Leggi l'intervista su Silentscreamzine
La Recensione di Silentscreamzine
Intervista a cura di Dario Adile - Pablo risponde:
Con il tuo permesso partirei subito dal vostro nome, Orient Express, che trovo molto adatto e facilmente memorizzabile. Perchè l'avete scelto? Ha qualche significato particolare per voi?
Il nome è sempre un problema, non ricordiamo bene da dove e da chi sia venuto fuori, probabilmente è nato dalla voglia di evocare il tema del viaggio inteso sia in senso musicale che in senso stretto, difatti agli inizi utilizzavamo come logo una locomotiva (anche se ci è parsa sempre un po’ banale)…tante volte abbiamo pensato di cambiarlo proprio perchè è un nome molto abusato, in realtà siamo molto legati ad esso e se dici che è facilmente memorizzabile (e ricollegabile a noi) allora lo teniamo!
- So che avete voluto fare vostra una massima di Milan Kundera che grosso modo recita così: “La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”. Eppure la vostra non è certo una proposta che punta sul volume o sull'impatto! Puoi dirci quindi in che cosa trovi che questa citazione si adatti a quanto suonato dagli Orient Express?
Può sembrare vagamente filosofico ma, a nostro modo di vedere, la forza e la potenza di una musica non sempre è direttamente proporzionale al volume o all'impatto in termini di decibel. Laddove si prediligono il volume e l'attacco diretto noi preferiamo costruire delle atmosfere che crescono e si sviluppano in un certo modo anche se non rinunciamo a priori ad un certo tipo di impatto "voluminoso".
Si capisce immediatamente che la scena degli anni '70 deve esservi particolarmente cara, in particolare quella del rock psichedelico. Puoi farci il nome di qualche band o di qualche disco cui dovete qualcosa in termini creativi?
E' vero amiamo molto l'approccio musicale degli anni '70 ma è in definitiva il concetto stesso di rock che nasce in quel momento, citare delle band non è mai semplice anche perchè cambiano i gusti e cambiamo noi continuamente. Siamo tutti devoti ai Led Zeppelin in primis, questo è sicuro, ma la band che ci ha cambiato la vita e che ci sconquassa il cuore ogniqualvolta l'ascoltiamo sono i God Machine, ed in particolare il loro primo album "Scenes From The Second Storey"…primi anni '90, quindi. Abbiamo anche una certa predilezione per gli Alice in Chains e, ultimamente, Cure. Nulla di solare dunque.
- Se dovessimo dare un'idea di cosa suonate in "Illusion" anche a chi non l'ha ascoltato, come definiresti la vostra musica? Quali sensazioni credi che riesca a trasmettere?
Difficilissimo rispondere...solitamente ci definiamo una band psych-rock, suona bene ma a volte è limitante...non rende l'idea forse di tutto quello che c'è in "Illusion". E' un piccolo viaggio attraverso le sensazioni, è una sorta di concept sulle emozioni e i tormenti "quotidiani" e personali, costruito in maniera tale che l'alternanza tra i momenti più riflessivi e intimisti e quelli più di "reazione" (e quindi più duri) sia perfettamente bilanciata, anche e spesso all'interno di uno stesso brano. Sembra un po’ contorto ma è molto più semplice di quello che sembra quando lo si ascolta.
C'è qualche canzone cui ti senti particolarmente legato? Ovviamente, se ce n'è qualcuna, dicci anche per quali ragioni!
Beh, ognuno di noi ha le sue preferenze ma il brano che tutti indistintamente crediamo ci rappresenti al meglio é "Eternal Child", riassume in sei minuti tutte le caratteristiche e sfaccettature del nostro suono, anzi del suono di questo disco, ed anche le liriche ci sembrano particolarmente riuscite…quindi ci sembrava il minimo aprire il nostro primo album con questo pezzo.
Quanto è importante per una band come la vostra riuscire ad esibirsi su un palco? Riuscite a farlo con sufficiente regolarità?
E' fondamentale, è il motivo principale per cui siamo qui a parlar di musica, puoi fare tutti i dischi che vuoi ma se dal vivo non rendi tutto il lavoro in studio diventa inutile. Abbiamo sempre dato un peso enorme alle esibizioni live anche perchè le viviamo in maniera molto viscerale, è come un conflitto tra noi sul palco: ci scontriamo e incontriamo continuamente…ecco...viviamo i nostri pezzi sul palco! Per quanto riguarda la regolarità dei concerti, riusciamo a suonare abbastanza in giro ma mai come dovremmo e vorremmo. Adesso ci siamo reinventati anche in versione elettro-acustica (ri-arrangiando completamente l'album in questa versione) quindi potenzialmente siamo in grado di suonare ovunque, dalle bettole agli stadi…ahah!
Quali sono le ambizioni che vi guidano ed i risultati che vorreste raggiungere nella vostra carriera musicale?
Le ambizioni, inutile negarlo, sono infinite...ad ogni piccolo gradino superato cresce l'aspettativa in maniera ancora maggiore ed è molto più facile perdere tutto in un batter d'occhio, potrei dirti "per noi è già un traguardo quello di aver pubblicato un album" ma non è così...l'ambizione maggiore è quella di suonare in giro dovunque, accumulare esperienze, crescere ancora senza limiti con la musica e con questa band, sperando che ci sia sempre qualcuno interessato ad ascoltarla in giro.
Ascoltando "Illusion" adesso che è uscito, quali sono gli elementi che ti rendono più soddisfatto o dove invece pensi che potete ancora migliorare?
E' la prima esperienza sulla lunga distanza, nel complesso ne siamo abbastanza soddisfatti…sia per quanto riguarda la produzione che i singoli brani ed i testi: rispecchia molto quello che eravamo quando l'abbiamo composto e inciso. E' comunque necessario migliorare e superarsi, ampliare la gamma di influenze (e di strumenti utilizzati!). Ci piacerebbe anche riuscire a scrivere qualcosa di più solare ma al momento è troppo complicato!
Grazie mille per l'intervista, c' è qualcosa che vuoi aggiungere in conclusione?
Ringraziamo te Dario per l'intervista e tutto lo staff di Silentscream, il grande Francesco della nostra etichetta My Kingdom Music e tutti i lettori della 'zine...non siate superficiali!
Sunday, October 28, 2007
Wednesday, October 24, 2007
Illusion in streaming su The End Records e in distribuzione su Aural Music
Da oggi è possibile ascoltare in streaming un minuto per ogni brano di "Illusion" dal mailorder americano The End Records. Inoltre, è possibile acquistare l'album d'esordio degli Orient Express presso Aural Music, distributore ufficiale per la MyKingdomMusic.
Monday, October 22, 2007
Orient Express - Illusion, dalla Puglia Felix un mix allucinato di psycho rock
Articolo tratto da Musicalnews
di Giancarlo Passarella
Il synth e la chitarra distorta li porta su terreni lisergici tipici della fine degli anni'70: partiti dal classico line-up a tre di rock pesante, gli Orient Express produco un buon cd, perfetto pero' nei brani piu' tirati.
Non vi e' contraddizione o riflessioni pseudo ossimere, ma questo esordio discografico degli Orient Express ci convince di piu' quando ritorna verso il rock dei loro primordi, piuttosto che nei brani in cui la psichedelia languida la fa da padrone: vedo infatti una netta divisione tra i brani soft e quelli piu' rock, vallo che forse piu' essere la forza dell'intero album o forse ne rappresenta il livello, magari dovuto dall'inesperienza in studio di registrazione o in fase di preparazione dei singoli brani. Proprio citando quello che negli anni'70 era norma, mi sarebbe piaciuto se Illusion fosse stato piu' concept e piu' rock: quest'ultima affermazione e' una convinzione, forgiata dal fatto che frequento la band da parecchio tempo e ne conosco ogni stilla di forza aggregativa nei momenti live e piu' rock. Impressiona ed emoziona la chitarra di GG quando diventa fenderianamente allucinata, conforta l'ottimo lavoro svolto dalla base ritmica di Wito e Pablo quando le cavalcate diventano imperiose, mentre il synth di Blondy e' una sorpresa soprattutto nei momenti in cui diventa quasi un moog martoriato, stile Keith Emerson dei momenti migliori. Tutto il lavoro risulta invece non all'altezza della situazione in canzoni come Ten Drops, quasi una ballad tratta da un film sulla ricerca della terra promessa americana, dove la chitarra tratteggia liriche stantie.
Fin qui la ricerca del classico pelo nell'uovo: non e' mia abitudine dare delle lodi agli esordi discografici e quindi devo fare il ruolo pedante del critico, ma Illusion e' un signor cd che sfiora la perfezione. La sfiora soltanto, nei momenti in cui diventa originale, allontanandosi dagli ambienti musicali cantati da band storiche come i Motorpsycho o gli stessi Nirvana: infatti un po' di grunge ogni tanto sembra fare capolino, giocando a rimpiattino con la psichedelia seventies: verissimo e' che l'intero cd punta su un .. un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose.... Giusta riflessione, perche' nella concezione circadiano dell'album sta anche la voglia di diventare concept a cui accennavo prima: se fosse successa, avremmo parlato di perfezione e per un esordio discografico, anche se la pronuncia inglese puo' essere solo che migliorata.
In questo si sarebbe valorizzate anche quelle ... architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...ed i buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici ....
Un elogio finale alla My Kingdom Music per aver puntato coraggiosamente su una band cosi' ed un plauso a chi ha realizzato il booklet del cd: tranne che nella ottava pagina finale, il resto e' psychedelicamente ottimo.Un bel biglietto da visita, quasi perfetto...
di Giancarlo Passarella
Il synth e la chitarra distorta li porta su terreni lisergici tipici della fine degli anni'70: partiti dal classico line-up a tre di rock pesante, gli Orient Express produco un buon cd, perfetto pero' nei brani piu' tirati.
Non vi e' contraddizione o riflessioni pseudo ossimere, ma questo esordio discografico degli Orient Express ci convince di piu' quando ritorna verso il rock dei loro primordi, piuttosto che nei brani in cui la psichedelia languida la fa da padrone: vedo infatti una netta divisione tra i brani soft e quelli piu' rock, vallo che forse piu' essere la forza dell'intero album o forse ne rappresenta il livello, magari dovuto dall'inesperienza in studio di registrazione o in fase di preparazione dei singoli brani. Proprio citando quello che negli anni'70 era norma, mi sarebbe piaciuto se Illusion fosse stato piu' concept e piu' rock: quest'ultima affermazione e' una convinzione, forgiata dal fatto che frequento la band da parecchio tempo e ne conosco ogni stilla di forza aggregativa nei momenti live e piu' rock. Impressiona ed emoziona la chitarra di GG quando diventa fenderianamente allucinata, conforta l'ottimo lavoro svolto dalla base ritmica di Wito e Pablo quando le cavalcate diventano imperiose, mentre il synth di Blondy e' una sorpresa soprattutto nei momenti in cui diventa quasi un moog martoriato, stile Keith Emerson dei momenti migliori. Tutto il lavoro risulta invece non all'altezza della situazione in canzoni come Ten Drops, quasi una ballad tratta da un film sulla ricerca della terra promessa americana, dove la chitarra tratteggia liriche stantie.
Fin qui la ricerca del classico pelo nell'uovo: non e' mia abitudine dare delle lodi agli esordi discografici e quindi devo fare il ruolo pedante del critico, ma Illusion e' un signor cd che sfiora la perfezione. La sfiora soltanto, nei momenti in cui diventa originale, allontanandosi dagli ambienti musicali cantati da band storiche come i Motorpsycho o gli stessi Nirvana: infatti un po' di grunge ogni tanto sembra fare capolino, giocando a rimpiattino con la psichedelia seventies: verissimo e' che l'intero cd punta su un .. un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose.... Giusta riflessione, perche' nella concezione circadiano dell'album sta anche la voglia di diventare concept a cui accennavo prima: se fosse successa, avremmo parlato di perfezione e per un esordio discografico, anche se la pronuncia inglese puo' essere solo che migliorata.
In questo si sarebbe valorizzate anche quelle ... architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...ed i buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici ....
Un elogio finale alla My Kingdom Music per aver puntato coraggiosamente su una band cosi' ed un plauso a chi ha realizzato il booklet del cd: tranne che nella ottava pagina finale, il resto e' psychedelicamente ottimo.Un bel biglietto da visita, quasi perfetto...
Sunday, October 21, 2007
Altre recensioni per "Illusion"......
da Metallus.it
Primo lavoro ufficiale per gli Orient Express, usciti nel mercato musicale con la My Kingdom Music, etichetta italiana come anche i componenti del gruppo. Illusion è un lavoro che vuole apparire maturo ma nasconde in sé molte pecche. Le idee alla base ci sono, così come anche le influenze che , a volte con troppa chiarezza, trapelano dalle singole tracce. Nella scheda di presentazione , il gruppo si definisce “psychedelic dark rock” ed in effetti la psichedelica in certi passaggi non manca, grazie anche all’apporto del sinth. La parte rock è ben sviluppata per un prodotto votato alla commercialità: in “madness” , ad esempio, colpisce un’intro pesante che però risente troppo di un crossover ormai stantio. Segue “Illusion”, traccia che dà il nome all’album, in cui il sound riporta ai Muse suonati però “all’italiana”. Le radici dei quattro,infatti, si sentono molto, sebbene cerchino di emulare i miti stranieri, nella composizione dei pezzi, nella scelta dei suoni e forse anche nell’atteggiamento troppo perfetto e senza sbavature, rendendo il tutto un po’ troppo sterile. Afterhours, Marlene kuntz, e per non citare gruppi esplicitamente pop italiani, sono molto presenti: si ascoltino a tal proposito “Rats Now”, oppure “First down”. Naturalmente tale scelta di stile procura al gruppo un’ampia gamma di possibilità per il lancio di un singolo che possa “conquistare le radio”, e quindi essere ben apprezzato in un mercato molto commerciale della musica. Il lavoro, comunque, nasconde in sé degli aspetti interessanti soprattutto in tracce come: “Ten Drops”, che riporta alla mente le tracce più psichedeliche dei Kyuss di “Welcome to the sky valley”, oppure in “Today” dove si riassaporano suoni vicini a quelli dei lavori solisti di Trent Reznor. Nota di demerito all’aspetto “dark”, citato ma non presente all’appello: forse meglio così, perché avrebbe reso troppo ibrido questo lavoro. Invece in questo modo possiamo dire che è ben pronto ad affrontare una scena musicale standardizzata ma proficua.
da StereoInvaders
Il progetto Orient Express nasce nel 2002 e, dopo un demo del 2003, la band comincia a farsi sentire in giro per l’Italia, partecipando anche all’I-Tim tour, e proprio quest’ultima occasione gli consente anche di andare in onda su Rock TV. Dopo altri 3 anni di apparizioni live di supporto ad alcune band italiane e partecipazioni ad alcuni festival stranieri, la band inizia a registrare delle songs per l’album d’esordio, e nel maggio del 2007 sigla il contratto con la label My Kingdom Music, infine a settembre esce “Illusion”, CD che mi appresto a recensire. Già dalla copertina possiamo indovinare lo stile della band e quindi c’è molta coerenza con quanto proposto, ovvero un buon rock psichedelico anni ’70, con qualche tinta hard. Nelle note biografiche, gli Orient Express dicono di avere affinità musicali con i Motorpsycho e God Machine e per quanto riguarda le liriche, si ritrovano spesso nel pessimismo caro al movimento grunge. In tutto il CD permane uno stato di calma e tranquillità, il suono ha volte sembra rarefatto, ma quasi sempre la melodia risulta ispirata. Degna di nota anche la produzione che infatti aiuta il gruppo, regalando un suono cristallino. I pezzi sono dieci ed in ognuno il suono delle tastiere arricchisce ed enfatizza le atmosfere psichedeliche. Sicuramente un buon debutto; da tenere d’occhio.
Primo lavoro ufficiale per gli Orient Express, usciti nel mercato musicale con la My Kingdom Music, etichetta italiana come anche i componenti del gruppo. Illusion è un lavoro che vuole apparire maturo ma nasconde in sé molte pecche. Le idee alla base ci sono, così come anche le influenze che , a volte con troppa chiarezza, trapelano dalle singole tracce. Nella scheda di presentazione , il gruppo si definisce “psychedelic dark rock” ed in effetti la psichedelica in certi passaggi non manca, grazie anche all’apporto del sinth. La parte rock è ben sviluppata per un prodotto votato alla commercialità: in “madness” , ad esempio, colpisce un’intro pesante che però risente troppo di un crossover ormai stantio. Segue “Illusion”, traccia che dà il nome all’album, in cui il sound riporta ai Muse suonati però “all’italiana”. Le radici dei quattro,infatti, si sentono molto, sebbene cerchino di emulare i miti stranieri, nella composizione dei pezzi, nella scelta dei suoni e forse anche nell’atteggiamento troppo perfetto e senza sbavature, rendendo il tutto un po’ troppo sterile. Afterhours, Marlene kuntz, e per non citare gruppi esplicitamente pop italiani, sono molto presenti: si ascoltino a tal proposito “Rats Now”, oppure “First down”. Naturalmente tale scelta di stile procura al gruppo un’ampia gamma di possibilità per il lancio di un singolo che possa “conquistare le radio”, e quindi essere ben apprezzato in un mercato molto commerciale della musica. Il lavoro, comunque, nasconde in sé degli aspetti interessanti soprattutto in tracce come: “Ten Drops”, che riporta alla mente le tracce più psichedeliche dei Kyuss di “Welcome to the sky valley”, oppure in “Today” dove si riassaporano suoni vicini a quelli dei lavori solisti di Trent Reznor. Nota di demerito all’aspetto “dark”, citato ma non presente all’appello: forse meglio così, perché avrebbe reso troppo ibrido questo lavoro. Invece in questo modo possiamo dire che è ben pronto ad affrontare una scena musicale standardizzata ma proficua.
da StereoInvaders
Il progetto Orient Express nasce nel 2002 e, dopo un demo del 2003, la band comincia a farsi sentire in giro per l’Italia, partecipando anche all’I-Tim tour, e proprio quest’ultima occasione gli consente anche di andare in onda su Rock TV. Dopo altri 3 anni di apparizioni live di supporto ad alcune band italiane e partecipazioni ad alcuni festival stranieri, la band inizia a registrare delle songs per l’album d’esordio, e nel maggio del 2007 sigla il contratto con la label My Kingdom Music, infine a settembre esce “Illusion”, CD che mi appresto a recensire. Già dalla copertina possiamo indovinare lo stile della band e quindi c’è molta coerenza con quanto proposto, ovvero un buon rock psichedelico anni ’70, con qualche tinta hard. Nelle note biografiche, gli Orient Express dicono di avere affinità musicali con i Motorpsycho e God Machine e per quanto riguarda le liriche, si ritrovano spesso nel pessimismo caro al movimento grunge. In tutto il CD permane uno stato di calma e tranquillità, il suono ha volte sembra rarefatto, ma quasi sempre la melodia risulta ispirata. Degna di nota anche la produzione che infatti aiuta il gruppo, regalando un suono cristallino. I pezzi sono dieci ed in ognuno il suono delle tastiere arricchisce ed enfatizza le atmosfere psichedeliche. Sicuramente un buon debutto; da tenere d’occhio.
Tuesday, October 16, 2007
..Where Agony Dies..
è un progetto solista portato avanti da Gigi Doronzo, chitarrista degli Orient Express, in cui si fondono riflessioni ed emozioni, cantate dalla sua chitarra e dalla propria voce.
Venerdì 19 Ottobre ci sarà una performance al CABOH di Trani (BA) alle h 22,00, in cui verranno presentati alcuni brani inediti e alcune rivisitazioni in chiave acustica.
Un viaggio che non trova la fine.
CABOH - Via G.B. Travisani, 3 , 70059, Trani (BA)
www.officialorientexpress.it
www.myspace.com/officialorientexpress
www.mykingdommusic.net
Sunday, October 14, 2007
"Illusion" recensito su SilentScreamZine
da SilentscreamZine
“La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”: questa massima di Milan Kundera è stata adottata come motto dagli Orient Express, ma per il vero non sembra attagliarsi troppo alla musica da loro suonata. Non è sul volume delle amplificazioni né sull’attacco frontale che punta la band italiana, bensì su un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose. D’altronde gli Orient Express sono rei confessi, sbandierando fin dalla adattissima copertina il loro amore per gli anni ’70 e la scena psichedelica, senza trascurare un altrettanto sincero rimando al grunge, in particolar modo per ciò che concerne le tematiche. Sebbene la perfezione assoluta non sia ancora raggiunta a livello estetico/formale, nondimeno il rockeggiante quartetto riesce a rappresentare molto bene su disco la propria visione musicale, con dieci brani che si dipanano senza apparente fatica e che, in maniera sovente discreta e subliminale, si conquistano l’attenzione dell’ascoltatore. “Illusion” è un disco figlio di una scena ben precisa che però potrebbe piacere anche a coloro che se ne considerano estranei. Risultato mica da poco.
“La gente sta diventando sorda perché la musica è suonata troppo forte, ma dato che sta diventando sorda la musica deve essere suonata ancora più forte”: questa massima di Milan Kundera è stata adottata come motto dagli Orient Express, ma per il vero non sembra attagliarsi troppo alla musica da loro suonata. Non è sul volume delle amplificazioni né sull’attacco frontale che punta la band italiana, bensì su un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose. D’altronde gli Orient Express sono rei confessi, sbandierando fin dalla adattissima copertina il loro amore per gli anni ’70 e la scena psichedelica, senza trascurare un altrettanto sincero rimando al grunge, in particolar modo per ciò che concerne le tematiche. Sebbene la perfezione assoluta non sia ancora raggiunta a livello estetico/formale, nondimeno il rockeggiante quartetto riesce a rappresentare molto bene su disco la propria visione musicale, con dieci brani che si dipanano senza apparente fatica e che, in maniera sovente discreta e subliminale, si conquistano l’attenzione dell’ascoltatore. “Illusion” è un disco figlio di una scena ben precisa che però potrebbe piacere anche a coloro che se ne considerano estranei. Risultato mica da poco.
Friday, October 12, 2007
Illusion, prime recensioni
da Rockline
Il mix di Psichedelia e Dark Rock presentato assume toni simili al sound di Motorpsycho e God Machine ma svariati sono anche gli elementi innovativi introdotti dagli Orient Express nella loro opera.Nei dieci brani composti si susseguono architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...i ritmi sono quasi costantemente calmi e rilassati, perché gli Orient Express puntano a far emergere la componente distesa del loro stile, realizzando buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici....ciò che traspare da Illusion è una buona versatilità stilistica e una discreta sicurezza, che nel tempo ha potuto rafforzarsi anche grazie alle prove live...
da Debaser
Filo conduttore che attraversa l'intero album, è la forte matrice psichedelica, elemento dominante in quasi tutte le tracce, che s'intreccia con l'hard-rock e lo spirito grunge...Eternal Child, pezzo d'apertura, indica la strada: una prima parte dal lento incedere che va in progressione e porta gli Orient ad esprimere tutta la loro potenza sonora....gli Orient sembrano indossare il loro abito migliore quando si trovano a percorrere la strada delle digressioni psichedeliche. Visione pessimistica e angosciata della vita nei loro testi, quel "mal de vivre" tipico del grunge, che a tratti pare volersi abbandonare alla rassegnazione nel subire il destino ineluttabile e in altri momenti cela una voglia di reazione che divampa dal fuoco che cammina dentro di noi. Un esordio, quello della band pugliese, indubbiamente degno di nota, nel quale emergono una notevole capacità di creare melodie ispirate e fantasiose e una minuziosa accortezza e competenza nell'esecuzione e nell'arrangiamento dei brani, sempre con un retrogusto seventies..
da Metallized
Gli Orient Express possono vantare già un discreto curriculum fatto di demo, promo, partecipazioni a compilations e una intensa attività live. Forti di quanto sopra i Pugliesi arrivano adesso a questo “Illusion”, un lavoro rarefatto, misurato, composto da suoni effettati, liquidi, sempre, per così dire, un passo indietro, puntando quindi sull’insieme delle soluzioni sonore e sull’effetto ipnotico dei loops della chitarra di cose come l’opener “Eternal Child”, salvo poi piazzare alcune accelerazioni più tipicamente 70’s orienteds rock come nella successiva “Madness”; a legare il tutto il lavoro delle Keys di Blondy. Non mancano momenti più oscuri , ma in generale è sempre la sensazione di suono “liquido” a connotare maggiormente queste tracce, che anzi, con una chitarra talvolta ancora più effettata, avrebbe dato un impatto ancora maggiore in questo senso.
Il mix di Psichedelia e Dark Rock presentato assume toni simili al sound di Motorpsycho e God Machine ma svariati sono anche gli elementi innovativi introdotti dagli Orient Express nella loro opera.Nei dieci brani composti si susseguono architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...i ritmi sono quasi costantemente calmi e rilassati, perché gli Orient Express puntano a far emergere la componente distesa del loro stile, realizzando buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici....ciò che traspare da Illusion è una buona versatilità stilistica e una discreta sicurezza, che nel tempo ha potuto rafforzarsi anche grazie alle prove live...
da Debaser
Filo conduttore che attraversa l'intero album, è la forte matrice psichedelica, elemento dominante in quasi tutte le tracce, che s'intreccia con l'hard-rock e lo spirito grunge...Eternal Child, pezzo d'apertura, indica la strada: una prima parte dal lento incedere che va in progressione e porta gli Orient ad esprimere tutta la loro potenza sonora....gli Orient sembrano indossare il loro abito migliore quando si trovano a percorrere la strada delle digressioni psichedeliche. Visione pessimistica e angosciata della vita nei loro testi, quel "mal de vivre" tipico del grunge, che a tratti pare volersi abbandonare alla rassegnazione nel subire il destino ineluttabile e in altri momenti cela una voglia di reazione che divampa dal fuoco che cammina dentro di noi. Un esordio, quello della band pugliese, indubbiamente degno di nota, nel quale emergono una notevole capacità di creare melodie ispirate e fantasiose e una minuziosa accortezza e competenza nell'esecuzione e nell'arrangiamento dei brani, sempre con un retrogusto seventies..
da Metallized
Gli Orient Express possono vantare già un discreto curriculum fatto di demo, promo, partecipazioni a compilations e una intensa attività live. Forti di quanto sopra i Pugliesi arrivano adesso a questo “Illusion”, un lavoro rarefatto, misurato, composto da suoni effettati, liquidi, sempre, per così dire, un passo indietro, puntando quindi sull’insieme delle soluzioni sonore e sull’effetto ipnotico dei loops della chitarra di cose come l’opener “Eternal Child”, salvo poi piazzare alcune accelerazioni più tipicamente 70’s orienteds rock come nella successiva “Madness”; a legare il tutto il lavoro delle Keys di Blondy. Non mancano momenti più oscuri , ma in generale è sempre la sensazione di suono “liquido” a connotare maggiormente queste tracce, che anzi, con una chitarra talvolta ancora più effettata, avrebbe dato un impatto ancora maggiore in questo senso.
Wednesday, October 10, 2007
Sunday, October 7, 2007
Friday, October 5, 2007
Sabato 6 /10 - Illusion Live, Showcase
Sabato 6 ottobre gli Orient Express presenteranno dal vivo ufficialmente il primo album "Illusion", uscito lo scorso 5 settembre con MyKingdomMusic, inaugurando a Trani lo Spazio Off - Opificio Fabrica Famae, un nuovo spazio aperto dedicato ad ogni tipo di iniziativa culturale.
Inizio spettacolo ore 22
Spazio O.F.F.
Circolo A.R.C.I.
Via Papa Giovanni XXIII, 180 Trani(Ba)
Come arrivare:
Statale da Barletta verso Trani, superato il Bowling svoltare a destra per il canile poi sinistra per 300 m circa troverete il Circolo Arci sulla sinistra.
o
USCITA 16bis – Trani Nord(Carcere)
Seguire zona industriale
Inizio spettacolo ore 22
Spazio O.F.F.
Circolo A.R.C.I.
Via Papa Giovanni XXIII, 180 Trani(Ba)
Come arrivare:
Statale da Barletta verso Trani, superato il Bowling svoltare a destra per il canile poi sinistra per 300 m circa troverete il Circolo Arci sulla sinistra.
o
USCITA 16bis – Trani Nord(Carcere)
Seguire zona industriale
Subscribe to:
Posts (Atom)