Thanks to Dario Rivera Magos
Thursday, November 29, 2007
Friday, November 23, 2007
Ancora recensioni positive per "Illusion".....tra webzine italiane e tedesche
da Artistsandbands.org
Non c'è dubbio che il coraggio e la voglia di capovolgere gli schemi sia il concetto di base della nostrana MyKingdom Music, anni dopo anni la piccola, ma esperta etichetta, si butta a capofitto su produzioni che risultano essere sempre delle vere piccole scommesse supportando e credendo sino in fondo a queste, ciò purtroppo non accade con le major che spesso non sono sinonimo di qualità e trasparenza, ma ahimè anche con le micro-indie che si concentrano troppo spesso su un genere 'vendibile' seppur di nicchia o a produrre solo gruppi clone nella speranza di guadagnare avidamente qualche briciola di mercato rimasta.
Lo dimostra ad esempio questo disco degli italianissimi Orient Express dalla Puglia, "Illusion" di fatto è un chiaro monito a chi crede che tutti facciano musica per soldi, fama e facile successo.
Questo lavoro è tutto tranne un prodotto preconfezionato, è un lavoro in cui campeggiano atmosfere pacate, composizioni che scaturiscono dal cuore e da sensazioni autentiche, pathos e background si confondono con l'aura di oscura oppressione e malinconica destabilizzazione.
Potremmo definire questo "Illusion" come un caldo accoccolarsi di rock psichedelico seventies e pop-hard-rock novantiano specie americano ed inglese assemblato con gusto e raffinatezza.
Un viaggio nelle sensazioni più recondite e nella musica vera, fatta con passione ed esperienze più o meno 'traumatiche', il passaggio di un treno, appunto, che non corre veloce, ma che scruta e mantiene il tenero e paranoico ricordo degli affascinanti paesaggi intravisti dal finestrino e dei luoghi fissati nella mente che sono poi gli 'scali' della vita.
Un incedere minimale si dipana in percorsi ed intrecci alternativi con una accorta variazione di pressione sugli strumenti per quindi meglio supportare i momenti acidi, quelli di rabbia emotiva, ad ampio respiro e mesta auto distruzione incastonata su morbide atmosfere acustiche e orpelli sintetici che tuttavia danno sempre un senso di umana passione piuttosto che ad un plastico gioco di artifizi.
L'arrangiamento dei brani è pressoché perfetto e si esprime al meglio sopra la base ritmica in cui il batterista si concede poco in tecnicismi ma con piglio ed estro che fanno della normalità una costante di meravigliosa espressività, in alcuni frangenti abbiamo basi quasi al limite con il trip-hop ed acidi arpeggi di chitarra o seminali assoli tanto evocativi quanto legati ad un senso metafisico si comporre ed eseguire (cosa che si può ritrovare solo nei vecchi dischi a cavallo tra i '60 e '70).
Sono presenti in tutto ben 10 brani e non me la sento di dire quale sia quello che più mi ha colpito poiché seppure nella loro lineare sinuosità riescono a colpire e coinvolgere l'ascoltatore più sensibile e capace di carpire messaggio e lidi di destinazione degli Orient Express.
Un loro trade mark lo hanno di certo, ovvero la capacità di creare brani semplici e sempre con la stessa impronta, una tensione che si spinge ansiosa per tutta la durata senza quasi mai spezzarsi, al massimo arricchendosi di un ingrossamento del sound morbido e sensuale con aperture che dall'intimistico risorgono nelle accelerazioni, nelle melodie più imponenti e schegge rock, senza mai scomporsi più di tanto, conservando un senso di eleganza e nichilista egoismo.
Prospetto per il futuro una ulteriore evoluzione ma credo che la band sia davvero sulla buona strada e molto più coraggiosa di quanto possa sembrare ad un superficiale e sbadato primo ascolto.
Gruppo ed etichetta da supportare, rigorosamente made in Italy.
Brani suggeriti: Tutti.
da Darkroom-Magazine.it
Rating : 7.5
La My Kingdom è da poco tornata a farci visita con una delle sue release professionali ed artisticamente elaborate. Stavolta, però, niente metal nelle nostre casse: gli autori di "Illusion", all'anagrafe Orient Express, sono quattro musicisti pugliesi con diversi demo ed un'importante attività live alle spalle, dediti ad una materia musicale notturna e sfumata, una rivisitazione in chiave proto-dark del movimento psichedelico degli anni '70, talvolta congiunta a richiami grunge (soprattutto per quanto riguarda le liriche, incentrate sul mal di vivere della società contemporanea) e perfino new age (provate ad ascoltare "Ten Drops"). Sciorinando dodici episodi sospesi tra avvolgente delicatezza ("Rats Know") e leonina acidità ("Madness"), tra i quali rimbalzano moderni ed iridescenti echi di Radiohead e Muse ("Prison Head"), i Nostri enfatizzano il già vistoso lato viscerale-emotivo di un sound stilisticamente a cavallo tra passato e presente, forse ancora un po' troppo sofisticato per potere essere apprezzato da un pubblico di vasta scala, ma, per chi scrive, adattissimo ad ascolti impegnati e prolungati nel tempo. Più che importante si rivela, nell'economia della band, la presenza del synth di Blondie, pennello tinto di blu che agisce romantico sulle nostalgiche ed effettate partiture di Gg (chitarra), sui sapienti rintocchi di Pablo (batteria) e sulle liquide onde di Wito, virtuoso bassista, ma anche vocalist veramente dotato dal punto di vista interpretativo. Suggestive note di piano cadono come soffici gocce di pioggia sui motivi dell'opener "Eternal Child" e della conclusiva, bellissima "Euphoria", mentre una minimale ed ovattata elettronica fa da cornice alla spettacolare "Rats Know", rendendola ancor più godibile e sofisticata. Anche se nella seconda parte assistiamo ad un piccolo calo di ispirazione, non ci sono eccessive pecche in questo debutto suonato con classe e passionalità, personale e scevro da qualsiasi compromesso. Se volete correre il rischio, ascoltatelo possibilmente di notte: senza ombra di dubbio, l'illusione degli Orient Express vi rapirà con il suo irresistibile fascino ipnotico. Non lamentatevi, però, se non riuscirete a liberarvi dall'incantesimo: noi vi avevamo avvertito!
da MeanMusik.de
Es gibt Bands, die entwickeln sich weiter, und es gibt Bands, die sich eher zurück entwickeln.
Orient Express gehört definitiv zu ersterem. Seit sie 2003 das erste Demo veröffentlicht haben, haben Orient Express einen interessanten und erfolgreichen Werdegang hingelegt.
Mit Illusion präsentieren Orient Express ein sehr abwechslungsreiches Werk. Es wirkt sehr ruhig und verspielt, vielleicht auch etwas chaotisch. Allerdings bietet es dadurch Hörgenuss pur.
Zehn schön aufeinander abgestimmte Tracks, die, jeder für sich, in einem stimmigen Klangbild verpackt sind. Es ist keine Musik für ne Party, aber für nette Runden mit Freunden sollte man die Band auf jeden Fall im Player haben.
Alles in allem ein wirklich gelungens Werk, das es sich zuzulegen lohnt
Bewertungsbox
Sound: 9 von 10
Booklet: 5 von 10
Laufzeit: 9 von 10
Specials: 5 von 10
--------------------------------------------------------------------------------
Gesamt:
Bewertung: 7 von 10
da MetalWave.it
Gli Orient Express suonano insieme dal 2002 e ora escono con questo primo full-length "Illusion", registrato al Gel Studio e pubblicato dalla italiana My Kingdom Music. Non so dirvi molto di questi quattro ragazzi, ad esempio da che parte d'Italia provengano, ma comunque questo cd è un discreto lavoro di rock dalle tinte psichedeliche che mostra numerose aperture melodiche, grazie all'abbondante utilizzo del synth. Nella bio si cita come forte influenza la scena rock psichedelico anni '70, ma penso che questo album sia eccessivamente prodotto e anche troppo ben curato per poter avere il vero feeling e l'emotività un po' grezza e naif che era tipica dei dischi di quegli anni. A tratti si sentono anche influenze hard rock, e a pezzi ispirati come la traccia d'apertura "Eternal Child" se ne alternano altri che non lasciano molto il segno. I nostri suonano anche piuttosto affiatati tra loro, e a dimostrazione di ciò c'è un discreto gusto per gli arrangiamenti, però l'intero disco sfiora quasi la durata di un'ora e la cosa alla fine risulta un po' noiosa.
In conclusione un lavoro abbastanza emozionante e ricco di momenti di atmosfera, e ben suonato; forse ci si poteva aspettare qualcosina di più a livello di songwriting, ma considerando che è solo il primo full-length non c'è male!
Non c'è dubbio che il coraggio e la voglia di capovolgere gli schemi sia il concetto di base della nostrana MyKingdom Music, anni dopo anni la piccola, ma esperta etichetta, si butta a capofitto su produzioni che risultano essere sempre delle vere piccole scommesse supportando e credendo sino in fondo a queste, ciò purtroppo non accade con le major che spesso non sono sinonimo di qualità e trasparenza, ma ahimè anche con le micro-indie che si concentrano troppo spesso su un genere 'vendibile' seppur di nicchia o a produrre solo gruppi clone nella speranza di guadagnare avidamente qualche briciola di mercato rimasta.
Lo dimostra ad esempio questo disco degli italianissimi Orient Express dalla Puglia, "Illusion" di fatto è un chiaro monito a chi crede che tutti facciano musica per soldi, fama e facile successo.
Questo lavoro è tutto tranne un prodotto preconfezionato, è un lavoro in cui campeggiano atmosfere pacate, composizioni che scaturiscono dal cuore e da sensazioni autentiche, pathos e background si confondono con l'aura di oscura oppressione e malinconica destabilizzazione.
Potremmo definire questo "Illusion" come un caldo accoccolarsi di rock psichedelico seventies e pop-hard-rock novantiano specie americano ed inglese assemblato con gusto e raffinatezza.
Un viaggio nelle sensazioni più recondite e nella musica vera, fatta con passione ed esperienze più o meno 'traumatiche', il passaggio di un treno, appunto, che non corre veloce, ma che scruta e mantiene il tenero e paranoico ricordo degli affascinanti paesaggi intravisti dal finestrino e dei luoghi fissati nella mente che sono poi gli 'scali' della vita.
Un incedere minimale si dipana in percorsi ed intrecci alternativi con una accorta variazione di pressione sugli strumenti per quindi meglio supportare i momenti acidi, quelli di rabbia emotiva, ad ampio respiro e mesta auto distruzione incastonata su morbide atmosfere acustiche e orpelli sintetici che tuttavia danno sempre un senso di umana passione piuttosto che ad un plastico gioco di artifizi.
L'arrangiamento dei brani è pressoché perfetto e si esprime al meglio sopra la base ritmica in cui il batterista si concede poco in tecnicismi ma con piglio ed estro che fanno della normalità una costante di meravigliosa espressività, in alcuni frangenti abbiamo basi quasi al limite con il trip-hop ed acidi arpeggi di chitarra o seminali assoli tanto evocativi quanto legati ad un senso metafisico si comporre ed eseguire (cosa che si può ritrovare solo nei vecchi dischi a cavallo tra i '60 e '70).
Sono presenti in tutto ben 10 brani e non me la sento di dire quale sia quello che più mi ha colpito poiché seppure nella loro lineare sinuosità riescono a colpire e coinvolgere l'ascoltatore più sensibile e capace di carpire messaggio e lidi di destinazione degli Orient Express.
Un loro trade mark lo hanno di certo, ovvero la capacità di creare brani semplici e sempre con la stessa impronta, una tensione che si spinge ansiosa per tutta la durata senza quasi mai spezzarsi, al massimo arricchendosi di un ingrossamento del sound morbido e sensuale con aperture che dall'intimistico risorgono nelle accelerazioni, nelle melodie più imponenti e schegge rock, senza mai scomporsi più di tanto, conservando un senso di eleganza e nichilista egoismo.
Prospetto per il futuro una ulteriore evoluzione ma credo che la band sia davvero sulla buona strada e molto più coraggiosa di quanto possa sembrare ad un superficiale e sbadato primo ascolto.
Gruppo ed etichetta da supportare, rigorosamente made in Italy.
Brani suggeriti: Tutti.
da Darkroom-Magazine.it
Rating : 7.5
La My Kingdom è da poco tornata a farci visita con una delle sue release professionali ed artisticamente elaborate. Stavolta, però, niente metal nelle nostre casse: gli autori di "Illusion", all'anagrafe Orient Express, sono quattro musicisti pugliesi con diversi demo ed un'importante attività live alle spalle, dediti ad una materia musicale notturna e sfumata, una rivisitazione in chiave proto-dark del movimento psichedelico degli anni '70, talvolta congiunta a richiami grunge (soprattutto per quanto riguarda le liriche, incentrate sul mal di vivere della società contemporanea) e perfino new age (provate ad ascoltare "Ten Drops"). Sciorinando dodici episodi sospesi tra avvolgente delicatezza ("Rats Know") e leonina acidità ("Madness"), tra i quali rimbalzano moderni ed iridescenti echi di Radiohead e Muse ("Prison Head"), i Nostri enfatizzano il già vistoso lato viscerale-emotivo di un sound stilisticamente a cavallo tra passato e presente, forse ancora un po' troppo sofisticato per potere essere apprezzato da un pubblico di vasta scala, ma, per chi scrive, adattissimo ad ascolti impegnati e prolungati nel tempo. Più che importante si rivela, nell'economia della band, la presenza del synth di Blondie, pennello tinto di blu che agisce romantico sulle nostalgiche ed effettate partiture di Gg (chitarra), sui sapienti rintocchi di Pablo (batteria) e sulle liquide onde di Wito, virtuoso bassista, ma anche vocalist veramente dotato dal punto di vista interpretativo. Suggestive note di piano cadono come soffici gocce di pioggia sui motivi dell'opener "Eternal Child" e della conclusiva, bellissima "Euphoria", mentre una minimale ed ovattata elettronica fa da cornice alla spettacolare "Rats Know", rendendola ancor più godibile e sofisticata. Anche se nella seconda parte assistiamo ad un piccolo calo di ispirazione, non ci sono eccessive pecche in questo debutto suonato con classe e passionalità, personale e scevro da qualsiasi compromesso. Se volete correre il rischio, ascoltatelo possibilmente di notte: senza ombra di dubbio, l'illusione degli Orient Express vi rapirà con il suo irresistibile fascino ipnotico. Non lamentatevi, però, se non riuscirete a liberarvi dall'incantesimo: noi vi avevamo avvertito!
da MeanMusik.de
Es gibt Bands, die entwickeln sich weiter, und es gibt Bands, die sich eher zurück entwickeln.
Orient Express gehört definitiv zu ersterem. Seit sie 2003 das erste Demo veröffentlicht haben, haben Orient Express einen interessanten und erfolgreichen Werdegang hingelegt.
Mit Illusion präsentieren Orient Express ein sehr abwechslungsreiches Werk. Es wirkt sehr ruhig und verspielt, vielleicht auch etwas chaotisch. Allerdings bietet es dadurch Hörgenuss pur.
Zehn schön aufeinander abgestimmte Tracks, die, jeder für sich, in einem stimmigen Klangbild verpackt sind. Es ist keine Musik für ne Party, aber für nette Runden mit Freunden sollte man die Band auf jeden Fall im Player haben.
Alles in allem ein wirklich gelungens Werk, das es sich zuzulegen lohnt
Bewertungsbox
Sound: 9 von 10
Booklet: 5 von 10
Laufzeit: 9 von 10
Specials: 5 von 10
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Gesamt:
Bewertung: 7 von 10
da MetalWave.it
Gli Orient Express suonano insieme dal 2002 e ora escono con questo primo full-length "Illusion", registrato al Gel Studio e pubblicato dalla italiana My Kingdom Music. Non so dirvi molto di questi quattro ragazzi, ad esempio da che parte d'Italia provengano, ma comunque questo cd è un discreto lavoro di rock dalle tinte psichedeliche che mostra numerose aperture melodiche, grazie all'abbondante utilizzo del synth. Nella bio si cita come forte influenza la scena rock psichedelico anni '70, ma penso che questo album sia eccessivamente prodotto e anche troppo ben curato per poter avere il vero feeling e l'emotività un po' grezza e naif che era tipica dei dischi di quegli anni. A tratti si sentono anche influenze hard rock, e a pezzi ispirati come la traccia d'apertura "Eternal Child" se ne alternano altri che non lasciano molto il segno. I nostri suonano anche piuttosto affiatati tra loro, e a dimostrazione di ciò c'è un discreto gusto per gli arrangiamenti, però l'intero disco sfiora quasi la durata di un'ora e la cosa alla fine risulta un po' noiosa.
In conclusione un lavoro abbastanza emozionante e ricco di momenti di atmosfera, e ben suonato; forse ci si poteva aspettare qualcosina di più a livello di songwriting, ma considerando che è solo il primo full-length non c'è male!
Saturday, November 17, 2007
Wednesday, November 14, 2007
Nuova Intervista degli Orient Express sulla webzine Stereo Invaders
da StereoInvaders
a cura di Machinegun
In occasione dell’uscita del loro “Illusion”, già recensito su Stereo Invaders, siamo andati a scovare i segreti che si celano dietro questo gruppo, che a nostro avviso è tra le migliori rivelazioni dell’ultimo anno … psichedelica, emozioni, introspezione: parliamone con Gigi, chitarrista degli Orient Express ...!
- Prima di tutto benvenuti su Stereo Invaders!! Complimenti per il disco che mi ha colpito molto: cambiereste qualcosa ora a lavoro finito?
- Ciao e grazie innanzitutto. Premetto che il disco ha colpito molto anche noi (eheh…) e a lavoro compiuto non credo che cambieremmo qualcosa: è stato un processo di composizione molto naturale, come imprimere le proprie emozioni appunto, ed essendo queste molto vere e sentite non possiamo far nient’altro che accettarle così come sono nella loro semplicità e sincerità. Più che cambiare, si sente già la necessità e la curiosità di capire che direzione prenderanno le nostre future composizioni.
- Vedo e sento che vi ispirate ai Motorpshyco…un gruppo incredibile, quali sono gli altri gruppi che condizionano la vostra musica??
- I nostri ascolti sono chiaramente molteplici e ognuno di noi ha degli ascolti, a loro volta, completamente diversi da quelli di un altro componente della band. Più che di ispirazione, io parlerei di influenze che la musica di alcune bands ha esercitato sul nostro modo di vivere e quindi di comporre: God Machine, Nick Cave, Swervedriver, The Cure e la scena psichedelica in genere, ma come puoi notare sono nomi che danno un’impronta alla nostra musica, ma, in essa, non troverai mai niente di veramente simile a quello che sono i nostri “gruppi di riferimento”.
- Girando per internet mi aspettavo che il vostro CD fosse accolto con più entusiasmo: cavolo, è un ottimo lavoro!! Sono io che ho visto le recensioni sbagliate, solo un caso, o siete vittime della malattia più grave dei recensori: la metallarite!!
- Concordo pienamente con te. Non voglio far trasparire alcun “sentore” di presunzione, ma credo che, in generale, ci sia una predisposizione verso l’heavy-metal e affini. Questi sono chiaramente generi molto lontani da noi. In seconda analisi, il nostro è un prodotto molto “americano” lontano dagli stilemi british tanto in voga, e lontano dai suoni gonfi e pompati dell’heavy-metal, quindi credo sia naturale provare un “senso di smarrimento” a primo ascolto. Inoltre credo che le recensioni siano discretamente positive, non si può urlare al miracolo perché nessuno ha voluto creare in studio un capolavoro, ma inevitabilmente il nostro è un lavoro emozionale e credo che chiunque sia “dotato” di un minimo di sensibilità possa avvertirle nella loro pienezza, se poi questa non fa parte di coloro che hanno l’infezione dalla “metallarite” (come la chiami te), vuol dire che tale lavoro emozionale non è semplicemente diretto a loro.
- Quanto vi sentite legati agli anni ’70 ed alla attitudine artistica di quei tempi?
- Mbè, gli anni ’70. Anche se non hai mai ascoltato nulla di quel periodo ci sarà sempre qualcosa che richiamerà quella scena. Personalmente ne sono un grande estimatore e in noi c’è inevitabilmente qualcosa di quella. I nostri show dal vivo spesso lasciano ampio spazio all’improvvisazione e ad atmosfere molto dilatate, caratteristiche, queste, proprie degli anni ’70. Ma in fondo credo che il nostro album sia molto più “moderno” di quello che si possa credere.
- Fate un track by track molto libero descrivendo ogni canzone:
- Non è affatto semplice…la prima traccia (“Eternal Child”) è la nostra scommessa: abbiamo scelto come brano d’apertura la canzone che più ci rappresenta. Usando le parole di Antonella (che credo siano le più giuste riguardanti “Eternal Child”): Un luogo sospeso in cui dolore e piacere convivono, amarezza e dolcezza, speranza e disperazione. È la sintesi del viaggio che non vuole, o forse non sa, trovare la fine.
“Madness” è uno sputo rock, uno sfogo, la definirei come una masturbazione violenta in cui allontani un seme malato.
“Illusion” è quando perdi anche la speranza, quando credi che tutta la fede che hai provato sia, appunto, soltanto un’illusione: è la ricerca di questa fede in cui, inevitabilmente, troverai soltanto prove di tale illusione.
“Prison Head” è una canzone d’amore, di un amore malsano, schiavista, che ti rende tutto tranne che libero, un amore che pone l’uomo come vittima: egli sa che quest’amore si ritorce su di sé ma cerca ancora di sperare.
“Rats Know” è la sensazione di individualità che ognuno di noi prova: quando poni te stesso e il mondo su due piani distinti e paralleli durante un momento di alta negatività.
“Ten Drops” è una passeggiata meditativa, come prendere un po’ di tempo per sé e lasciare per un attimo tutto alle spalle.
“First Dawn” è il senso di riscatto e rivalsa: “Pietra su pietra affinché raggiungerò la mia prima alba” (…).
“Hidden Man”… non voglio descriverla, è troppo difficile, sarebbe un viaggio nel dolore troppo intenso. Vedi il testo.
“Today” è quando credi di aver capito cosa finalmente puoi fare a partire da “un’oggi”, dopo che hai dovuto digerire gioie e dolori.
“Euphoria” è pieno teatro: come una sensazione che affievolisce la mente e ti stampa sul volto un sorriso inebetito mentre gli occhi piangono lacrime di vuotezza e tutto ciò che vorresti è soltanto un piccolo sorriso di comprensione. A volte è dura risalire.
- La musica…tanti soldi che se ne vanno e pochi che rientrano, secondo voi quale è la ricetta giusta per far ritornare l’industria musicale in alto? In Italia, ma non solo, i negozi di CD falliscono uno dietro l’altro, le etichette hanno molte difficoltà e chi suona si trova spesso ad essere l’ultimo dei sognatori. Si finirà come i Radiohead a distribuire il disco sul sito ad offerta libera?
- Non trovo via alternativa se non rispondere, anche se vorrei tanto ignorare la domanda (eheh…). Affinché l’industria musicale torni in alto c’è bisogno che la musica stessa diventi un fattore culturale ancora più importante: spesso c’è una distinzione assurda, c’è musica che viene considerata di élite e quindi intoccabile, poi c’è chi ascolta la musica cosiddetta underground e tende a considerare anch’essa intoccabile, e poi nel mezzo abbiamo un mare di Laure Pausine e Fabri Fibre. Nessuno sente il bisogno di cambiare l’industria musicale perché c’è chi ci sguazza dentro come un porco nel suo recinto di fanghiglia. È una questione “politicamente culturale”, e credo che questo succeda ancora più evidentemente in Italia. I Radiohead possono farlo, mi auguro abbiano trovato un’alternativa valida, anche se è insostituibile la ritualità e il piacere in essa intrinseco che si prova nell’acquisto di un CD.
- Vi saluto con rispetto ragazzi….continuate cosi , il vostro disco è stupendo: ci venite a Roma prima o poi??
- Grazie per l’apprezzamento Dario. È una cosa che mi riempie davvero di gioia. In questo periodo stiamo pianificando le date per una promozione piena del nostro lavoro discografico su territorio nazionale e Roma compare inevitabilmente nel programma, per cui credo che prima o poi siamo destinati ad incontrarci (eheh…). Un saluto a te e alla redazione e a chi legge e ascolta: non siate mai superficiali.
a cura di Machinegun
In occasione dell’uscita del loro “Illusion”, già recensito su Stereo Invaders, siamo andati a scovare i segreti che si celano dietro questo gruppo, che a nostro avviso è tra le migliori rivelazioni dell’ultimo anno … psichedelica, emozioni, introspezione: parliamone con Gigi, chitarrista degli Orient Express ...!
- Prima di tutto benvenuti su Stereo Invaders!! Complimenti per il disco che mi ha colpito molto: cambiereste qualcosa ora a lavoro finito?
- Ciao e grazie innanzitutto. Premetto che il disco ha colpito molto anche noi (eheh…) e a lavoro compiuto non credo che cambieremmo qualcosa: è stato un processo di composizione molto naturale, come imprimere le proprie emozioni appunto, ed essendo queste molto vere e sentite non possiamo far nient’altro che accettarle così come sono nella loro semplicità e sincerità. Più che cambiare, si sente già la necessità e la curiosità di capire che direzione prenderanno le nostre future composizioni.
- Vedo e sento che vi ispirate ai Motorpshyco…un gruppo incredibile, quali sono gli altri gruppi che condizionano la vostra musica??
- I nostri ascolti sono chiaramente molteplici e ognuno di noi ha degli ascolti, a loro volta, completamente diversi da quelli di un altro componente della band. Più che di ispirazione, io parlerei di influenze che la musica di alcune bands ha esercitato sul nostro modo di vivere e quindi di comporre: God Machine, Nick Cave, Swervedriver, The Cure e la scena psichedelica in genere, ma come puoi notare sono nomi che danno un’impronta alla nostra musica, ma, in essa, non troverai mai niente di veramente simile a quello che sono i nostri “gruppi di riferimento”.
- Girando per internet mi aspettavo che il vostro CD fosse accolto con più entusiasmo: cavolo, è un ottimo lavoro!! Sono io che ho visto le recensioni sbagliate, solo un caso, o siete vittime della malattia più grave dei recensori: la metallarite!!
- Concordo pienamente con te. Non voglio far trasparire alcun “sentore” di presunzione, ma credo che, in generale, ci sia una predisposizione verso l’heavy-metal e affini. Questi sono chiaramente generi molto lontani da noi. In seconda analisi, il nostro è un prodotto molto “americano” lontano dagli stilemi british tanto in voga, e lontano dai suoni gonfi e pompati dell’heavy-metal, quindi credo sia naturale provare un “senso di smarrimento” a primo ascolto. Inoltre credo che le recensioni siano discretamente positive, non si può urlare al miracolo perché nessuno ha voluto creare in studio un capolavoro, ma inevitabilmente il nostro è un lavoro emozionale e credo che chiunque sia “dotato” di un minimo di sensibilità possa avvertirle nella loro pienezza, se poi questa non fa parte di coloro che hanno l’infezione dalla “metallarite” (come la chiami te), vuol dire che tale lavoro emozionale non è semplicemente diretto a loro.
- Quanto vi sentite legati agli anni ’70 ed alla attitudine artistica di quei tempi?
- Mbè, gli anni ’70. Anche se non hai mai ascoltato nulla di quel periodo ci sarà sempre qualcosa che richiamerà quella scena. Personalmente ne sono un grande estimatore e in noi c’è inevitabilmente qualcosa di quella. I nostri show dal vivo spesso lasciano ampio spazio all’improvvisazione e ad atmosfere molto dilatate, caratteristiche, queste, proprie degli anni ’70. Ma in fondo credo che il nostro album sia molto più “moderno” di quello che si possa credere.
- Fate un track by track molto libero descrivendo ogni canzone:
- Non è affatto semplice…la prima traccia (“Eternal Child”) è la nostra scommessa: abbiamo scelto come brano d’apertura la canzone che più ci rappresenta. Usando le parole di Antonella (che credo siano le più giuste riguardanti “Eternal Child”): Un luogo sospeso in cui dolore e piacere convivono, amarezza e dolcezza, speranza e disperazione. È la sintesi del viaggio che non vuole, o forse non sa, trovare la fine.
“Madness” è uno sputo rock, uno sfogo, la definirei come una masturbazione violenta in cui allontani un seme malato.
“Illusion” è quando perdi anche la speranza, quando credi che tutta la fede che hai provato sia, appunto, soltanto un’illusione: è la ricerca di questa fede in cui, inevitabilmente, troverai soltanto prove di tale illusione.
“Prison Head” è una canzone d’amore, di un amore malsano, schiavista, che ti rende tutto tranne che libero, un amore che pone l’uomo come vittima: egli sa che quest’amore si ritorce su di sé ma cerca ancora di sperare.
“Rats Know” è la sensazione di individualità che ognuno di noi prova: quando poni te stesso e il mondo su due piani distinti e paralleli durante un momento di alta negatività.
“Ten Drops” è una passeggiata meditativa, come prendere un po’ di tempo per sé e lasciare per un attimo tutto alle spalle.
“First Dawn” è il senso di riscatto e rivalsa: “Pietra su pietra affinché raggiungerò la mia prima alba” (…).
“Hidden Man”… non voglio descriverla, è troppo difficile, sarebbe un viaggio nel dolore troppo intenso. Vedi il testo.
“Today” è quando credi di aver capito cosa finalmente puoi fare a partire da “un’oggi”, dopo che hai dovuto digerire gioie e dolori.
“Euphoria” è pieno teatro: come una sensazione che affievolisce la mente e ti stampa sul volto un sorriso inebetito mentre gli occhi piangono lacrime di vuotezza e tutto ciò che vorresti è soltanto un piccolo sorriso di comprensione. A volte è dura risalire.
- La musica…tanti soldi che se ne vanno e pochi che rientrano, secondo voi quale è la ricetta giusta per far ritornare l’industria musicale in alto? In Italia, ma non solo, i negozi di CD falliscono uno dietro l’altro, le etichette hanno molte difficoltà e chi suona si trova spesso ad essere l’ultimo dei sognatori. Si finirà come i Radiohead a distribuire il disco sul sito ad offerta libera?
- Non trovo via alternativa se non rispondere, anche se vorrei tanto ignorare la domanda (eheh…). Affinché l’industria musicale torni in alto c’è bisogno che la musica stessa diventi un fattore culturale ancora più importante: spesso c’è una distinzione assurda, c’è musica che viene considerata di élite e quindi intoccabile, poi c’è chi ascolta la musica cosiddetta underground e tende a considerare anch’essa intoccabile, e poi nel mezzo abbiamo un mare di Laure Pausine e Fabri Fibre. Nessuno sente il bisogno di cambiare l’industria musicale perché c’è chi ci sguazza dentro come un porco nel suo recinto di fanghiglia. È una questione “politicamente culturale”, e credo che questo succeda ancora più evidentemente in Italia. I Radiohead possono farlo, mi auguro abbiano trovato un’alternativa valida, anche se è insostituibile la ritualità e il piacere in essa intrinseco che si prova nell’acquisto di un CD.
- Vi saluto con rispetto ragazzi….continuate cosi , il vostro disco è stupendo: ci venite a Roma prima o poi??
- Grazie per l’apprezzamento Dario. È una cosa che mi riempie davvero di gioia. In questo periodo stiamo pianificando le date per una promozione piena del nostro lavoro discografico su territorio nazionale e Roma compare inevitabilmente nel programma, per cui credo che prima o poi siamo destinati ad incontrarci (eheh…). Un saluto a te e alla redazione e a chi legge e ascolta: non siate mai superficiali.
Sunday, November 4, 2007
Orient Express oltre i confini italiani: Nuove recensioni per "Illusion" su webzines da Germania, Norvegia e Olanda
Recensione tratta da BurnYourEars.de
Stil (Spielzeit): Progressive Rock (54:37)
Label/Vertrieb (VÖ): My Kingdom Music (5.9.2007)
Bewertung: Hörenswert. [8/10]
Na das kann sich doch rein optisch sehen lassen! Im Gegensatz zu den meisten hässlichen T-Shirts, die in den europäischen Fußgängerzonen bei H&M derzeit in den Schaufenstern hängen, sieht dieses Cover wirklich nach Drogenexzess, Psychotrip, freier Liebe, Schlammschlacht und Friedensbewegung aus. Natürlich ist das nicht unbeabsichtigt der Fall, in ihrem Pressetext weisen sie überflüssigerweise auf ihren ohnehin hörbaren Bezug zur Psychedelic Rock aus den 70ern hin.
Verschlafen, entspannt und weltfremd kommen die Italiener auf ihrem ersten regulären Album, der seit 2003 aber insgesamt siebten Veröffentlichung, daher. Jedenfalls ist das der erste Eindruck, den ich von den zehn unscheinbaren Stücken bekomme.
Wirklich großartige Fingerverrenkungen oder Rhythmusüberfälle lassen sich beim ORIENT EXPRESS nicht finden. Doch kaum will man die Schublade für Unscheinbares und Belangloses schließen fällt einem die Schönheit dieses Albums ins Ohr. Unbeschwert, zerbrechlich und zart wechseln sich die Instrumente und die wohlklingende Stimme mit moderaten Rock-Passagen ab. Stücke wie "Rats Know" und "Illusion" wirken zerbrechlicher als das Meiste was ich je in den unendlichen Weiten des Rocks gehört habe. "Prison Head" wirkt dank wirrer Elektronikspielchen die sich zwischen dem funkigen Bass schlängeln wahnsinnig fremd. "Ten Drops" führt auf eine staubige, endlose Landstraße und lässt den Hörer förmlich den Staub schmecken.
Was bleibt ist ein schlüssiges und stimmiges Album, was überzeugt aber die Reize nicht aus dem Fenster hängen lässt. Und der zunächst etwas bezugslos scheinende Bandname ergibt letzten Endes doch Sinn. Zwar ist das Album keine zigtausend Kilometer lang, aber sicher eine Erfahrung wert, vielseitig und ein kleines Abenteuer.
da Metal-norge.com
Orient Express
"Illusion", Album
(My Kingdom Music 2007)
70-tallsinspirert prog-rock
Spilletid:
6.5/10
70-tallets psykedeliske progrock har inspirert mangt et moderne band, og er utvilsomt noe av det viktigste som skjedde innen rocken i forrige århundre. Allikevel er det sjelden jeg ser band som er direkte inspirert av denne typen musikk, og prøver å gjøre det samme. Italienske Orient Express prøver, og lykkes faktisk ganske greit. Dessverre ødelegger dårlig engelskuttale og en forutsigbar låtoppbygning mye av helhetsinntrykket.
Styrken til progressiv rock ligger i intelligensen, muligheten til hele tiden å gjøre noe nytt, og ikke minst å overraske. Orient Express spiller riktignok progressivt, men det er allikevel en ganske forutsigbar progressivitet. Låt etter låt begynner med et rolig parti med stort sett akustisk gitar og vokal, og bygger seg opp mot å ta av med tyngre gitarer og suggerende partier mot slutten. Jeg savner litt spenning og overraskelsesmomenter. Allikevel ser jeg at dette er et band med drøssevis med potensiale. Det er tydelig at vi har med flinke musikere å gjøre, og musikken har på mange måter et voksent, seriøst preg over seg. Bandet selv noterer seg Motorpsycho som sterkeste inspirasjonskilde. Selv ser jeg kanskje litt mer Porcupine Tree her.
Som sagt, starter alle låtene (med unntak av ”Madness” og ”First Dawn”) med akkustiske parter. Det synes jeg i grunn er fryktelig synd, for akustikken er ikke Orient Express’ største styrke. Det blir fort litt kjedelig og langtekkelig, de klarer liksom ikke få frem det gode gitarspillet som kreves for gode akustiske partier. Det er først når italienerne kjører på med tyngre partier at vi ser den virkelige styrken i dette bandet. Det er herlig å høre på lyden disse gutta klarer å få til når de rocker, man formelig hører hvordan instrumentene koser seg i all tyngden. Til og med noen gode gitarsoloer klarer de å presse inn når det tar av som verst. Faktisk kan jeg trekke linjer til Katatonia på enkelte partier. Bare hør på trøkken i lydbildet på ”Hidden Man”. Vokalen kommer også mye bedre til sin rett når vokalist Wito må gaule til litt sterkere på tunge partier. Nydelig! Vokalen hans blir fort litt for pusete når det skal være akustisk og skjørt, det ligner ofte litt på stemmen til han fyren som synger i Dream Theater på de trøtteste balladene deres. Dessverre er det mange flere rolige, trøttende partier enn de gode tunge partiene. Orient Express påstår også at de skal være psykedeliske. Det finnes psykedeliske elementer i musikken, men ærlig talt ikke nok de at de kan kalle musikken psykedelisk rock. Dette er heller rett fram progressiv, melankolsk rock. Og det er det heller ikke noe galt med.
Det er ingen tvil om at det er psykedelisk rock Orient Express prøver å uttrykke reint visuelt. Designet og logoen er akkurat slik det skal være innen stilarten. Bookleten er stilig og gjennomført, med et pent design. Lyden er noe av det bedre jeg har hørt innen stilarten. En fantastisk produksjon slår mot deg når førstelåta ”Eternal Child” starter. Alle instrumentene kommer klokkeklart frem, vokalen er akkurat der den skal være i lydbildet. I det hele tatt er miksen perfekt for den stilen Orient Express kjører på. Wito står for mye av låtskrivinga, synger og spiller bass. Bassen hans dominerer veldig ofte mye av lydbildet, spesielt i de akkustiske partiene, men også når det blir noe hardere. Basslyden er nydelig, og kler virkelig bandet.
Et kjempeminus ved Orient Express, er at de er fra Italia og prøver seg på verdensmarkedet. Da skal man tydeligvis synge på engelsk, samma hva. Witos uttale er ikke den aller verste jeg har hørt, men det er forferdelig trist og ødeleggende for det voksne bildet jeg har av musikken når han plutselig kommer med noen tydelige grove engelskfeil. Dette høres best på mange av de rolige partiene. Tekstene inne i bookleten er også fulle av fæle skrivefeil. Dessuten er det en slags amerikansk hip-hop-slang over språket. De skriver bestandig ord som ”dreamin’”, ”nothin’”, passin’”, ”lickin’” og ”fallin’”. Har visst ikke hørt om ”ng”-ending disse italienerne. Dessuten er ikke tekstene spesielt bra, det går mye i tristesser om hvor meningsløst livet er nå, hvor bra det var før og hvor jævlig fremtida ser ut. Enkelte setninger er faktisk så dårlig at jeg har problemer med å forstå hva de egentlig mener. Tenk hvilket særpreg Orient Express ville hatt dersom de faktisk hadde sunget på italiensk! Hør bare på hvor bra for eksempel spansk høres ut i The Mars Volta’s rock. Jeg er sikker på at gutta hadde kunnet utfolde seg mye mer lyrisk om de hadde valgt morsmålet også. Men neida, man skal da selge plater...
Til tross for en del langtekkelige akustiske partier og dårlig engelsk, kan jeg ikke annet enn å se massevis av potensiale i Orient Express. Dette er tross alt debuten deres, og det er en sterk debut!
da Lordsofmetal.nl
Orient Express - Illusion
My Kingdom Music
file under Alternative/pop
Bidi: Hmm, well the Italian band Orient Express might be unknown to most of the LOM readers. Probably there are not too many visitors of this website who are interested in alternative, atmospheric pop music, are there? However if you are interested in bands like Radiohead, (the soft elements of ) Porcupine Tree or The Gathering, then you might like this album. The Italians themselves refer even to the legendary indie band The Godmachine, but they definitely sound a bit too smooth for that.
Nevertheless, the songs ripple on in a nice way and there is a lot of attention for small details in the production, like many ambient and trip hop bleeps. The only real disadvantage is that vocalist Wito does not possess the necessary vocal range to be a driving force of the band. Because of this disadvantage they will face a lot of difficulties to get noticed in a genre where the level of the vocalist needs to be outstanding. Maybe Orient Express has to look for a better singer in the near future. The end result is okay, nothing more nothing less.
da Adnoctum.de
Orient Express - Illusion
10 Songs - 54:43
My Kingdom Music
Sehr ruhig geht es bei Orient Express auf dem neuen Release "Illusion" zur Sache. Geboten wird psychedelischer, etwas düster angehauchter Rock, bei dem man mal die Seele baumeln lassen kann. Manche Passagen wirken etwas hypnotisierend, andere zeichnen sich durch ihre Geradlinigkeit aus. Das ganze musikalische Gebräu ist stark an die 70er Jahre Rock Szene angelegt und lebt auch durch den guten Einsatz von Synthesizern. "Illusion" bietet also gefühlsbetonten, atmosphärischen Rock und kommt mit einem klaren Sound daher. Mir persönlich ist die Chose auf Dauer zu langweilig, aber ich muss einräumen, dass die Scheibe auch irgendwo ihren Reiz hat. Hört Euch die Italiener bei Interesse mal an, aber erwatet nichts Spektakuläres.
Stil (Spielzeit): Progressive Rock (54:37)
Label/Vertrieb (VÖ): My Kingdom Music (5.9.2007)
Bewertung: Hörenswert. [8/10]
Na das kann sich doch rein optisch sehen lassen! Im Gegensatz zu den meisten hässlichen T-Shirts, die in den europäischen Fußgängerzonen bei H&M derzeit in den Schaufenstern hängen, sieht dieses Cover wirklich nach Drogenexzess, Psychotrip, freier Liebe, Schlammschlacht und Friedensbewegung aus. Natürlich ist das nicht unbeabsichtigt der Fall, in ihrem Pressetext weisen sie überflüssigerweise auf ihren ohnehin hörbaren Bezug zur Psychedelic Rock aus den 70ern hin.
Verschlafen, entspannt und weltfremd kommen die Italiener auf ihrem ersten regulären Album, der seit 2003 aber insgesamt siebten Veröffentlichung, daher. Jedenfalls ist das der erste Eindruck, den ich von den zehn unscheinbaren Stücken bekomme.
Wirklich großartige Fingerverrenkungen oder Rhythmusüberfälle lassen sich beim ORIENT EXPRESS nicht finden. Doch kaum will man die Schublade für Unscheinbares und Belangloses schließen fällt einem die Schönheit dieses Albums ins Ohr. Unbeschwert, zerbrechlich und zart wechseln sich die Instrumente und die wohlklingende Stimme mit moderaten Rock-Passagen ab. Stücke wie "Rats Know" und "Illusion" wirken zerbrechlicher als das Meiste was ich je in den unendlichen Weiten des Rocks gehört habe. "Prison Head" wirkt dank wirrer Elektronikspielchen die sich zwischen dem funkigen Bass schlängeln wahnsinnig fremd. "Ten Drops" führt auf eine staubige, endlose Landstraße und lässt den Hörer förmlich den Staub schmecken.
Was bleibt ist ein schlüssiges und stimmiges Album, was überzeugt aber die Reize nicht aus dem Fenster hängen lässt. Und der zunächst etwas bezugslos scheinende Bandname ergibt letzten Endes doch Sinn. Zwar ist das Album keine zigtausend Kilometer lang, aber sicher eine Erfahrung wert, vielseitig und ein kleines Abenteuer.
da Metal-norge.com
Orient Express
"Illusion", Album
(My Kingdom Music 2007)
70-tallsinspirert prog-rock
Spilletid:
6.5/10
70-tallets psykedeliske progrock har inspirert mangt et moderne band, og er utvilsomt noe av det viktigste som skjedde innen rocken i forrige århundre. Allikevel er det sjelden jeg ser band som er direkte inspirert av denne typen musikk, og prøver å gjøre det samme. Italienske Orient Express prøver, og lykkes faktisk ganske greit. Dessverre ødelegger dårlig engelskuttale og en forutsigbar låtoppbygning mye av helhetsinntrykket.
Styrken til progressiv rock ligger i intelligensen, muligheten til hele tiden å gjøre noe nytt, og ikke minst å overraske. Orient Express spiller riktignok progressivt, men det er allikevel en ganske forutsigbar progressivitet. Låt etter låt begynner med et rolig parti med stort sett akustisk gitar og vokal, og bygger seg opp mot å ta av med tyngre gitarer og suggerende partier mot slutten. Jeg savner litt spenning og overraskelsesmomenter. Allikevel ser jeg at dette er et band med drøssevis med potensiale. Det er tydelig at vi har med flinke musikere å gjøre, og musikken har på mange måter et voksent, seriøst preg over seg. Bandet selv noterer seg Motorpsycho som sterkeste inspirasjonskilde. Selv ser jeg kanskje litt mer Porcupine Tree her.
Som sagt, starter alle låtene (med unntak av ”Madness” og ”First Dawn”) med akkustiske parter. Det synes jeg i grunn er fryktelig synd, for akustikken er ikke Orient Express’ største styrke. Det blir fort litt kjedelig og langtekkelig, de klarer liksom ikke få frem det gode gitarspillet som kreves for gode akustiske partier. Det er først når italienerne kjører på med tyngre partier at vi ser den virkelige styrken i dette bandet. Det er herlig å høre på lyden disse gutta klarer å få til når de rocker, man formelig hører hvordan instrumentene koser seg i all tyngden. Til og med noen gode gitarsoloer klarer de å presse inn når det tar av som verst. Faktisk kan jeg trekke linjer til Katatonia på enkelte partier. Bare hør på trøkken i lydbildet på ”Hidden Man”. Vokalen kommer også mye bedre til sin rett når vokalist Wito må gaule til litt sterkere på tunge partier. Nydelig! Vokalen hans blir fort litt for pusete når det skal være akustisk og skjørt, det ligner ofte litt på stemmen til han fyren som synger i Dream Theater på de trøtteste balladene deres. Dessverre er det mange flere rolige, trøttende partier enn de gode tunge partiene. Orient Express påstår også at de skal være psykedeliske. Det finnes psykedeliske elementer i musikken, men ærlig talt ikke nok de at de kan kalle musikken psykedelisk rock. Dette er heller rett fram progressiv, melankolsk rock. Og det er det heller ikke noe galt med.
Det er ingen tvil om at det er psykedelisk rock Orient Express prøver å uttrykke reint visuelt. Designet og logoen er akkurat slik det skal være innen stilarten. Bookleten er stilig og gjennomført, med et pent design. Lyden er noe av det bedre jeg har hørt innen stilarten. En fantastisk produksjon slår mot deg når førstelåta ”Eternal Child” starter. Alle instrumentene kommer klokkeklart frem, vokalen er akkurat der den skal være i lydbildet. I det hele tatt er miksen perfekt for den stilen Orient Express kjører på. Wito står for mye av låtskrivinga, synger og spiller bass. Bassen hans dominerer veldig ofte mye av lydbildet, spesielt i de akkustiske partiene, men også når det blir noe hardere. Basslyden er nydelig, og kler virkelig bandet.
Et kjempeminus ved Orient Express, er at de er fra Italia og prøver seg på verdensmarkedet. Da skal man tydeligvis synge på engelsk, samma hva. Witos uttale er ikke den aller verste jeg har hørt, men det er forferdelig trist og ødeleggende for det voksne bildet jeg har av musikken når han plutselig kommer med noen tydelige grove engelskfeil. Dette høres best på mange av de rolige partiene. Tekstene inne i bookleten er også fulle av fæle skrivefeil. Dessuten er det en slags amerikansk hip-hop-slang over språket. De skriver bestandig ord som ”dreamin’”, ”nothin’”, passin’”, ”lickin’” og ”fallin’”. Har visst ikke hørt om ”ng”-ending disse italienerne. Dessuten er ikke tekstene spesielt bra, det går mye i tristesser om hvor meningsløst livet er nå, hvor bra det var før og hvor jævlig fremtida ser ut. Enkelte setninger er faktisk så dårlig at jeg har problemer med å forstå hva de egentlig mener. Tenk hvilket særpreg Orient Express ville hatt dersom de faktisk hadde sunget på italiensk! Hør bare på hvor bra for eksempel spansk høres ut i The Mars Volta’s rock. Jeg er sikker på at gutta hadde kunnet utfolde seg mye mer lyrisk om de hadde valgt morsmålet også. Men neida, man skal da selge plater...
Til tross for en del langtekkelige akustiske partier og dårlig engelsk, kan jeg ikke annet enn å se massevis av potensiale i Orient Express. Dette er tross alt debuten deres, og det er en sterk debut!
da Lordsofmetal.nl
Orient Express - Illusion
My Kingdom Music
file under Alternative/pop
Bidi: Hmm, well the Italian band Orient Express might be unknown to most of the LOM readers. Probably there are not too many visitors of this website who are interested in alternative, atmospheric pop music, are there? However if you are interested in bands like Radiohead, (the soft elements of ) Porcupine Tree or The Gathering, then you might like this album. The Italians themselves refer even to the legendary indie band The Godmachine, but they definitely sound a bit too smooth for that.
Nevertheless, the songs ripple on in a nice way and there is a lot of attention for small details in the production, like many ambient and trip hop bleeps. The only real disadvantage is that vocalist Wito does not possess the necessary vocal range to be a driving force of the band. Because of this disadvantage they will face a lot of difficulties to get noticed in a genre where the level of the vocalist needs to be outstanding. Maybe Orient Express has to look for a better singer in the near future. The end result is okay, nothing more nothing less.
da Adnoctum.de
Orient Express - Illusion
10 Songs - 54:43
My Kingdom Music
Sehr ruhig geht es bei Orient Express auf dem neuen Release "Illusion" zur Sache. Geboten wird psychedelischer, etwas düster angehauchter Rock, bei dem man mal die Seele baumeln lassen kann. Manche Passagen wirken etwas hypnotisierend, andere zeichnen sich durch ihre Geradlinigkeit aus. Das ganze musikalische Gebräu ist stark an die 70er Jahre Rock Szene angelegt und lebt auch durch den guten Einsatz von Synthesizern. "Illusion" bietet also gefühlsbetonten, atmosphärischen Rock und kommt mit einem klaren Sound daher. Mir persönlich ist die Chose auf Dauer zu langweilig, aber ich muss einräumen, dass die Scheibe auch irgendwo ihren Reiz hat. Hört Euch die Italiener bei Interesse mal an, aber erwatet nichts Spektakuläres.
Thursday, November 1, 2007
Nuove Recensioni di "Illusion" su Raw & Wild, Metalbeta e Zero Assoluto Magazine
da Raw & Wild
Suoni ovattati, luce e ombra che si alternano attraverso il vetro, paesaggi che passano. Questo è un viaggio in treno. Questa è la musica degli Orient Express. Un viaggio in dieci fermate. Quando partono le prime note di Eternal Child hai giusto il tempo di sistemare le valige e chiudere gli occhi. Il vero viaggio non è quello fisico, ma quello dei sensi. La voce di Wito e la chitarra di GG ti avvolgono con discrezione e delicatezza, quasi con pudore. I suoni sono soffusi ed estranianti. La seconda tappa, Madness, è quella dell’accelerazione. Quella che ti fa capire che il viaggio è iniziato veramente. Curve e salite sono roba che richiede cavalli, e la potenza è quella che gli Orient danno in quello che il loro pezzo più tirato. Illusion è l’attraversamento della campagna. Osservi fuori dal finestrino le distese di grano e quasi ti sembra di poterne sentire l’odore delicato. L’attacco dei sinth in Prison Head ti fa capire che è giunta la notte e con essa i sogni. Le atmosfere soffuse continuano in Rats Know,Ten Drops, First Dawn, Hidden Man e Today. L’ultima fermata è la lunga Euphoria. Come in ogni viaggio la gioia dell’essere arrivati è scalfita dalla tristezza dell’essere giunti a destinazione. La voglia di ripartire è tanta. In definitiva un disco per gli amanti dei Motorpsycho (in alcuni punti mi hanno ricordato i Led Zeppelin, quelli acustici) e per tutti gli amanti delle buona musica.
da Metalbeta.it
Illusione come speranza, illusione come luce accecante o semplicemente, illusione come fine di un sogno. La ricerca di una speranza, di una luce e di un sogno sono al centro di questo "Illusion", primo genito degli italianissimi Orient Express, ultima scoperta dalla sempre lungimirante My Kingdom Music.
Parlare di questo lavoro senza dover ricorrere alle emozioni è impresa vana, perchè quì tutto è emozione allo stato puro. Sensazioni di livida dolcezza lasciano spazio a fredde divagazioni mentali,
momenti in cui la musica ti spinge verso territori in cui normalmente il coraggio si piega alla paura.
Un viaggio ancestrale dunque, con atmosfere diluite allo spasimo, in cui il saggio uso del synth ben si accosta alla stupenda armoniosità delle sei corde affidate al tocco vellutato di Gigi. Pezzi come Eternal Child, Illusion, Prison Head ed Euphoria (senza dubbio la mia preferita) rispecchiano il vero animo di questa band, un animo sofferente, in cui la maestria di Pablo dietro le pelli e la voce calda e coinvolgente di Wito, cantante e bassista, si sposano in un connubio imprescindibile. Per tutti coloro i quali proprio non sanno vivere senza un paragone, posso affermare che i loro padri putativi siano i God Machine ma fra i solchi di quest' album c'è tanta personalità ed ispirazione.
Ottimo inizio dunque per i nostri Orient Express, autori di un album altamente consigliato.
Voto: 8/10
da ZeroAssoluto.biz
Provate ad ascoltare questo disco mettendo da parte pregiudizi e stupidi campanilismi e dopo vi chiederete perchè? la risposta è che la band è di Barletta (ORIENT EXPRESS) e che finalmente il 5 settembre è uscito il loro frutto è risultato di anni di prove e registrazioni.
Tentando di classificare il genere e lo stile degli ORIENT EXPRESS diventa difficile trovare la giusta definizione perchè ha influenze musicali diverse che partono da note puramente punk rock tipico dei 30 SECOND TO MARS(traccia n#2 MADNESS)mischiate a dolci ballate(ETERNAL CHILD) e sonorità che ricordano i TANGERINE DREAM e, voglio esagerare, i KING CRIMSON(ILUSION).
Loro si definiscono rock band vicina ai MOTORPSYCHO e GOD MACHINE e sono:
Vito(voce e basso), GiGi(chitarra), Paolo(batteria) e Pasquale(sintetizzatore).
Il disco è prodotto dall'etichetta indipendente MY KINGDOM MUSIC e registrato presso il GEL STUDIO di Trani(complimenti per la registrazione!).
Cari lettori di ZERO ASSOLUTO comprate e divulgate questo disco perchè merita posizioni di rilievo nelle file del circuiti alternativi del rock e non solo.
Dimenticavo di elogiare la copertina che mi ricorda molto i dischi dei SIOUXSIE and BANSCHES.
Ciao e buon ascolto.
Suoni ovattati, luce e ombra che si alternano attraverso il vetro, paesaggi che passano. Questo è un viaggio in treno. Questa è la musica degli Orient Express. Un viaggio in dieci fermate. Quando partono le prime note di Eternal Child hai giusto il tempo di sistemare le valige e chiudere gli occhi. Il vero viaggio non è quello fisico, ma quello dei sensi. La voce di Wito e la chitarra di GG ti avvolgono con discrezione e delicatezza, quasi con pudore. I suoni sono soffusi ed estranianti. La seconda tappa, Madness, è quella dell’accelerazione. Quella che ti fa capire che il viaggio è iniziato veramente. Curve e salite sono roba che richiede cavalli, e la potenza è quella che gli Orient danno in quello che il loro pezzo più tirato. Illusion è l’attraversamento della campagna. Osservi fuori dal finestrino le distese di grano e quasi ti sembra di poterne sentire l’odore delicato. L’attacco dei sinth in Prison Head ti fa capire che è giunta la notte e con essa i sogni. Le atmosfere soffuse continuano in Rats Know,Ten Drops, First Dawn, Hidden Man e Today. L’ultima fermata è la lunga Euphoria. Come in ogni viaggio la gioia dell’essere arrivati è scalfita dalla tristezza dell’essere giunti a destinazione. La voglia di ripartire è tanta. In definitiva un disco per gli amanti dei Motorpsycho (in alcuni punti mi hanno ricordato i Led Zeppelin, quelli acustici) e per tutti gli amanti delle buona musica.
da Metalbeta.it
Illusione come speranza, illusione come luce accecante o semplicemente, illusione come fine di un sogno. La ricerca di una speranza, di una luce e di un sogno sono al centro di questo "Illusion", primo genito degli italianissimi Orient Express, ultima scoperta dalla sempre lungimirante My Kingdom Music.
Parlare di questo lavoro senza dover ricorrere alle emozioni è impresa vana, perchè quì tutto è emozione allo stato puro. Sensazioni di livida dolcezza lasciano spazio a fredde divagazioni mentali,
momenti in cui la musica ti spinge verso territori in cui normalmente il coraggio si piega alla paura.
Un viaggio ancestrale dunque, con atmosfere diluite allo spasimo, in cui il saggio uso del synth ben si accosta alla stupenda armoniosità delle sei corde affidate al tocco vellutato di Gigi. Pezzi come Eternal Child, Illusion, Prison Head ed Euphoria (senza dubbio la mia preferita) rispecchiano il vero animo di questa band, un animo sofferente, in cui la maestria di Pablo dietro le pelli e la voce calda e coinvolgente di Wito, cantante e bassista, si sposano in un connubio imprescindibile. Per tutti coloro i quali proprio non sanno vivere senza un paragone, posso affermare che i loro padri putativi siano i God Machine ma fra i solchi di quest' album c'è tanta personalità ed ispirazione.
Ottimo inizio dunque per i nostri Orient Express, autori di un album altamente consigliato.
Voto: 8/10
da ZeroAssoluto.biz
Provate ad ascoltare questo disco mettendo da parte pregiudizi e stupidi campanilismi e dopo vi chiederete perchè? la risposta è che la band è di Barletta (ORIENT EXPRESS) e che finalmente il 5 settembre è uscito il loro frutto è risultato di anni di prove e registrazioni.
Tentando di classificare il genere e lo stile degli ORIENT EXPRESS diventa difficile trovare la giusta definizione perchè ha influenze musicali diverse che partono da note puramente punk rock tipico dei 30 SECOND TO MARS(traccia n#2 MADNESS)mischiate a dolci ballate(ETERNAL CHILD) e sonorità che ricordano i TANGERINE DREAM e, voglio esagerare, i KING CRIMSON(ILUSION).
Loro si definiscono rock band vicina ai MOTORPSYCHO e GOD MACHINE e sono:
Vito(voce e basso), GiGi(chitarra), Paolo(batteria) e Pasquale(sintetizzatore).
Il disco è prodotto dall'etichetta indipendente MY KINGDOM MUSIC e registrato presso il GEL STUDIO di Trani(complimenti per la registrazione!).
Cari lettori di ZERO ASSOLUTO comprate e divulgate questo disco perchè merita posizioni di rilievo nelle file del circuiti alternativi del rock e non solo.
Dimenticavo di elogiare la copertina che mi ricorda molto i dischi dei SIOUXSIE and BANSCHES.
Ciao e buon ascolto.
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