Thursday, December 20, 2007

Orient Express sul numero di Dicembre della rivista mensile locale "Il Fieramosca" e con un mucchio di recensioni sul web

Nuove recensioni pubblicate e a breve il post dell'articolo di Ilaria Ricco pubblicato sul numero di Dicembre della rivista mensile locale "Il Fieramosca" (http://www.ilfieramosca.it/)

da Sensorium.it

Piacevole scoperta gli Orient Express, giunti, neanche da troppo lontano (sono italiani), alla guida della locomotiva del loro treno delle vaghe illusioni. Attivi da poco più di cinque anni, con un demo e un promo CD all'attivo, nel maggio di quest'anno arriva la firma dell'ambito contratto discografico. Grazie ad una intensa attività live, la band è giunta all'esordio rodata, senza la necessità di dover spendere prezioso tempo in studio per perfezionare l'affiatamento tra i quattro membri.
"Illusion" è un album intenso, sognante, pregno di richiami alla psichedelia che negli anni settanta riempì d'inchiostro numerose pagine del grande libro che narra la storia musicale. Il caledoscopio di cui è composto l'universo musicale degli Orient Express richiama il lato meno 'sporco' dei Motorpsycho e i God Machine. Incantevole "Euphoria", la traccia posta in chiusura. Dopo una intro sognante, arricchita da rintocchi al pianoforte, la chitarra elettrica spezza la tensione emozionale e apre il brano più atmosferico e dilatato di tutto il lavoro.
Senz'altro in tema l'artwork, dalla grafica che richiama a sua volta gli anni settanta e il vinile. Chiudiamo con la citazione di Milan Kundera con la quale la band ama presentare il proprio stile: "Le persone stanno diventando sorde a causa della musica suonata a volumi sempre più elevati, ma, proprio perchè stanno diventando sorde, la musica deve essere suonata a volumi sempre più elevati".
Stefano Serati

da Dagheisha.com

Gli Orient Express propongono il loro primo full lenght dopo anni di gavetta, ben cinque, materializzatisi in svariati demo e apparizioni in compilation. La prima impressione che mi colpisce è quella di un lavoro frutto di grande impegno e serietà; ciò si conferma per tutta la durata dell’album, risultando quasi impossibile scovare cadute di stile, momenti riempitivi. A prescindere dai gusti musicali ciò rende un merito notevole al quartetto di Barletta. La loro miscela onirica di hard rock, ricca di suggestioni, momenti di assoluto oblio, graffi chitarristi dolorosi, è assolutamente in grado di coinvolgere l’ascoltatore; il fascino delle composizioni riesce a vincere sul pericolo monotonia-noia dovuto al motivo di trovarsi di fronte a contenuti molto omogenei nello stile, a canzoni dalla durata superiore alla media radiofonica dei soliti 3:30 (la media oscilla sui 5’ abbondanti). Forti sono i richiami agli anni ’70, ma non c’è la sublimazione di stilemi triti e ritriti. Forse l’unica critica che mi sento di muovere ai ragazzi è la difficoltà di penetrare il territorio “consumer”, la proposta risulta comunque di nicchia e comporta uno sforzo per l’ascoltatore che mal sopporta canzoni lunghe o che comunque non è appassionato di rock lisergico. D’altro canto, ritengo che 'Illusion' farà esultare gli appassionati del genere per i succitati motivi. Rimane quindi un ottimo lavoro, da ascoltare in assoluta solitudine, silenzio con l’ unica compagnia di un lieve spiraglio di luce.

da Shapelesszine.com

Devo ammettere in tutta sincerità che la recensione del debutto dei pugliesi Orient Express è stata una delle più problematiche che mi siano mai capitate. Mi arriva questo pacchetto della My Kingdom Music, un'etichetta che apprezzo da sempre per la qualità altissima dei lavori prodotti; mi ritrovo tra le mani questo strano promo, con una copertina che sembra mischiare la psichedelia degli anni '60 con i pupazzi di "Nightmare Before Christmas"; inizio a leggere e mi trovo davanti un gruppo che viene definito come psychedelic dark rock e che cita tra le maggiori influenze band come i Motorpsycho, i God Machine e la scena psichedelica degli anni '70... Ho pensato, 'ehi, questa è proprio roba per me!'. Vado avanti a leggere e scopro che la band è nata nel 2002 ed è composta da Wito (basso e voce), Pablo (batteria), Gg (chitarra) e Blondy (sintetizzatore). Dopo alcuni anni di gavetta, in cui la band ha potuto suonare assieme ad altre realtà italiane come Marlene Kuntz, Eugenio Finardi, Radiodervish, Yo Yo Mundi ecc, arriva nel 2007 il contratto con la My Kingdom Music, che si concretizza nella pubblicazione di questo "Illusion". A questo punto piazzo il CD nel lettore e inizio a farmi avvolgere dalle trame create da questi ragazzi e l'impressione è subito buona: "Eternal Child" è un brano lento, malinconico ma non freddo; le chitarre si intrecciano in una pioggia di note, mentre la batteria alterna carezze a momenti più vigorosi. La voce di Wito convince per stile e interpretazione e, in generale, la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un gruppo già maturo. Si passa poi a "Madness" e quella che viene fuori è la seconda anima del gruppo: le chitarre si fanno più graffianti, fanno capolino i citati God Machine e si intravede un po' di attitudine grunge. La parte strumentale mi è piaciuta molto, ma devo dire che le linee vocali mi sono sembrate più curate nel primo pezzo. Vado avanti così, ascoltando e riascoltando canzone dopo canzone il lavoro degli Orient Express e vedo la band mischiare abilmente le carte; la title track e "Prison Head" sembrano fondere le due facce del gruppo, trovando il giusto equilibrio tra le parti; "Rats Know" è una bella parentesi con atmosfere lisergiche e orientaleggianti; "Today" mi culla con il languore di quelle canzoni che ti parlano di malinconica speranza; fino ad arrivare a "Euphoria" che, con i suoi otto minuti di durata, va citato tra i momenti migliori dell'intero disco. Insomma, i minuti scorrono, tutto (o quasi) funziona, questi ragazzi sono davvero bravi... eppure c'è qualcosa che non mi quadra. E qui arriva il problema. Io non sono ancora riuscito a isolare, razionalmente, la causa di questa sensazione: posso effettivamente dire che i momenti più veloci ed energici, a mio parere, sono meno riusciti di quelli più calmi e suadenti, ma questo non è sufficiente. Il fatto è che gli Orient Express non sono riusciti ad entrarmi dentro come invece mi succede per numerosa altre proposte dell'etichetta nostrana. È come se la loro musica, per me, si fermasse alla superficie, senza arrivare a toccare quelle corde emotive che permetterebbero una vera comprensione di tutto "Illusion". Questo, essendo un problema totalmente soggettivo, potrebbe risolversi con una scrollata di spalle da parte di voi lettori e della band: insomma, chissenefrega. Vero, però non potevo neanche ignorare questo fatto. La musica degli Orient Express non può essere giudicata solo con criteri razionali, sarebbe assurdo: l'emozione, il sentimento, l'impulso irrazionale sono tutte componenti essenziali in una proposta come la loro. Insomma, per quanto mi riguarda, gli Orient Express hanno realizzato un lavoro interessante, personale e ricco di sfaccettature che, però, non riesce completamente a centrare l'obbiettivo. Detto questo, però, il mio consiglio è dare loro una chance e di provare ad ascoltare qualche loro canzone: sono sicuro che molti di voi potrebbero rimanere rapiti dalla loro proposta.
(Danny Boodman - Novembre 2007) Voto: 7.5
da Metalloitaliano.it

Una proposta quasi intima quella dei nostrani Orient Express, autori di un dark rock dalle forti tinte psichedeliche e tipicamente ‘70s. I loro disco di debutto, questo “Illusion”, si caratterizza infatti per un’alternanza quasi complementare tra strutture musicali tipicamente rock ed una serie di aperture al mondo dark e psichedelico che catapultano gli Orient Express in un limbo sonoro molto personale e curioso. Le due facce della medaglia, le iniziali e diverse “Eternal Child” e “Madness”, descrivono meglio di mille recensioni i due aspetti fondamentali di questa compagine, assolutamente atmosferica ed avvolgente la prima, vigorosa e scorbutica la seconda. Tutto il disco, dunque, si muove su queste coordinate stilistiche, sfruttando con ridondanza semplici arrangiamenti di chitarra per le parti più soft e “teatrali” ed utilizzando, in maniera intelligente, i sintetizzatori ed il pianoforte. Spesso, gli Orient Express costruiscono i propri brani in maniera che il refrain venga quasi esploso in faccia all’ascoltatore, in un crescendo di atmosfere rarefatte ed introspettive. Ottimi brani come la magnetica titletrack e la vibrante “Rats Know” si alternano, però, a composizioni meno ispirate e ridondanti, in cui gran parte del pathos creato dalla band si disperde inesorabilmente e con un certo rammarico di fondo. Un vero peccato, perché oltre a questo particolare appunto e ad una produzione troppo freddamente “analogica”, il primo disco di casa Orient Express mette in mostra delle doti di un certo rilievo che, molto probabilmente, potranno essere sviluppate e potenziate nell’immediato futuro. Le qualità per fare bene ci sono ed il passaggio fondamentale del primo disco è stato superato dalla band del roster My Kingdom Music con una certa disinvoltura. Vediamo cosa combinano già dal prossimo disco...

Maurizio Gabelli
Gli Orient Express sono una giovane band che debutta con "Illusion". Come mostra chiaramente la copertina l'intenzione di questi ragazzi è quella di miscelare psichedelia ed atmosfere settantiane con atmosfere un po' cupe e vagamente gotiche, il risultato non è tuttavia a mio avviso ancora del tutto maturo. Innanzitutto la componente settantiano/psichedelica è decisamente preponderante rispetto al lato darkeggiante, inoltre al limite a modernizzare la proposta più che la cupezza c'è un certo feeling rock... insomma, le dieci tracce che compongono "Illusion" puntano tutto sulle atmosfere ricreate, incentrandosi soprattutto sulla liquidità e sulla languidezza del sound. Purtroppo non tutto funziona come dovrebbe e alla fine l'ascolto mi è risultato un po' ottundente e ho faticato più di una volta ad arrivare alla fine del cd, non aiutato dalla omogeneità delle canzoni che tendono un po' a confondersi l'una con l'altra (motivo per cui non ne ho citata nessuna in particolare)."Illusion" è comunque un cd che si merita tranquillamente la sufficienza e gli Orient Express dimostrano anche di avere delle idee interessanti, tuttavia ho l'impressione che ci sia bisogno di focalizzare meglio la proposta musicale per avvincere veramente gli ascoltatori.