da IThinkMagazine.it
GIUGNO 2009 - Anno I - Numero Zero
GRUPPO DEL MESE: ORIENT EXPRESS (Barletta)
La Puglia è una delle terre più ricche di musica nel panorama italiano. Oltre ad essere una delle poche regioni con una tradizione di musica popolare solida e famosa a livello internazionale, e oltre a vantare diversi musicisti noti, dai Negramaro a Raf, da Caparezza a Dolcenera e tantissimi altri, ha al suo interno diversi gruppi e cantanti meno noti ma con tanta carica e tante emozioni da comunicare. Consci di questo, abbiamo pensato, ogni mese, di proporvi un gruppo emergente della nostra regione, per valorizzare le nostre splendide realtà. Se hai una band e hai registrato almeno un demo, anche autoprodotto, scrivi a redazione@ithinkmagazine.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. lasciando una biografia della tua band, eventuale sito internet e recapito: sarete contattati al più presto.
Questo mese, con il primo numero di I THINK partiamo immediatamente con un gruppo di grande talento, proveniente da Barletta: gli Orient Express.
L'Orient Express originale era un treno che collegava Parigi ad Istanbul. La sua attività cessò nel 1977 (poiché per tragitti così lunghi si iniziò a preferire l'aereo), e non a caso i “nostri” Orient Express hanno scelto questo nome, forse da un lato riprendendo l'attività di un treno lussuoso come di lusso sono le calde note delle loro composizioni psichedeliche e, forse, dall'altro, riprendendo sonorità spesso radicate negli anni settanta, che di lì iniziano il loro viaggio, visitando, senza paura, il mondo della sperimentazione e del rock psichedelico degli anni '90.
La loro avventura inizia nel 2002 e, dopo il primo demo autoprodotto, si aprono per loro le porte di diverse manifestazioni musicali di un certo spessore, come l'I-Tim Tour'03, il Sintonie Rumorose Festival e lo Sziget festival, oltre che di trasmissioni su Rock TV come Database e On The Road e l'esibizione al Rock Tv Tour nella tappa di Palermo, nell'aprile del 2004.
Tutta questa gavetta, al fianco di artisti importanti come Marlene Kuntz, Tiromancino, Rezophonic, Moltheni e molti altri, permette alla band di maturare un proprio suono: su una ruvida culla di chitarre dilatate ma spesso graffianti, posandosi su di un basso cupo e corposo ed una batteria introspettiva che, scalpitante, attende solo di poter esplodere, si costruiscono i crescendo tipici delle composizioni degli Orient Express, sostenuti da synth fumanti o malinconiche note di piano, su cui va a posarsi l'onirica voce del cantante. I testi sono rigorosamente in inglese ma lungo le dieci tracce dell'album si sente un'eco di italianità, molto rarefatta, che a volte odora di Afterhours, a volte addirittura di Lacuna Coil e altre volte dei Verdena di Solo Un Grande Sasso, in un vortice di profumi e di sapori che trasportano l'ascoltatore in una dimensione di surrealtà, di “Illusion” (come si intitola il loro album), materializzando le più recondite allucinazioni.
Gruppo consigliatissimo agli amanti della psichedelia e dei viaggi mentali.
Recensione di “ILLUSION”
(My Kingdom Music – 2007)
La nostalgica “Eternal Child” ha l'onore di aprire le danze e lo fa con tutti i crismi, mostrando subito, diretta e sensuale, qual è la linea poetica degli Orient Express. I suoi sei minuti e mezzo di pura psichedelia introspettiva si stendono come un tappeto rosso verso “Madness”, ritmicamente più sostenuta, quasi grunge, adatta ad incendiare letteralmente i palchi, attraverso la potenza dei riff di chitarra di Gg che sono il fuoco sotto i piedi di Wito (cantante e bassista) mentre intona il verso “Fire walks with me”.
Dopo questo tripudio di demoni in lotta, torna l'estraniamento mentale con la title-track “Illusion” che, “illude” l'ascoltatore, facendogli credere di trovarsi di fronte ad un pezzo pacato e suadente e invece inizia a sviscerarsi verso un crescendo struggente.
La disillusa “Prison Head”, splendida nell'ossessivo “Tell me now, tell me why we can't hope tonight” ha l'onore di porgerci la successiva “Rats Know”, una delle mie preferite all'interno dell'album. L'intro spettrale inizia a sciogliersi con la chitarra acustica e di lì, pian piano, prendono vita le splendide melodie che, ancora una volta, costruiscono un crescendo tanto sonoro quanto di emozioni.
La successiva, “Ten Drops” è un'altra delle canzoni più rappresentative degli Orient Express, che recentemente ne hanno fatto anche una “video version” modificata rispetto a quella presente nell'album, in cui, appunto, le note dei quattro rocker nostrani si intrecciano con le immagini del video di Beppe Massara.
Belli i caratteristici controtempi che sostengono “First Dawn” proiettandosi verso la lenta, sostenuta e introspettiva “Hidden Man”.
Profonda e intrisa di speranza invece è la successiva “Today” che parte dall'amarezza nei confronti di una realtà che non ci appartiene per aprirsi alla ricerca di un segno, un qualcosa o qualcuno cui valga la pena dedicare la propria vita.
Questo primo lp degli Orient Express si conclude con “Euphoria” ma aspettatevi di tutto tranne che sonorità “euforiche”! I suoi otto minuti e mezzo sono un lungo viaggio claustrofobicamente ovattato da idee, fumo, alcool, parole, pensieri, ricordi, giri di basso che danzano sul pianoforte onnipotente che governa inconsapevolmente l'atmosfera esplosiva del brano e, infatti, in conclusione, la chitarra prende il controllo e infiamma tutto.
Un disco davvero ben fatto, curato nei minimi particolari, dalla splendida grafica della copertina fino agli arrangiamenti che enfatizzano esattamente ciò che la band vuol comunicare.
Suona come un'ideale jam tra Motorpsycho, Pink Floyd e Porcupine Tree.
Per ascoltarli o contattarli: www.officialorientexpress.it
DORIANA TOZZI