica deve essere suonata a volumi sempre più elevati".
Stefano Serati
da Dagheisha.com
Gli Orient Express propongono il loro primo full lenght dopo anni di gavetta, ben cinque, materializzatisi in svariati demo e apparizioni in compilation. La prima impressione che mi colpisce è quella di un lavoro frutto di grande impegno e serietà; ciò si conferma per tutta la durata dell’album, risultando quasi impossibile scovare cadute di stile, momenti riempitivi. A prescindere dai gusti musicali ciò rende un merito notevole al quartetto di Barletta. La loro miscela onirica di hard rock, ricca di suggestioni, momenti di assoluto oblio, graffi chitarristi dolorosi, è assolutamente in grado di coinvolgere l’ascoltatore; il fascino delle composizioni riesce a vincere sul pericolo monotonia-noia dovuto al motivo di trovarsi di fronte a contenuti molto omogenei nello stile, a canzoni dalla durata superiore alla media radiofonica dei soliti 3:30 (la media oscilla sui 5’ abbondanti). Forti sono i richiami agli anni ’70, ma non c’è la sublimazione di stilemi triti e ritriti. Forse l’unica critica che mi sento di muovere ai ragazzi è la difficoltà di penetrare il territorio “consumer”, la proposta risulta comunque di nicchia e comporta uno sforzo per l’ascoltatore che mal sopporta canzoni lunghe o che comunque non è appassionato di rock lisergico. D’altro canto, ritengo che 'Illusion' farà esultare gli appassionati del genere per i succitati motivi. Rimane quindi un ottimo lavoro, da ascoltare in assoluta solitudine, silenzio con l’ unica compagnia di un lieve spiraglio di luce.
da Shapelesszine.com
Devo ammettere in tutta sincerità che la recensione del debutto dei pugliesi Orient Express è stata una delle più problematiche che mi siano mai capitate. Mi arriva questo pacchetto della My Kingdom Music, un'etichetta che apprezzo da sempre per la qualità altissima dei lavori prodotti; mi ritrovo tra le mani questo strano promo, con una copertina che sembra mischiare la psichedelia degli anni '60 con i pupazzi di "Nightmare Before Christmas"; inizio a leggere e mi trovo davanti un gruppo che viene definito come psychedelic dark rock e che cita tra le maggiori influenze band come i Motorpsycho, i God Machine e la scena psichedelica degli anni '70... Ho pensato, 'ehi, questa è proprio roba per me!'. Vado avanti a leggere e scopro che la band è nata nel 2002 ed è composta da Wito (basso e voce), Pablo (batteria), Gg (chitarra) e Blondy (sintetizzatore). Dopo alcuni anni di gavetta, in cui la band ha potuto suonare assieme ad altre realtà italiane come Marlene Kuntz, Eugenio Finardi, Radiodervish, Yo Yo Mundi ecc, arriva nel 2007 il contratto con la My Kingdom Music, che si concretizza nella pubblicazione di questo "Illusion". A questo punto piazzo il CD nel lettore e inizio a farmi avvolgere dalle trame create da questi ragazzi e l'impressione è subito buona: "Eternal Child" è un brano lento, malinconico ma non freddo; le chitarre si intrecciano in una pioggia di note, mentre la batteria alterna carezze a momenti più vigorosi. La voce di Wito convince per stile e interpretazione e, in generale, la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un gruppo già maturo. Si passa poi a "Madness" e quella che viene fuori è la seconda anima del gruppo: le chitarre si fanno più graffianti, fanno capolino i citati God Machine e si intravede un po' di attitudine grunge. La parte strumentale mi è piaciuta molto, ma devo dire che le linee vocali mi sono sembrate più curate nel primo pezzo. Vado avanti così, ascoltando e riascoltando canzone dopo canzone il lavoro degli Orient Express e vedo la band mischiare abilmente le carte; la title track e "Prison Head" sembrano fondere le due facce del gruppo, trovando il giusto equilibrio tra le parti; "Rats Know" è una bella parentesi con atmosfere lisergiche e orientaleggianti; "Today" mi culla con il languore di quelle canzoni che ti parlano di malinconica speranza; fino ad arrivare a "Euphoria" che, con i suoi otto minuti di durata, va citato tra i momenti migliori dell'intero disco. Insomma, i minuti scorrono, tutto (o quasi) funziona, questi ragazzi sono davvero bravi... eppure c'è qualcosa che non mi quadra. E qui arriva il problema. Io non sono ancora riuscito a isolare, razionalmente, la causa di questa sensazione: posso effettivamente dire che i momenti più veloci ed energici, a mio parere, sono meno riusciti di quelli più calmi e suadenti, ma questo non è sufficiente. Il fatto è che gli Orient Express non sono riusciti ad entrarmi dentro come invece mi succede per numerosa altre proposte dell'etichetta nostrana. È come se la loro musica, per me, si fermasse alla superficie, senza arrivare a toccare quelle corde emotive che permetterebbero una vera comprensione di tutto "Illusion". Questo, essendo un problema totalmente soggettivo, potrebbe risolversi con una scrollata di spalle da parte di voi lettori e della band: insomma, chissenefrega. Vero, però non potevo neanche ignorare questo fatto. La musica degli Orient Express non può essere giudicata solo con criteri razionali, sarebbe assurdo: l'emozione, il sentimento, l'impulso irrazionale sono tutte componenti essenziali in una proposta come la loro. Insomma, per quanto mi riguarda, gli Orient Express hanno realizzato un lavoro interessante, personale e ricco di sfaccettature che, però, non riesce completamente a centrare l'obbiettivo. Detto questo, però, il mio consiglio è dare loro una chance e di provare ad ascoltare qualche loro canzone: sono sicuro che molti di voi potrebbero rimanere rapiti dalla loro proposta.
(Danny Boodman - Novembre 2007) Voto: 7.5
da Metalloitaliano.it
Una proposta quasi intima quella dei nostrani Orient Express, autori di un dark rock dalle forti tinte psichedeliche e tipicamente ‘70s. I loro disco di debutto, questo “Illusion”, si caratterizza infatti per un’alternanza quasi complementare tra strutture musicali tipicamente rock ed una serie di aperture al mondo dark e psichedelico che catapultano gli Orient Express in un limbo sonoro molto personale e curioso. Le due facce della medaglia, le iniziali e diverse “Eternal Child” e “Madness”, descrivono meglio di mille recensioni i due aspetti fondamentali di questa compagine, assolutamente atmosferica ed avvolgente la prima, vigorosa e scorbutica la seconda. Tutto il disco, dunque, si muove su queste coordinate stilistiche, sfruttando con ridondanza semplici arrangiamenti di chitarra per le parti più soft e “teatrali” ed utilizzando, in maniera intelligente, i sintetizzatori ed il pianoforte. Spesso, gli Orient Express costruiscono i propri brani in maniera che il refrain venga quasi esploso in faccia all’ascoltatore, in un crescendo di atmosfere rarefatte ed introspettive. Ottimi brani come la magnetica titletrack e la vibrante “Rats Know” si alternano, però, a composizioni meno ispirate e ridondanti, in cui gran parte del pathos creato dalla band si disperde inesorabilmente e con un certo rammarico di fondo. Un vero peccato, perché oltre a questo particolare appunto e ad una produzione troppo freddamente “analogica”, il primo disco di casa Orient Express mette in mostra delle doti di un certo rilievo che, molto probabilmente, potranno essere sviluppate e potenziate nell’immediato futuro. Le qualità per fare bene ci sono ed il passaggio fondamentale del primo disco è stato superato dalla band del roster My Kingdom Music con una certa disinvoltura. Vediamo cosa combinano già dal prossimo disco...
Maurizio Gabelli
da Heavy-Metal.it
Gli Orient Express sono una giovane band che debutta con "Illusion". Come mostra chiaramente la copertina l'intenzione di questi ragazzi è quella di miscelare psichedelia ed atmosfere settantiane con atmosfere un po' cupe e vagamente gotiche, il risultato non è tuttavia a mio avviso ancora del tutto maturo. Innanzitutto la componente settantiano/psichedelica è decisamente preponderante rispetto al lato darkeggiante, inoltre al limite a modernizzare la proposta più che la cupezza c'è un certo feeling rock... insomma, le dieci tracce che compongono "Illusion" puntano tutto sulle atmosfere ricreate, incentrandosi soprattutto sulla liquidità e sulla languidezza del sound. Purtroppo non tutto funziona come dovrebbe e alla fine l'ascolto mi è risultato un po' ottundente e ho faticato più di una volta ad arrivare alla fine del cd, non aiutato dalla omogeneità delle canzoni che tendono un po' a confondersi l'una con l'altra (motivo per cui non ne ho citata nessuna in particolare)."Illusion" è comunque un cd che si merita tranquillamente la sufficienza e gli Orient Express dimostrano anche di avere delle idee interessanti, tuttavia ho l'impressione che ci sia bisogno di focalizzare meglio la proposta musicale per avvincere veramente gli ascoltatori.
da Auxportesdumetal.com
Attention voici venir un futur grand ! Un futur grand ? Oui. Je me mouille, je prends le risque : Orient Express deviendra culte. C'est aussi obligé que le soleil se lèvera demain matin. Pourquoi ça me direz vous ? C'est tout simple : vous connaissez beaucoups de groupes capables de combiner voyage atmosphérique à la Anathema avec des mélodies pop toujours touchantes, et le grand trip des années 70 ? Voilà, vous commencez à comprendre.Rajoutez à cela que cette recette est préparée avec une classe digne d'un Paradise Lost et là, plus de doutes. Il ne manque que quelques années d'expérience à Orient Express et une paire d'albums pour devenir un groupe référence. Passionnant de bout en bout, jamais ennuyeux, plein de beaux moments, ce disque fleure bon l'inspiration. Les acoustiques font très Opeth (excusez du peu) et contribuent à nous immerger totalement dans cette merveille de premier disque.De "Eternal Child" à "Euphoria", vous aurez beau passer par "Rats Know", "First Dawn" et le burné mais toujours léger "Madness", impossible de décrocher de cette bête de disque, il vous rentre en entier dans la tête et plus moyen d'en réchapper. Bordel, il y a même du U2 de ci delà !Entre progressif, atmosphérique et beauté pure et simple, voici une autre manière de voir la musique légère. Un délice, vraiment !
da Ancientspirit.de
Bereits 2002 gegründet, schaffen es ORIENT EXPRESS erst jetzt, mit ihrem Debüt auf den Plan zu treten. Eigentlich verwunderlich, denn mit ihrer Mischung aus psychdelischem, teils gar hypnotischem und emotionalem Rock, melancholischer Atmosphäre, ein paar progressiven und funkigen Elementen, sowie Indie-, Trip-, Art-Rock-, Soul/Blues-, Alternative- und Pop-Anleihen. Mal erinnert dies etwas an ruhigere ENGINE, dann wiederum an Acts wie GOD MACHINE, SEIGMEN oder gar BLACKFIELD, oder auch hier und da an Acts wie ALICE IN CHAINS, STONE TEMPLE PILOTS oder THE CULT. Jedoch vermögen es die Italiener, trotz gegen Ende leider etwas nachlassendem Niveau, durchweg recht eigenständig zu agieren und direkt eine gehörige Duftmarke in der Szene zu hinterlassen. Anspieltipps: Die überragenden ersten drei Songs und dabei vor allem den Titeltrack!!!Danke My Kingdom Music, daß ihr immer wieder solch coole, emotionale Bands ausbuddelt und veröffentlicht, obwohl ganz offensichtlich kommerziell hier nicht wirklich viel zu holen ist. RESPEKT!
Hage, 9 Punkte
da Metalglory.de
Illusion soll vom Genre her in die Richtung „Psychedelic Dark Rock“ gehen. Das ist aus meiner Sicht schon die Illusion bei der Scheibe!Sie ist eher rockig abgestimmt mit fordernden Bassdrives („Illusion“) und einer Hardrock- Gitarre die bei „Ten Drops“ sogar mit einem leichten Blues ausläuft. Unverkennbar sind Ansätze in Richtung in die dunklere Seite von Pink Floyd, doch leider in der Umsetzung nur streckenweise und auch nur mit dem Synth- Klavier angedeutet („First Dawn“).Der Gesang passt überhaupt nicht zu dem psychedelischen Anspruch der CD, er kommt zu hell und sanft herüber und bildet zeitweise zu der sauber abgestimmten und klanglich sehr guten Musik einen Anachronismus.Fazit: Ruhiger (Hard-) Rock, der leider gesanglich nicht überzeugt!
da Stormbringer.at
ORIENT EXPRESS aus Italien haben in ihrer Heimat in kürzester Zeit seit der Bandgründung schon mal zahlreiche Lorbeeren eingeheimst. Mit dem Debutalbum „Illusion“ im Gepäck schicken sich die vier Burschen jetzt an, auch den Rest Europas zu überzeugen, was mit den zehn psychedelischen Dark Rock Songs der Platte auch durchaus gelingen dürfte.Während der Albumopener „Eternal Child“ anfangs noch etwas schleppend daherkommt, kristallisiert sich bald ein durchaus angenehmes Hörerlebnis heraus. Zwar sind die Songs auf „Illusion“ durchwegs sperrig und vertrackt, aber echte Conoisseure schreckt das ja nicht ab – eher im Gegenteil. Die sanft angezerrten Gitarren von Gg, die sphärischen Vocals von Basser Wito, dazu der abgespacte Synth von Blondy und die präzisen Drums von Pablo schaffen eine äußerst faszinierende, fast schon hypnotische und zuweilen grungige Stimmung, die vor allem auf „Madness“ oder „Today“ gut rüber kommt.Leider krankt das Album, wie so viele Erstlingswerke so vieler Bands, etwas an der Produktion. Zwar wird der Sound nie wirklich störend, aber man hat ständig den Eindruck, dass die ganze Scheibe wesentlich besser hätte klingen können, zumal auch der Mix stellenweise die falschen Instrumente in den Vordergrund stellt. Dass nicht alle Songs gleichermaßen überzeugen, ist ebenso natürlich und insofern verzeihlich, als der Gesamteindruck der Platte ein durchwegs positiver ist.Mit einem Wort: ORIENT EXPRESS haben mit „Illusion“ eine bemerkenswerte Debutplatte hingelegt, die ihnen in vieler Hinsicht den Weg öffnen wird. Ein absolut hörenswertes Stück Musik, das sowohl Gothic-, Progressive als auch Grunde- und Rock-Fans überzeugen dürfte. Reinhören empfohlen!
Wertung: 3.5 von 5.0
Da Rock Hard di Novembre '07
L'ascolto del primo lavoro ufficiale dei nostrani Orient Express è un'esperienza straniante, un viaggio onirico in territori lontani e inesplorati: ogni brano di "Illusion"(titolo particolarmente azzeccato) proietta l'ascoltatore al cospetto di un panorama sempre nuovo e multiforme, dai contorni a volte moribidi e sfumati e altri estremamente spigolosi e definiti. Psichedelia, rock e studiata sperimentazione si combinano a creare un raffinato e sfuggente gioco di contrasti, che ha il pregio di incuriosire, coinvolgere ed attrarre inesorabilmente verso inconsuete dimensioni musicali. Rabbia e dolcezza, aggressività e melodia, disicanto e sognante svagatezza: gli Orient Express passano con spiazzante disinvoltura da un estremo all'altro, guidandoci per mano lungo un percorso ipnotico privo di punti di riferimento o di certezze di sorta. E' la ricerca di una qualche forma di evoluzione, continua e instancabile, la stella polare che guida l'operato del gruppo, il quale già alla prima occasione dimostra tutta la propria maturità e le potenzialità che, se sviluppate coerentemente d'ora in avanti, potranno proiettare il nome degli Orient Express ai vertici della scena alternativa italiana.
Michele Martini
Da Metal hammer di Novembre '07
Nati nel 2002, gli Orient Express si presentano in maniera abbastanza originale, come una band che fonde suggestioni diverse. Il gruppo si è formato attraverso svariate esperienze live, aprendo per realtà musicali diverse per approdare oggi al proprio debutto. "Illusion"è un disco soffuso, delicato, fatto di arpeggi malinconici e ritmiche lente, dondolanti, un insieme che culla l'ascoltatore assieme ad un cantato pulito e mai aggressivo. Lo stile del gruppo pesca da un vasto bagaglio di influenze, per esempio dal progressive settantiano un incedere sghembo e barcollante, dalla new wave degli anni '80 una maliconia di fondo che permea tutti i brani e dall'indie anni '90(tanto dai Motorpsycho quanto dalla scena italiana dell'epoca) un"'indolenza" cronica. L'essere un crogioulo di stili rende sicuramente "Illusion" un disco dalle potenzialità interessanti, ma costituisce anche un suo limite, non riuscendo a dare una verà identità al suono di questo gruppo. Di per sè "Illusion" scorre bene, si rende gradevole fin dall'inizio anche a chi è avvezzo a cose ben più dure, ma da metà in poi sfuma in una sorta di sottofondo indistinto. Un buon accompagnamento per un viaggio in auto, ma un pò di mordente in più non guasterebbe.
Michele Marinei
da Artistsandbands.org
Non c'è dubbio che il coraggio e la voglia di capovolgere gli schemi sia il concetto di base della nostrana MyKingdom Music, anni dopo anni la piccola, ma esperta etichetta, si butta a capofitto su produzioni che risultano essere sempre delle vere piccole scommesse supportando e credendo sino in fondo a queste, ciò purtroppo non accade con le major che spesso non sono sinonimo di qualità e trasparenza, ma ahimè anche con le micro-indie che si concentrano troppo spesso su un genere 'vendibile' seppur di nicchia o a produrre solo gruppi clone nella speranza di guadagnare avidamente qualche briciola di mercato rimasta.Lo dimostra ad esempio questo disco degli italianissimi Orient Express dalla Puglia, "Illusion" di fatto è un chiaro monito a chi crede che tutti facciano musica per soldi, fama e facile successo.Questo lavoro è tutto tranne un prodotto preconfezionato, è un lavoro in cui campeggiano atmosfere pacate, composizioni che scaturiscono dal cuore e da sensazioni autentiche, pathos e background si confondono con l'aura di oscura oppressione e malinconica destabilizzazione. Potremmo definire questo "Illusion" come un caldo accoccolarsi di rock psichedelico seventies e pop-hard-rock novantiano specie americano ed inglese assemblato con gusto e raffinatezza.Un viaggio nelle sensazioni più recondite e nella musica vera, fatta con passione ed esperienze più o meno 'traumatiche', il passaggio di un treno, appunto, che non corre veloce, ma che scruta e mantiene il tenero e paranoico ricordo degli affascinanti paesaggi intravisti dal finestrino e dei luoghi fissati nella mente che sono poi gli 'scali' della vita.Un incedere minimale si dipana in percorsi ed intrecci alternativi con una accorta variazione di pressione sugli strumenti per quindi meglio supportare i momenti acidi, quelli di rabbia emotiva, ad ampio respiro e mesta auto distruzione incastonata su morbide atmosfere acustiche e orpelli sintetici che tuttavia danno sempre un senso di umana passione piuttosto che ad un plastico gioco di artifizi.L'arrangiamento dei brani è pressoché perfetto e si esprime al meglio sopra la base ritmica in cui il batterista si concede poco in tecnicismi ma con piglio ed estro che fanno della normalità una costante di meravigliosa espressività, in alcuni frangenti abbiamo basi quasi al limite con il trip-hop ed acidi arpeggi di chitarra o seminali assoli tanto evocativi quanto legati ad un senso metafisico si comporre ed eseguire (cosa che si può ritrovare solo nei vecchi dischi a cavallo tra i '60 e '70).Sono presenti in tutto ben 10 brani e non me la sento di dire quale sia quello che più mi ha colpito poiché seppure nella loro lineare sinuosità riescono a colpire e coinvolgere l'ascoltatore più sensibile e capace di carpire messaggio e lidi di destinazione degli Orient Express.Un loro trade mark lo hanno di certo, ovvero la capacità di creare brani semplici e sempre con la stessa impronta, una tensione che si spinge ansiosa per tutta la durata senza quasi mai spezzarsi, al massimo arricchendosi di un ingrossamento del sound morbido e sensuale con aperture che dall'intimistico risorgono nelle accelerazioni, nelle melodie più imponenti e schegge rock, senza mai scomporsi più di tanto, conservando un senso di eleganza e nichilista egoismo.Prospetto per il futuro una ulteriore evoluzione ma credo che la band sia davvero sulla buona strada e molto più coraggiosa di quanto possa sembrare ad un superficiale e sbadato primo ascolto.Gruppo ed etichetta da supportare, rigorosamente made in Italy.Brani suggeriti: Tutti.
da Darkroom-Magazine.it
Rating : 7.5
La My Kingdom è da poco tornata a farci visita con una delle sue release professionali ed artisticamente elaborate. Stavolta, però, niente metal nelle nostre casse: gli autori di "Illusion", all'anagrafe Orient Express, sono quattro musicisti pugliesi con diversi demo ed un'importante attività live alle spalle, dediti ad una materia musicale notturna e sfumata, una rivisitazione in chiave proto-dark del movimento psichedelico degli anni '70, talvolta congiunta a richiami grunge (soprattutto per quanto riguarda le liriche, incentrate sul mal di vivere della società contemporanea) e perfino new age (provate ad ascoltare "Ten Drops"). Sciorinando dodici episodi sospesi tra avvolgente delicatezza ("Rats Know") e leonina acidità ("Madness"), tra i quali rimbalzano moderni ed iridescenti echi di Radiohead e Muse ("Prison Head"), i Nostri enfatizzano il già vistoso lato viscerale-emotivo di un sound stilisticamente a cavallo tra passato e presente, forse ancora un po' troppo sofisticato per potere essere apprezzato da un pubblico di vasta scala, ma, per chi scrive, adattissimo ad ascolti impegnati e prolungati nel tempo. Più che importante si rivela, nell'economia della band, la presenza del synth di Blondie, pennello tinto di blu che agisce romantico sulle nostalgiche ed effettate partiture di Gg (chitarra), sui sapienti rintocchi di Pablo (batteria) e sulle liquide onde di Wito, virtuoso bassista, ma anche vocalist veramente dotato dal punto di vista interpretativo. Suggestive note di piano cadono come soffici gocce di pioggia sui motivi dell'opener "Eternal Child" e della conclusiva, bellissima "Euphoria", mentre una minimale ed ovattata elettronica fa da cornice alla spettacolare "Rats Know", rendendola ancor più godibile e sofisticata. Anche se nella seconda parte assistiamo ad un piccolo calo di ispirazione, non ci sono eccessive pecche in questo debutto suonato con classe e passionalità, personale e scevro da qualsiasi compromesso. Se volete correre il rischio, ascoltatelo possibilmente di notte: senza ombra di dubbio, l'illusione degli Orient Express vi rapirà con il suo irresistibile fascino ipnotico. Non lamentatevi, però, se non riuscirete a liberarvi dall'incantesimo: noi vi avevamo avvertito!
da MeanMusik.de
Es gibt Bands, die entwickeln sich weiter, und es gibt Bands, die sich eher zurück entwickeln.Orient Express gehört definitiv zu ersterem. Seit sie 2003 das erste Demo veröffentlicht haben, haben Orient Express einen interessanten und erfolgreichen Werdegang hingelegt.Mit Illusion präsentieren Orient Express ein sehr abwechslungsreiches Werk. Es wirkt sehr ruhig und verspielt, vielleicht auch etwas chaotisch. Allerdings bietet es dadurch Hörgenuss pur.Zehn schön aufeinander abgestimmte Tracks, die, jeder für sich, in einem stimmigen Klangbild verpackt sind. Es ist keine Musik für ne Party, aber für nette Runden mit Freunden sollte man die Band auf jeden Fall im Player haben.Alles in allem ein wirklich gelungens Werk, das es sich zuzulegen lohnt Bewertungsbox
Sound: 9 von 10Booklet: 5 von 10Laufzeit: 9 von 10Specials: 5 von 10--------------------------------------------------------------------------------Gesamt: Bewertung: 7 von 10
da MetalWave.it
Gli Orient Express suonano insieme dal 2002 e ora escono con questo primo full-length "Illusion", registrato al Gel Studio e pubblicato dalla italiana My Kingdom Music. Non so dirvi molto di questi quattro ragazzi, ad esempio da che parte d'Italia provengano, ma comunque questo cd è un discreto lavoro di rock dalle tinte psichedeliche che mostra numerose aperture melodiche, grazie all'abbondante utilizzo del synth. Nella bio si cita come forte influenza la scena rock psichedelico anni '70, ma penso che questo album sia eccessivamente prodotto e anche troppo ben curato per poter avere il vero feeling e l'emotività un po' grezza e naif che era tipica dei dischi di quegli anni. A tratti si sentono anche influenze hard rock, e a pezzi ispirati come la traccia d'apertura "Eternal Child" se ne alternano altri che non lasciano molto il segno. I nostri suonano anche piuttosto affiatati tra loro, e a dimostrazione di ciò c'è un discreto gusto per gli arrangiamenti, però l'intero disco sfiora quasi la durata di un'ora e la cosa alla fine risulta un po' noiosa.In conclusione un lavoro abbastanza emozionante e ricco di momenti di atmosfera, e ben suonato; forse ci si poteva aspettare qualcosina di più a livello di songwriting, ma considerando che è solo il primo full-length non c'è male!
da BurnYourEars.de
Stil (Spielzeit): Progressive Rock (54:37)
Label/Vertrieb (VÖ): My Kingdom Music (5.9.2007)
Bewertung: Hörenswert. [8/10]
Na das kann sich doch rein optisch sehen lassen! Im Gegensatz zu den meisten hässlichen T-Shirts, die in den europäischen Fußgängerzonen bei H&M derzeit in den Schaufenstern hängen, sieht dieses Cover wirklich nach Drogenexzess, Psychotrip, freier Liebe, Schlammschlacht und Friedensbewegung aus. Natürlich ist das nicht unbeabsichtigt der Fall, in ihrem Pressetext weisen sie überflüssigerweise auf ihren ohnehin hörbaren Bezug zur Psychedelic Rock aus den 70ern hin. Verschlafen, entspannt und weltfremd kommen die Italiener auf ihrem ersten regulären Album, der seit 2003 aber insgesamt siebten Veröffentlichung, daher. Jedenfalls ist das der erste Eindruck, den ich von den zehn unscheinbaren Stücken bekomme. Wirklich großartige Fingerverrenkungen oder Rhythmusüberfälle lassen sich beim ORIENT EXPRESS nicht finden. Doch kaum will man die Schublade für Unscheinbares und Belangloses schließen fällt einem die Schönheit dieses Albums ins Ohr. Unbeschwert, zerbrechlich und zart wechseln sich die Instrumente und die wohlklingende Stimme mit moderaten Rock-Passagen ab. Stücke wie "Rats Know" und "Illusion" wirken zerbrechlicher als das Meiste was ich je in den unendlichen Weiten des Rocks gehört habe. "Prison Head" wirkt dank wirrer Elektronikspielchen die sich zwischen dem funkigen Bass schlängeln wahnsinnig fremd. "Ten Drops" führt auf eine staubige, endlose Landstraße und lässt den Hörer förmlich den Staub schmecken.Was bleibt ist ein schlüssiges und stimmiges Album, was überzeugt aber die Reize nicht aus dem Fenster hängen lässt. Und der zunächst etwas bezugslos scheinende Bandname ergibt letzten Endes doch Sinn. Zwar ist das Album keine zigtausend Kilometer lang, aber sicher eine Erfahrung wert, vielseitig und ein kleines Abenteuer.
da Metal-norge.com
Orient Express "Illusion", Album (My Kingdom Music 2007)
70-tallsinspirert prog-rock Spilletid: 6.5/10 70-tallets psykedeliske progrock har inspirert mangt et moderne band, og er utvilsomt noe av det viktigste som skjedde innen rocken i forrige århundre. Allikevel er det sjelden jeg ser band som er direkte inspirert av denne typen musikk, og prøver å gjøre det samme. Italienske Orient Express prøver, og lykkes faktisk ganske greit. Dessverre ødelegger dårlig engelskuttale og en forutsigbar låtoppbygning mye av helhetsinntrykket. Styrken til progressiv rock ligger i intelligensen, muligheten til hele tiden å gjøre noe nytt, og ikke minst å overraske. Orient Express spiller riktignok progressivt, men det er allikevel en ganske forutsigbar progressivitet. Låt etter låt begynner med et rolig parti med stort sett akustisk gitar og vokal, og bygger seg opp mot å ta av med tyngre gitarer og suggerende partier mot slutten. Jeg savner litt spenning og overraskelsesmomenter. Allikevel ser jeg at dette er et band med drøssevis med potensiale. Det er tydelig at vi har med flinke musikere å gjøre, og musikken har på mange måter et voksent, seriøst preg over seg. Bandet selv noterer seg Motorpsycho som sterkeste inspirasjonskilde. Selv ser jeg kanskje litt mer Porcupine Tree her. Som sagt, starter alle låtene (med unntak av ”Madness” og ”First Dawn”) med akkustiske parter. Det synes jeg i grunn er fryktelig synd, for akustikken er ikke Orient Express’ største styrke. Det blir fort litt kjedelig og langtekkelig, de klarer liksom ikke få frem det gode gitarspillet som kreves for gode akustiske partier. Det er først når italienerne kjører på med tyngre partier at vi ser den virkelige styrken i dette bandet. Det er herlig å høre på lyden disse gutta klarer å få til når de rocker, man formelig hører hvordan instrumentene koser seg i all tyngden. Til og med noen gode gitarsoloer klarer de å presse inn når det tar av som verst. Faktisk kan jeg trekke linjer til Katatonia på enkelte partier. Bare hør på trøkken i lydbildet på ”Hidden Man”. Vokalen kommer også mye bedre til sin rett når vokalist Wito må gaule til litt sterkere på tunge partier. Nydelig! Vokalen hans blir fort litt for pusete når det skal være akustisk og skjørt, det ligner ofte litt på stemmen til han fyren som synger i Dream Theater på de trøtteste balladene deres. Dessverre er det mange flere rolige, trøttende partier enn de gode tunge partiene. Orient Express påstår også at de skal være psykedeliske. Det finnes psykedeliske elementer i musikken, men ærlig talt ikke nok de at de kan kalle musikken psykedelisk rock. Dette er heller rett fram progressiv, melankolsk rock. Og det er det heller ikke noe galt med. Det er ingen tvil om at det er psykedelisk rock Orient Express prøver å uttrykke reint visuelt. Designet og logoen er akkurat slik det skal være innen stilarten. Bookleten er stilig og gjennomført, med et pent design. Lyden er noe av det bedre jeg har hørt innen stilarten. En fantastisk produksjon slår mot deg når førstelåta ”Eternal Child” starter. Alle instrumentene kommer klokkeklart frem, vokalen er akkurat der den skal være i lydbildet. I det hele tatt er miksen perfekt for den stilen Orient Express kjører på. Wito står for mye av låtskrivinga, synger og spiller bass. Bassen hans dominerer veldig ofte mye av lydbildet, spesielt i de akkustiske partiene, men også når det blir noe hardere. Basslyden er nydelig, og kler virkelig bandet. Et kjempeminus ved Orient Express, er at de er fra Italia og prøver seg på verdensmarkedet. Da skal man tydeligvis synge på engelsk, samma hva. Witos uttale er ikke den aller verste jeg har hørt, men det er forferdelig trist og ødeleggende for det voksne bildet jeg har av musikken når han plutselig kommer med noen tydelige grove engelskfeil. Dette høres best på mange av de rolige partiene. Tekstene inne i bookleten er også fulle av fæle skrivefeil. Dessuten er det en slags amerikansk hip-hop-slang over språket. De skriver bestandig ord som ”dreamin’”, ”nothin’”, passin’”, ”lickin’” og ”fallin’”. Har visst ikke hørt om ”ng”-ending disse italienerne. Dessuten er ikke tekstene spesielt bra, det går mye i tristesser om hvor meningsløst livet er nå, hvor bra det var før og hvor jævlig fremtida ser ut. Enkelte setninger er faktisk så dårlig at jeg har problemer med å forstå hva de egentlig mener. Tenk hvilket særpreg Orient Express ville hatt dersom de faktisk hadde sunget på italiensk! Hør bare på hvor bra for eksempel spansk høres ut i The Mars Volta’s rock. Jeg er sikker på at gutta hadde kunnet utfolde seg mye mer lyrisk om de hadde valgt morsmålet også. Men neida, man skal da selge plater... Til tross for en del langtekkelige akustiske partier og dårlig engelsk, kan jeg ikke annet enn å se massevis av potensiale i Orient Express. Dette er tross alt debuten deres, og det er en sterk debut!
da Lordsofmetal.nl
Orient Express - Illusion My Kingdom Musicfile under Alternative/popBidi: Hmm, well the Italian band Orient Express might be unknown to most of the LOM readers. Probably there are not too many visitors of this website who are interested in alternative, atmospheric pop music, are there? However if you are interested in bands like Radiohead, (the soft elements of ) Porcupine Tree or The Gathering, then you might like this album. The Italians themselves refer even to the legendary indie band The Godmachine, but they definitely sound a bit too smooth for that. Nevertheless, the songs ripple on in a nice way and there is a lot of attention for small details in the production, like many ambient and trip hop bleeps. The only real disadvantage is that vocalist Wito does not possess the necessary vocal range to be a driving force of the band. Because of this disadvantage they will face a lot of difficulties to get noticed in a genre where the level of the vocalist needs to be outstanding. Maybe Orient Express has to look for a better singer in the near future. The end result is okay, nothing more nothing less.
da Adnoctum.de
Orient Express - Illusion10 Songs - 54:43My Kingdom MusicSehr ruhig geht es bei Orient Express auf dem neuen Release "Illusion" zur Sache. Geboten wird psychedelischer, etwas düster angehauchter Rock, bei dem man mal die Seele baumeln lassen kann. Manche Passagen wirken etwas hypnotisierend, andere zeichnen sich durch ihre Geradlinigkeit aus. Das ganze musikalische Gebräu ist stark an die 70er Jahre Rock Szene angelegt und lebt auch durch den guten Einsatz von Synthesizern. "Illusion" bietet also gefühlsbetonten, atmosphärischen Rock und kommt mit einem klaren Sound daher. Mir persönlich ist die Chose auf Dauer zu langweilig, aber ich muss einräumen, dass die Scheibe auch irgendwo ihren Reiz hat. Hört Euch die Italiener bei Interesse mal an, aber erwatet nichts Spektakuläres.
da Raw & Wild
Suoni ovattati, luce e ombra che si alternano attraverso il vetro, paesaggi che passano. Questo è un viaggio in treno. Questa è la musica degli Orient Express. Un viaggio in dieci fermate. Quando partono le prime note di Eternal Child hai giusto il tempo di sistemare le valige e chiudere gli occhi. Il vero viaggio non è quello fisico, ma quello dei sensi. La voce di Wito e la chitarra di GG ti avvolgono con discrezione e delicatezza, quasi con pudore. I suoni sono soffusi ed estranianti. La seconda tappa, Madness, è quella dell’accelerazione. Quella che ti fa capire che il viaggio è iniziato veramente. Curve e salite sono roba che richiede cavalli, e la potenza è quella che gli Orient danno in quello che il loro pezzo più tirato. Illusion è l’attraversamento della campagna. Osservi fuori dal finestrino le distese di grano e quasi ti sembra di poterne sentire l’odore delicato. L’attacco dei sinth in Prison Head ti fa capire che è giunta la notte e con essa i sogni. Le atmosfere soffuse continuano in Rats Know,Ten Drops, First Dawn, Hidden Man e Today. L’ultima fermata è la lunga Euphoria. Come in ogni viaggio la gioia dell’essere arrivati è scalfita dalla tristezza dell’essere giunti a destinazione. La voglia di ripartire è tanta. In definitiva un disco per gli amanti dei Motorpsycho (in alcuni punti mi hanno ricordato i Led Zeppelin, quelli acustici) e per tutti gli amanti delle buona musica.
da Metalbeta.it
Illusione come speranza, illusione come luce accecante o semplicemente, illusione come fine di un sogno. La ricerca di una speranza, di una luce e di un sogno sono al centro di questo "Illusion", primo genito degli italianissimi Orient Express, ultima scoperta dalla sempre lungimirante My Kingdom Music.Parlare di questo lavoro senza dover ricorrere alle emozioni è impresa vana, perchè quì tutto è emozione allo stato puro. Sensazioni di livida dolcezza lasciano spazio a fredde divagazioni mentali,momenti in cui la musica ti spinge verso territori in cui normalmente il coraggio si piega alla paura.Un viaggio ancestrale dunque, con atmosfere diluite allo spasimo, in cui il saggio uso del synth ben si accosta alla stupenda armoniosità delle sei corde affidate al tocco vellutato di Gigi. Pezzi come Eternal Child, Illusion, Prison Head ed Euphoria (senza dubbio la mia preferita) rispecchiano il vero animo di questa band, un animo sofferente, in cui la maestria di Pablo dietro le pelli e la voce calda e coinvolgente di Wito, cantante e bassista, si sposano in un connubio imprescindibile. Per tutti coloro i quali proprio non sanno vivere senza un paragone, posso affermare che i loro padri putativi siano i God Machine ma fra i solchi di quest' album c'è tanta personalità ed ispirazione.Ottimo inizio dunque per i nostri Orient Express, autori di un album altamente consigliato.
Voto: 8/10da
da ZeroAssoluto.biz
Provate ad ascoltare questo disco mettendo da parte pregiudizi e stupidi campanilismi e dopo vi chiederete perchè? la risposta è che la band è di Barletta (ORIENT EXPRESS) e che finalmente il 5 settembre è uscito il loro frutto è risultato di anni di prove e registrazioni.Tentando di classificare il genere e lo stile degli ORIENT EXPRESS diventa difficile trovare la giusta definizione perchè ha influenze musicali diverse che partono da note puramente punk rock tipico dei 30 SECOND TO MARS(traccia n#2 MADNESS)mischiate a dolci ballate(ETERNAL CHILD) e sonorità che ricordano i TANGERINE DREAM e, voglio esagerare, i KING CRIMSON(ILUSION). Loro si definiscono rock band vicina ai MOTORPSYCHO e GOD MACHINE e sono: Vito(voce e basso), GiGi(chitarra), Paolo(batteria) e Pasquale(sintetizzatore). Il disco è prodotto dall'etichetta indipendente MY KINGDOM MUSIC e registrato presso il GEL STUDIO di Trani(complimenti per la registrazione!). Cari lettori di ZERO ASSOLUTO comprate e divulgate questo disco perchè merita posizioni di rilievo nelle file del circuiti alternativi del rock e non solo. Dimenticavo di elogiare la copertina che mi ricorda molto i dischi dei SIOUXSIE and BANSCHES. Ciao e buon ascolto.
da Musicalnews di Giancarlo Passarella
Il synth e la chitarra distorta li porta su terreni lisergici tipici della fine degli anni'70: partiti dal classico line-up a tre di rock pesante, gli Orient Express produco un buon cd, perfetto pero' nei brani piu' tirati.
Non vi e' contraddizione o riflessioni pseudo ossimere, ma questo esordio discografico degli Orient Express ci convince di piu' quando ritorna verso il rock dei loro primordi, piuttosto che nei brani in cui la psichedelia languida la fa da padrone: vedo infatti una netta divisione tra i brani soft e quelli piu' rock, vallo che forse piu' essere la forza dell'intero album o forse ne rappresenta il livello, magari dovuto dall'inesperienza in studio di registrazione o in fase di preparazione dei singoli brani. Proprio citando quello che negli anni'70 era norma, mi sarebbe piaciuto se Illusion fosse stato piu' concept e piu' rock: quest'ultima affermazione e' una convinzione, forgiata dal fatto che frequento la band da parecchio tempo e ne conosco ogni stilla di forza aggregativa nei momenti live e piu' rock. Impressiona ed emoziona la chitarra di GG quando diventa fenderianamente allucinata, conforta l'ottimo lavoro svolto dalla base ritmica di Wito e Pablo quando le cavalcate diventano imperiose, mentre il synth di Blondy e' una sorpresa soprattutto nei momenti in cui diventa quasi un moog martoriato, stile Keith Emerson dei momenti migliori. Tutto il lavoro risulta invece non all'altezza della situazione in canzoni come Ten Drops, quasi una ballad tratta da un film sulla ricerca della terra promessa americana, dove la chitarra tratteggia liriche stantie.
Fin qui la ricerca del classico pelo nell'uovo: non e' mia abitudine dare delle lodi agli esordi discografici e quindi devo fare il ruolo pedante del critico, ma Illusion e' un signor cd che sfiora la perfezione. La sfiora soltanto, nei momenti in cui diventa originale, allontanandosi dagli ambienti musicali cantati da band storiche come i Motorpsycho o gli stessi Nirvana: infatti un po' di grunge ogni tanto sembra fare capolino, giocando a rimpiattino con la psichedelia seventies: verissimo e' che l'intero cd punta su un .. un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose.... Giusta riflessione, perche' nella concezione circadiano dell'album sta anche la voglia di diventare concept a cui accennavo prima: se fosse successa, avremmo parlato di perfezione e per un esordio discografico, anche se la pronuncia inglese puo' essere solo che migliorata.
In questo si sarebbe valorizzate anche quelle ... architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...ed i buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici ....
Un elogio finale alla My Kingdom Music per aver puntato coraggiosamente su una band cosi' ed un plauso a chi ha realizzato il booklet del cd: tranne che nella ottava pagina finale, il resto e' psychedelicamente ottimo.Un bel biglietto da visita, quasi perfetto...
da Metallus.it
Primo lavoro ufficiale per gli Orient Express, usciti nel mercato musicale con la My Kingdom Music, etichetta italiana come anche i componenti del gruppo. Illusion è un lavoro che vuole apparire maturo ma nasconde in sé molte pecche. Le idee alla base ci sono, così come anche le influenze che , a volte con troppa chiarezza, trapelano dalle singole tracce. Nella scheda di presentazione , il gruppo si definisce “psychedelic dark rock” ed in effetti la psichedelica in certi passaggi non manca, grazie anche all’apporto del sinth. La parte rock è ben sviluppata per un prodotto votato alla commercialità: in “madness” , ad esempio, colpisce un’intro pesante che però risente troppo di un crossover ormai stantio. Segue “Illusion”, traccia che dà il nome all’album, in cui il sound riporta ai Muse suonati però “all’italiana”. Le radici dei quattro,infatti, si sentono molto, sebbene cerchino di emulare i miti stranieri, nella composizione dei pezzi, nella scelta dei suoni e forse anche nell’atteggiamento troppo perfetto e senza sbavature, rendendo il tutto un po’ troppo sterile. Afterhours, Marlene kuntz, e per non citare gruppi esplicitamente pop italiani, sono molto presenti: si ascoltino a tal proposito “Rats Now”, oppure “First down”. Naturalmente tale scelta di stile procura al gruppo un’ampia gamma di possibilità per il lancio di un singolo che possa “conquistare le radio”, e quindi essere ben apprezzato in un mercato molto commerciale della musica. Il lavoro, comunque, nasconde in sé degli aspetti interessanti soprattutto in tracce come: “Ten Drops”, che riporta alla mente le tracce più psichedeliche dei Kyuss di “Welcome to the sky valley”, oppure in “Today” dove si riassaporano suoni vicini a quelli dei lavori solisti di Trent Reznor. Nota di demerito all’aspetto “dark”, citato ma non presente all’appello: forse meglio così, perché avrebbe reso troppo ibrido questo lavoro. Invece in questo modo possiamo dire che è ben pronto ad affrontare una scena musicale standardizzata ma proficua.
da StereoInvaders
Il progetto Orient Express nasce nel 2002 e, dopo un demo del 2003, la band comincia a farsi sentire in giro per l’Italia, partecipando anche all’I-Tim tour, e proprio quest’ultima occasione gli consente anche di andare in onda su Rock TV. Dopo altri 3 anni di apparizioni live di supporto ad alcune band italiane e partecipazioni ad alcuni festival stranieri, la band inizia a registrare delle songs per l’album d’esordio, e nel maggio del 2007 sigla il contratto con la label My Kingdom Music, infine a settembre esce “Illusion”, CD che mi appresto a recensire. Già dalla copertina possiamo indovinare lo stile della band e quindi c’è molta coerenza con quanto proposto, ovvero un buon rock psichedelico anni ’70, con qualche tinta hard. Nelle note biografiche, gli Orient Express dicono di avere affinità musicali con i Motorpsycho e God Machine e per quanto riguarda le liriche, si ritrovano spesso nel pessimismo caro al movimento grunge. In tutto il CD permane uno stato di calma e tranquillità, il suono ha volte sembra rarefatto, ma quasi sempre la melodia risulta ispirata. Degna di nota anche la produzione che infatti aiuta il gruppo, regalando un suono cristallino. I pezzi sono dieci ed in ognuno il suono delle tastiere arricchisce ed enfatizza le atmosfere psichedeliche. Sicuramente un buon debutto; da tenere d’occhio.
da SilentscreamZine
“La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”: questa massima di Milan Kundera è stata adottata come motto dagli Orient Express, ma per il vero non sembra attagliarsi troppo alla musica da loro suonata. Non è sul volume delle amplificazioni né sull’attacco frontale che punta la band italiana, bensì su un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose. D’altronde gli Orient Express sono rei confessi, sbandierando fin dalla adattissima copertina il loro amore per gli anni ’70 e la scena psichedelica, senza trascurare un altrettanto sincero rimando al grunge, in particolar modo per ciò che concerne le tematiche. Sebbene la perfezione assoluta non sia ancora raggiunta a livello estetico/formale, nondimeno il rockeggiante quartetto riesce a rappresentare molto bene su disco la propria visione musicale, con dieci brani che si dipanano senza apparente fatica e che, in maniera sovente discreta e subliminale, si conquistano l’attenzione dell’ascoltatore. “Illusion” è un disco figlio di una scena ben precisa che però potrebbe piacere anche a coloro che se ne considerano estranei. Risultato mica da poco.
da Rockline
Una sfrenata passione per il Rock psichedelico degli anni Settanta e un’ampia attività live in supporto di celebri acts dell’Indie e del Punk italiano come Yo Yo Mundi, Marlene Kuntz, Tiromancino, Moravagine, Pornoriviste e Punkreas sono i due requisiti fondamentali dei baresi Orient Express, che debuttano nel 2007 con il platter Illusion. Il mix di Psichedelia e Dark Rock presentato assume toni simili al sound delle “nuove leve” Motorpsycho e God Machine, a cui il quartetto pugliese si ispira maggiormente, ma svariati sono anche gli elementi innovativi introdotti dagli Orient Express nella loro opera.Nei dieci brani composti per Illusion si susseguono architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth del tastierista Blondy: i ritmi sono quasi costantemente calmi e rilassati, perché gli Orient Express puntano a far emergere la componente distesa del loro stile, realizzando buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici.Eternal Child apre l’album con il suo alone dimesso e cupo, tutto incentrato sui ripetitivi ed ipnotici arpeggi della chitarra clean: la voce di Wito riecheggia tranquilla ed espressiva sopra il tappeto che definisce l’andamento di uno dei brani più oscuri ideati dal four-piece italiano.Più incline a ripercorrere i meandri dei Settanta è la seconda Madness, capace di stregare nei suoi caotici riff di chitarra elettrica, mentre la quarta Prison Head conserva un approccio malato che sarà apprezzato da chi cerca sperimentazioni contemporanee in campo psichedelico.Tracce ricercate si alternano ad altre monotone e meno riuscite, ma da tutte si evince la particolare cura che gli Orient Express impiegano nella produzione del loro album d’esordio: quando non interviene il synth si ha l’impressione che le sezioni siano leggermente vuote e scarne e questo ambito poteva essere migliorato a livello di song-writing.Tuttavia ciò che traspare da Illusion è una buona versatilità stilistica e una discreta sicurezza, che nel tempo ha potuto rafforzarsi anche grazie alle prove live in famosi e significativi eventi internazionali, come lo Sziget Festival di Budapest. Si consiglia l’ascolto di Illusion agli irriducibili della psichedelia settantiana, che potranno godersi un lavoro trasudante oscurità per tutta la sua lunghezza; si auspica comunque che gli Orient Express riescano a maturare ulteriormente per superare la qualità di un debutto sì valido ma ancora privo di tratti che facciano risaltare la band per la propria originalità.
da Debaser
Agli Orient Express, per voce del batterista Pablo, piace auto-definirsi una band "psycho-rock".La piena comprensione di tale definizione, non può essere di certo colta se non dopo un accurato ascolto della loro prima uscita discografica ILLUSION (per l'etichetta indipendente MY KINGDOM MUSIC, distribuito da Audioglobe). Filo conduttore che attraversa l'intero album, è la forte matrice psichedelica, elemento dominante in quasi tutte le tracce, che s'intreccia con l'hard-rock e lo spirito grunge, il tutto con fortissime influenze anni settanta.Eternal Child, pezzo d'apertura, indica la strada: una prima parte dal lento incedere (che nel caso specifico sembra citare gli AFTERHOURS di Quello Che Non C'è e Dentro Marilyn), che va in progressione e porta gli Orient ad esprimere tutta la loro potenza sonora. Proprio tale potenza viene ribadita in modo estremamente convincente in Madness, un pezzo abbastanza anacronistico rispetto al resto dell'album, ma di grande impatto e dalle forti tinte seventeen's, con un bellissimo riff portante, asciutto ed incisivo.La title-track esprime in maniera incontrovertibile quelle che sono le peculiarità della band, sia nella musica che nei testi. L'incedere iniziale ossessivo e il cantato quasi sussurrato, che si dipanano in una splendida ragnatela psichedelica, nella quale l'amalgama degli strumenti trova la massima espressione e l'intensità vocale di Wito, si sovrappongono con grande maestria. Certamente più orecchiabile e immediata risulta Prison Head, una traccia fresca, davvero ben costruita, nella quale specie nella fase finale, riecheggiano le chitarre dei RADIOHEAD che furono.Di notevole spessore emotivo Rats Know, interessantissima anche nelle alchimie elettroniche elaborate da Blondie, che la rendono ancora più struggente ed intensa, come di grande profondità è, anche stavolta, l'interpretazione di Wito, che si plasma perfettamente ai cambi di registro del brano. Ten Drops promette molto bene, con un bell'intro elettro-acustico, ma finisce per avvolgersi su se stessa troppo insistentemente senza mai decollare e risulta alla fine un pò monotona, nonostante arrangiamenti e armonie chitarristiche vibranti e molto curate. Tale compiutezza la raggiunge invece First Dawn, condotta da una sezione ritmica sincopata e da una chitarra decisamente heavy nella fase iniziale.In Hidden Man si percepisce la presenza nel background del gruppo, di una decisa impronta grunge, con notevoli influenze ricevute, nelle sezioni più dure, dalla potenza devastante dei GOD MACHINE e dei QUEENS OF THE STONE AGE, idem per Today; ma, a parte l'accuratterzza dei suoni, i due brani scivolano via lasciando un pò di amaro in bocca. La chiusura dell'album spetta a Euphoria, che coglie a piene mani dai MOTORPSYCHO più acidi e dilatati. Il brano è decisamente ben costruito ed eseguito alla perfezione dagli Orient, che sembrano indossare il loro abito migliore quando si trovano a percorrere la strada delle digressioni psichedeliche.Visione pessimistica e angosciata della vita nei loro testi, quel "mal de vivre" tipico del grunge, che a tratti pare volersi abbandonare alla rassegnazione nel subire il destino ineluttabile e in altri momenti cela una voglia di reazione che divampa dal fuoco che cammina dentro di noi.I difetti sono identificabili nella scaletta e nella ripetitività della struttura dei brani. Una offre il meglio di sè nella prima metà per spegnersi nella seconda, l'altra quasi sempre uguale a sè stessa, ha intro lenti e minimalisti per poi deflagrare in digressioni potenti e vorticose e alla lunga rischia di diventare monotona per l'ascoltatore.Un esordio, quello della band pugliese, indubbiamente degno di nota, nel quale emergono una notevole capacità di creare melodie ispirate e fantasiose e una minuziosa accortezza e competenza nell'esecuzione e nell'arrangiamento dei brani, sempre con un retrogusto seventeen's, che spicca in particolare nelle scorribande chitarristiche di GG, plettro di gran talento e fantasia e nel sapiente drumming di Pablo, preciso e misurato talora, potente e aggressivo in altre circostanze e incredibilmente abile nell'uso dei piatti, ma senza mai concedere nulla al mero esercizio stilistico e agli esercizi di maniera fini a sè stessi.
da Metallized
Ed ecco un altro prodotto MKM, che già a partire dal primo sguardo distratto alla cover ed al moniker della band, può tranquillamente essere assegnato all’area della psichedelia di antica memoria.Gli Orient Express possono vantare già un discreto curriculum fatto di demo, promo, partecipazioni a compilations e una intensa attività live che li ha visti dividere il palco con realtà importanti quali Eugenio Finardi, Radiodervish, Punkreas, Marlene Kuntz, Yo Yo Mundi e numerose altre, oltre a partecipare a manifestazioni importanti come lo Sziget ed a passare anche su Rock Tv.Forti di quanto sopra i Pugliesi arrivano adesso a questo “Illusion”, un lavoro rarefatto, misurato, composto da suoni effettati, liquidi, sempre, per così dire, un passo indietro, puntando quindi sull’insieme delle soluzioni sonore e sull’effetto ipnotico dei loops della chitarra di cose come l’opener “Eternal Child”, salvo poi piazzare alcune accelerazioni più tipicamente 70’s orienteds rock come nella successiva “Madness”; a legare il tutto il lavoro delle Keys di Blondy .Non mancano momenti più oscuri , ma in generale è sempre la sensazione di suono “liquido” a connotare maggiormente queste tracce, che anzi, con una chitarra talvolta ancora più effettata, avrebbe dato un impatto ancora maggiore in questo senso. Alla fine dell’ascolto la sensazione è quella di avere a che fare con un gruppo di ragazzi innamorati di un certo periodo storico ed in grado di riproporre e rielaborare abbastanza validamente certi schemi, ma “Illusion” manca di quei due o tre pezzi che rendono meno monotono l’ascolto che, giunto ai tre quarti dell’album, comincia a farsi un po’ tedioso.In sintesi una certa dose di personalità inserita in maniera anch’essa misurata, potrebbe dare più visibilità a questi ragazzi.Non male, ma “si può dare di più”.
Orient Express - Ep 2004
da Perkele
Anche se con leggero ritardo ci giunge ora il secondo demo dei pugliesi Orient Express, band in giro dal 2001 e molto presente in varie manifestazioni a livello nazionale come l'I-Tim Tour. Questo demo è in realtà un ep di quattro pezzi più una traccia video che è proprio la performance dei tre alla tappa milanese del festival itinerante organizzato da RockTv.
Un buon trampolino di lancio dunque, favorito dalla qualità dei quattro brani presenti sul dischetto. La passione per il rock degli anni '70 risulta evidente dall'ascolto, ma Vito (basso e voce), Paolo (batteria) e Gigi (chitarra) non si pongono alcun limite. Ciò che viene fuori è frutto della loro personalità, un eclettismo che rende le composizioni varie e mai banali. Piuttosto sono alcuni vizi di forma (la registrazione da migliorare per far uscir fuori il loro reale talento) a comprometterne la perfetta riuscita.
In ogni caso si tratta di un prodotto di pregevole fattura, molto promettente per una band motivata e compatta. Gli Orient Express sono infatti capaci di emozionare e scuotere. "And if" e "Waiting" sono bombe di hard rock tosto e calibrato, un misto di sonorità che impianta le proprie radici nei classici degli '70 (Led Zeppelin e The Who su tutti) e si spinge sino al sound graffiante dei Guns'n'Roses (specie nelle vocals e in certi guitar solos). "On a perfect line" e "Master of mind" cercano invece una via più intimista e psichedelica ai canonici tracciati hard & heavy, ammantando di sensazioni languide una corposa struttura rock. Mentre la traccia video, "Faith", è una ballata notturna dai tratti cupi e romantici che non disdegna toni jazzati e inflessioni improvvisate che lasciano spazio al fluire libero delle note.
Buona band gli Orient Express, li aspettiamo fiduciosi al prossimo lavoro. Siamo sicuri che non ci deluderanno.
da Gufetto
Curati e precisi. Questi sono gli Orient Express: difficile banalizzare il loro lavoro con ulteriori definizioni. Sono solo quattro i brani contenuti nel cd autoprodotto dal titolo “Orient Express”, pochi senza dubbio, ma talmente ben fatti che la qualità riesce a compensare ampiamente la quantità . Fedeli ai propri gusti musicali, non cedono però alla pura e semplice imitazione di modelli e stereotipi, riversando creatività e talento in un lavoro indubbiamente professionale. Le capacità vocali di Vito Digiovanni, che canta tutti i brani, rigorosamente in inglese, con pronuncia invidiabile, sono evidenti soprattutto nella traccia video, che riprende la performance live (con il brano “Master of mind”) della tappa milanese del Tim Tour 2003. Molto bravo anche il batterista, Paolo Ormas, che, soprattutto nella prima traccia, “And if”, dimostra di possedere una straordinaria e coinvolgente energia. Molto particolare anche se un po’ ripetitivo “On a perfect line”, innovativo invece “Waiting”, con le sue dissonanze e gli effetti di chitarra, suonata da Gigi Doronzo.
Il gruppo pugliese (Barletta) per ora ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, come la vittoria del “rock duel” organizzato dalla Camion Records presso “Il Locale” di Roma e l’apparizione nei vari programmi dell’emittente Rock TV, che sicuramente, con un simile inizio, non saranno gli unici.
da Eutk.net
Solamente quattro gli anni di vita del progetto “Orient Express”, ma già un percorso artistico abbastanza significativo che vede la pubblicazione di un cd-autoprodotto nel 2002, la presenza in alcune iniziative targate Rock Tv (la partecipazione nel 2003 all’edizione dell’I-Tim Tour nella sezione curata dall’emittente musicale satellitare e la relativa vittoria, con il brano “Master of mind”, nella tappa pugliese di Brindisi, che consente alla band di accedere, in questo modo, alla finale in Piazza Duomo a Milano, nonché l’apparizione in vari programmi quali Database, On the road e Sala prove e l’esibizione durante il RockTv tour nella tappa di Palermo) ed alcuni altri piuttosto apprezzati live shows al fianco di nomi importanti della scena italica (Tiromancino, Eugenio Finardi, Sud Sound System, Negramaro, Caparezza), nelle varie occasioni avute a loro disposizione. A completare la discografia del gruppo pugliese anche la partecipazione alle antologie “Livida Rock Compilation” (2004, Sottosuono Produzioni) e a “Sintonie Rumorose vol. 1”, in uscita per l’Udu Records/Sintonie Rumorose, oltre, ovviamente, all’Ep oggetto di questa recensione.La formazione si propone con un interessante hard-rock ad ampio spettro, attraversato da suggestioni psichedeliche, sicuramente d’ispirazione anni ’70, per coordinate musicali e attitudine interpretativa, ma senza che quest’approccio risulti troppo celebrativo o semplice atto di devozione impersonale a quel tipo di suono.Discrete, quindi, sia le nozioni espresse in fase di composizione, sia la dose di personalità evidenziata nelle stesse, in brani che privilegiano le atmosfere più introspettive (“On a perfect line”, “Waiting”, “Master of mind”, “Faith”) sulle quali s’innestano le evoluzioni chitarristiche di Gigi Doronzo, bravo dal punto di vista tecnico ma soprattutto abile nel conferire ai suoi interventi il giusto “sentimento” e le progressioni vocali del cantante (e bassista) Vito Digiovanni, abbastanza duttile e dotato di una buon’estensione e timbrica, che avrebbe bisogno solo di una piccola “regolatina” sui toni alti, per poter essere ancora più efficace. Manca all’appello il drummer Paolo Ormas, anch’egli tecnicamente alquanto preparato, ma non condivido del tutto la scelta di dare così tanta enfasi ai piatti della sua batteria, opzione che personalmente ho trovato un pochino fastidiosa (soprattutto nella vivace opener “And if”, ma si tratta di una sensazione generale), complice sicuramente una registrazione abbastanza amatoriale, non del tutto carente, ma un po’ troppo “impastata” e squilibrata, per rendere completamente giustizia al sound degli Orient Express.Le costruzioni armoniche e gli arrangiamenti sono sempre parecchio piacevoli e raggiungono il loro apice qualitativo nella bella “On a perfect line”, nella sentita esposizione di “Waiting” o ancora in “Master of mind”, che non a caso ha garantito discrete soddisfazioni ai nostri, in virtù di capacità di coinvolgimento molto elevate, nell’escalation che da ambientazione riflessiva conduce gradualmente al break aggressivo e all’ottimo guitar solo, nel rispetto degli schemi strutturali di tante rock songs settantiane: in assoluto un po’ il trademark del modo di fare musica dei ragazzi pugliesi, ma in questo caso il tutto appare effettivamente orchestrato in modo decisamente adeguato ed accurato.Anche dal vivo, per quanto si può ascoltare in “Faith” (una sorta di “jam” registrata al teatro Curci di Barletta) e finanche vedere (nella traccia video che si riferisce alla data del già citato I-Tim tour di Milano), gli Orient Express sanno il fatto loro e dimostrano di essere in grado di “tenere” il palco senza timore, con atteggiamenti “classici”, senza istrionismi “sopra le righe" ed evitando, al tempo stesso, d’essere troppo statici.L’Ep è, quindi, un prodotto di valore ben sopra la sufficienza, anche se sono convinto che una resa sonora più incisiva e nitida avrebbe giovato molto alle canzoni degli Orient Express, una band dal buon potenziale, che dovrebbe, a mio parere, cercare di diversificare un po’ di più il proprio songwriting, abbandonando quella minima “standardizzazione” e ripetitività che oggi lo contraddistingue e allontanando quel senso di troppa omogeneità che può affiorare allo stato attuale.Le capacità per poter crescere in questo senso credo che non Vi manchino e l’album ufficiale (in fase di preparazione), ci potrà dire se, su di una distanza superiore e soprattutto con una registrazione che mi auguro possa essere più bilanciata e dinamica, le premesse di questo dischetto saranno confermate, nella speranza che si realizzi anche l’auspicata maturazione nella scrittura, in mancanza della quale il rischio di “stancare” l’ascoltatore potrebbe essere ancora più concreto.
da SonicBands
“Retrò”: così potrei definire, se volessi cavarmela con una sola parola, l’atmosfera squisitamente seventies che aleggia sulle cinque canzoni (più una traccia video ripresa durante la data milanese dell’I-TimTour del 2004) contenute all’interno di quest’omonimo Ep.Per stessa ammissione degli Orient Express, attivi fin dal 2001, il punto di partenza della loro esperienza musicale è rintracciabile nel “sound dei ‘70”, ma le ambizioni del trio non si limitano ovviamente ad una mera riproposizione di sonorità già sentite. La scelta di esprimersi in inglese, abbinata ad una scarsa originalità nella strutturazione dei brani, tarpa tuttavia le ali ai sogni degli autori. Non mancano una buona padronanza degli strumenti ed un’altrettanta valida presenza vocale, dimostrate in brani come Master Of Mind e Waiting, sorretti da ottimi fraseggi di chitarra e da una voce calda al punto giusto; ma tutto ciò da solo, purtroppo, non basta.