Articolo tratto da Musicalnews
di Giancarlo Passarella
Il synth e la chitarra distorta li porta su terreni lisergici tipici della fine degli anni'70: partiti dal classico line-up a tre di rock pesante, gli Orient Express produco un buon cd, perfetto pero' nei brani piu' tirati.
Non vi e' contraddizione o riflessioni pseudo ossimere, ma questo esordio discografico degli Orient Express ci convince di piu' quando ritorna verso il rock dei loro primordi, piuttosto che nei brani in cui la psichedelia languida la fa da padrone: vedo infatti una netta divisione tra i brani soft e quelli piu' rock, vallo che forse piu' essere la forza dell'intero album o forse ne rappresenta il livello, magari dovuto dall'inesperienza in studio di registrazione o in fase di preparazione dei singoli brani. Proprio citando quello che negli anni'70 era norma, mi sarebbe piaciuto se Illusion fosse stato piu' concept e piu' rock: quest'ultima affermazione e' una convinzione, forgiata dal fatto che frequento la band da parecchio tempo e ne conosco ogni stilla di forza aggregativa nei momenti live e piu' rock. Impressiona ed emoziona la chitarra di GG quando diventa fenderianamente allucinata, conforta l'ottimo lavoro svolto dalla base ritmica di Wito e Pablo quando le cavalcate diventano imperiose, mentre il synth di Blondy e' una sorpresa soprattutto nei momenti in cui diventa quasi un moog martoriato, stile Keith Emerson dei momenti migliori. Tutto il lavoro risulta invece non all'altezza della situazione in canzoni come Ten Drops, quasi una ballad tratta da un film sulla ricerca della terra promessa americana, dove la chitarra tratteggia liriche stantie.
Fin qui la ricerca del classico pelo nell'uovo: non e' mia abitudine dare delle lodi agli esordi discografici e quindi devo fare il ruolo pedante del critico, ma Illusion e' un signor cd che sfiora la perfezione. La sfiora soltanto, nei momenti in cui diventa originale, allontanandosi dagli ambienti musicali cantati da band storiche come i Motorpsycho o gli stessi Nirvana: infatti un po' di grunge ogni tanto sembra fare capolino, giocando a rimpiattino con la psichedelia seventies: verissimo e' che l'intero cd punta su un .. un approccio circolare ed accerchiante che, pur non trascurando le chitarre, si poggia parecchio su atmosfere languide e fumose.... Giusta riflessione, perche' nella concezione circadiano dell'album sta anche la voglia di diventare concept a cui accennavo prima: se fosse successa, avremmo parlato di perfezione e per un esordio discografico, anche se la pronuncia inglese puo' essere solo che migliorata.
In questo si sarebbe valorizzate anche quelle ... architetture timbriche volutamente avvolte dalle atmosfere e dall’effettistica del synth...ed i buoni contrasti cromatici tra le sezioni tenebrose e gli acidi fraseggi psichedelici ....
Un elogio finale alla My Kingdom Music per aver puntato coraggiosamente su una band cosi' ed un plauso a chi ha realizzato il booklet del cd: tranne che nella ottava pagina finale, il resto e' psychedelicamente ottimo.Un bel biglietto da visita, quasi perfetto...