da Saltinaria.it
Gli Orient Express sono una band di Barletta (Bari) nata nel 2002. Nel 2007 esce il loro disco d’esordio “Illusion” fedele ad una linea sonora indie con riferimenti e spunti psichedelici anni ’70 e grunge, con testi che scavano nella difficoltà del vivere. Illusione, confusione.
Dieci brani intensi e concentrici, grumosi e rarefatti allo stesso tempo, che creano un intreccio agrodolce, un male di miele, un mare di emozioni, un’illusione che dura nel tempo, che allontana dalla realtà crudele che ci circonda.
I giri concentrici della batteria aprono “Eternal Child”: tracce di memoria si affacciano su un oceano di suoni psichedelici. Il ricordo di tempi migliori cura le ferite, in maniera parziale. Ferite che bruciano sottopelle.
Dal sapore più acido è “Madness” (tanto per rimanere in tema di parole e aggettivi negativi) che apre alla title-track “Illusion”: “Did you see, my skin is brame/ Ride on me, consume my flame/ Come and flow, It’s fast and strong”.
Lamenti disidratati si sperdono in “Rats Know”, contando le gocce di sudore e le dieci lacrime che bagnano “Ten Drops”. Dieci lacrime che sono come un fiume in piena.
“Today”, uno dei brani più significativi di “Illusion” cede il passo alla conclusiva “Euphoria”: toccami, ingannami, guardami.
“Illusion” è un’ottima prova d’esordio che ci fa comprendere il potenziale compositivo di questi quattro ragazzi pugliesi, forse un po’ troppo agganciati a sonorità “sicure”. Un po’ di sano coraggio in più non guasterebbe. Aiuterebbe a tener lontano quelle illusioni, quelle percezioni distorte e tutto quello che il nostro occhio pensa di vedere e le nostre orecchie pensano di sentire.
Genere: Rock/Psichedelica/Grunge/Indie
Voto: 7.3/10
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da Perkele.it
Debutto convincente ‘Illusion’, opera prima dei pugliesi Orient Express giunta dopo un lavoro di gestazione durato qualche anno. Esordio che ci consegna una band brava dal punto di visto tecnico compositivo, ancora acerba sul piano della personalità. Perché Vito (basso, voce), GG (chitarre), Pabro (batteria) e Blondy (synth) puntano forte sulla fusione di stili: psichedelia, hard rock, grunge, sapori seventies, alternative. Purtroppo perdendo spesso di vista l’obiettivo, l’incisività e la cifra originale dei brani.
Detto questo, i dieci pezzi dell’album scorrono via piacevoli. Si passa dal rock dilatato, dimesso, notturno e sognante della title track, dell’iniziale “Eternal Child” e di “Prison Head” al mood stile Radiohead di “Rats Know”. I riff si affilano e si arricchiscono di groove quando partono le note rabbiose di “Madness”, paludose atmosfere acustiche dal taglio southern vengono ricreate da “Ten Drops”, portate a placida calma dalla fluida “First Dawn”. “Hidden Man” è una viva testimonianza degli anni 90, quando Motorpsycho e God Machine erano massime autorità nel campo del rock psichedelico. Chiudono il cd la melodica, affascinante “Today” e “Euphoria”, malinconica evocazione di passioni e amori svaniti.
Un disco sinuoso ‘Illusion’, ottima base di partenza per un progetto interessante come questo edificato dai promettenti Orient Express.